Gesù a Maria Valtorta: “Così Lucifero divenne Satana”

L’angelo più bello creato da Dio è diventato il più orrendo Demonio dell’Inferno. Ecco cosa dice Gesù su Satana a Maria Valtorta.

Gesù a Maria Valtorta:
Così Lucifero divenne Satana

Satana si presenta sempre con veste benevola, con aspetto comune. Se le anime sono attente e soprattutto in spirituale contatto con Dio, avvertono quell’avviso che le rende guardinghe e pronte a combattere le insidie demoniache. Se le anime sono disattente al divino, separate da una carnalità che soverchia e assorda, non aiutate dalla preghiera che congiunge a Dio e riversa la sua forza come da un canale nel cuore dell’uomo, allora difficilmente esse si avvedono del tranello nascosto, sotto l’apparenza innocua e vi cadono. Liberarsene poi, è molto difficile.
Le due vie più comuni prese da Satana per giungere alle anime sono il senso e la gola. Comincia sempre dalla materia. Smantellata e asservita questa, dà l’attacco alla parte superiore.
Prima il morale: il pensiero con le sue superbie e cupidigie; poi lo spirito, levandogli non solo l’amore – quello non esiste già più quando l’uomo ha sostituito l’amore divino con altri amori umani – ma anche il timore di Dio. E’ allora che l’uomo si abbandona in anima e corpo a Satana, pur di arrivare a godere ciò che vuole, godere sempre più.
Come Io mi sia comportato, lo hai visto. Silenzio e orazione. Silenzio. Perché se Satana fa la sua opera di seduttore e ci viene intorno, lo si deve subire senza stolte impazienze e vili paure, ma reagire con la sostenutezza alla sua presenza e con la preghiera alla sua seduzione.
E’ inutile discutere con Satana. Vincerebbe lui, perché è forte nella dialettica. Non c’è che Dio che lo vinca; e allora ricorrere a Dio che parli per noi, attraverso noi. Mostrare a Satana quel Nome e quel Segno, non tanto scritti su una carta o incisi su un legno, quanto scritti e incisi nel cuore. Il mio Nome, il mio Segno. Ribattere a Satana unicamente quando insinua che egli è come Dio, usando la parola di Dio. Egli non la sopporta. (…)
Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in Dio e nel suo aiuto. Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del Signore. Allora Satana non può fare del male. 46.12

(Lucifero) era il più bello degli arcangeli, godeva di Dio. Avrebbe dovuto essere contento di questo. Invidiò Dio e volle essere lui dio e divenne il demonio, il primo demonio. 131.2

Lucifero, nelle sue manifestazioni, ha sempre cercato di imitare Iddio. Così come Dio ha dato a ogni Nazione il suo angelo tutelare, Lucifero ha dato il suo demone, ma come i diversi angeli delle Nazioni ubbidiscono a un unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni ubbidiscono a un unico Lucifero. L’ordine dato da Lucifero nella presente vicenda ai diversi demoni non è diverso a seconda degli Stati. E’ un ordine unico per tutti. Donde si comprende che il regno di Satana non è diviso e perciò dura.
Quest’ordine può essere enunciato così: “Seminate orrore, disperazione, errori, perché i popoli si stacchino, maledicendo Dio”. I demoni ubbidiscono e seminano orrore e disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità. Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo. Seminano l’inferno. E riescono perché trovano già il terreno propizio.
Anche i miei angeli lottano a difesa del Paese che ho loro assegnato, ma i miei angeli non trovano terreno propizio. Onde rimangono soccombenti rispetto ai nemici infernali. Per vincere i miei angeli dovrebbero essere aiutati da animi viventi nel e per il Bene. Viventi in Me. Ne trovano, ma sono troppo pochi rispetto a quelli che non credono, non amano, non perdonano, non sanno soffrire.19-6-43

Dice Gesù: considera il mio Fulgore e la mia Bellezza rispetto alla nera mostruosità della Bestia. Guarda come è satollo e palpitante, è la sua ora di festa, ma guarda anche come cerca l’ombra per agire. Odia la Luce e si chiama Lucifero! Lo vedi come ipnotizza coloro che non sono segnati col mio Sangue? Accumula i suoi sforzi perché sa che è la sua ora e che s’avvicina l’ora mia in cui sarà vinto in eterno.
La sua infernale astuzia e intelligenza satanica, sono un continuo operare di Male, in contrapposto al nostro Uno e Trino operare di Bene, per aumentare la sua preda. Ma astuzia e intelligenza non prevarrebbero se negli uomini fossero il mio Sangue e la loro onesta volontà. Troppe cose mancano all’uomo per avere armi da opporre alla Bestia ed essa lo sa e apertamente agisce, senza neppure più velarsi di apparenze bugiarde.
Segue la descrizione della bestiaccia. 20.7.43

Fra le molte cose che il mondo nega, gonfio di orgoglio e d’incredulità quale è ora, è la potenza  e la presenza del demonio. L’ateismo che nega Dio, nega logicamente anche Lucifero, il creato da Dio, il ribelle a Dio, l’avversario di Dio, il Tentatore, l’Invidioso, l’Astuto, l’Instancabile, il Simulatore di Dio.
Vi ho già detto che Satana, divenuto tale per peccato di superbia, anche ora che dai regni dell’Altissimo, ai quali osò dare assalto, è precipitato nell’Abisso profondo, dove è tenebre e orrore, ha voluto instaurare in quel profondo, una copia della celeste corte ed avere i suoi ministri e i suoi angeli, i suoi sudditi ed i suoi figli. Nelle sue manifestazioni si camuffa in spirito di luce, coprendo il suo aspetto e il suo pensiero di Bassissimo, con bugiardi rivestimenti copiati dall’Altissimo per trarvi in errore.
Ma coloro che vivono con lo spirito vivificato dalla Grazia, sentono il suono falso e vedono oltre l’apparenza e conoscono per spirituale intuito il Seduttore dietro alla larva che si mostra. Naturalmente ciò avviene per quelli che le triplici virtù proteggono di santa difesa e che la Grazia vivifica. Gli altri – e non solo gli atei che negano, ma i tiepidi che sonnecchiano, gli indifferenti che non osservano, gli svagati che non riflettono, gli imprudenti che vanno avanti come dei folli – non possono vedere Satana oltre l’innocua apparenza o la ipocrita apparenza e ne divengono zimbello.
Non negate l’esistenza di Satana, figli che perite per negare sempre, per negare tutto. Non è fola di donnicciole e non è superstizione medioevale; è realtà vera.
Satana c’è ed è instancabile nell’agire. In alto, dio è instancabile nel bene, in basso, satana è instancabile nel male.
Ricordate che metaforicamente, artificialmente, o realmente, Satana agisce subdolamente nelle tenebre. vi circuisce con avvolgimenti e sottigliezze di serpente in agguato nel folto di una macchia. Per quanto vi veda già tanto avulsi da Dio, non osa ancora presentarsi faccia a faccia e dirvi: “Sono io, seguimi”, perché vi sa vili nel male come nel bene. Pochi ancora fra voi sono gli audaci che in questo esplicito incontro oserebbero dirgli “vengo”. Siete ipocriti anche nel male e desiderando il suo aiuto non osate confessare questo desiderio. Ma non c’è bisogno di parole per Satana. Il suo sguardo vi trapassa il cuore come il mio. Io vedo la vostra libidine di satanismo, egli vede la stessa cosa e agisce.
Dopo aver tentato di distruggere il Cristo tentandolo, la Chiesa dandole epoche oscure, il cristianesimo con gli scismi, la società civile con le sette, ora, alla vigilia della sua manifestazione preparatoria alla finale, tenta di distruggere le vostre coscienze dopo aver già distrutto il vostro pensiero. Sì, distrutto. distrutto non come capacità di pensare da uomini, ma da figli di Dio. Il razionalismo, la scienza separata da Dio, hanno distrutto il vostro pensiero da dei ed ora pensate come il fango può pensare: a livello di terra. Non vedete Dio impresso col suo sigillo sulle cose che il vostro occhio vede. Per voi sono astri, monti, pietre, acque, erbe, animali. Per il credente sono opere di Dio e senza bisogno di altro egli s’immerge nella contemplazione e nella lode del Creatore davanti agli innumeri segni della sua potenza che circondano e fanno bella la vostra esistenza e sono utili al vostro vivere.
Ora Satana assale le coscienze, offre l’antico frutto: piacere, avidità di sapere, superba e sacrilega speranza di ottenere, mordendo nella carne e nella scienza, d’essere dei. Il piacere fa di voi degli animali arsi dalla lussuria, repellenti, malati, condannati in questa e nell’altra vita ai morbi della carne e alla morte dello spirito. L’avidità del sapere, vi dà in mano all’Ingannatore poiché, per illecite seti di conoscere ciò che sono misteri di Dio, tentando d’imporre a Dio la vostra volontà di conoscenza, fate sì che Satana possa irretirvi con i suoi errori.
Mi fate pietà e mi fate orrore; pietà perché siete dei folli, orrore perché volete esserlo e vi marcate le carni dell’anima col segno della Bestia, rifiutando la Verità per la Menzogna. 8.1.44

L’ultimo tempo di tre anni e sei mesi, tremendo come mai l’uomo conobbe, sarà quello in cui Satana, attraverso il suo figlio, arso da supremo livore, – perché anche la scissione fra i due rami del popolo di Dio sarà finita e con essa la causa di tanti mali materiali, morali e spirituali – userà le sue perfette e ultime astuzie per nuocere, rovinare, uccidere il Cristo nei cuori e i cuori al Cristo.
I sapienti comprenderanno il tranello di Satana, gli innumerevoli tranelli di Satana, perché chi possiede la Sapienza vera è illuminato e per la loro fedeltà alla Grazia diverranno candidi e provati come il fuoco, degni d’essere eletti al Cielo; gli empi, seguiranno il Male e faranno il male non potendo comprendere il Bene, perché di loro spontanea volontà avranno colmato il loro cuore al Male. 23.1.44

Satana, ora più che mai, scorre sulla terra e scatena le sue forze di male per farvi perire. Non c’è che la Croce che lo possa vincere, egli stesso lo ha confessato: “Il Dio Crocifisso è più potente di tutto l’Inferno, sempre mi vincerà. Chi crede in Lui è salvo da ogni insidia”.
Fede, fede, figli miei, è questione vitale per voi. O credete e avete bene, o non credete e sempre più conoscerete il male. 29.3.44

Il diavolo fa come il leone; gira, approfittandosi della caduta del Sole, intorno alle vostre anime. Non osa uscire e assalire sinché il Sole è alto sul vostro spirito. Rugge ma non assale. Che importa se rugge? Lascialo ruggire di rabbia, sta sotto il Sole, al tuo Dio, e non aver paura.
Oh, se le anime sapessero rimanere sempre sotto al Sole eterno e anche nelle tenebre della prova non uscire dallo zenit solare e dire: “io resto al mio posto, qui, dove mi ha lasciata, Dio mi ritroverà perché io non muto il mio pensiero di fede e d’amore! ”.
Il diavolo gira cercando il varco per allungare la zampa unghiuta e strappare l’incauto che sta troppo vicino all’apertura: alla tentazione; oppure aspetta che esca: volontaria preda per allettamento di senso. Oppure tace e si mette in agguato; è l’insidia più astuta e chi procede senza collegamento col divino, cade nella trappola.
Lo ripeto: sinché rugge è poco pericoloso; quando dopo essersi fatto sentire, tace, allora è pericoloso al sommo. Tace perché ha scoperto il vostro punto debole e le vostre abitudini ed è già pronto al balzo su voi.
Siate vigilanti. Se su voi è la luce di Dio, essa v’illumina e altro non occorre ma se siete nelle tenebre, state ancorati alle fede. Nulla e nessun motivo vi faccia smuovere da essa. Tutto pare morto e annullato? Dite a voi stessi: “No, tutto è come prima”. Dite a Satana: “No, tutto è come prima”. ( … )
Tutto il Cielo sta proteso su voi che lottate col mio Nome nel cuore e per il mio Nome e vi aiuta. Non uscite dalla triplice barriera delle teologali virtù, dalla sicura difesa delle quadruplici virtù cardinali: la Fede, la Speranza, la Carità. La Giustizia, la Temperanza, la Fortezza, la Prudenza, ecco le vostre difese. Contro di esse si spezzano le unghie di Satana ed esso perde il rigore senza nuocervi. 11.5.44

Il leone, ho detto, conosce le abitudini, le studia per conoscerle, di quelli che vuole sbranare. E’ intelligentissimo. Comprende subito. Anche Satana è Intelligentissimo e comprende subito, è sempre un angelo, decaduto ma rimasto tale nella mente che ora usa per il male, mentre gliel’avevo data potente per operare il bene. ( …)
In terre africane o nelle regioni dei ghiacci, è sempre lo stesso pungolo, fatto di tre punte, quello che spinge gli uomini verso l’unghiata di Satana. E’ sempre concupiscenza di carne, di denaro, di potere, quello che vi mette alla portata di colui che “come leone ruggente vi gira intorno” instancabile.
Ricordatevi che anch’Io fui tentato nella carne con la fame delle viscere e con l’offerta del cibo carnale ai miei sensi, nella mente con l’avidità di potere, nello spirito con l’inculcarmi di tentare Iddio; l’imprudenza è tentazione verso Dio.
Sappiate imitarmi, fate fuggire Satana imitando Gesù, Maestro vostro. “Non di solo pane vive l’uomo, ma della parola di Dio”. “Non tenterai il Signore Iddio tuo”. “Adorerai il Signore Dio tuo e Lui solo servirai”.
Fasciate la carne e lo spirito con le bende intrise di aromi della Legge di Dio. Chi vive avvolto di esse, preserva la sua carne e il suo spirito dai germi che portano putrefazione di morbi e di morte. 12.5.44

Lucifero è intelligentissimo oltre che astuto. Usa dell’astuzia per insidiare, dell’intelligenza per pensare se quando e come può darmi pena e rovinare una creatura. Credi pure che non spreca mai il suo tempo. Perciò, per quanto sia onnipresente sulla terra, ha tanto da fare presso i tanti uomini che abitano il globo e per quanto poca attenzione dell’uomo e la sua scarsa volontà di bene, facciano, della potenza di Lucifero, veramente grande, una quasi onnipotenza sulle creature, deve calcolare bene il suo tempo e non perderne un attimo, per lavorare con utile. Il suo nefando utile che è quello di impinguare i suoi forzieri infernali di tesori rubati a Dio: le anime.
E’ veramente un instancabile lavoratore. In alto, l’Instancabile opera il bene per voi, in basso, l’instancabile opera il male per voi e in verità ti dico che egli ha più fortuna di Dio. Le sue conquiste sono più numerose delle mie ma, essendo astuto, intelligente, indaffarato, non può concedersi il lusso di occuparsi di tutti in ugual misura e non se lo concede.
Nel suo male è un asceta dell’idea che persegue, tutto votato a essa e non si distrae, non viene a transazioni, non a stanchezze, non a rimandi! Foste voi, uomini, verso il bene, quello che è Satana verso il male! Ma non lo siete.
Lucifero, man mano che una creatura nasce all’intelligenza, prima se ne cura ben poco, si limita a guardarla e guatarla come probabile futuro capro del suo infernale gregge; man mano che una creatura nasce al saper volere, al saper pensare, ossia oltre i sette anni, aumenta la sua attenzione e inizia il suo insegnamento.
Il ministero angelico istruisce e conduce gli spiriti con parole di luce. Il ministero satanico istruisce e istiga gli spiriti con parole di tenebre. E’ una lotta che non ha mai fine. Vinto o vincitore l’uno, vinto o vincitore l’altro, l’angelo di luce e l’angelo di tenebre battagliano intorno ad uno spirito sino all’ultima ora mortale, per strappare l’uno all’altro la preda, riconsegnandola l’uno al suo Signore, nella luce, dopo averla avuta in tutela tutto il giorno terreno, trascinandola con lui nelle tenebre l’altro, se vittoria ultima fu la sua.
Fra i due che battagliano, però, vi è un terzo ed è in fondo, il più importante personaggio. Vi è l’uomo, per cui i due battagliano. L’uomo libero di seguire la sua volontà e dotato d’intelligenza e ragione, munito della forza incalcolabile della Grazia che il Battesimo gli ha reso e che i Sacramenti gli mantengono e aumentano.
La Grazia, è l’unione dell’anima con Dio, perciò dovrebbe darvi tanta forza da rendervi imprendibili e incorruttibili alle insidie e corruzioni sataniche, perché l’unione con Dio dovrebbe farvi semidei, ma per rimanere tali occorre volerlo. Occorre dire a Satana e dirsi: “Io sono di Dio  e voglio essere solo di Dio”. Perciò ubbidienza a precetti e consigli, perciò sforzo continuo per seguire, proseguire e conquistare il bene e un sempre maggior bene, perciò fedeltà assoluta e vigilanza costante, perciò eroismo per vincere se stessi e l’esterno nelle seduzioni della concupiscenza trina e nelle sue multiple facce.
Pochi, molto pochi, troppo pochi sanno fare queste cose e allora a questi, così facili a prendersi, così inerti a sfuggire quando sono stati presi, Satana dà poca cura. Fa come il gatto con il topo. Li prende, li strozza un pochino, li stordisce e poi li lascia, limitandosi a dar loro un’altra unghiata e un’altra zannata, se danno segno di tentare una timida fuga. Non più. Sa che sono “suoi” e non perde molto tempo per loro, né molta intelligenza.
Ma con i miei, oh, con i miei è un’altra cosa! Sono la preda che più solletica la sua livida fame. Sono gli “imprendibili” e Satana cacciatore esperto, sa che vi è merito a catturare le difficili selvaggine. Sono le “gioie” di Dio e Satana fa gran festa quando può dare dolore a Dio, offesa e delusione. Vive di odio, come Dio vive d’amore. E’ l’Odio, come Dio è l’Amore. L’Odio è il suo sangue, come l’Amore è il mio. Eccolo allora moltiplicare cure e sorveglianze intorno ad un “mio”.
Entrare in una fortezza smantellata, è gioco di bimbi. Non lo vuole il re crudele dell’Inferno, vuole le fortezze di Dio, le rocche monde e lisce, limpide come cristallo, resistenti come acciaio che da ogni parte mostrano scolpito, fin nelle latebre più fonde – anzi è dalle latebre che trapela come fluido che si emana da un interno all’esterno – il Nome più santo: Dio. Il Nome che essi amano, servono, pronunciano, con lo spirito adorante, ad ogni battito del loro cuore. Prenderli, prendervi, strapparvi a Me, cancellare dal vostro essere trino di spirito, carne e ragione, quel Nome, fare di voi, fiori del mio giardino, immondezza per il suo Inferno e ridere, gettando il suo riso bestemmiatore contro il trono divino, ridere per la sua vittoria sull’uomo e su Dio, ecco la gioia di Satana.
Più siete “miei”, più egli si accanisce a farvi suoi e siccome è in voi una vigilanza e una  volontà assidue, egli, l’Astuto, non vi segue e persegue col metodo usato per gli altri, ma vi assale proditoriamente, a distanze sempre più lunghe, nei momenti più imprevedibili e coi motivi più impensabili. Approfitta del dolore, del bisogno, dell’abbandono, delle delusioni e balza come una pantera sulla vostra stupita, accorata debolezza del momento, sperando di vincervi allora per rifarsi di tutte le volte che l’avete vinto.
I mezzi? Infiniti. Il metodo? Uno solo, quello di una benevola, bugiarda dolcezza, di una ragionata e pacata parola, di un aspetto di amicizia che aiuta, che vuole aiutare. ( … ) Ma la semplicità compenetrata da Dio e che si conserva tale, è impenetrabile ad ogni sottigliezza.
Tutti i miei santi, sono martiri perché per essere santi dovettero subire persecuzione di Satana e rimanere fedeli. Gloria a chi vince! Le palme celesti sono per voi. 19.9.44

Il nome primitivo era Lucifero; nella mente di Dio voleva dire: ”Alfiere o portatore della luce” ossia di Dio, perché Dio è Luce. Secondo in bellezza fra tutto quanto è, era specchio puro che rifletteva l’insostenibile Bellezza. Nelle missioni agli uomini egli sarebbe stato l’esecutore del volere di Dio, il messaggero dei decreti di bontà che il Creatore avrebbe trasmesso ai suoi beati figli senza colpa, per portarli sempre più in alto nella sua somiglianza. Il portatore della luce, con i raggi di questa luce divina che portava, avrebbe parlato agli uomini ed essi, essendo privi di colpe, avrebbero compreso questi balenii di armoniche parole tutte amore e gaudio.
Vedendosi in Dio, vedendosi in se stesso, vedendosi nei compagni, perché Dio lo avvolgeva della sua luce e si beava nello splendore del suo arcangelo e perché gli angeli lo veneravano come il più perfetto specchio di Dio, si ammirò. Doveva ammirare Dio solo, ma nell’essere di tutto quanto è creato, sono presenti tutte le forze buone e malvagie e si agitano, finché una delle due parti vince per dare bene o male, come nell’atmosfera sono tutti gli elementi gassosi perché necessari. Lucifero attrasse a sé la superbia, la coltivò, la estese, se ne fece arma e seduzione.  Volle più che non avesse, volle il tutto, lui che era già tanto. Sedusse i meno attenti fra i compagni, li distrasse dal contemplare Dio come suprema Bellezza. Conoscendo le future meraviglie di Dio, volle essere lui al posto di Dio. Si vide, col pensiero turbato, capo degli uomini futuri, adorato come potenza suprema. Pensò: “Conosco il segreto di Dio. So le parole, mi è noto il disegno. Posso tutto ciò che Lui vuole. Come ho presieduto le prime operazioni creative, posso procedere”. “Io sono”. La parola che solo Dio può dire, fu il grido di rovina del superbo: E fu Satana.
Fu “Satan”. In verità ti dico che il nome di Satan non fu messo dall’uomo, che pure, per ordine e volere di Dio, mise un nome a tutto ciò che conobbe essere, e che tuttora battezza con un nome da lui creato le sue scoperte, in verità ti dico, che il nome di Satan viene direttamente da Dio ed è una delle prime rivelazioni che Dio fece allo spirito di un suo povero figlio vagante sulla terra.
Come il mio nome S.S. ha il significato che ti ho detto una volta, ora ascolta il significato di questo nome orrendo. Scrivi come ti dico:
S  =  Sacrilegio – Superbo
A  =  Ateismo – Avverso
T  =  Turpitudine – Tentatore – Traditore
A  =  Anticarità – Avido
N  =  Negazione – Nemico
Questo è Satan e questo sono coloro che sono malati di satanismo. E ancora è: seduzione, astuzia, tenebra, agilità, nequizia. Le cinque maledette lettere che formano il suo nome, scritte col fuoco sulla sua fronte fulminata. Le cinque maledette caratteristiche del Corruttore, contro le quali fiammeggiano le cinque benedette mie Piaghe, che col loro dolore salvano chi vuole essere salvato da ciò che Satana continuamente inocula.
Il nome di “demonio, diavolo, belzebù” può essere di tutti gli spiriti tenebrosi ma questo è solo il ‘suo’ nome. In Cielo è nominato con quello, perché là si parla il linguaggio di Dio, in fedeltà d’amore anche per indicare ciò che si vuole, secondo come l’ha pensato Iddio.
Egli è il “Contrario”, quello che è il contrario di Dio e ogni sua azione è l’antitesi delle azioni di Dio e ogni suo studio è portare gli uomini ad essere contrari a Dio. Ecco ciò che è Satana, è il mettersi contro di “Me” in azione. Alle mie tre virtù teologali, oppone la triplice concupiscenza; alle quattro cardinali e a tutte le altre che da Me scaturiscono, il vivaio serpentino dei suoi vizi orrendi.
Ma come si dice che di tutte le virtù la più grande è la carità, così dico che delle sue antivirtù, la più grande e a Me repulsiva, è la superbia, perché per essa tutto il male è venuto. Per questo dico che, mentre ancora compatisco la debolezza della carne che cede al fomite della lussuria, non posso compatire l’orgoglio che vuole, da nuovo Satana, competere con Dio. Ti sembro ingiusto? No. Considera che la lussuria, in fondo, è vizio della parte inferiore, che in alcuni ha appetiti tanto voraci, soddisfatti in momenti di abbruttimento che inebetisce, ma la superbia è vizio della parte superiore, consumato con acuta e lucida intelligenza, premeditato, duraturo. Lede la parte che più somiglia a Dio, calpesta la gemma data da Dio, comunica somiglianza con Lucifero. Semina il dolore più della carne perché la carne potrà far soffrire una sposa, una donna, ma la superbia può fare vittime in interi continenti, in ogni classe di persone. Per la superbia è stato rovinato l’uomo e perirà il mondo. Per la superbia langue la fede. La superbia: la più diretta emanazione di Satana. 29.12.45

Come potè divenire spirito del Male l’arcangelo che era spirito benigno e santo, ma non santo al punto da essere “tutto amore”. E’ la misura dell’amore che uno ha in sé che dà la misura della sua perfezione e della sua refrattarietà ad ogni corruzione. Quando l’amore è completo, nulla può entrare a corrompere. La molecola che non ama è breccia facile per l’infiltrarsi dei primi elementi che non sono amore. Ed essi sforzano, allargano e allagano e sommergono gli elementi buoni, fino ad ucciderli. Lucifero aveva una incompleta misura dell’amore. Il compiacimento di sé occupava uno spazio in lui, uno spazio in cui non poteva essere amore e fu la breccia per la quale entrò, rovinosa, la sua depravazione. Non potè, per essa, comprendere ed accettare il Cristo-Amore, Compendio dell’infinito, unico, trino Amore. 20.1.46

Dio, come aveva voluto al suo fianco nelle prime operazioni creative l’arcangelo sublime e lo volle  cognito del futuro della creazione d’amore, così lo volle cognito dell’adorabile e dolorosa necessità che il suo peccato avrebbe imposto a Dio: l’Incarnazione e Morte di un Dio per controbilanciare la rovina del Peccato che si sarebbe creato se Lucifero non avesse vinto la superbia in se stesso. L’Amore non poteva che parlare questo linguaggio. Il primo annichilimento di Dio è in questo atto di voler piegare dolcemente il superbo, supplicandolo quasi, con la visione di ciò che la sua superbia avrebbe imposto a Dio, a non peccare, per portare altri a peccare.
Era atto di amore. Lucifero, già insatanassato, lo prese per paura, debolezza e affronto, per dichiarazione di guerra;  e guerra mosse verso il Perfettissimo dicendo: “Tu sei? Io pure sono. Ciò che Tu hai fatto, per me l’hai fatto. Non c’è Dio e se un Dio c’è, io sono. Io mi adoro. Io ti aborro. Io mi rifiuto di riconoscere per mio Signore chi non mi sa vincere. Non mi dovevi creare così perfetto se non volevi rivali. Ora io sono e ti sono contro. Vincimi se puoi ma non ti temo. Io pure creerò e per me tremerà il tuo Creato perché io lo scrollerò come brandello di nuvola presa dai venti, perché ti odio e voglio distruggere ciò che è tuo per creare sulle rovine ciò che sarà mio. Non conosco e non riconosco nessun’altra potenza all’infuori di me. E non adoro più, non adoro più, non adoro più altro che me stesso”.
Veramente allora nel Creato, in tutto il Creato, dall’imo al profondo, fu una convulsione orrenda per l’orrore delle sacrileghe parole. Una convulsione quale non sarà alla fine del Creato. E nacque da essa l’Inferno, il regno dell’Odio. 20.1.46

Non c’è che un Dio. Tutto è a Lui soggetto, anche l’Avversario, che gli si crede simile, è un soggetto e, volendo nuocergli, in realtà lo serve perché aumenta la corte celeste, ossia la gloria di Dio, dei santi, che egli tentò e tormentò e che seppero resistergli ed esercitare le virtù sotto la sferza della persecuzione. 219. Az.

Quando il peccato di Lucifero sconvolse l’ordine del Paradiso e travolse nel disordine gli spiriti meno fedeli, un grande orrore ci sconvolse tutti, quasi che qualcosa si fosse lacerato, si fosse distrutto e senza speranza di vederlo risorgere più. In realtà ciò era. Si era distrutta quella completa carità che prima era sola esistente lassù ed era crollata in una voragine dalla quale uscivano fetori d’Inferno.
Si era distrutta l’assoluta carità degli angeli ed era sorto l’Odio. Sbigottiti, come si può esserlo in Cielo, noi, i fedeli al Signore, piangemmo per il dolore di Dio e per il corruccio suo. Piangemmo sulla manomessa pace del Paradiso, sull’ordine violato, sulla fragilità degli spiriti. Non ci sentimmo più sicuri di essere impeccabili, perché fatti di puro spirito. Lucifero e i suoi uguali ci avevano provato che anche l’angelo può peccare e divenire demonio. Sentimmo che la superbia – era latente- e poteva svilupparsi in noi. Tememmo che nessuno, fuorché Dio potesse resistere a essa se Lucifero aveva a essa ceduto. Tremammo per queste forze oscure che non pensavamo potessero invaderci, che potrei dire: ignoravamo che esistessero, e che brutalmente ci si disvelavano. Abbattuti ci chiedevamo, con palpiti di luce: “ Ma dunque l’esser così puri non serve? Chi mai darà allora a Dio l’amore che Egli esige e merita, se anche noi siamo soggetti a peccare?”.
Ecco allora che, alzando il nostro contemplare dall’abisso e dalla desolazione alla Divinità e fissando il suo Splendore, con un timore fino allora ignorato, contemplammo la seconda Rivelazione del Pensiero Eterno. E se per la conoscenza della prima venne il Disordine creato dai superbi che non vollero adorare la Parola Divina, per la conoscenza della seconda tornò in noi la pace che si era turbata.
Vedemmo Maria nel Pensiero eterno. Vederla e possedere quella sapienza che è conforto, sicurezza e pace, fu una sola cosa. Salutammo la nostra futura Regina con il canto della nostra Luce e la contemplammo nelle sue perfezioni gratuite e volontarie. Oh! Bellezza di quell’attimo in cui a conforto dei suoi angeli l’Eterno presentò a essi la gemma del suo Amore e della sua Potenza! E la vedemmo umile tanto da riparare da sé sola ogni superbia di creatura.
Ci fu maestra da allora nel non fare dei doni uno strumento di rovina. Non la sua corporea effige, ma la sua spiritualità ci parlò senza parola, e da ogni pensiero di superbia fummo preservati per averla contemplata per un attimo, nel Pensiero di Dio, l’Umilissima. Per secoli e secoli operammo nella soavità di quella fulgida rivelazione. Per secoli e secoli, per l’eternità gioimmo e gioiamo e gioiremo del possedere Colei che avevamo spiritualmente contemplata. La gioia di Dio è la nostra gioia e noi ci teniamo nella sua Luce per essere da essa compenetrati e per dare gioia e gloria a Colui che ci ha creati. Az.337

Lucifero è divenuto Satana per aver rifiutato adorazione all’Amore fatto carne, pretendendo superbamente di essere capace esso stesso di redimere l’uomo essendo simile a Dio in sostanza, potenza, sapienza, bellezza, anziché simile per partecipazione di natura, offendendo così particolarmente lo Spirito Santo, Datore delle luci, sapienze e verità contenute in Dio. E i peccati contro lo Spirito Santo, dei quali Lucifero e i suoi simili in ribellione si sono resi colpevoli, come molti uomini, non sono perdonati. Rm. 148 – 28.5.48

Satana volle essere uguale a Dio in ogni sua azione, libertà, potenza e volontà d’azione, desiderando disordinatamente di essere esso, creatura creata, uguale a Colui che è Increato………
Era Lucifero. Si pensò: Luce, ma essere “apportatore di luce” non è essere la Luce. Ben diverso il “portare” dall’”essere”. (…)  Lucifero prevaricò volendo essere la Luce, perché liberamente e volontariamente volle essere infedele al Signore suo Creatore e alla Grazia sua. Delirante orgoglio di volersi credere Dio, e quindi non soggetto all’ubbidienza e adorazione a Dio, che folgorò il ribelle.
Da quel momento Satana vuole il “suo” popolo da contrapporre al Popolo di Dio. E questo fine persegue senza soste, in odio a Dio e alle creature che Dio ama da Padre. E la sua intelligenza, conservata anche dopo la folgorazione divina – intelligenza acutissima, quale si conveniva al principe del popolo angelico – e il suo potere, usa a questo scopo, spiando ogni azione dell’uomo, ascoltando ogni sua parola, traendo dalla cognizione di ogni azione e parola umana, dalla costituzione fisica dell’individuo, dalle malattie, dalle sventure, dagli studi, dagli affetti, dalle occupazioni, da tutto, tanti terreni per gettarvi la sua zizzania, creando prodigi atti a sedurre e trarre in errore. 172 – Rm. 11.6.48

Ma l’angelo per primo, conoscendo per sublime dono i misteri futuri e le future opere del Signore, misteri ed opere che Lucifero, benché sublime fra gli angeli, mai avrebbe potuto compiere, in luogo di contemplare adorando l’infinita Potenza e Carità del suo Creatore – e ciò sarebbe stato “vivere nell’ordine, vivere nell’armonia dei moti intellettivi buoni” – si aderse contro il suo Signore, in una folle ribellione che uccise in lui e nei suoi seguaci la carità e quindi l’armonia e l’ordine, e creò. Sì, esso pure creò, ma che? Creò il disordine, il peccato, l’inferno. Ciò che poteva creare uno che si era avulso da Dio.
Il disordine nei moti e istinti umani, che Dio aveva dato buoni, ordinati e armonici fra loro, in ordine e armonia al fine ultimo per cui Dio aveva creato l’uomo, fu creato da Lucifero, il ribelle, che per essere stato “splendente al mattino” della celeste creazione degli angeli, si credette “simile all’Altissimo” sopra cui i cieli tentò “innalzare il suo trono”.
Il peccato contro l’amore, ossia la superbia della mente e del cuore per cui l’Uomo – Adamo innocente divenne colpevole, il tremendo peccato dell’io che vuole “divenire come Dio”, è stato creato da Lucifero, che poi ad esso peccato sedusse l’Uomo per farlo simile a lui in ribellione al Signore. 198 Rm. 19.1.50