Il Diario della Principessa Eugenie von der Leyen

Le incredibili esperienze mistiche della principessa tedesca Eugenie con le anime del Purgatorio.

Eugenie von der Leyen (15 maggio 1867 – 9 gennaio 1929) Principessa tedesca discendente dalla stirpe dei Thurn und Taxis, ebbe apparizioni delle anime del Purgatorio dal 1921 fino alla sua morte nei castelli di Waal e Unterdissen, residenze di famiglia distanti pochi chilometri l’uno dall’altro, nella Svevia Bavarese.

L’allora Nunzio Apostolico in Germania, Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII era amico dei von der Leyen e una volta divenuto Papa, ricevuta in visita la famiglia, ebbe in dono il diario originale di Eugenie dalla Principessa Maria Nives Ruffo della Scaletta (ex alunna di religione di Eugenio Pacelli), moglie del Principe Ervino III Ottone von der Leyen, nipote di Eugenie, come segno di particolare stima e affetto che li legava oramai da diversi anni.  In seguito Papa Pio XII ricevette altre volte la famiglia von der Leyen in udienza privata.
La pronipote di Eugenie, la Principessa Lodovica, la descrisse, anni dopo la sua morte, come “la bontà fatta persona”. 

Il Parroco Sebastiano Wieser suo Direttore Spirituale scrisse: “Io ho conosciuto la veggente nei suoi ultimi 12 anni di vita e ho conosciuto giorno per giorno i suoi incontri e apparizioni e quanto le succedeva….

La veggente condusse una vita santa, non conosceva limiti nel fare del bene, pronta ad aiutare in qualsiasi momento….

una prediletta da Dio e dagli uomini.

Io dichiaro con giuramento di aver personalmente esortato la Principessa a scrivere ed annotare quanto le accadeva, di non averle peró assolutamente mai suggerito o espresso qualche cosa dal mio punto di vista. Io garantisco sotto ogni aspetto la credibilità del diario….

IL DIARIO DELLA PRINCIPESSA EUGENIE VON DER LEYEN

 

La Monaca.

9 Agosto 1921. Ore 5 pomeridiane, vidi in giardino fra due alberi una monaca in piedi. Poichè essa sembrava mi aspettasse e perchè credevo fosse una monaca che conoscevo da prima, mi affrettai a correrle incontro. Essa era sparita di colpo senza lasciar traccia. Io rifeci la strada di ritorno per vedere se poteva essere stato l’inganno dell’ombra; ma il posto, lo spazio fra gli alberi era come sempre.

13 Agosto. La vidi venirmi incontro sulla strada che porta alla Chiesa.

19 Agosto. La vidi passare proprio accanto a me in giardino così che potei vedere chiaramente che aveva l’abito delle Mallersdorfer .

Nota. Le Suore Mallesdorfer (povere Francescane della Sacra Famiglia) sono un Ordine Femminile molto diffuso in tutta la Baviera. La Casa Madre si trova nella Bassa Baviera, nella Marktgemeinde Mallersdorf (nel Comune mercantile di Mallersdorf).

 

25 Agosto. Sulle scale dell’Oratorio.

30 Agosto. Mi aspetta sulla porta di casa.

11 Settembre. In giardino.

14 Settembre. Nell’Oratorio. Prima della S. Messa vidi qualche cosa specchiarsi sulla finestra davanti a me; pensai che la finestra dietro di me non fosse fermata e quindi il movimento davanti a me, e così mi voltai! Stava subito dietro di me, io vidi molto bene il suo viso; grandi occhi neri con una espressione triste, come una persona viva, non pallida, ma a me del tutto sconosciuta. Mi pareva che la figura fosse senza braccia. Io provai una sensazione orrenda, perché essa era così vicina a me.

17 Settembre. Sgusciare accanto a me in giardino.

19 Settembre. Io giocavo a palla con un bambino, ed essa passò fra mezzo. Io devo aver fatto una faccia spaventata, perché il bambino mi domandò che cosa avevo visto.

22 Settembre. Essa stava seduta sulle scale dell’Oratorio.

2 Ottobre. Mentre raccoglievo dei fiori, lei stette sovrumanamente grande davanti a me. Non riuscii ancora a decidermi a parlare con lei, e quando ero arrivato a prendere coraggio, lei era sempre nuovamente sparita.

7 Ottobre. Essa arrivò purtroppo in camera mia; io mi svegliai con uno strano presentimento, accesi la luce, lei era accanto al mio letto. Io ebbi una tale paura che non riuscii a rivolgerle la parola; mi difesi contro di lei con l’acqua santa, poi passando sopra di me essa sparì nella parete. Fu una cosa tremenda.

11 Ottobre. Quando andai a dormire alle 10 non pensavo affatto a lei, perché mi ero divertita parecchio (si era in tempo di caccia) io accesi la luce nella mia stanza. Lei era là. Io passai davanti a lei per andare all’acquasantino, l’aspersi e domandai: “Che cosa vuoi da me?” Essa mi guardò fisso negli occhi e disse senza muovere la bocca: “Io non ti ho mandato venti marchi per le Missioni”.

Nota. Leggendo queste righe molti restano sorpresi, che una persona per venti marchi, debba subire un simile castigo. Qui c’é un errore. Quali peccati abbia commesso la monaca nella sua condizione non è detto. In ogni caso quei venti marchi sono soltanto un piccolo segno della sua consueta maniera di vivere, che rese la sua anima così infelice.

 

Io non potrei dire, se le feci un segno di si o se le promisi di provvedere; perché il momento fu troppo impressionante, in ogni caso lei fu contenta perchè mi venne molto vicina come se volesse dirmi ancora qualche cosa. Ma io ebbi tanta paura, che subito la cospersi con l’acqua santa, dopo di che lei sparì dalla finestra. Benché fosse stato una cosa tremenda, io potei riposare benissimo dopo. I venti marchi furono consegnati alle missioni e furono celebrate delle Sante Messe per le povere anime.

Ebbi pace fino al 3 Novembre, in cui ebbi una grande gioia. Quando andai a dormire alle undici vidi l’interno della mia stanza illuminato.

Pensando che qualcuno avesse lasciato la luce elettrica accesa entrai. Ed ecco la monaca allo stesso posto come nell’ultima apparizione; ma quanto diversa! Usciva da lei come uno splendore di luce, il suo abito nero pareva come rivestito di splendore. Ma ciò che più riluceva era l’espressione del suo viso. Certamente i suoi occhi avevano già visto il Buon Dio. Essa mi guardò sorridente e felice. Le mani, che io vidi per la prima volta, erano incrociate sul petto. Il suo viso era paragonabile soltanto a un opale, non potrei trovare una espressione diversa. Io fui così gioiosamente sorpresa, che rimasi come impietrita e non riuscii a domandare altro che: “Come ti chiami?” Allora essa fece soltanto festosamente il segno di croce, si fece buio e lei era sparita. Allora la luce non era rimasta accesa. Mi pare sia da escludersi una illusione, perchè dal nulla non si puó sentir nulla di ciò che io provai. L’apparizione mi sembrò più grande del solito, e per la prima volta non stava in piedi sul pavimento. Questa fu l’ultima apparizione della monaca, ma forse essa mi aprì il senso per altra visione.

 

La Contessa Maria Schoenborn *

* Nota. Come abbiamo già detto nella prefazione, la Principessa Eugenia von der Leyen nel suo diario ha scritto tutti i nomi per intero per cui il libro diventa assai aderente alla verità.

 

4 Febbraio 1922. Alle 9 di mattina mi venne incontro una Signora con un vestito scuro, colletto di pizzo bianco e una cuffietta, piuttosto grande, slanciata che non conobbi, nella moda degli anni 50.

17 Febbraio. Di nuovo sulla scala.

Poi fino al 20 Maggio io fui assente; il giorno del mio ritorno a casa la vidi entrare in biblioteca al secondo piano; poiché tornavo dalla Comunione ebbi il coraggio di seguirla.

Quando aprii la porta essa stava là rivolta verso di me come se mi stesse aspettando.

Io chiesi: “Chi sei? essa rispose: “Maria Schoenborn”.

Una mia pro zia che io non conobbi. Io: “Che cosa vuoi da me?” “Perché non puoi aver pace?” essa: “Qui ho peccato.” Poi sparì. Si pregò molto per lei, ed io non la rividi più.

Come già accennato in marzo e aprile ero andata via.

Ad O……, dove era morta una mia parente molto cara, io abitai nella sua stanza, però non la vidi mai. Una volta andando a passeggio la vidi venirmi incontro in un prato. Essa portava un rastrello sulle spalle, era molto riscaldata e mi sorrise. Non credevo ai miei occhi, lei era come sempre e io avrei gridato per la gioia, se non fossi stata con altre persone.

Purtroppo sparì subito.. Io non ne parlai. Quando tornai a casa e raccontai dove ero stata, mi dissero: “Oh, li Ortensia ha sempre aiutato una povera donna a raccogliere il fieno.” Essa non sembrava aver bisogno della mia preghiera, piuttosto io vidi in questa apparizione come un segno. Io avevo molta confidenza con lei e avevo scritto per lei la storia della monaca, lasciandole la libertà di crederle o meno. Essa rispose che non poteva credere, senza parfarne con me. Ma non ci arrivò più perchè morì.

 

“Gli Undici” e il Parroco Schmuttermeier

Nota. Il Parroco Schmuttermeier, insegnante di Religione di una volta per la Principessa era morto nel 1899.

 

Il 4 Luglio 1922 vidi per la prima volta le undici ombre, che vedo spesso, sono colonne di nebbia di diversa grandezza, io le vedo sempre solo sulla terrazza davanti e giù fino al monte presso la casa della birra, qualche volta mi passano molto vicine. Non si riesce a distinguere una figura, esse sono come avvolte nella nebbia, sembrano asparagi giganti.

Io le vedo tanto spesso che non scrivo date, non mi importa niente di loro. La festa di Natale dopo la Messa del mattino mi vennero molto vicino, allora dissi loro: “Se siete anime, pregate Gesù Bambino”, alchè esse si chiusero insieme come un colpo, come un coltello da tasca ed erano sparite. Fu una cosa molto strana, perché a tutto quello che finora io avevo detto a loro, esse non avevano mai reagito.

Il 27 Dicembre 1921 vidi il Parroco Schmuttermeier venirmi incontro in giardino, egli era solo come uno straccio ma non è possibile un errore. (3)

Il 9 Gennaio 1922 egli mi stava aspettando all’Oratorio, non bello da vedersi. Io chiesi: “Signor Parroco, posso aiutarla?” Egli mi chiese una S. Messa, che fu celebrata presto. La sera del medesimo giorno lo vidi di nuovo.

Il 25 Gennaio lo vidi per la quarta ed ultima volta. Mentre ancora stavo in chiesa la sera, vidi pendere dal confessionale una manica bianca. Io ne restai meravigliata, perché tutta la chiesa era vuota, ma pensai che la gente verrà pure. Un po’ curiosa mi inginocchiai in un banco e ci ripensai, se non dovevo approfittare dell’occasione e andarmi a confessare. Circa 5 minuti dopo sentii aprirsi la porta del confessionale e…. esce il Parroco Schmuttermeier, mi passa vicino, mi sorride amichevolmente e sale lungo la corsia di mezzo. Sotto la lampada davanti all’altare si inginocchia. Dopo un po’ viene il sacrestano per suonare l’Angelus. Io ho l’impressione che inciampi quasi nel Parroco. Fu accesa la luce, ed ora poteva vedere tutto molto bene. Era una cosa molto strana, il sacrestano passò come attraverso il Parroco, aveva l’aspetto di un mosaico a quadretti; io potevo distingurli tutti e due. Subito dopo era sparito non lo vidi più.

 

Barbara e Tomaso.

Il nostro vecchio servo di casa lo vidi 17 volte sempre solo in ospedale, non ho mai parlato con lui.

Il 31 Gennaio 1923 io abitai per alcuni giorni in una stanza al terzo piano. Quando durante il giorno guardai nello specchio, vidi uscirne una testa di donna. Mi voltai, dietro di me stava una dama in rosa; ma all’istante era di nuovo sparita. Il suo vestito era il costume del XVI secolo, solo mi colpii subito il fatto che la sua pettinatura non si concordava col vestito.

La sera andai a dormire con presentimento non molto simpatico perché sentii nella camera vicina, che era disabitata, parlare la medesima voce, che se si è sentita una volta non si dimentica più. Io dormii benissimo sino alle tre, quando mi risvegliai con un senso di spavento. Ora sapevo, lei è qui. Accesi la luce ed eccola e anche un uomo in costume di cavallerizzo accanto a lei, stavano alla porta. Io ricorsi all’acqua santa e domandai: “Chi sei?” “Barbara”. “Che vuoi?” nessuna risposta; essa mise il dito sulle labbra e mi fece cenno di uscire dalla porta con lei. Era tutto così naturale che mi vergognavo di uscire dal letto davanti all’uomo. Allora essi uscirono dalla porta ed io notai una ferita alla nuca di lei. Di qui la sua strana capigliatura. Io mi guardai bene di andare con loro; solo quando furono fuori guardai dietro e la vidi entrare nella cosidetta camera da letto. Non sarei potuta entrarvi, perché era chiusa a chiave.

Il 5 Febbraio avevo da fare di sopra ed ecco Barbara sul corridoio che entrò di nuovo nella camera da letto. Io scesi di corsa presi la chiave e la seguii. La trovai che mi aspettava appoggiata alla parete. Io domandai: “Sei Barbara von L…V” (perchè nel frattempo avevamo guardato nella storia dove c’era pure un’altra Barbara) “Si’ “Vuoi pregare con me?”. Essa mi fece cenno di sì con uno sguardo cattivo. Io recitai: “Anima Christi…” e quando io dissi: “Acqua del Costato di Cristo lavami”, essa incominciò a piangere disperatamente e a singhiozzare nelle sue mani. Poi mi guardò ancora una volta con occhi pungenti e uscii fuori verso la torre. Ora da lungo tempo non la vedo, perché non vado più di sopra. Poi venne a stare di sopra una pittrice, noi saliamo spesso da lei per vedere, ma Barbara non la vedo.

Il 21 Febbraio all’una di notte mi sveglio con la precisa sensazione. Barbara e l’uomo sono lì in piedi. Io mi adirai proprio, perché di sotto io mi sentivo sicura da loro e dissi: “Perché non rimanete di sopra?” “Perché quelli non possono vedere”. Io domando all’uomo: “Come ti chiami?”. Barbara risponde per lui: “Tomaso” “Che vuoi ancora da me?” “Una S. Messa” dice Barbara. Io prego con loro e dico: “Non venite più, io vi prometto che si pregherà per voi”. Poi essi se ne vanno non li vidi più. Mi fa sempre meraviglia quale forza emani dagli spiriti per potermi svegliare dal sonno più profondo. Lo svegliarsi è qualche cosa del tutto singolare; uno capisce subito che cosa lo aspetta. Un vedere nel buio è escluso, una volta anche con Barbara io ho chiuso gli occhi per provare, ma allora non si vede niente!

 

La vecchia cuoca Crescenza e la donna che uccise il suo bambino!

Alla medesima epoca di Barbara, ci fu anche un’altra apparizione. Mentre il 1° Febbraio 1923 mi trovano con la cuoca in dispensa, ecco improvvisamente due donne in piedi fra noi. In una io riconobbi subito la nostra cuoca Crescenza che era rimasta da noi 42 anni ed era morta nel 1888. Vicino a lei una sconosciuta, che aveva un aspetto per niente simpatico. Crescenza aveva un sembiante molto bello, esattamente come da viva, molto simpatica. Due giorni dopo io le incontrai di sotto nel corridoio; ma poichè c’era qualcuno con me non potei parlare con loro.

24 Febbraio. Mi sveglio alle 4, accendo la luce ed eccola con la sconosciuta accanto al mio letto. Io dissi: “Cara Crescenza da dove vieni?” essa: “Dallo spazio”. Io: “Come mi hai trovata?” Allora essa fece un movimento per aria con la mano. Io dico: “Non venire più da me. Ti prometto che sarà pregato per te. Sia lodato Gesù Cristo!” Lei se ne andò e insieme pure la sconosciuta.

28 Febbraio alle 4 e mezzo viene la sconosciuta (paurosa) * , lei si ferma più di 10 minuti, io le dò acqua santa, prego, lei non si muove, solo mi guarda adirata. Io ho molta paura, non so infatti perchè non risponda una parola. Finalmente se ne va. E’ vestita poveramente, ha un fazzoletto da testa e un grembiule come una donna da lavoro, non mi è simpatica. Essa mi fa pensare alla donna che vidi in A…, che poi descriverò più tardi.

Io ho paura di quella espressione da donna depravata, non lo si può esprimere in altro modo!

* Nota. Il lettore troverà lungo tutto il diario, come sono reali le parole religiose: “II peccato è orrendo, la virtù è bella”. La vista della bruttezza dell’uomo in peccato ci viene incontro in tutte le apparizioni. Ci deve far pensare, quale tipo di esistenza presenti la vita modema. Vita programmata di peccato e l’orrore programmato dalla pittura e dalla musica moderna si favoriscono e si sostengono l’una l’altra.

 

3 Marzo. Sono le due di notte. Mi sveglio con quella sensazione che so che cosa mi aspetta e sono così vile, che non accendo subito la luce, ma poichè il Signore Iddio mi da forza, accendo. Ed ecco quel viso ripugnante quasi curvo su di me; Ma poi essa si allontana. Io: “In nome di Gesù io ti ordino di rispondermi: perchè vai intorno?” Lei: “Io ho tolto di mezzo il mio bambino! “Come ti chiami?” Lei: “Margherita”. “Sarà fatta celebrare una S. Messa per te ed io non ti dimenticherò. Non devi più venire”. Poi io prego con lei ed essa scompare. Fu una cosa molto dura da sopportare, ma sia come Dio vuole. Di giorno sopporterei più volentieri se queste dovessero venire.

 

Michele il falegname

In estate io vidi tre volte ad A…., una donna alla villa andare in su e in giù con una espressione indimenticabilmente triste. Quando la interrogai, mi rispose: “Nessuno prega per me!”. Alle altre domande rimase muta. Allora non mi era ancora stato detto che io dovevo pregare con loro. Per questo l’apparizione durava sempre poco. Pregare è anche un sollievo per me. Dopo ho meno paura.

11 Marzo 1923. Ero appena a letto alle undici che qualche cosa entrò. Pensai che fosse mia sorella e non accesi subito la luce; ma poi sentii subito che cosa era. Sotto la porta c’era il falegname Michele, un ex sacrestano; non so quando egli morì. Gli dissi subito:

“Si falegname Michele, che vuoi da me?” Allora fece un grido e sparì. Ora è il mio bambino che devo curare. Adesso viene tutte le notti, fa paura, perchè non si sa che cosa fare con lui. Era rimasto una mezz’ora dalle 4 alle 4 e mezza. Cammina sospirando per la stanza, non ha un bell’aspetto. Ma il Signore mi aiuterà.

13 Marzo alle undici e trenta è di nuovo qui. Io dico: “Sabato viene celebrata una S. Messa per te, lasciami in pace; che cosa hai fatto? Rispondi una buona volta!” “Furto sacrilego!” grida. Io: “Posso aiutarti?” Egli fa un cenno col capo e sparisce.

 

Una quantità di donne e di uomini

21 Marzo 1923. Durante la notte venne Vittorio B… da me, mi guardò triste, non diede alcuna risposta e se ne andò.

22 Marzo. Mi svegliai all’una e mi sentii dire: “Vuoi aiutare questi, come hai aiutato me?” Io accesi la luce ed ecco che vidi accanto al mio letto il Parroco S……; non posso dire di sicuro perchè egli era ormai sparito. Allora vidi per la prima volta che cosa c’era ancora lì. Una quantità di donne e di uomini.

C’era di nuovo anche Vittore; era una cosa molto pesante, ma se ne andarono presto; non potei contare quanti erano.

23 Marzo di notte: ai nuovo, rimasero a lungo, sono 16. Io: “Si prega per voi, non dovete venire più”. Allora Vittore dice: “Noi dobbiamo”. Io: “E chi lo vuole?” Nessuna risposta. Essi si fermarono ancora un poco, mi guardarono tutti e poi se ne andarono. Vennero tutte le notti, ma non c’è niente da fare con loro. Io prego e dopo un po’ essi se ne vanno.

26 Marzo. Sono soltanto nove, del tutto sconosciuti. Domando: “Dove sono gli altri?” ma non ricevo risposta *.

* Nota. Domande che esprimono soltanto curiosità e desiderio del sensazionale, non ricevono risposta. Il lettore potrà constatare ripetutamente questo fatto.

 

Ora questi sono nove; vengono tutte le notti. Non è pesante; io prego e dopo un po’ essi se ne vanno.

29 Marzo. Tutti e sedici sono di nuovo qui. Una di loro che non conosco mi viene molto vicina e dice: “Ti ringraziamo”. Io non ho il coraggio di toccare la sua mano, lei mi stese ambedue le mani. Io domando: “Potete far Pasqua in Cielo?” Essa dice: “Alla luce”, molto chiaramente: non potè dire altro.

Allora mi vengono tutte vicine, non comodo, io aspergo con acqua santa, ed ecco subito spariscono. Strano che i sedici adoperavano ben poco spazio, stava davanti a me un piccolo mucchietto eppure erano figure grandi e piccole. Colei che mi parlò era molto giovane con una espressione amica, un vestito nero, una sciarpa bianca; tutte erano vestite da lavoro.

 

Il cameriere Nicolò

Da qualche tempo vedo il cameriere Nicoló, che rimase molto tempo con mio nonno, ma lo vedo solo al primo piano girare per le camere. Sembra che cerchi qualche cosa: non potei ancora parlare con lui perchè finora non ero mai stata sola.

Durante la notte, da Pasqua in qua’, devo passare sempre brutte notti. Sento che c’è qualche cosa molto vicina a me, ma non riesco a vedere, però sento camminare, respirare, sempre vicino a me, poi anche un mormorìo o un rumore indefinibile, come “battere alla porta”. E’ una cosa molto più penosa che quando vedo qualche cosa. Una volta è incominciato alle undici ed è durato fino alle 5, impossibile dormire in queste condizioni. Mi sono alzata e mi sono seduta sul corridoio, ma il rumore mi seguì. Quando domandai: “Non potete farvi capire?” Qualche cosa mi toccò sulle spalle, io fui molto spaventata.

 

Basette

21 Aprile 1923. Oggi vidi per la seconda volta in chiesa due donne inginocchiate durante il Santo Rosario del sabato; esse sparirono e poi ritornarono. Quando dopo, io entrai insieme al Signor Parroco sperando che le vedesse anche lui, esse erano effettivamente lì, ma quando volli parlare con loro sparirono. Nicolò incontrato quattro volte, egli passò come di corsa accanto a me.

Per alcuni giorni ebbi la febbre la sera e non potei dormire ma non vidi e non sentii niente. Ora che sto di nuovo bene esse tornano di nuovo.

26 Aprile. All’una di notte venne la “Hauserin” (governante) morta un anno fa, di cui non so il nome. Aveva una espressione molto triste, non rimase a lungo, continuava ad andare in su e in giù.

27 Aprile. Eccola di nuovo, rimase più a lungo; mi guardò fisso ma non disse niente, non rispose. Ho visto due volte Nicolò che cercava come sempre.

29 Aprile. La “Hàuserin” accanto a me dalle tre alle quattro e mezzo molto triste. Lei vorrebbe parlare, ma non può; non la vedo molto volentieri perché essa mi guarda sempre con gli occhi sgranati. Ho visto le undici colonne nebulose.

I Maggio. Essa era già in camera mia quando andai a dormire. Io le porsi un fazzoletto, perché li premesse su la mano, lei venne molto vicina, ma non lo prese.

4 Maggio. Essa venne due volte durante la notte, si è curvata tutto su di me, cosa che mi disgusta assai. Ho rivisto anche Nicolò. Chiesi alla “Donna” come si chiamasse; lo feci più volte senza ottener risposta. Poi risuonò come un suono spaventoso,.., Ba …e”, era molto triste. E’ molto contenta dell’acqua santa, perché fino che non gliela dò è molto agitata.

Nota. Il parroco Sebastiano Wieser conobbe molto bene la morta (Barbara Z.) quando era viva. Secondo la sua descrizione essa era una nubile, apparentemente molto pia, ma molto isterica, era una persona sensuale, che scriveva lunghe lettere ai sacerdoti e ingannó uno di loro con molta raffinatezza. Alla fine ne nacque un bambino e poi in meno di un anno morì. “Hauserin” é il vecchio nome per Haushelterin governante o massaia.

 

5 Maggio. Era di nuovo qui; ora so che si chiamava Babette. Mi stanca assai, perché resta sempre così a lungo. Vidi anche che ha un vestito molto sciupato; tiene anche qualche cosa in bocca, non si vede bene.

9 Maggio. Venne di nuovo due volte di notte; vidi pure gli undici.

12 Maggio. Incontro Nicoló sul corridoio, sembra molto contento.

13 Maggio. La “H’àuserin” di nuovo lì, per niente comodo, si piegò su di me. La sua bocca è ripugnante come una ulcerazione, il labbro inferiore tutto nero. Ha pure brutti occhi; sarei felice di riuscire a far breccia su di lei, ma non se ne ricava nulla. Vorrebbe parlare ma non può.

14 Maggio. Dì nuovo, ha aperto la porta che io chiusi solo per provare.

15 Maggio. Ho visto di nuovo Nicolò.

18 Maggio. La “Hauserin” rimase vicina a me dall’una alle tre e mezzo, mi svegliò con un lamento. Poiché avevo ricevuto questo consiglio, le tenni davanti la reliquia della S. Croce e domandai: “Sei dannata?” Lei scosse il capo in senso negativo. Allora io dico: “Io ti scongiuro di dirmi che cosa vuoi! Non voglio più vederti!” Poi con suoni difficili da comprendere: “Sempre ingannato… Parroco..” La pregai di ripetere, perché non riuscivo a capire il senso, ma se ne andò aprendo di nuovo la porta.

22 Maggio. Venne tutta sconvolta, come uno che scappa, aveva un aspetto pauroso. Io dissi: “Ti ordino di dirmi perché continui a venire da me?” Allora mi venne vicina mi indicò la sua bocca. Io mi spaventai moltissimo. Poi mi sparì.

23 Maggio. Mi ero appena addormentata che lei era di nuovo qui. Io dissi: “Se adesso non mi dici che cosa vuoi, io non prego più per te!” Per lungo tempo non disse una parola, poi un mormorìo incomprensibile. Io: “Dimmi una buona volta che genere di bugie hai detto!” Mi viene molto vicina e dice chiaramente: “Devo patire, ho mentito molto, ho diffamato, dillo al Parroco!” Io: “Perché non vai tu da lui?” Nessuna risposta.

24 Maggio. Venne con un’altra figura, che non potei riconoscere. Io avevo tanta paura, tenni davanti a loro la reliquia della Croce e dissi: “Vi prego, non venite più!” Riceverete una S. Messa. Vidi di nuovo le due donne in Chiesa.

 

La donna nel pollaio

28 Maggio. Vidi una donna nel pollaio che cercava su un mucchio di sterpi. Io pensai che fosse una mendicante e andai da lei. Lei mi venne incontro alcuni passi e sparì di colpo nel nulla. Il pomeriggio mi venne incontro un uomo con un fastello durante la corona delle cinque Piaghe, pareva un accaparratorre.

Alcuni passi davanti a me e di colpo sparì.

Vidi nuovamente le due donne inginocchiate in Chiesa. Poi venne una donna vera nel medesimo banco. Poiché c’era poco posto potei vedere benissimo che le due figure erano come velo e non occupavano spazio.

29 Maggio. La donna era di nuovo nel pollaio ma per poco.

 

Vicino alla Liberazione

30 Maggio. Stavo aiutando le Suore in Ospedale a preparare i fiori. Appena fui sola, entrò Benedetto e mi venne molto vicino: Io dissi: “Benedetto sei presto in Cielo?” Un cenno affermativo. Io: “sei sempre qui intorno?” Di nuovo un cenno. Aveva un aspetto molto simpatico, come da vivo, con il suo grembiule blu in maniche di camicia. Mi guardò poi uscì dalla porta fino alla casa ed era sparito.

La Hauserin, grazie a Dio non viene più ed io posso di nuovo dormire.

31 Maggio. Durante la processione del Corpus Domini, quando ci inginocchiammo davanti all’altare accanto alla casa del falegname Fischer, uscì improvvisamente dalla porta di casa il falegname Michele. Aveva un aspetto molto diverso da come lo avevo visto prima, aveva gli occhi così contenti e qualche cosa di luminoso usciva da lui, sembrava come avvolto in un fazzoletto bianco e durante il Vangelo stette in piedi proprio davanti a me. Non capisco, perché gli altri non si accorgono di nulla. Egli rimase quasi fino alla fine, poi facendomi un cenno di saluto se ne andó fra la gente.

4 Giugno. La donna era di nuovo nel pollaio. Ha il volto molto triste. Di notte c’é un poco di rumore vicino a me, ma non riesco a veder niente. Sono dei passi e poi scricchiolio sul pavimento e nei mobili. Preferisco poter vedere qualche cosa.

7 Giugno. Vidi di nuovo la donna nel pollaio. Mi fissò con occhi che ardevano. Non la vidi mai così bene. Non si può parlare con Lei. Il mormorìo nella notte si allontana nei vani adiacenti e nelle pareti niente tutta la notte.

 

Federico il pecoraio ucciso

11 Giugno 1923. Allo svegliarmi si curvò su di me una lunga figura scura, tutta avvolta nella nebbia; non so dire se uomo o donna, comunque niente di simpatico. Sono molto spaventata. Non si sentono più rumori.

14 Giugno. Il fantasma era di nuovo in camera quando volli andare a dormire. Allora ho recitato a voce alta le mie preghiere della sera, durante le quali esso mi venne molto vicino. Se non avessi le braccia direi che è come un albero del bosco. Si fermó circa venti minuti ma poi ritornó alle quattro.

16 Giugno. Fu una cosa molto penosa. Egli prese a scuotermi per le spalle. E’ un momento terribile. Io gli diedi un pugno e dissi: “Non puoi toccarmi!” Dopo di che si tirò indietro in un angolo. Quando gli diedi quel pugno non sentii niente di corporeo, era come un fazzoletto bagnato con acqua calda. Penso che non sarei riuscita a sopportare di frequente un simile spavento.

18 Giugno. Di nuovo quella cosa mostruosa. Voleva prendermi per il collo. Strabuzzai gli occhi. Nella mia angoscia io pregai e presi in mano la mia reliquia della S. Croce. Dopo egli rimase in piedi davanti a me grande e grosso. Alle mie domande non diede alcuna risposta; poi uscì dalla porta che lasciò aperta.

19 Giugno. Ora riesco a capire che è un uomo. Rimase qui assai poco. Ho rivisto ancora anche le donne nella Chiesa, pare siano di un altro secolo.

Non risposero nulla; io ho chiesto loro se forse avevano rubato delle candele.

21 Giugno. Il mostro rimane nella mia stanza più di un’ora, durante la notte continua ad andare in su e in giù. Porta capelli irsuti e neri ed ha occhi che mettono paura e ribrezzo. Vidi anche la donna seduta nel pollaio guardarmi. Essa si fa sempre più amabile, non risponde però. Io me la guardai a lungo dalla casetta delle galline e vidi qualche cosa di strano: venne verso di lei dalla strada un gatto. Questo fece di colpo un salto spaventato in disparte. Come se avesse notato la donna.

Io sono felice, perché almeno il gatto vede come me! (9)

Nota 9). E’ un fatto che gli animali dimostrano paura da certi posti dove ci furono apparizioni. E’ celebre la sicura e provata apparizione in un cortile della canonica, dove il cane evitava la sommità di una scala, sopra la quale era stata vista più volte una apparizione. Mentre di solito il cane seguiva il suo padrone daperttutto.

Nota del traduttore: In una stalla una mucca giovane guarda con gli occhi atterriti in dietro per traverso, spaventata, poi benché legata alla catena nella mangiatoia con tutti e quattro i piedi mugulando e a rischio di strangolarsi. Viene poi calmata, si butta acqua santa, si riesce a riportorla, alzandola, al suo posto dopo averla slegata con molta difficoltà.

A.F. (TN) dove io fui Parroco per 22 anni i rumori di sera e di notte in canonica erano quasi continui tranne brevi pause. Una sera come tante si era in cucina, io e mia nipote due gatti dormivano nello scaldapiatti del forno, erano le nove e trenta suppergiù, un rumore di fuori e un salto sulla maniglia fuori sulla porta di cucina, succedeva spesso. Le due bestiole fecero un salto fuori e quasi volavano spaventate miagolando, si aprì la porta e uscirono precipitandosi su nel sottotetto. Fuori non c’era nessuno. Non son fantasie!

 

22 Giugno. Resta in camera vicino a me dall’una fino alle cinque, fu una cosa pesantissima. Egli si piegò più volte su di me, sedette sul mio letto. Ho perfino pianto per il terrore e l’angoscia, poi per non doverlo più vedere ho recitato la preghiera delle ore. Dopo egli corse di nuovo su giù e incominciò a sospirare paurosamente. Adesso mi si presenta un po’ più riconoscibile, però no riesco ancora a capire chi possa essere. lo sono diventata molto paurosa perchè talvolta devo fare uno sforzo per andare nella mia camera. Tuttavia di solito posso addormentarmi bene e dormire bene.

24 Giugno. Egli venne di nuovo, mi ha preso per le spalle. Io dissi: “Ma dimmi che cosa vuoi e poi non venire più da me.” Nessuna risposta; prese di nuovo a correre alcune volte per la stanza e poi se ne andò. Ma la pace se ne era andata del tutto.

Alle sei del mattino tornò. Di giorno fa ancora più paura, resiste combatte, appartiene ad una delle più miserevoli categorie di spiriti che vennero sinora. Io dissi: “non disturbarmi, devo prepararmi per la S. Comunione!” Allora mi venne vicinissimo e alzò le mani come pregando. Mi fece tanta compassione, che gli promise tante cose, poi dissi: “Non puoi parlare?” Egli scosse il capo. “Soffri molto?” Egli sospirò spaventosamente. Io lo aspersi con tanta acqua santa. Poi se ne andó.

27 Giugno. Venne di nuovo di notte, mi pare di conoscerlo; mi rompo il capo pensando chi sia. Non è affatto simpatico.

28 Giugno. Vidi nuovamente le due donne in Chiesa.

29 Giugno. Quando andai a dormire era di nuovo in camera. Potrebbe essere Federico, il pecoraio ucciso. Gli chiedo subito ma egli non reagisce. Ho pregato con lui, poi mi fissó così duramente che io ebbi proprio paura. Lo pregai di andarsene ed egli se ne andò davvero.

30 Giugno. Venne per pochissimo tempo, mi hanno svegliato i suoi singhiozzi. Ma il suo viso è così nero, che duro fatica a riconoscere. La statura però, il naso e gli occhi, sono proprio “lui” l’ho visto tante volte quando era in vita.

2 Luglio. E ritornò di nuovo, non aveva più uno sguardo così brutto e cattivo e non si fermò a lungo. Io parlai con lui come il “Federico, il pecoraio” cosa che egli trovò, sembra, molto naturale.

3 Luglio. Venne pochi minuti. Io gli domandai: “Sei Federico? il pastore pecoraio assassinato?” Egli disse molto chiaro “Si!”.

4 Luglio. Egli venne da me al mattino, mi guardò triste e poi se ne andò di nuovo, ma non mi diede alcuna risposta.

5 Luglio: Ebbi l’impressione che tutto fosse più luminoso in lui. Durante la preghiera egli fece il Segno della Croce.

6 Luglio. Sono contentissima, perché adesso egli può parlare. Io gli chiesi: “Perché vieni sempre da me?” Lui: “Perché tu hai sempre pregato per me” (E’ vero perché quel povero uomo mi aveva sempre fatta tanta pena, aveva sempre uno sguardo così strano, fino da bambino). Io: “Che cosa ti ha salvato?” Lui: “Riconoscimento e pentimento.” Io: “Allora tu non sei morto subito?” Lui: “No”. Io: “Sarai liberato presto?” Lui: “No, a lungo … ancora”. Allora io dissi che poteva venire ancora, se ciò gli faceva bene. Come è strano che una persona mentre da viva era così rozza, una volta separata dal corpo, parli così. Ora non ho più paura di lui, io vor rei aiutarlo con tutte le mie forze. Quanto è Misericordioso Iddio!

Nota. Il Parroco Sebastiano Wieser osserva: “Il comportamento di questa apparizione è come un eco della vita terrena. Io ho conosciuto molto bene il pecoraio Federico. “Egli era un montone in Parrocchia. Descriverlo non interesserebbe a nessuno. Qui appare soltanto, perché è giusta l’osservazione: “Come un albero è era così e gli si conviene proprio. Poi perché in lui appare e si manifesta veramente la grande misericordia di Dio. In Chiesa appariva raramente. Aveva un figlio solo che già nella scuola si era mostrato falso e bugiardo e diede un sacco di dispiaceri ai suoi superiori.

Se il giovane veniva castigato, il vecchio tirava fuori tutti i registri della ribellione contro maestro e parroco. Io gli dissi prima che un giorno o l’altro egli avrebbe ricevuto le botte da questo unico figlio!” A 17 anni questo figlio grande e grosso, verso mezzanotte, uccise suo Padre e fu condannato a morte.” Federico il pecoraio entrò nell’eternità vittima di una tragedia familiare. Nessuno seppe, se era morto sul colpo o se poté ancora tornare in sé. Pare che così effettivamente sia stato. Il parricida lo aveva abbattuto nel fienile e abbandonato al suo destino. Soltanto al mattino fu trovato il povero morto. Ritorniamo ora indietro “al morto con i capelli arruffati e neri e occhi che incutevano terrore”, irriconoscibile fino al 27 Giugno. E da allora la sua figura si fa sempre più chiara e il 6 Luglio egli racconta che non era morto sul colpo che “riconoscimento e pentimento dei suoi peccati” lo hanno salvato dalla dannazione!

Il 12 Luglio dice: “Io ardo,” preme il suo dito sulla mano della Principessa e vi lascia sopra una scottatura rossa che io stesso ha visto.

 

8 Luglio. Egli venne per poco.

9 Luglio. Venne alle sei, mi diede un pugno su una spalla e così mi svegliò. Altrimenti mi sarei riaddormentata. Io: ” Ti interessa tanto che io vada a messa?” Lui: “Così tu mi puoi aiutare molto”.

11 Luglio. Solo pochissimo.

12 Luglio. Abbiamo pregato insieme poi: “Che cosa devi soffrire?” Lui: “Io ardo!” Poi mi si avvicinó e prima che mi potesse guardare, egli premette un dito sulla mia mano. Io fui tanto spaventata e mi fece tanto male, che gridai. Ora io ho una macchia rossa, che spero vada via presto. E’ una cosa, è una sensazione del tutto insolita ed eccezionale, avere questo segno visibile dell’altro mondo.

Nota. Ci sono parecchi libri dove si parla di impronte di fuoco lasciate dalle povere anime, Cfr. Libro: “Vivono i morti? di X. famoso il libro di devozione, sul quale una mano si è marcata a fuoco attraverso diversi fogli.

Il dottor Guillet lo ha potuto avere in mano.

 

Sono nell’Abbandono.

15 Luglio 1923. Dopo una breve sosta venne di nuovo stanotte. Io gli dissi, che non doveva più toccarmi, altrimenti non avrei più pregato per lui. Gli dissi anche di andare una volta dal signor Parroco

18 Luglio. Lo trovai che stava già in camera, quando volli andare a dormire. Mi sembrò che accanto a lui ci fosse ancora una figura, però non lo posso dire con sicurezza. Ora egli prega sempre insieme con me, cioè mormora qualche cosa vicino a me. Interrogato non risponde più.

21 Luglio. Adesso vengono effettivamente in due, ma non mi so immaginare chi sia l’altra. Fa orrore, è sporco, arruffato, non parla. Ho visto le due donne in chiesa, mi inginocchiai accanto a loro, sembrava a che non ci fosse più posto per me. Esse continuarono a guardarmi. Non potei dire loro niente, perché si stava recitando il Rosario.

Ho visto la donna nel pollaio, finalmente adesso parla, si chiama Adelgonda. Essa ha un aspetto molto fine e mi guarda amabilmente. Porta il vestito svevo di una volta, una donnina anziana. Quando le chiesi che cosa volesse da me, rispose: “Pregare!”.

24 Luglio. Il pecoraio Federico e l’altra vennero due volte durante la notte, tutto muto, ma per niente simpatico.

29 Luglio: Niente di speciale. I due vengono ogni notte. Il nuovo ha un aspetto spaventoso. Il Pastore Federico diventa sempre più chiaro. Alla domanda da quanto tempo andasse in giro, Adelgonda rispose: “Tre volte ottanta”.

1 Agosto. Ora conosco anche la seconda figura, è G….. *,

* Nota. …fu sostituito dal parroco Sebastiano Wieser e fu da questi sepolto. Egli era morto di vaiolo nero (tifo nero).

 

che morì alcuni anni fa di vaiolo. Quando domandai al pecoraio Federico qualche cosa in merito, egli mi disse: “Vedi da te!” Egli mi venne di nuovo molto vicino, io ho nascosto in fretta le mani.

4 Agosto. Ambedue rimasero a lungo: io chiesi perché G… veniva da me. Risposta: “Egli ti cercò”.

9 Agosto. Non ebbi pace in tutta la notte, continuavano a venire. G…fa piuttosto paura, io lo pregai di lasciarmi in pace. Allora il Pastore Federico disse: “offri sacrifici per noi”. Ora mi vergogno di essere stato così dura di cuore.

10 Agosto. Il pecoraio Federico mi venne di nuovo tanto vicino, però aveva un bel viso, amico, tanto che gli domandai:”non devi più patire così tanto?” Egli: “No”. Io: “Dove sei sempre?” Lui: “Nell’Abbandono!” Io: “Tornerai ancora spesso da me?” Lui: “No”. Io: “Perché no?” Lui: “Non posso più.” Io: “Ti sono potuta essere di aiuto?” Lui: “Si”. Poi disparve. G…rimase solo, cosa per me non simpatica. Egli sospira e guarda in una maniera così cattiva! Ma se posso aiutare anche lui sono comunque contenta.

Ho dimenticato di segnare che all’ospedale vidi pure per due volte una che era prima superiora, ha un viso molto triste.

11 Agosto. Venne G…. quattro volte nella notte. Non rispose a niente. Non può assolutamente stare fermo. Continua a correre intorno. Proprio mi rincresce che il pecoraio Federico non viene più, dopo tutto egli era per me una specie di difesa. G…mi è molto antipatico, tuttavia voglio aiutarlo di buon grado.

In complesso pare che i miei nervi vadano meglio, mi sto abituando a questi ospiti non invitati e dopo quando se ne vanno posso dormire in pace.

12 Agosto. Brevissimo.

 

“Sono felice”

12 Agosto 1923. Ebbi una grande gioia. Mentre stavo raccogliendo del ribes rosso improvvisamente la vecchia “Holzmannin” accanto a me. Io: “Oh, cara Holzmànnin, non mi hai dimenticata, come va?” Lei: “Io sono felice! “Ed era sparita. Questa fu proprio un’apparizione veramente simpatica, avevamo raccolto tante volte in giardino insieme e una volta mi disse: “Certo è che io farò ancora una volta un giretto per questo giardino!” Abbiamo riso insieme ed io dissi: “Vieni ancora una volta a trovarmi!”. Ed essa potè veramente farlo!

Nota. Il parroco Sebastiano Wieser dice di lei, che era stata per lunghi anni ammalata e purificata dal dolore. Un tenero conforto per tante persone semplici, che oltre la loro povera condizione ebbero anche molto per le malattie! L’Amore di Dio le avvolge. “Holzmannin” era la donna che provvedeva la legna per accendere le stufe e che le accendeva poi anche al castello.

 

Un Cavaliere nella sua armatura!

14 Agosto. Vidi in chiesa davanti all’altare con la sua armatura stava in ginocchio. Dapprima credetti fosse un’illusione. Per poter osservarlo meglio, uscii dall’Oratorio passando accanto a lui. Egli si lasciò osservare per un certo tempo e poi disparve.

G… a lungo da me, è spaventosamente inquieto.

17 Agosto. G…di nuovo qui, adesso sta più attento quando prego.

19 Agosto. Di nuovo due volte nella notte. Adesso egli picchia quando sono nell’Oratorio: ma ogni volta che vado alla porta per vedere non c’è più niente.

20 Agosto. Vidi di nuovo il cavaliere in chiesa in piedi vicino all’altare: egli ha la statura di un gigante. Forse è l’uomo, che è sepolto nel coro della chiesa, che fu trovato quando si fece la nuova pavimentazione e che aveva uno scheletro eccezionalmente grande.

23 Agosto. Passai una notte molto scomoda. Sapevo che G… era qui ma la luce elettrica non funzionò. Io lo sentivo e ne avevo la sensazione della sua presenza, ma non lo potei vedere. Fu una cosa tremendamente angosciosa. Non ebbi il coraggio di alzarmi per andarmi a prendere dei fiammiferi. Dopo circa un’ora capii che se ne era andato, e questo più per intuizione che per averlo udito. E’ una cosa del tutto nuova anche questa.

24 Agosto. Riprende il picchiare alla porta dell’oratorio. Quando guardo fuori non c’è nulla. Appena rientro il rumore riprende, una cosa che disturba molto, perchè almeno lì vorrei potermene stare in pace.,

G…. quì a lungo, durante le litanie ha accompagnato con attenzione. Era un tantino meglio, non più così scuro.

30 Agosto. Sempre la stessa cosa. Il rumore all’Oratorio diventa spesso insopportabile, chiamare e picchiare. Il cavaliere lo si può vedere quasi tutti i giorni. All’ospedale vidi in cappella suor Edvige.

Nota. Waal ha un piccolo ospedale, dove Edvige Ostertag fu superiora.

 

2 Settembre. Quando tornai dal giardino, vidi G…. in piedi alla finestra che mi guardava dietro. Fu una cosa che mi turbò in modo nuovo ed avevo un po’ di paura ad entrare in camera mia, per fortuna però era vuota!

6 Settembre. Finalmente G…. parla. Io: “Dimmi una buona volta che cosa vuoi da me?” Lui: “Aiuto!” Io: “Perché devi patire?” Lui: “Peccati non espiati”. Io: “Ma e perchè vieni proprio da me?”. Lui: “Perchè la strada per venire da te è libera”. Io: “Come è libera?” Purtroppo non ebbi una risposta altrimenti io avrei potuto forse ostruire questa strada.

7 Settembre. Vidi G… davanti a casa sua. Adesso a guardarlo non mette più tanto spavento, egli diventa sempre più benevolo. Non so spiegarmi perchè, dal momento che posso fare così poco per lui. Ritiro ciò che scrissi il giorno sei, non voglio ostruirgli la strada anche se lo potessi. Sarebbe tremendamente egoistico, anzi devo essere felice se lo posso aiutare un pochino.

 

Due Suore? Che avevano dato scandalo!

8 Settembre. Fu una giornata veramente paurosa. Rividi gli Undici dopo tanto tempo, hanno acquistato un po’ di più la figura di persone. Poi vidi in chiesa il cavaliere e le due donne, che finalmente mi hanno risposto. Io: “Perché siete sempre qui?” Esse: “Perchè abbiamo dato scandalo. Io: “Chi eravate?” Loro: “Siamo suore.” ed erano sparite. Avevano una brutta faccia e degli occhi molto pungenti!

Nel cortile delle galline c’era Adelgonda: le galline hanno visto insieme a me, sono volate vìa spaventate. Da vicino non è affatto vecchia, come pensai sempre. Aveva qualche cosa in mano, potrebbe essere stato un coltello ma non lo posso dire di preciso.

Quando vedo tante figure in un giorno, vivo più con loro, che con quanti mi circondano. Questo vedere non è tanto facile dimenticarlo, e non è facile non farmi notare dagli altri, alle volte è una vera fatica e mi stanca assai spiritualmente.

9 Settembre. Vidi nel recinto del luogo del tiro a segno il vecchio Heinz (Gianni) in piedi, mi sono proprio spaventata, perchè egli era tanto vicino. Ha un aspetto orrendo, spero solo che resti giù di sotto!

G… a lungo da me la notte, adesso è davvero bravo. Prima abbiamo pregato, poi parlato. Io: “Che cosa può esserti più utile, che io faccia?” Lui: “Andare alla Santa Messa. Io: “Hai già visto il buon Dio?” Lui: “Si.” Io: “Lo vedi ancora?” Lui: “No”. Io: “Perché no?” Lui: “Impuro!”. Io: “In che cosa consiste il tuo dolore?” Lui: “Fuoco!” (Può aver voluto dire anche un’altra cosa, fu soltanto un suono gorgogliato … Io: “Sai dove è Federico? il pecoraio, che non viene più a trovarmi?” Lui: “No!” e disparve.

13 Settembre. Fu qui per poco. Vidi di nuovo il cavaliere in chiesa.

15 Settembre. Gli Undici sono passati accanto a me, mi sembra che siano figure di donne, ma ancora avvolte nella nebbia.

 

Zia Maria Sch…….

16 Settembre. Quando la sera mi recai in biblioteca per prendere un libro mi trovai improvvisamente zia Maria Sch… lì in piedi davanti a me, che mi sorrideva affabilmente. Io: “Stai bene?” Lei: “Ti ringrazio.” Poi mi fece un cenno di saluto e disparve. Mi ha fatta felice. Com’è straordinario che vecchi conoscenti ora ritornino. Durante questi giorni, umanamente parlando ero stata molto richiesta e molto allegra e non pensai affatto a ciò che avevo vissuto in biblioteca.

Nell’Oratorio molto rumore e sempre quel grido “Tu! Tu!”, ma non si vedeva niente.

19 Settembre. G….. fu qui a lungo del tutto chiaro adesso. Io: “Dimmi, perchè proprio la strada che porta a me è libera?” Lui: “Tu ci attrai!” Io: “E come?” Lui: “Con l’anima”. Io: “La puoi vedere tu?” Lui: “Si’. Io: ” Ma io non sono affatto contenta che voi veniate da me, andate piuttosto da persone più buone!” Lui: “Io non vengo più, perché altri aspettano”. Io: “Ti va meglio adesso?” Lui: “Sì,”. poi mi guardò fisso con un bel sorriso ed era sparito. Ed ora che cosa succederti ancora? Confesso, io ho paura, perchè quanto tempo ci vuole sempre prima che una povera anima non sia più spaventosa. Ma si vede che deve essere così.

 

Adelgonda? La donna che uccise il suo bambino!

21 Settembre. Adelgonda venne con me di sopra, lei ha effettivamente un coltello in mano: essa ha pregato con me. Io: “Perché tieni in mano il coltello?” Lei: “Il mio bambino.” Io: “Come posso venirti in aiuto?” Lei: “Dammi la tua mano!” “Io avevo tanta paura che non ne fui capace. Sono così vile, adesso mi rincresce molto. Lei se ne andò via subito. Voglio vincermi se ritorna, ma è una cosa molto difficile, sò bene quanto brucia!

Gli Undici e il cavaliere questi sono un calmante per i nervi. Talvolta nell’Oratorio c’é una fitta nebbia alla porta e sugli scalini, tanto che non posso vedere altrove. Se questa cosa ha da che fare con il rumore non lo so. Il rumore è sempre egualmente forte: purtroppo gli altri non sentono nulla.

Ho visto di nuovo Nicolò in stanza, dove eravamo tutti assieme, egli sembrò divertito.

23 Settembre. Adelgonda fu di nuovo qui, vuol sempre prendere la mia mano, io non riesco a dargliela, tutto si ribella dentro di me.

27 Settembre. Lei fu di nuovo qui. Essa mi riesce sempre più ripugnante, anche quando non mi è vicina, ma i suoi occhi mi perseguitano.

30 Settembre. Lei rimase con me quasi due ore, fu molto difficile. Vidi il cavaliere in chiesa in ginocchio vicino all’altare durante la Santa Messa solenne, stava fra gli inservienti.

2 Ottobre. Adelgonda continua a tormentarmi, corre intorno alla camera furibonda e mi guarda con i suoi occhi che ardono, cerca la mia mano. Io ho tanta paura e non riesco ancora a vincermi.

4 Ottobre. Io le ho chiesto, che cosa vuole da me. Risposta: “La tua mano”. Eppure non riuscii a dargliela. Ho pregato con lei, ma la cosa le era indifferente. Io le ho chiesto dove fosse sepolto il suo bambino, se lei aveva potuto confessare il suo peccato e altre cose. Ma nessuna risposta. Non posso descrivere quale indicibile spavento io provai davanti a lei.

5 Ottobre. Lei stava seduta sul mio letto, quando mi svegliai, ma solo per un momento.

6 e 7 Ottobre. Io stetti piuttosto male e lei non venne, benchè io la attendessi proprio.

8 Ottobre. Grazie a Dio, io sono riuscita a vincermi: lei venne ed io le chiesi: “Come ti posso aiutare?” Lei: “Dammi la tua mano!”. Allora io le porsi ambedue le mani. Non si può spiegare quale lotta sia questa con la natura. Non mi ha bruciata, ma sentii delle ossa: non mi lasciò subito le mani, a me sembrò lungo … Poi disse: “Adesso non vengo più!” ed era sparita.

Le apparizioni di donne mi riescono molto più paurose di quelle di uomini. Ciò che mi colpì in Adelgonda fu che tutto pendeva come a brandelli eppure si aveva l’impressione di un vestito completo: non avevo mai notato una cosa simile.

Ora desidererei proprio un pò di pace, perchè sono tanto stanca, che mi addormenterei in piedi. Il rumore nell’Oratorio va meglio, solo ogni tanto.

 

Avevo sentimenti troppo terreni e materiali.

12 Ottobre. Mentre stavo seduta alla scrivania, fui circondata in pieno giorno da una fitta nebbie o fumo inodore, non riuscivo più a distinguere i quadri alla parete. Domandai se erano gli Undici, ma non ebbi risposta. Allora aspersi con l’acqua santa e tutto fu di nuovo chiaro.

Ho visto in chiesa il cavaliere. Uscii dall’Oratorio e gli chiesi “Posso fare quanche cosa per te?” Egli continuò a pregare senza badarmi. Da vicino ha un aspetto simpatico nella sua splendida armatura, come un pezzo da museo. Io non sono abbastanza competente per stabilire di che secolo sia. Ho tanta paura che mi succedano ancora cose gravi.

Dal momento che le mie annotazioni devono dire la verità, deve anche dire che senza la Santa Comunione non ce la farei a resistere.

13 Ottobre. Ho passato una notte davvero molto movimentata. All’Ospedale ho visto Suor Edvige, ed ho parlato con lei sulla scala. Io: “Perché sei sempre qui?”. Lei: “Io ero troppo attaccata alla terra.” Poi entrò in dispensa. Non ha più un aspetto così triste.

15 Ottobre. Gli Undici mi passano davanti come in volo, non rispondono. Durante la notte un fracasso orrendo vicino a me, ora vengono tre figure irriconoscibili.

17 Ottobre. Durante il giorno di nuovo nebbia intorno a me, poi l’inconfondibile sensazione che c’è qualche cosa qui.

19 Ottobre. Sento un urlo vicino a me e mi sveglio di soprassanto, poi una confusione di suoni e ancora nebbia.

20 Ottobre. C’è qui una figura.

21 Ottobre. Le figure nebulose corrono su e giù per la stanza, non si sa che fare con loro, esse saltano intorno anche mentre sto pregando.

Non mi riesce di descriverle come sono esattamente. La parola “Nebbia” non è forse quella giusta, piuttosto una forma di vapore. Finora non c’è ancora niente da temere, solo è antipatico. Esse assomigliano agli Undici, ma sono anche diverse, sono più scure.

Ho visto di nuovo il cavaliere. Egli è di un’altra categoria da quelle che ho visto finora. Egli ha un bellissimo aspetto di felicità e continua a pregare senza muoversi.

24 Ottobre. L’apparizione si fa un tantino più chiara, sembra una figura di donna: delle tre striscie di nebbia non si vede più niente.

25 Ottobre. Molto fracasso, quasi insopportabile.

 

Caterina!

27 Ottobre. Ora riconosco una donna, anche se è ancora torbida, è molto inquieta.

28 Ottobre. La donna è orribile, specialmente la sua bocca tutta gonfia e ripugnante. Dà l’impressione di un’amarezza adirata, è avvolta da una specie di brandello scuro.

29 Ottobre. La trovai in camera la sera, i suoi occhi mi perseguitano, non può parlare.

30 Ottobre. Essa venne che mi ero appena alzata. Io dissi: “Va, via, mi dai fastidio”, ma lei non ci badò. Poi ho recitato assieme le preghiere del mattino, lei se ne andò dopo. Ho paura a vedermela davanti, mi ripugna, potrei anche diventare dura con lei. Dove è il mio amor del prossimo? Queste cose mi opprimono sempre di più, specie, perchè durante il giorno devo sempre stare con la gente e non posso pensare a me stessa. Sono sempre divisa, la anima è nel mondo di là, cioè impegnata con loro e l’altro io deve mostrare interesse a cose, che, di fatto, non ne hanno. Questo sdoppiamento mi stanca ed io mi sento sempre meno coraggiosa.

31 Ottobre. Una notte tremenda: lei venne due volte e rimase sempre a lungo. Essa si appoggia alla parete e mi guarda con sfida, ha davvero un aspetto spaventoso. Non reagisce a niente. Mentre prego però sta quieta. La sua bocca è orrenda, un grande gonfiore rosso, e poi i capelli arruffati e neri. E’ sempre indicibilmente estranea.

1 Novembre. Ho lottato con lei metà della notte, perché non mi venisse tanto vicina, ma naturalmente non ci sono impedimenti per lei. Allora la ho minacciata di non pregare più per lei, se continua a tormentarmi, ed essa disparve.

2 Novembre. Fu la notte peggiore, che io avessi mai passata. La figura è come una furia, io non sapevo più come difendermi, sono scappata fuori dalla camera. Ma io devo sopportarmi tutto da sola, non voglio svegliare nessuno. Lei mi inseguì nel corridoio, e allora io sono rientrata. Ho cercato di pregare, ma molto male, perché ero sconvolta dalla paura. Essa continua a venirmi tanto vicina, che é quasi impossibile sopportare. C’é in lei qualche cosa di così orrendo, che non riesco a descriverlo, pur con la migliore buona volontà. Rimase da me dalle undici fino alle 5: sono stata molto impaurita.

3 Novembre. Essa venne solo alle 5, così ho potuto passare una notte un po’ più tranquilla. Mi sono subito messa a pregare con lei senza guardarla, ed ecco di colpo la sua testa così vicina alla mia che percepii un mormorìo incomprensibile. Io dissi: “Se vuoi che io preghi ancora per te, stai lontana da me, io non posso sopportare la tua vicinanza.” Allora si mise a gridare forte e disparve. Ora sono molto triste, perchè è chiaro che le ho fatto male.

4 Novembre. Sono molto contenta, lei mi ha perdonato ed è venuta di nuovo. Ha cercato di muovere le sue labbra orrende per parlare, ma io non capii niente. Le dissi: “Se posso aiutarti davvero, dammi un segno e vieni a svegliarmi alle cinque, dopo io farò anche molto di più per te.” Dopo ho dormito benissimo. In punto alle cinque sentii un grido e lei mi stava accanto. Sono stata tanto contenta di questo. Ora sono di nuovo disposta a sopportare tutto.

I bravi Undici stavano di nuovo vicino al monte, io non ho mai paura da loro.

Il cavaliere si può vedere quasi sempre in chiesa.

5 Novembre. Una notte molto difficile, perchè essa venne così spesso ed era così inquieta. Le ho fatto tante domande, ma non ho avuto nessuna risposta. Improvvisamente si gettò su di me e mi soffiò qualche cosa all’orecchio, che non potei capire. Quando glielo dissi incominciò a singhiozzare in modo da trafiggere il cuore: io le promisi tante cose, poi se ne andò.

6 Novembre. Venne in camera mentre suonavano le campane per la preghiera della sera, andò vicino al vaso dell’acqua santa e attese lì. Io le diedi l’acqua santa, poi se ne andò, ma tornò durante la notte di nuovo. Adesso è molto più chiara ed io non ho più tanta paura. Ho trovato che se rinuncio molto alla mia volontà, posso così aiutarla, perchè in questi giorni è più amabile; adesso sto attenta a tutto. Finora ho evitato di scrivere tutte queste cose: ma poichè mi sono richieste, così lo faccio.

Anche questa è una cosa che devo dire. Mentre lavoro ed anche quando mi trovo con altre persone, mi succede qualche cosa, che non mi so spiegare. E’ un sentimento di altissima gioia, un salire in qualche cosa di diverso, un sentire la vicinanza di Dio, una cosa che non è possibile descrivere. Non so dire quando mi succede questo, spesso quando io non penso affatto a Dio. Io provo queste cose ormai da tanto tempo, ma forse è bene ora lo dica, per avere qualcuno che lo sa come me. Le cose stravaganti mi furono sempre antipatiche, ma ora devo cooperare con ciò, che succede in me, e prego accoratamente, che mi si dica ciò che non va. Anche la mia vita di preghiera è diversa, non so se in meglio o in peggio. E’ come un’immersione nell’infinito senza formule di preghiera mi sento semplicemente nell’abisso del mio nulla davanti a Dio.

7 Novembre. La sconosciuta mi venne molto vicina e mi sussurrò qualche cosa all’orecchio, ma purtroppo non ho capito niente. Ora riesco a vedere il suo vestito, fine secolo XVI, cavallerizza. Ho perduto quell’angoscia tremenda. Non riesco mai a capire, come mai sento subito, appena uno spirito si trova accanto a me. Anche da sveglia, al buio, senza sentire il minimo rumore, so con certezza che non sono più sola. Non mi sono mai sbagliata finora.

8 Novembre. Essa rimase con me quasi tutta la notte, assolutamente quieta. Ho inventato una nuova preghiera, che evidentemente va bene per lei: il suo sguardo divenne molto più simpatico. Ma non mi arrischio ancora a riprendere il sonno alla sua presenza.

10 Novembre. Lei mi ha nuovamente sussurrato qualche cosa all’orecchio, potrebbe essere “senza pace”, ma non posso affermarlo con sicurezza. Io le ho chiesto, ma lei ha scosso la testa con grande tristezza.

11 Novembre. Il cavaliere assistette alla messa solenne, tutta. E’ ormai la seconda volta la domenica: che abbia forse da che fare con la reliquia di Santa Croce? Lei venne durante il giorno.

12 Novembre. Finalmente essa può parlare. Si chiama Caterina. Per il resto tornò ad essere muta, come un automa, continuava a ripetere: “Senza pace! Senza pace!” e correva intorno. Non ha più risposto a niente, spero tuttavia di poter sentire ancora qualche cosa da lei.

Ho visto di nuovo anche gli Undici.

13 Novembre. Caterina rimase a lungo: ho incominciato diverse preghiere per vedere quale fosse quella da lei desiderata. Ma continua a scuotere il capo, finchè mi venne in mente quella preghiera che già una volta avevo osservato, che le era gradita. Per la prima volta essa ha piegato il suo viso verso di me, destando una sensazione del tutto singolare. Poi domandai: “Sei vissuta qui al castello?” Lei: “Sì. Io: “Sei sepolta qui?” Lei: “No!”. Alle altre domande rimase muta.

14 Novembre. Ho vissuto una cosa del tutto singolare. Ero molto stanca ed avevo il cattivo proposito di continuare a dormire e non andare in chiesa. Ed ecco che sognai una povera donna, che continuava a chiedere ed io non le davo niente. Mi svegliai spaventata, ed ecco Caterina vicina al mio letto con le mani stese, come a chiedere l’elemosinà. Io dissi: “Ti ringrazio di avermi svegliata: come hai fatto a conoscere i miei pensieri?” Lei: “Io sono legata a te”. Io: “In che modo?” Non mi rispose. Lei: “Farai ancora sacrifici?” Io: “Sì, e che cosa devo fare ancora per te?” Lei: “Dammi la pace!” Io: “E come posso farlo?” Lei: “Con l’amore!”. Poveretta, ora voglio proprio occuparmi di lei. Purtroppo io penso ancora molto alla mia comodità: potrei offrire tanti sacrifici, se non fosse cosa. Se potessi vivere unicamente per i miei spiriti, sarebbe più facile, ma devo stare con la gente, e perciò le mie energie fisiche spesso non resistono. Scrivere tutto questo è un sollievo per me, perchè non sono ancora tanto progredita, da poter fare senza conforto umano e soprattutto ho la sensazione precisa, che qualcuno veglia su di me.

Io vorrei sempre tacere e non parlare di ció che mi succede di particolare, ma se si vuole dipingere un quadro perfettamente, non si può trascurare nessun colore. Ed ora lo faccio per obbedienza. Nello scrivere si infiltrano alcuni pensieri di autocompiacimento, cioè io penso perchè anche altre persone non hanno questo? Sarebbe meglio! Ora sono costretta a pensare di più a me stessa e allora il contrappeso si trova da se.

15 Novembre. Lei rimase qui a lungo senza parlare. Se non avesse quella bocca così ripugnante, non mi impressionerebbe così tanto. Io spero che diventera un po’ più comunicativa.

Ho visto gli Undici e il cavaliere.

Ho visto per la seconda volta in giardino il vecchio Gianni, ha un aspetto che mette paura.

Come fare ad aiutare tanti?!

Mentre mi trovavo assieme agli altri durante il giorno, ecco improvvisamente Caterina lì di fronte a me e mi fece cenno con la mano di andare, ma io non lo potei fare. Il fatto di aver visto tante cose mi rallegrò, perchè durante la Santa Messa avevo pregato il buon Dio, di mandarmene molti oggi, se questo servizio Gli era gradito. Ora sono tranquilla. Questo fu il più bel regalo per il mio onomastico!

 

“Ho sempre creato divisioni fra la gente”

16 Novembre. Caterina venne alle una di notte. Pregai a lungo con lei poi le chiesi?: “Mi puoi dire che cosa hai alla bocca?” Lei: “Vedi questa cosa?” Io: “Sì, ma dimmi perchè è così” Lei: “Io ho sempre creato divisioni fra la gente”. Poi incominciò a singhiozzare disperatamente. Io: “Mi fai tanta pena! Devi soffrire ancora a lungo?” Lei: “Si!”. Io: “Ti aiuto quando vieni da me?” Lei: “Sì. Io: “E come?” Lei: “Pace!” Io: “Spiegati meglio!” Lei: “Tu mi dai pace!” Io: “Ma come lo posso fare?” Allora mi venne molto vicina e mi sussurrò qualche cosa all’orecchio, non si poteva capire, e disparve. Strano, come passa il tempo con le povere anime! Quando lei venne il mio orologio segnava presto l’una e se ne andò alle 4 e mezzo. Pensavo che fosse rimasta qui al massimo mezz’ora. E’ vestita bene con una lunga catenina d’oro: se potessi dipingere: non è vecchia, forse 40 anni. Spero che venga ancora, ormai mi è quasi simpatica.

17 Novembre. Adesso lei viene a cercarmi anche in altre stanze, si fece vedere nove volte.

19 Novembre. Due giorni di continua pace, è stato molto comodo.

20 Novembre. Caterina è rimasta con me quasi tutta la notte, sempre quieta, sta soltanto qui così. Gianni venne anche, ha un aspetto orrendo, si riconosce molto bene. Egli non ha pace e sospira in una maniera angosciosa. Domandai a Caterina: “Vedi la povera anima che qui con te?” Lei: “No”. Io: “Perché no?” Lei: “Perché io unita soltanto a te.”…. e aggiunse ancora qualche cosa, che non capii. Io: “Verrai ancora spesso da me?” Lei: “Se posso”. Io: “Chi è che te lo permette?” Lei: “La Misericordia!” Poi disparve.

Dopo pranzo vidi il cavaliere in chiesa. Andai da lui per domandargli qualche cosa, egli però non si muove, continua a pregare. Ho toccato la sua armatura, era dura. Non è un uomo vecchio, porta lunghi capelli biondi.

21 Novembre. Gianni qui molto a lungo e guarda come fosse adirato. Egli continua a piagnucolare. Il pregare lo rende ancora più inquieto direi quasi rabbioso. Caterina venne verso mattina. Io fui molto contenta di non essere più sola con Gianni. Essa incominciò da sola la preghiera, che le è cara, ne fui tanto commossa che dovetti mettermi a piangere. Mi sento tanto pentita di pensare ancora sempre a me stessa. Gianni era lì in piedi. La differenza fra i due è molto grande come giorno e notte, come l’ira e la mansuetudine. Caterina è del tutto cambiata. Io dissi: “Adesso stai meglio?” Lei: “Io vedo la luce!” Io: Allora io posso dedicarmi completamente alle altre povere anime?” Lei: “Non abbandonarmi ancora!” Poi sparirono tutti e due. Se io mi potessi raccogliere di più per aiutarle! Si, io potrei digiunare ancora di più, ma allora non posso più soddisfare tutti gli altri non ho più la forza di nascondere durante il giorno, ciò che soffro di notte.

 

Caterina morta il 1680

22 Novembre. Ho una gran voglia di cancellare ciò che scrissi ieri, ma non lo faccio, perchè si sappia quanto poca carità abbia e quanto sia pusillanime. Come potei pensare che Dio non mi avrebbe dato la forza?

Furono qui di nuovo tutti e due. Gianni sente ripugnanza alla preghiera e lo dimostra in faccia. Ho notato un cambiamento nella bocca di Caterina: qualche volta lei sorride anche. Io dissi: “Ma dimmi, quando sei morta?” Lei: “Hornung 1680”. Io: “Dove sei sepolta?” Lei: “In Kempten.”

Nota. Kempten è il Capoluogo dell’Allgiiu, nota soprattutto per la Basilica di San Lorenzo e il Castello principesco residenziale, costruiti dal celebre architetto dell’epoca barocca, Michele Beer del Voralberg.

 

Io: “Perché la tua anima è qui?” Lei: “Io ho messo discordie!” Io: “Conosci forse la Barbera?” Lei: “Sì” Io: “Dimmi di più!”. Ma lei era sparita. Gianni deve poterla vedere, perchè mentre lei parlava venne molto vicino a lei.

24 Novembre. Furono qui tutti e due a lungo, ma non ci fu niente da fare con loro. Sono molto contenta se è qui anche Caterina con Gianni, allora la cosa non è piùù così tremenda.

25 Novembre. Gianni solo qui. Egli era così violento, che io continuavo a pensare che sarebbe finito col cadere nel mio bagno. Io dissi: “Hai da dirmi qualche cosa?” Allora egli si inferocì e scappò via, tornò di nuovo e incominciò a sospirare paurosamente: fu una cosa veramente difficile da sopportare.

26 Novembre. Di nuovo i due. Io dissi a Caterina: “Credevo che la tua Patrona di cui porti il nome ti avesse liberata, perchè ieri non sei venuta”. Allora lei disse: “Caterina da Siena!” e lo disse così in fretta che io quasi dovetti mettermi a ridere.

27 Novembre. Non stavo bene, ma non potevo dormire e aspettavo i miei amici. Non vennero, come sempre, quando ho dei dolori. E’ straordinaria questa riservatezza.

28 Novembre. Di nuovo dolori senza spiriti!

29 Novembre. Gianni venne solo. Pregare e fare delle domande lo irrita.

30 Novembre. Caterina mi stava gia aspettando, quando andai a dormire, recitate con lei le preghiere della sera, dissi: “Perché sei stata così a lungo senza venire?” Lei: “Io ti ero vicina!” Io: “Perchè non ti ho vista?” Lei: “Tu mi hai donato molto, guarda qui, e indicò la sua bocca, dove tutto quell’orrore era sparito. Non posso descrivere quanta gioia io provai! Io: “Adesso non devi più soffrire così tanto!” Lei: ” No!”. Io: “Dimmi quando ti posso aiutare di più?” Lei: “Quando non pecchi!” Io: “Purtroppo non ne sono ancora capace!” Lei mi sussurrò di nuovo qualche cosa all’orecchio che io non riuscii a capire! Forse una parola come “Unione o Comunione”. poi disparve. Non peccare, solo che lo potessi! Qualche volta sono piena di risentimento dentro di me, che ribolle e allora sono tanto falsa che non lo lascio vedere!

 

Gianni violento. Salvata dalle elemosine.

1 Dicembre. Passai una notte veramente brutta. Il vecchio Gianni rimase qui a lungo e faceva paura. Domandai se aveva sparato lui a mio nonno allora.

Nota. Il nonno di Eugenia si chiamava Carlo Eugenio Ervino 1 (17981879), era sposato con Sofia Teresa SchónbomBuchheim ( +1876). Il quadro del nonno é appeso nel salone.

 

Ciò lo fece inferocire. Prima che riuscissi a difendermi fece un balzo su di me e mi prese per il collo con tanta forza che credetti di soffocare. Fu solo un istante, ma fu spaventoso e rimasi completamente sconvolta. Non dimenticherò mai quegli occhi beluini. Ogni volta che uno spirito mi tocca o mi colpisce (Tre volte finora) io provo piuttosto una sensazione di disgusto che di dolore, o cure se dovessi accarezzare un rospo o un serpente.

Nota. Questa violenza è un mistero della cattiveria che l’uomo porta con se attraverso la sua morte. Poichè in vita volle il male, ora deve trascinarsi appresso tutta la bruttezza e l’orrore delle sue azioni, anche se non vuole. Da questa apparizione si può capire e spiegarci, perché i pagani avevano un immensa paura dei morti e li cacciavano via dai luoghi dove erano vissuti con fracasso e maschere. Il concetto “Rumore pagano” è timore panico è rimasto a noi non capito fino ad oggi.

 

Tutto questo non lo si può descrivere.

2 Dicembre. Egli rimase da me dalle due alle sei, ed era così impertinente, che a malapena riuscii a difendertisi. Gli misi davanti la Reliquia di Santa Croce, allora emise un urlo e si rifugiò in un angolo, dove rimase accovacciato come un cane che ringhia rabbioso!

Fu una cosa molto penosa: Io desideravo tanto che venisse Caterina.

La domenica si potè veder di nuovo il cavaliere assistere a tutta la Santa Messa solenne. Ho visto gli Undici, che per me sono un vero indovinello.

3 Dicembre. Dapprima venne Gianni, poi Caterina. Io le domandai: “Non lo puoi vedere nemmeno adesso quell’altro spirito?” Lei: “No!” Io: “Perché non lo puoi vedere?” Lei: “Questa cerchia è superata per me!” Io: “Per favore, dimmi se è uno spirito cattivo?” Lei: “Salvalo!” Ho pregato a lungo con lui. Gianni stette quieto, era tuttavia sempre ripugnante.

4 Dicembre. Al mattino un’ombra mi precedette, su per le scale e poi in camera mia, ma (quando entrai non c’era più niente. Gianni venne di nuovo la notte, ho pregato con lui, cosa che gli é del tutto indifferente. Mi fa sempre una strana impressione il fatto che da principio i fantasmi sono sempre così scuri in volto: il viso si fa più chiaro solo quando possono parlare.

5 Dicembre. E’ venuta soltanto Caterina. Io:”Puoi pregare per me?” Lei: “Si,” Io: “Vorresti pregare che le povere anime non venissero più da me?, perché così potrei avere ancora la mia pace?” Lei: “No!” Io: “Perché?” Lei: “E’ volere di Dio!” Ora non ci devono più essere” “Perché?”, e non devo più pensare a me stessa, perchè quelle parole mi colpirono come un ordine di Dio!

Allora le mostrai la Reliquia di Santa Croce e le chiesi: “Conosci questa?” Lei: “Si!” “Che cosa è?” Lei: “SANTO!”.

6 Dicembre. La nuova ombra di nuovo sulla scala, assomiglia agli Undici forse è una di loro. Gianni qui quasi tutta la notte. La reliquia della Santa Croce è la mia difesa, allora non mi viene più così vicino.

7 Dicembre. La mia cara Caterina resta a lungo. Io: “Ma dimmi perchè sei dovuta restare tanto in Purgatorio? Hai creato proprio tanto male con la tua lingua?” Lei: “Sì, senza confessarmi, senza pentirmi!” Io: “Ma allora come fosti salvata?” Lei: “Elemosine!” Io: “Perché sei morta senza Sacramenti?” Lei: “Annegata!” Io: “Che cosa posso fare ancora per te?” Lei mi sussurra nuovamente qualche cosa all’orecchio: “Partecipazione al Corpo di Cristo”, ma non posso affermarlo con sicurezza, di sicuro ho capito soltanto ‘Partecipazione…a Cristo”, poi andò via. Subito dopo venne Gianni, sempre il medesimo. Io riesco a fare sempre così poco per lui, sono sempre divisa, e il poco che posso offrire non basta per due. Mi accorsi che ora non mi spavento più, se succede qualche cosa, posso vedere anche al buio, però alla luce è più comodo per me.

8 Dicembre. Gianni sembrava una belva. Egli si gettò sul pavimento, io mi sono raccomandata alla Madonna, allora si quietò un pochino. Ma queste mie preghiere sono molto distratte, solo un pregare con le labbra perchè tutto il mio essere e il mio pensiero sono rivolti al fantasma, che per la paura che mi mette non perdo mai di vista.

Alle tre di notte se ne andò, ma ritornò alle 5. Io dissi: “Vattene via, chè voglio andare in Chiesa, colà posso pregare meglio per te. Allora emise un urlo pauroso. Io ripresi a pregare per lui, e lui ha incominciato a singhiozzare tanto amaramente, che io gli volli dire qualche cosa di amichevole, una parola amica. Così gli dissi: “Io ti ringrazio ancora, perchè tu spesso mi hai procurato delle piccole gioie, quando ero bambina, ed io non lo ho dimenticato. Ma dimmi come ti posso venire in aiuto, che lo faccio volentieri. (Mi ero ricordata che quando ero piccola egli mi passava spesso delle prugne oltre la staccionata e così glielo ricordai). Egli come risposta fece come un suono gorgogliante e mi porse la mano: io la presi: era caldissima. Allora il suo viso si fece più amabile, se si può dire così, perchè è pur sempre ancora molto ripugnante. Io dissi:”adesso va via, che devo andare in chiesa, ed egli se ne andò. Ora penso che la nostra amicizia sia incominciata, perchè appena gli mostrai un po’ di amore invece che paura, diventò più buono.

Gli Undici mi stavano aspettando ai piedi del monte: visti vicini alla neve, essi sono molto scuri.

 

“Non mi puoi raccontare niente dell’aldilà?”

9 Dicembre. Ero appena sveglia quando venne Caterina e potei rilevare una cosa nuova, che mi fece pensare alla luce elettrica. Nel medesimo istante che lo spirito arriva, il mio proprio essere è come illuminato, un “crac” nel mio cervello e tutti gli altri miei pensieri spariscono. Il soprannaturale ha una forza avvincente. Purtroppo non ho dolori: mi sarebbe interessato vedere se sparivano anche quelli.

Essa mi venne molto vicina e accostò la sua mano alla mia fronte come se volesse farmi una gentilezza. Io: “Perchè sei così cara oggi?” Lei: “Tutto chiaro”. Io: “Dove chiaro?” Lei: “In me e in te”. Io: “Che cosa puoi veder ancora in me?” Lei: “Desiderio.” Poi disparve. Dal momento che devo essere sincera, devo dire che proprio ero stata tanto contenta alla Santa Comunione, ma non mi piace scrivere queste cose, mi sembra di entrare in un campo di cose stravaganti.

Gianni fu qui, niente di straordinario.

Anche il dieci dicembre suppergiù lo stesso.

11 Dicembre. La nuova ombra venne nuovamente in camera di giorno, durante la notte fu qui Caterina, molto cara. Io: “Non puoi raccontarmi niente dell’aldila?” “No!”. Io: “Non ti è permesso?” Lei: “CREDI!” Io: “E’ come hai creduto?” Lei: “Si.” “Allora, dimmi perchè non ti vedo, quando ho male?” Lei: “Perchè allora tu non hai alcuna forza.”

Nota. Anche la Principessa tanto dimentica di sè subì la stessa cosa che una domanda curiosa premesse alle labbra. La risposta: “Credi”, è un ordine preciso, perchè se al posto della Fede il mondo colpito dal peccato avesse una conoscenza scientifica, sarebbe tolta agli uomini la libertà. Soltanto la Fede rende possibile la libertg di dire si o no alle verita religiose. Dio tiene lontana dall”uomo qualsiasi costrizione, per questo egli diventa una persona responsabile anche nel male.

 

Poi venne Gianni sempre uguale.

12 Dicembre. La nuova ombra stava di nuovo accanto a me, nessuno se ne accorse. Gianni fu qui a lungo, un po’ meglio, pare che anche verso la preghiera non abbia più sentimenti così ostili. Allo stesso momento c’era ancora qualche cosa nella mia stanza, forse l’ombra, non riuscii a distinguere nulla, quasi per tutta la notte. Ero tanto stanca che la pregai di andarsene, ed ecco il tremendo gemere e piagnucolare. Allora ritirai la mia richiesta e incominciai di nuovo a pregare. Ho avuto un cattivo pensiero, perché ho invidiato gli altri che possono dormire.

14 Dicembre. Li ho visti tutti, gli Undici, il Cavaliere, l’ombra, Caterina e Gianni ma non si è parlato.

15 Dicembre. Una pessima notte. Sembrava che un grosso uccello continuasse a sbattere contro la finestra. Pensando che le contro le finestre dell’inverno non fossero fermate, mi alzai per vedere. Era tutto in ordine, nemmeno c’era bufera e vento, ma si vedeva una grande ombra nera e una figura, che mi riempì di terrore, più bestia che uomo. Ne ho avuto una tremenda angoscia e scappai via dalla finestra. Fui molto sollevata quando, dopo, arrivò Caterina.

Io: “Hai visto quella cosa orrenda?” Lei: “No, ma la tua angosciosa paura.” Io: “Sei sempre qui?” Lei: “Si”. Io: “Perché non ti vedo?”. Lei disparve. Il buon Dio mi difenderà da quel mostro.

16 Dicembre. C’era di nuovo il solito rumore alla finestra, però non ho visto niente. Caterina rimase a lungo, mentre recitavamo la preghiera che le è cara, si è inginocchiata, poi disse: “Ti ringrazio!” Io: “Hai un aspetto del tutto diverso, non devi più espiare?” Lei: “Per me è una gioia!” Io: “Non vieni più?” Lei: “No.” Poi mi venne molto vicina e disse qualche cosa che non capii, come una lingua diversa, disparve. Sono quasi triste di non vederla più. Lei era una difesa per me, perchè ho tanta paura dal mostro alla finestra; quello è completamente diverso da quanto vidi finora. Ho domandato molte cose; scrivo solo quelle alle quali mi fu risposto.

Ho visto il Cavaliere e gli Undici; l’ombra è in piedi vicino a me una nuvola nera, devo pregare. Ora dopo 10 minuti è sparito.

17 Dicembre. Gianni, il Cavaliere e l’Ombra. Il frastuono alla finestra era mescolato col temporale, non posso dire niente di preciso.

18 Dicembre. Nella cappella dell’ospedale ho visto Suor Edvige, aveva un viso contento. Quando tornai, Gianni stava nella mia stanza. Io: “Ho appena tanto pregato per te, allora dimmi quello che vuoi ancora!” Lui: “Perdono!” Io: “Hai ucciso tu mio nonno?” Lui: “Provocato, calunniato!” Io: “Ti perdono volentieri, devi soffrire ancora molto?” Lui: ” Si!” Io: “Posso chiederti se eri ammalato o posseduto?” Lui: “Posseduto”. Io: “Da chi?” Lui: “Lo spirito della menzogna!” Egli disse tutto questo in tono di pianto e aveva l’espressione di chi chiede misericordia.

Sono stata contenta perchè finalmente parla. (Mi sembra come una ingiustizia, rivelare le colpe delle povere anime come una cattiveria rispetto allo loro fiducia. Obbedienza e amore del prossimo sono un po’ in contraddizione dentro di me).

Nota. Il Parroco Sebastiano Wieser scrive: conosco il vecchio Gianni altrettanto quanto Fritz il pecoraio ed altri. Egli stava di casa di fronte a casa mia e nei giorni della sua alienazione sono spesso andato a trovarlo. Gianni morì circa 50 anni fa.

Si mostra ancor oggi l’orifizio dello sparo. Ora egli riconosce di aver provocato il colpo cosf fatale e risponde alla mia primitiva domanda, se era ammalato di mente (alienato) o se era posseduto (ossesso), risponde di essere stato posseduto dallo spirito della menzogna. Il motivo per cui io avevo fatto e proposto quella domanda è questo, perché io sono dell’idea che una gran parte “dei poveri pazzi” sono ossessi. (Nota personale del traduttore: Un medico americano la pensa così di tutti gli ammalati negli ospedali).

In tutte le apparizioni io trovo la loro infelicità nel loro comportamento. Purtroppo non sono molto capace nè di descrivere, né di disegnare.

 

“Il Mostruoso”

19 Dicembre. Il mostro fu da me, ora posso distinguerlo chiaramente. E’ grandissimo, arruffato, e nero, ansima in maniera spaventosa. Io mi sono difesa con la reliquia della Santa Croce e con l’acqua Santa. Lui mi guardò fisso e uscì dalla finestra.

lo non ho mai visto nei serragli una cosa così mostruosa; è ora nella mia stanza.

Verso mattina venne Gianni. Io: “Vuoi pregare per me?” Lui: “Si” Io: “Ti allegerisce un po’?” Lui: “Si” Io: “Perché mi hai di nuovo preso per il collo?” Lui: “Nel tormento.” Io: “Non lo farai più” Lui: “No!” Io: “Perché non vai dai tuoi parenti?” Lui: “Non c’é strada!” Adesso è del tutto diverso quando prego.

20 Dicembre. Il mostro rimase con me quasi tutta la notte. Io era sveglia e avevo la luce accesa, quando egli entrò con fracasso dalla finestra. Per fortuna rimase sempre lontano da me, ma quegli occhi! Io penso che spesso non potrei farcela in notti come questa. Gianni venne due volte, sembra che egli avverta il mostro, perchè una volta si voltò verso di lui; e non mi ha dato nessuna risposta.

21 Dicembre. Apparsa l’Ombra nella mia stanza. Gianni qui a lungo. Io: “Puoi vedere l’infelice che ieri era qui con te?” Lui: “Sì”. Io: “E’ ancora più infelice di te?” Lui: “Sì”. Io: “Sai chi è?” Lui: “No” Io: “In che modo posso aiutarti meglio?” Lui: “Sacramenti”. Io. “Ti accorgi quando ho ricevuto i Santi Sacramenti?” Lui: “Sì”. Io: “Come?” Lui: “Attiri”. Allora incominciò il fracasso e Gianni disparve. Io cercai di pregare anche con questo allora venne più vicino, nella mia paura ho di nuovo lasciato lì subito. Ha l’aspetto di una grande scimmia.

23 Dicembre. La cosa più tremenda subìta finora. Il mostro venne con molto rumore e si accovacciò in un angolo, fissandomi sempre con gli occhi. Poichè ieri sono stata tanto vile e cessai di pregare, io raccolsi il mio poco coraggio e incominciai. Avevo appena dette poche parole, che il mostro si gettò con violenza su di me. Non ci fu dolore, che provassi ma qualche cosa di così spaventoso che io perdetti conoscenza. Che cosa fu non so, in ogni caso mi ripresi subito, trovai la luce ancora accesa ma non c’era più nulla. Io ero sfinita per questo, e potei riposare un poco. Poi venne Gianni ma solo per poco.

Visti il Cavaliere e gli Undici. L’Ombra mi seguì per le scale e mentre si stava facendo l’albero di Natale venne anche lì.

E quasi un po’ troppo, perchè è molto difficile a nascondere tutte le impressioni e vivere come una persona normale in mezzo agli spiriti.

24 Dicembre. Gianni a lungo con me; guarda fuori meglio. Io: “Stai più bene?” Lui: “Si”. Io: “Allora sei presto liberato?”. Lui: “18 x 7′. Io: “Dimmi almeno se ci sono ancora altre povere anime qui con me che non posso ancora vedere?”. Lui: “Si’. Io: “Perché non le posso vedere?”. Lui: “Sono esse che non possono”. Disparve. L’Ombra venne di nuovo dopo cena. E gli Undici scesero con me per la Messa di Mezzanotte. Dopo questa Messa io ero ancora in piedi e venne quell’infelice. Poichè ero in piedi vidi che era quasi il doppio della mia statura. Provai tanto spavento che volevo correre fuori sul corridoio. Ma lui si mise davanti a me. Io: “Non puoi farmi niente, è la Santa Notte!” Egli prese ad urlare e andare in su e in giù. Io mi inginocchiai davanti al mio presepio, senza pregare e senza pensare, ma solo piena di spavento di quello che mi potrebbe ancora accadere. Sempre quel gemere insopportabile vicino a me. Finalmente riuscii a dire: “Se non puoi parlare dammi un segno, che ti posso aiutare”. Allora si gettò a terra e prese a urlare come un animale. Io lo aspersi di acqua santa e l’ho accarezzato un po’ perché era Natale ma fu una sensazione terribile. Ho detto le preghiere a voce alta ed egli non si mosse e non mugolò. Non si può descrivere il suo aspetto, non ha vestiti, soltanto la pelle e quegli occhi! Eppure mi sento confortata perchè se fosse un cattivo spirito non lo potrei aiutare.

Gianni mi svegliò per la Messa del mattino, sentii una chiamata mi svegliai e dissi: “Chi è?” Risposta: “Gerardo”.

Nota. Egli aveva due nomi: “Gerardo, Giovanni”.

 

Io mi accorgo e mi convinco sempre di più che le povere anime mi hanno sempre svegliato. L’Ombra venne di nuovo in sala da pranzo, e non riuscii quasi ad evitare la sorpresa, mi chiesero che cosa avevo da non riuscire più a mangiare. Io ho tenuto duro e continuato a nascondere, tanto non mi capirebbero.

 

Noi andiamo in giro di notte.

26 Dicembre. II poveraccio, come chiamo ora il mostro restò solo poco con me. Gli Undici davanti alla porta di casa. Sono sempre ancora uguali, con loro non si riesce a nulla, comunque essi sono ben disposti verso di me. L’Ombra rimase a lungo in camera mia durante il giorno.

27 Dicembre. Il poveretto a lungo con me. Volevo pregare e di colpo era vicino a me e tacqui. Ho visto che è tutto coperto di tumefazioni che sanguinano. Spaventosamente ripugnante, solo che non mi tocchi più. Come è debole il mio amore per quel miserabile, perchè mi è ancora sempre ripugnante. E quanto ho desiderato di non aver cuore per lui, ed ecco improvvisamente Caterina è in piedi davanti. a me e indica la sua bocca che anche era cosi ripugnante prima. Adesso è tutta splendente. Io fui tanto contenta per lei e lei mi sorrise. Io: “Sei ancora sempre con me?” Lei: “No”. Io: “E perchè adesso sei qui?” Lei: “Perchè eri debole”. Io: “Sì sono sempre tanto debole, ma a guardarlo ho ben motivo di aver paura di lui, lo puoi vedere?” Lei: “No, superato”. Lei sparve. Fu una cosa tanto bella e sono riconoscente, che gli spiriti mi aiutino ora a diventare migliore. Anche il poveretto se ne andò presto, io mi sono vinta e gli ho detto: “Torna presto!” (E’ molto triste che alla mia età non abbia ancora compreso il sacrificio, col pensiero è “Si”, di fatto è “No”.

28 Dicembre. Gianni qui. Poichè egli era così triste gli domandai il perchè? Lui: “Non mi hai dato niente.” Io: “Scusami, lo so, ti ho trascurato perchè anche gli altri mi fanno tanta pena; adesso provvederò prima a te. Sai chi viene da me oltre che tu?” Lui: “Noi andiamo in giro tutti nella notte!” Più tardi venne il poveretto, lo ho osservato bene; una pelle bruna, e fra mezzo rigonfiamenti e ferite, sicchè pensai che il pavimento doveva essere insanguinato. Era ripugnante. Egli mi venne vicino e mi guardò fisso. Io: “Non posso ancora aiutarti molto, devo prima aiutare qualcun altro.” Allora incominciò a urlare e a correre intorno per la stanza, poi mi venne incontro con un braccio alzato, riuscii in fretta a mettergli di fronte la reliquia di S. Croce. Egli continuò a ringhiare come un cane rabbioso ma restò fermo. La sua presenza mi fa venire il batticuore, perchè egli mi guarda così sfacciatamente e mi spaventa. Non ha un aspetto triste, soltanto cattivo. Ora incomincia la lotta che ho gà altre volte subito; gli devo voler bene e non posso, eppure soltanto quando io amo l’anima avvolta nell’orrore, posso fare sacrifici.

L’Ombra venne tre volte, sono molto curiosa che cosa ne verrà fuori ancora, non è inquietante, è come un pezzo di parete che si muove. E’ del tutto singolare ciò che mi intimidisce, e io me ne sono meravigliata spesso, quelle cosette piccole mi colpiscono di più che non cose veramente spaventose, mi sconvolge il crepitìo in camera, poi quando l’apparizione entra dalla finestra invece che dalla porta, poi sentire il respiro vicino a me, fracasso alla parete, ecc.

29 Dicembre. Gianni qui; ho fatto molte domande ma non ho avuto alcuna risposta. Egli ha pregato volentieri e quando gli detti l’acqua santa, rimase tranquillo.

Il poveretto venne più tardi, si ricantucciò in un angolo e mi guardò fisso. Io gli dissi: “Vieni qui, voglio pregare con te”. Perchè sei come una bestia? “In un attimo fu accanto al mio letto.

Quando incominciai a pregare gridò paurosamente ed era come in convulsioni, un gomitolo sul pavimento. Purtroppo la reliquia della Croce non era vicina a me, gli diedi acqua santa. Pian piano il suo crampo si sciolse ed egli rimase disteso sul pavimento. Potei vedere molto bene quanto è grande e coperto di tumefazioni. Il suo viso è soltanto una massa con degli occhi. Si deve commuoversi davanti a una cosa simile.

Mi sono alzata e mi sono inginocchiata accanto a lui e gli ho detto: “Perchè non mi lasci pregare? Io voglio aiutarti, voglio solo aiutarti, adesso lasciami pregare con te. Vedrai che ti farà bene!” Poi recitai il Padre Nostro, egli ascoltò quieto ma poi mi strinse col suo braccio spaventoso, fu una cosa molto penosa. Lasciai fare però gli dissi: “Io ti aiuto più volentieri, se tu non mi tocchi.” Egli rimase nella stessa posizione ed io continuai a pregare, e poichè egli singhiozzava destai con lui il pentimento. Vedendo la sua grande miseria io stessa dovetti piangere. Accade qualche cosa di straordinario: egli mi lasciò e si inginocchiò accanto a me. Allora gli ho parlato a lungo della grazia del Natale. Povera creatura quanto tremendamente deve patire! Io gli dissi: “Non puoi ancora parlare?” Egli fece un cenno di no scuotendo il capo. Io: “Mi capisci?” Fece cenno di sì. Adesso siamo diventati amici. Sparì subito. Fu una cosa molto dura. Ma ora sono felice. Fare una gioia ad un’anima è assai piùù bello che rendere felici le persone. Quanto è buono Iddio, io ho sentito la sua presenza come non mai, deve anche essere così; perchè altrimenti nulla potrei.

Devo purtroppo affermare che adesso faccio poche cose per me, sono sempre allo stesso punto e se la sera guardo il mio tavolino non vi trovo niente di buono.

L’Ombra era di nuovo lì all’ora di mangiare e poi sul corridoio incontrati anche gli Undici.

30 Dicembre. Gianni qui a lungo, ma qualunque genere di preghiera incominciassi egli era sempre malcontento, cosa che si manifestava con sospiri e agitazioni. Finalmente mi sovvenni del “Memorare” allora si calmò. Pensai che certamente era stata la Madonna a salvarlo. Così gli domandai: “Come è avvenuto che ti sei salvato?” Nessuna risposta. Io: “Lo voglio sapere.” Lui: “Madre ….. cordia (Misericordia)” non si capiva. Io: “L’hai sempre venerata?”

Lui: “Si”. Queste comunicazioni riscaldano il cuore ed io ne fui felice. Quante di queste domande ho fatto gia senza aver risposta.

31 Dicembre. Il poveretto qui a lungo, molto inquieto.

Mentre si era a tavola venne di nuovo l’ombra, io rimasi a bocca aperta nel bel mezzo della coversazione e tutti dissero: “Che ti succede, che fai quella faccia?” ed essa divenne ancora più stupita di prima. Una nuova difficoltà, rimaner naturali di fronte al soprannaturale.

2 Gennaio. Il poveretto molto difficile, veniva sempre più vicino e gemeva; non era possibile pregare. Avevo un grande terrore che mi toccasse. Questa cosa è per me la più spaventosa, tutto il mio essere mi si ribella. Fui contenta quando venne Gianni col quale ho potuto pregare. Poi il poveretto se ne andò. Poichè mi sentivo tremendamente stanca, dissi: “Per favore lasciami dormire, io continuo pure a pregare per te”. Lui: “Che cosa mi avevi promesso?” e se ne andò. Io mi sentivo piccola a causa della mia poltroneria.

3 Gennaio. Mi sono svegliata di soprassalto. Il poveretto appoggiava le sue mani su di me, fu una cosa terribile. L’ho pregato di allontanarsi e poi ho pregato per lui, ma lui era tanto irrequieto, se ne andò nella mia stanza accanto dove lo sentii a lungo far rumore e fracasso. Gianni qui, piangeva. Gli chiesi: “Perchè sei così triste?” Lui: “C’è qualche cosa fra me e te”. Io: “Sì, lo so, ma io devo pregare anche per gli altri”. Lui: “Non devi!” Io: “Ma io ho tanta paura quando non posso aiutare quel poveretto, paura che mi tormenti”. Lui:”Sopporta!” E sparì. E’ molto difficile ciò, che cosa posso fare con quel poverino.

4 Gennaio. Venne il poveretto. Io gli dissi che non avrei ancora potuto aiutarlo, finché non era libera l’altra anima. Allora incominciò a gridare e si gettò su di me, cosa tremenda! Più tardi venne Gianni. Io: “Sei contento di me adesso.” Lui: “Si.” Io: “Devo fare tutto per te?” E per gli altri, niente?” Lui: “Dà di più!” Quale introspezione da parte sua, io potrei dare di più se non ci fosse più in me il mio “io”.

5 Gennaio. Il poveretto venne durante il giorno e potei vedere tutta la sua lordura e quanto era ripugnante. Non riesco a spiegarmi che cosa avvolge il suo corpo, forse non è una pelle, ma in ogni modo è tutto pieno di ulcere e tumefazioni. Confrontandolo con la mia stufa potei rilevare la sua grandezza. Egli mi venne incontro con le braccia distese. Io mi rifugiai nella mia torre, non mi venne dietro, poi disparve.

6 Gennaio. Durante la notte ebbi dei dolori e non venne nessuno; cosa straordinaria, però gradita. Il Cavaliere in chiesa (era domenica).

 

“Il tormento cessa, il castigo no!”

7 Gennaio. Il poveretto emtrò di nuovo dalla finestra, fece tanto rumore che mi svegliai prima. Io: “Se non puoi ancora parlare dammi un segno di risposta”. Sei una povera anima?” Egli accenna di si. Io: “Ti posso aiutare davvero?” Egli assentì di nuovo e mi venne molto vicino. Io: “Conosci quell’altra anima, che io devo aiutare prima di te?” Egli scuote il capo e vuol prendere la mia mano. Non riesco a dargliela questa mano! Io: “Perchè mi tocchi sempre?” Allora mostrò tutte le sue piaghe e tumefazioni gridando in modo pauroso. Io pregai con lui. Egli si calmò un po’ tenendo la sua mano sul letto. Vieni ancora Gianni, pare non si vedano. Io: “Sai che c’è qui anche un’altra anima”. Lui: “Si”. Io: “La vedi?” L’altro: “No”. Io: “E allora come lo sai?” Lui: “Perché tu hai già dato”. Io: “Che cosa ho già dato?” Lui: “Luce”. Io: “Che cosa intendi dire con la parola luce?” Lui: “La strada”. Io: “La dò anche a te?”. Lui: “Sì”. Il poveretto andò via. Gianni rimase ancora a lungo, ho pregato molto con lui. Gli ho chiesto ancora molte cose, ma non ebbi risposta. Tutto ciò non lo riesco a capire, come posso dar “luce”, ma una cosa è chiara, che il poveretto avrà bisogno ancora di molte cose.

9 Gennaio. Il poveretto con me dalle 10 e mezzo fino alle quattro. Niente da fare con lui. Non mi perse d’occhio un istante, e questo stanca assai. Il suo volto ha forse qualche cosa di naturale. Una volta mi saltò addosso. Io gli gridai: “Non puoi farlo!” Allora egli divenne furioso, ma si ritirò nel suo angolo. Io provai tanto spavento. Appena se ne fu andato, sentii improvvisamente una musica proveniente da lontano, una cosa del tutto nuova. Aprii la finestra, ma dal di fuori non si sentiva niente.

10 Gennaio. Gianni venne in pieno giorno, sembrava molto allegro. Gli dissi: “Sembri molto contento, va meglio?” Lui: “Si”. Io: “Ma dimmi un po’ perchè devi ancora continuare ad espiare?” “Io ho offerto per te più volte l’Indulgenza Plenaria”. Lui: “Si”. Io: “L’hai ricevuta?” Lui: “Sì, Dio è giusto, il tormento cessa, non il castigo!” Egli sparve.

Incontrata l’Ombra, prende la forma di una donna, ma ancora è irriconoscibile.

Il poveretto entrò gridando. Ero ancora in piedi. Mi sono messa subito a pregare con lui. Egli poggiò la sua mano sul mio capo, io lo scrollai via e allora disse: “Dà!” Io: “Che cosa devo fare per te?” Lui: “Sacrifici!” Io: “Che cosa?” Lui: “Volontà!” Capii subito che cosa pensava perchè non lo volevo toccare e dovetti farlo. Egli mi stese le braccia, io le diedi la mano, ma non volentieri, anzi con avversione. Allora egli prese anche l’altra mia mano. Io sentii la sua appiccicosa nella mia mano, avrei voluto piangere. Io gli dissi: “Che cosa ti può fare la mia mano?” Lui: “Frescura!” Stetti ferma ma infelice fino che le sue mani caddero dalle mie, non c’era più niente da dire. Rimase alcun po’ e poi disparve.

11 Gennaio. Gianni è qui quasi tutta la notte. Ora sembra proprio contento. Io: “Dimmi perché eri posseduto?” Egli: “Dato scandalo”. Io: “Adesso dove sei?” Lui: “Nell’ombra!” Io: “Ancora lontano dal buon Dio?” Lui: “Si”. Io: “Verrai ancora spesso da me?” Lui: “No”. Io: “Perché no?” Lui: “Non puoi più darmi niente”. Io: ” Ma io ti aiuto ben volentieri?” Lui: “Io sono allontanato”. Io: “Che cosa devi patire ancora?” Lui: “Il castigo della separazione”. E disparve! Come è strano tutto questo. Io annoto solo quello di cui sono assolutamente sicura. Qualche volta devo ripetere la domanda, perché essi molto spesso mormorano o balbettano soltanto.

 

Il mostro si dà da conoscere.

12 Gennaio. Il poveretto qui. Non ci sono nuove difficoltà. Vista l’ombra e gli Undici.

13 Gennaio. Mi svegliai per una stretta al mio braccio destro, il poveretto si piegò su di me. La sua testa era così vicina che mi pareva di svenire dalla paura. Non posso descrivere quanto sia spaventoso, ma non mi voglio lamentare. Il Signore Iddio non mi manderà più di quanto possa sopportare. Anche la sua faccia è piena di eruzioni e come coperta di una massa attaccaticcia. Finalmente si drizzò in piedi accanto a me. Io incominciai a pregare. Lui disparve. Visto il Cavaliere in Chiesa.

14 Gennaio. Ero molto preoccupata per il ritorno dei miei da Roma. E L…..era ancora da me la sera. Mentre lei stava quieta seduta accanto a me, vedo quel poveretto dietro di lei che mi fissa alla solita maniera. Non mi lascio impressionare, ma a lungo non ci riesco più, è un enorme sciupio di nervi. Così mando L a dormire. Mentre la sto per abbracciare l’ombra si mette davanti a lei, io vedo comunque L attraverso l’ombra. L….è immediatamente vicina, ma non vede niente, è soltanto sorpresa che la voglia mandare subito a letto e mi trova burbera. Appena essa se ne è andata il poveretto si getta su di me. Io tengo duro, non voglio svenire, ma c’era davvero da perdere i sensi. Non posso dire se ho pregato, ero come un arnese incapace di pensare. Riuscivo appena a respirare, tanto mi stringeva. Finalmente mi lasciò libera. Io: “Perché mi tormenti così”. Lui: “Perché prendi il mio tormento”. Io: “Ma chi sei tu?” Lui: “Uno che cerca”. Io. “Che cosa cerchi?” Lui: “Riposo (pace)!” Io: “Voglio sapere come ti chiami!” Lui: “Enrico”. e disparve. Questa volta ero proprio disfatta, sono comunque contenta che egli parla, il povero Enrico.

Nota. Il Parroco Sebastiano Wieser commenta: Enrico von M…… è una persona storica. Trovai il suo nome come quello di Egolfo e Barbara nei registri della parrocchia. Egli deve aver condotto una vita feroce. Egli appare per oltre un anno. Ha fondato e lasciato dei lasciti per Sante Messe annuali, ma la fondazione a causa dell’inflazione è ora sfumata. Per questo feci domandare, se egli sapeva che SS. Messe non sono più celebrate (intendevo celebrate come prima). “Il Sangue di Cristo scorre per tutti noi”, è la sua risposta. L’11 Febbraio è finalmente il giorno della liberazione di Enrico.

 

Udii di nuovo quella musica straordinaria. Ma potrebbe anche essere una immaginazione e provenire dalle vibrazioni dei fili telefonici, che passano sotto la mia finestra.

15 Gennaio. Enrico è qui a lungo, niente di brutto. Egli incomincia ad essere contento delle preghiere e trovo in lui anche un grande cambiamento della faccia. Mi sembra di conoscere i suoi occhi, ma non posso ancora stabilire di chi siano. L’Ombra fu nella mia stanza e non posso ancora dire se è una donna.

16 Gennaio. Enrico mi svegliò con un urlo e poi incominciò a gemere paurosamente. Ho pregato con lui, ma poichè continuava a lamentarsi presi la bottiglia con l’acqua dei Tre Re Magi e la sparsi su di lui. Si quietò subito e incominciò a mormorare la preghiera con me, alla fine andò via. Sul pavimento non c’era una goccia d’acqua eppure io avevo vuotato tutta la bottiglia.

17 Gennaio. Strano. Durante la notte ho avuti forti dolori, non venne nessuno. Verso le 4 mi addormentai. Alle 6 venne Enrico. Gli chiesi: “Perché vieni così tardi oggi?” Lui: “Non ti ho trovata.” Io: “Perché no?” Sono sempre stata qui!” Lui: “Non eri chiara”. Io: “Ma dimmi perchè quell’aspetto così orrendo?” Lui: “Il peccato. Io: “Ti ho conosciuto quando eri vivo?” Lui: “No”. Io: “Sei vissuto in questo castello?” Lui: “Si,” Io: “Quando?” Era sparito.

L’Ombra salì le scale davanti a me. Visto il Cavaliere in Chiesa.

18 Gennaio. Di nuovo qui il poveretto. Egli si gettò su di me, io lo pregai di lasciarmi in pace, tutto inutile. Finalmente si rimise m piedi vicino a me! Io ero tanto spaventata che mi sarei messa a piangere volentieri. “Perché l’hai fatto di nuovo?” Lui: “Per venir liberato”. Io: “Libero da che?” Lui: “Non vedi questo?” Io: “No”. Lui: “Guardami bene”. Poi sparì. Devo aiutarlo a liberarsi dalle sue tumefazioni? Non capisco. ‘Come gli puó giovare un sacrificio che faccio per forza? Perché io non lo toccherei mai di mia volontà. 19 Gennaio. Devo dire che adesso ho paura da ogni notte. Comunque posso dormire. All’una venne Enrico con un grido. Quale è la cosa migliore che posso fare per aiutarti? Lui: “Vinci te stessa!” e si slanciò contro di me. Fu una cosa tremenda. Ho sopportato quella pena in sacrificio per lui. Finalmente mi lasciò libera. Continuavo a pensare di essere tutta lordata da lui. Invece non si vede niente. Io: “Devi tormentarmi in questo modo?” Lui: “Si,” Io: “E chi lo vuole?” Lui: “Io”. Io: “Allora hai ancora la volontà libera?” Lui: “No”. Io: “Allora perchè dici che lo vuoi tu?” Lui: Mi spinge, perché soltanto tu.. non ho capito il resto”: Più tardi mi svegliai di nuovo per quella musica. Non riesco a comprendere che cosa sia, è come un canto alla parete vicino a me.

20 Gennaio. Egli venne di corsa nella mia stanza come un uragano spinto dal vento. Io ero ancora sveglia, e gli dissi subito: “Per favore, oggi stammi lontano!” Lui: “Perché?” Io: “Perché non posso resistere”. Lui: “Allora non mi vuoi aiutare?” e mi venne subito più vicino. Io non parlai più e chiusi gli occhi. Allora egli posò le sue manaccie sulle mie spalle e premette la sua testa sulla mia. Di più non sò, era troppo. Dopo, un po’ di tempo ritornai in me. Quando posso avere il conforto della S. Comunione è di nuovo tutto dimenticato.

21 Gennaio. Di nuovo così tremendo, solo che questa volta riuscii a non perdere i sensi. Sono diventata così debole perchè penso continuamente e con ripugnanza e orrore a questa cosa.

22 Gennaio. Andò un pochino meglio. Non riesco più a farlo parlare, potei almeno pregare con lui.

L’Ombra di nuovo a lungo nelle mie vicinanze, visto il cavaliere in Chiesa.

23 Gennaio. Enrico ha un aspetto diverso. Non posso ancora dire in che cosa sia diverso, comunque non è più così ripugnante. Sono felice, perchè non mi ha più toccata. Io: “Dimmi sei Enrico von M…?” Lui: “Si!” Io: “Perché devi fare una penitenza così lunga?” Lui. “Il peggior peccato!” Io: “Sei andato in giro per il castello per tutto questo tempo?” Lui: “Si” Perché non ti ho mai visto prima?” Lui: “Non ti era ancora permesso.” Io: “Devo chiederti se ti accorgi che le SS.Messe Legatorie per te non vengono più celebrate?” Lui: “Il Sangue di Cristo continua a scorrere per noi!”

Nota. “Il Sangue di Cristo continua a scorrere per tutti noi”. Quei “Signori” che la pensano diversamente a proposito del Santo Sacrificio della Messa e non credono più alla Transustanziazione, non sanno quello che fanno!

 

Poi incominciò a piangere. Io: “Perché piangi?” Lui: “Perchè non posso attingere!” Io: “E perché?” Lui: “Il castigo”. Io: “Ed io ti aiuto?” Lui: “Si”. Poi ho pregato con lui, non si poteva più fargli dire altro, si fermò tuttavia ancora un pezzo.

Mentre io stavo in Chiesa la sera, il cavaliere si inginocchiò verso di me e potei vedere quanto era bello e felice. Non ebbi il coraggio di parlare con lui. Questa è una classe di spiriti del tutto diversa, ai quali io non mi posso avvicinare.

24 Gennaio. Poichè ho affidato tutto a questi fogli, devo anche dire che sono quasi completamente finita nel mio fisico.

E per continuare materialmente dovetti rinunciare ai bisogni dello spirito, non potei andare a Messa perché ero troppo stanca. E’ un metodo di cura capovolto, perché allora mi viene a mancare tutto, e allora salta fuori tutto quello che non dovrebbe, tanta impazienza e una creatura senza carità!

Enrico qui tre volte durante la notte; adesso ha davvero un aspetto più umano, non più come una scimmia. Non vidi più nemmeno eruzioni. Ho pregato parecchio con lui e ho l’impressione che il “De Profundis” gli convenga meglio. Improvvisamente mi venne vicinissimo, senza toccarmi, per grazia di Dio! Lui: “Hai visto?” Io: “Si, che hai un aspetto diverso; e da che proviene questo fatto?” Lui: “Ti sei flagellata!” e sparì. Io l’avevo fatto, perchè mi venne come una ispirazione che ciò gli poteva giovare.

Purtroppo io riesco a fare così poco per quei poveretti!

L’ombra stava di nuovo sulle scale. Ho udito la musica, è un compenetrarsi e muoversi di suoni di un genere del tutto diverso.

25 Gennaio. Enrico rimase qui a lungo, è molto triste; perciò non riuscii a cavarne fuori niente. Le pustole ed eruzioni sono effettivamente sparite. Porta una camicia bruna. La tristezza è scolpita in maniera tanto evidente nel suo stesso contegno; se la potessi descrivere!

26 Gennaio. Enrico venne di giorno. La sua vista è più tollerabile di giorno che di notte. La sua testa e il suo volto sembrano un mosaico di colori messi insieme e proprio la trasparenza fa una profonda impressione. Io gli domandai: “Perchè ieri eri così triste?” Lui: “Non potei venire da te”. Io: “Perché no? eri pur stato qui?” Lui: “Erano troppi gli altri intorno a te”. Io: “Non ho visto niente!” “Chi era?”. Lui: “Anime”. Io: “Eppure io ho pregato con te”. Lui: “Tu eri divisa”. Io: “Per questo oggi sei venuto così di buon’ora?” Lui: “Si” Effettivamente ero stata in pace tutta la notte e fu un vero sollievo. Mi opprime però il pensiero che altre anime mi aspettano. La potrò continuare a sopportare con l’andar del tempo questa situazione? Ma dov’è la mia fiducia in Dio? E il mio spirito di sacrificio? L’ombra mi ha proprio perseguitata tutto il giorno; è una figura di donna ma non ancora riconoscibile.

Enrico venne di notte per poco tempo. Ho di nuovo udito quella musica mi rende alquanto triste. E’ una cosa così indefinita, è fantasia o meno, non lo posso dire, ma lo scrivo. Invece non voglio più scrivere quello che faccio per le povere anime, perchè è logico che faccio qualche cosa, e dovrò fare sempre di più.

28 29 Gennaio. Dolori, quindi pace. Durante la notte volli fare una prova ed ho chiamato Enrico. Ma inutilmente.

30 Gennaio. Molto strano. Venne Enrico e mi fece un cenno di andare con lui. Finsi di non vedere, allora mi venne molto vicino e mi disse: “Vieni con me!” Fu tutt’altro che simpatico e non mi mossi. Allora egli incominciò ad agitarsi tanto che io raccolsi tutto quel poco di coraggio che avevo e andai da lui. Suonanvano allora le tre. Egli mi precedette fuori e poi giù fino alla porta della cantina sotto la cucina. Io aprii e scendemmo le scale. Una cosa davvero poco simpatica da fare! Arrivati di sotto mi mostrò un angolo e sparì. Stavo in piedi davanti al muro. Non vidi nulla. Che gioia, che c’é dappertutto la luce e potei accenderla, altrimenti sarebbe stato una cosa ancora più tremenda.

E’ meglio non descrivere quali tremendi pensieri colgono una persona in simili circostanze, eppure bisogna sopportare. Ma purtroppo io sono sempre ancora troppo “io!”

1 Febbraio. Enrico qui durante la notte; muto a tutte le domande. Ho pregato per lui.

L’ombra ora èben riconoscibile. E’ la vecchia signorina cameriera Janette, che fu per 40 anni con la mia nonna. La vidi passare oltre accanto a me.

Quando tornata a casa dalla S.Messa, volli aprire la porta della mia stanza; la chiave si girò nella toppa e la maniglia in mano; e chi c’era ? Enrico. Mi sono proprio spaventata. Io: “Ho appena tanto pregato per te!” “Te ne sei accorto?” Lui: “Si” Io: “Allora dimmi, c’è qualcuno sepolto in cantina?” Lui: “No!” Io: “E allora perché mi hai condotto?” Lui: “Perché ho peccato lì” Io: “Hai ucciso qualcuno?” Lui: “No! Continua a far domande!” Io: “Ti fa bene se io lo so” Lui: “Si”. Io: “E’ un peccato contro il VI comandamento?” Lui: “Si!” Io: “Io non voglio più sapere altro, che cosa posso fare per aiutarti?” Lui: “Prega oggi!” Io: “Ma perchè proprio oggi?” Lui: “Perchè sei tutta pura!” Io: “Vuoi dire perchè ho ricevuto i S. Sacramenti?” Lui: “Si!” e disparve. (Io scrivo ciò solo per ubbidienza, non voglio perdere un pensiero. Solo che non mi vengano immaginazioni, altrimenti la purezza è bella e sparita).

2 Febbraio. Di nuovo la musica, che mi svegliò. Più tardi venne Enrico. Gli domandai: “Per quale motivo devi andare in giro così a lungo?” “Non ti sei potuto confessare?” Lui: Sì” Perdonato ma non ho espiato o fatto la penitenza!” Io: “Mi puoi dire perché tua cognata Barbara aveva una ferita alla nuca?” Lui: “No.” Io: “Vedi anche altre anime nel castello?” Lui: “Io posso vedere soltanto la mia S….. era (non si capiva, forse voleva dire sfera). Io: “Adesso non mi troverai più, perchè io vado via, ma continuerò a pregare per te”. Lui: “Non c’è spazio!” Io: “In che modo?” Lui: “Per la Misericordia di Dio!” E sparì.

Certamente è Dio che lo vuole, mi ha tutta acceso il pensiero che posso fare qualche cosa per lui, come mi sono comportata in modo deplorevole tutto questo tempo, pensando sempre soltanto a me.

Ciò dà all’anima una spinta, che la aiuta a vedere in mezzo alla paura e alla penosa sofferenza. Il buon Dio mi manda da fare. Oggi mi trovo in una situazione spassosa, completamente sdoppiata. Lo spirituale non permette all’umano di alzare la testa, ma sono così abile che nessuno se ne accorge. Devo comunque uscir fuori, ma sono contenta perchè io posso confidare tutto a chi mi conosce, anche se qualche volta mal volentieri, perché in fondo la mia anima è proprieta privata.

Visto il Cavaliere in chiesa durante il S. Rosario.

Incontrai gli amici Undici vicino al monte. Forse Enrico sa qualche cosa su di loro. Domanderò.

3 Febbraio. Il Cavaliere rimase lì durante quasi tutta la Messa, tanto da farmi pensare che gli inservienti dovessero sbattere contro di lui. Enrico fu qui solo per poco.

4 Febbraio. Enrico rimase quasi tutta la notte. Io gli dissi che dovevo andar via ed ero convinta che non mi avrebbe trovata. Allora mi disse: “La via è illuminata”.

Nota. Commento del suo Direttore Spirituale Sebastiano Wieser: Il viaggio avvenne fra il 4 e il 7 Febbraio. Ció che segue avvenne a Sch…., esattamente 100 chilometri lontani dal castello di Waal.

 

“Quando morirò?”

7 Febbraio. A Sch…, effettivamente Enrico venne di notte. Non dice niente. Ma penso che ci stavano altre anime in camera mia. Si sentiva continuamente mormorare intorno a me, cosa poco simpatica.

8 Febbraio. Enrico rimase a lungo. Si presenta bene. Io: “Verrai ancora spesso?” Lui: “Devi darmi ancora.” Io: “Che cosa?” Lui: “Mortificazione”. Devo riconoscere che in quest’ultimo tempo ho lasciato andare un po’, pensando che ormai gli andava meglio. Appena partito ho visto un’ombra che continua ad andare in su e in giù e ho anche udito diversi rumori.

9 Febbraio. Enrico venne due volte di giorno e più a lungo durante la notte. Io: “Puoi dirmi quando morirò?” Lui: “Tienti preparata”. Io: “Allora presto?” Lui: “Quando tu matura”. Io: “Mi puoi indicare le mie mancanze?” Lui: “No!

Mentre lui parlava con me, ci fu improvvisamente un rumore e un bisbiglio in camera, che finora non avevo sentito, poi sparì tutto; che cosa succederà?

11 Febbraio. Enrico improvvisamente in piedi accanto a me durante le mie preghiere del mattino. Gli dissi: “Vieni qua che voglio darti l’acqua santa”. “Sei contento?” Lui: “Si’. “Che vuoi ancora?” Lui: “La tua mano!” Io gliela diedi, lui prese anche l’altra e restammo così. Mi sembrava che se ne andassero via da me tutte le mie forze come uno sciogliersi della mia volontà. Allora dissi: “Per favore lasciami andare!” Lui: “Tieni duro, poi sono libero!” Egli mi teneva le mani strette fisse più di una morsa. Finalmente dissi: “Lasciami libera, mollami, altrimenti non faccio a tempo ad andare alla Comunione. E’ già tardi”. Allora mi lasciò ed io vidi per la prima volta un sorriso sul suo volto. Egli disse: “Grazie, sono nella luce!” Era sparito.

 

Rainardo

16 Febbraio. Ho incontrato sul corridoio un uomo anziano, che poi scomparve nella mia stanza. I rumori nella mia stanza sono sempre uguali.

18 Febbraio. Ho visto in giardino una donna, sempre vicino a me. Sembra molto triste. Quando cercai di parlarle era sparita.

19 Febbraio. Ho visto di nuovo l’uomo sul corridoio, non sembra che metta paura.

21 Febbraio. L’uomo venne da me di notte, sembrava molto contento. Mentre pregava rimase a lungo vicino a me e poi aprì un cassetto del comò come se volesse cercare qualche cosa.

22 23 Febbraio. Ebbi molto male. Non sentii niente, nè musica, nè rumori.

24 Febbraio. Venne l’uomo. Poichè ero stata consigliata di provare a non reagire a nulla, io feci così. Fu una cosa del tutto strana, l’uomo rimase immobile in piedi davanti a me fissandomi sembrava che mi si portassero via le forze. Mi sentii debolissima, poi quello si curvò su di me, soffiandomi adosso, fu una cosa tremenda. Volli continuare la prova e non mi mossi. Allora egli fece un urlo così forte che pensai dovesse crollare tutta la casa e disparve. Mi sentivo a terra, egli mi aveva preso qualche cosa; ma che cosa? Oppure era solo la conseguenza di una ipertensione nel resistergli? In ogni caso volli tentare ancora una volta. L’urlo fu sentito da mia nipote che pensò io avessi gridato nel sonno.

25 Febbraio. Trovai l’uomo nella mia stanza quando volli andare a dormire. Feci finta di non vederlo. Mentre recitavo le preghiere della sera egli mi diede un pugno assai forte, come una persona adirata. Ma io non volli farci caso, andai a dormire e spensi la luce. Lo sentivo vicino, nella mia stanza c’era molto rumore, sicchè pensai di accendere di nuovo la luce. Allora quello incominciò a correre intorno alla stanza, mi venne vicino e disse: “Perché mi resisti?” Non volli rispondere, allora si scagliò con tutta la forza su di me cioè strinse il mio collo e con un grido pauroso disparve. Adesso credo che basti con queste prove, devo nuovamente reagire. Udita di nuovo la musica.

26 Febbraio. Venne l’uomo gridando. Io: “Che cosa vuoi? Sono pronta ad aiutarti!” Lui: “Perché non mi hai ascoltato?” Io: “Perché non volevo, va da altri!” Lui: “Io posso venire solo da te”. Io: “Chi sei?” Lui: “Rainardo”. “Perché non hai pace?” Lui: “Ingannato”. Io: “Perché hai aperto il comò” Lui: “Denaro!” Io: “Come vi posso aiutare?” Lui: “S. Messa; io rubato!” Era sparito.

27 Febbraio. Rainardo fu qui per poco senza parlare.

28 Febbraio. Venne Rainardo, adesso non fa più così paura. Io: “Sei vissuto qui al castello?” Lui: “No!” “Dove sei sepolto?” Lui: “In Heidelberg”. Io: “Perché vieni qui?” Lui: “Perché il denaro l’ho preso qui”. Io: “Allora puoi stare tranquillo che farò celebrare la S. Messa”. Se ne andò. Nessuno sa niente di questo Rainardo: penso che forse è stato qui un tempo come domestico.

1 Marzo. Molto fracasso, ho visto anche nel corridoio una figura di donna. Di nuovo musica.

2 Marzo. Durante il giorno ci furono molte ombre nella mia stanza e un po’ troppo fracasso.

3 4 e 5 Marzo. Sono stata ammalata, non venne nessuno.

6 Marzo. Una donna rimase con me tutta la notte. Ancora irriconoscibile. Parecchio agitata.

7 Marzo. Ho incontrato la donna sul corridoio. Durante la notte un fracasso quasi insopportabile nella stanza, nel cassettone, sotto il letto; provo tanta paura. Questa roba mi da sui nervi molto più che se vedessi qualche cosa.

8 Marzo. Di nuovo un frastuono quasi impossibile; nel frattempo venne la donna, il suo volto è ancora tutto avvolto nella nebbia.

9 Marzo. Stavo leggendo in camera mia. Improvvisamente fui travolta da una specie di temporale e io mi trovai in un denso fumo. Porte e finestre erano chiuse. Fu una cosa molto brutta.

Mi opprime assai il pensiero che tutto continui a crescere. Eppure sono molto contenta, perchè la sensazione della presenza di Dio mi prende così spesso, che vorrei, scappare da tutto e restare in questa presenza. Solo che potessi descrivete questa cosa.

D’altra parte sono convinta che tutto questo lo si può soltanto provare. Forse è ipertensione, ma non è un artificio da parte mia. Mentre mi trovo in allegra compagnia, esso sopravviene di colpo, ed io posso solo adorare, e questi secondi mi rendono felice per dei giorni. Io scrivo malvolentieri questa cosa, suona così fantastica, ma lo faccio nella certezza che Lei (il suo confessore) mi dirà se c’è qualche cosa di sbagliato.

11 Marzo. La donna venne tre volte durante la notte, ora si riconosce benissimo. La sofferenza è come impressa nella poveretta. La sua bocca è gonfia. Strano che mia nipote la sentì venire nella mia stanza. Era proprio quella l’ora.

12 Marzo. L’ho vista cinque volte durante il giorno, sempre come uno straccio.

14 Marzo. Venne da me come nel fuoco. Io le dissi: “Ma dimmi chi sei?” Lei: “Ermengarda Montfort”. Poi si gettò a terra e cominciò a piangere disperatamente. Mi fece tanta pena che mi inginocchiai vicino a lei e dissi: “Io faccio tutto quello che posso per te, hai qualche desiderio particolare?” Lei: “Mortificazione”. Io: “Mortificazione in che cosa?” Lei: “In questo corpo”. E disparve. Se io fossi diversa quanto potrei aiutare! Grazie a Dio, che ora gli spiriti mi educano.

15 Marzo. Lei rimase qui a lungo. Lei non è di quegli spiriti che mettono paura. Si ha soltanto compassione. Lei deve essere stata molto bella, soltanto la bocca è rovinata. Non ha detto niente, ma ha pregato volentieri.

16 Marzo. Durante la notte si fermarono al castello dei religiosi. Quando venne Ermengarda le dissi: “Vai un po’ dai Padri, che possono pregare meglio per te”. Lei: “Sono stata da loro ma essi non vedono”. Io: “Si deve vederti per poterti aiutare?” Lei: “Dai qualche cosa ai poveri, se essi non ti stendono la mano”? Io: “Sei vissuta qui?” Lei: “No, ma qui ho peccato!” Lei ha in sèqualche cosa di tanto profondamente triste che non ho mai visto sinora in nessun altro.

Di nuovo udita la musica dopo lungo tempo.

17 Marzo. Venne Ermengarda piangendo. Io le porsi il mio crocifisso dei morenti e lei lo baciò, non si riusciva a consolarla. Io: “Ma soffri così tanto?” Lei: “Ma guardami!” Sembrava cosparsa di fuoco, ma se ne andò subito. Verso mattina tornò. Io: “Perché devi tanto soffrire?” Lei: “Per i peccati di lingua, ho creato divisioni, discordie…” Non riuscii a capire il resto. Io: “Ti posso aiutare davvero?” Lei: “Si”‘. Io: “Ma dimmi, non ci sono più persone che possono aiutarti?” Lei: “Esse passano oltre”. Io: “Come hai fatto a trovarmi?” Lei: “Ho visto altre venire da te”. Allora mi si accostò guardandomi con occhi assetati! Mi sentii così impotente, lei disparve. Io non so proprio che cosa posso fare ancora per lei, perchè al momento anche i vivi esigono molto da me, e io posso dare così poco.

19 Marzo. Ho incontrato Ermengarda quattro volte durante il giorno. Dal 20 al 27 marzo ho avuto l’influenza. Non visto né sentito il minimo rumore. Vacanze!

28 Marzo. Ebbi la sensazione che c’era qualche cosa in camera, ma non vidi niente. Io: “Ermengarda sei tu?” Lei: “Si”. Io: “Dove sei stata tutto questo tempo?” Lei: “Vicino a te”. Io: “Perché non ti ho potuto vedere?” Lei: “Non potevi dar niente”. Io: “Ho pensato troppo a me stessa?” Lei: “Si”. Poi la vidi di nuovo. Che cosa straordinaria, è vero, ero tanto sfinita, che non pensai affatto altro che questo: “Voglio starmene in pace”.

29 Marzo. Lei si sedette sul mio letto. Niente da temere. Abbiamo pregato molto.

30 Marzo. Lei rimase con me parecchio durante il giorno, le ho domandato tante cose ma non mi ha dato risposta.

31 Marzo. Stava di nuovo tutta piangente vicino a me. Io: “Che cosa si può fare per aiutarti una buona volta?” Lei: “Con l’amore”. Io: “Ma io ho questo per te?” Lei: “Non abbastanza”. Poi ho pregato a lungo con lei. Non capisco bene come posso aver maggior amore per lei. Io do ciò che posso.

1, 2, 3 Aprile. Di nuovo ammalata, di nuovo nessuno.

4 Aprile. La vidi quasi tutto il giorno in tutte le stanze, corridoio e sulle scale.

5 Aprile. Venne verso il mio letto con le braccia aperte. Le diedi le mie mani e le dissi: “Quanto spesso verrai ancora da me?” Lei: “Dammi di più”. Io: “Che cosa?” Lei: “La S. Comunione” Poi disparve. Anche questo è strano perchè io feci sempre la S. Comunione per mia nipote ammalata.

7 Aprile. Durante il giorno mi ha veramente perseguitata. Era sempre lì all’improvviso e in ogni momento.

8 Aprile. Venne di notte. Si gettò sul mio letto e mi abbracciò. La cosa non mi fa paura con lei e non me lo so spiegare; lei però strappa più energie, che non gli altri. Potrebbe però anche darsi che io sia più stanca per l’assistenza che dò ai malati.

9 Aprile. Lei rimase con me tre ore. Le dissi: “Adesso ti dò quello che vuoi, no?” Lei: “Si”. Io: “Va meglio adesso?” Allora passò sul suo volto come un raggio di gioia e fece un cenno. Io: “Ma dimmi sono della tua discendenza? (I Monfort appaiono nel mio albero genealogico). Lei: “Si” Io: “Allora è per questo che sei venuta da me?” Lei: “No”. Io: “Come hai fatto a sapere che io sono della tua discendenza”. Lei: “Il sangue!” E ‘una cosa del tutto particolare come io arrivai a chiederle questa cosa, perché essa era così totalmente diversa dagli altri.

11 Aprile. L’ho vista a lungo; durante la notte ebbi pace.

12 Aprile. Lei venne di nuovo come volando nella mia stanza. Io: ‘Posso pregare con te?’ Lei: “Si”. Dopo aver pregato a lungo con lei, mi sussurrò qualche cosa, che purtroppo non potei capire! Sembrava parlasse in latino e suona come “ex usuris” ma non posso dirlo con assoluta certezza. Poichè fu un lungo mormorio, potrebbe esser stato un versetto di un salmo.

Nota. “Ex usuris” in italiano: “egli liberò le loro anime dall’usura e dall’ingiustizia…” così dice il salmo, 71 versetto 14.

 

13 Aprile. Lei arrivò in cappella mentre stavo mettendo in ordine i rami di palma. Io gliene porsi uno al ché lei sorrise.

 

Ermengarda aiuta a pregare.

15 Aprile. Mia nipote stava molto male quando qualcuno mi svegliò di notte. Ermengarda mi seguì. Io: “Puoi aiutarmi a pregare?” Lei: “Si!” Sai se la bambina vivrà.,, Lei: “No!” Io: “Allora prega che almeno possa ricevere il Battesimo”. Lei accenna di si.

16 Aprile. Ermengarda rimase continuamente in camera intorno a me. La bambina fu battezzata e quando morì lei ne fu tanto contenta. Come sia difficile in simili momenti, stare con la gente non è possibile dirlo. Ci vuole la massima forza di volontà, per non farsi notare. Con ciò non voglio assolutamente vantarmi. E’ un dono del Signore anche questo.

17 Aprile. Mentre stavo preparando la bambina per la sepoltura, lei venne di nuovo e mi guardò, come una persona viva. Io: “Quando sarai là dove è quest’anima?” Lei non rispose, mi venne vicino e mi baciò, se si può dire così. Una pressione e un panno freddo sul volto.

19 Aprile. Lei fu qui quasi tutta la notte. Ora posso vedere anche al buio, però cerco di accendere la luce prima.

21 Aprile. L’ho vista quattro volte.

22 Aprile. Rimase qui a lungo. Ha recitato con me il Padre Nostro.

23 Aprile. Quasi tutta la notte accanto a me. Io: “Quando sei vissuta?” Lei: “Passato”. Io: “Dove sei sepolta?” Lei: “In Tettnang”.(24)

Nota. Il vecchio castello in Téttnang, oggi Municipio, apparteneva ai conti Montfort. L”ultimo Montfort in Tettnang morì senza lasciare eredi nel 1780. Tettnang sorge a nordest del Lago di Costanza.

 

25 Aprile. Mi sembrò che ci fosse una seconda figura nella mia stanza. Lo chiesi poi a Ermengarda, senza ricevere risposta.

26 Aprile. Lei sembra più contenta. Non c’è dubbio c’era ancora qualche cosa in camera; forse era una figura maschile.

27 Aprile. Ermengarda aveva un espressione di felicità, e mi disse chiaramente: “Usque ad Domum Dei”. (Fino alla Casa di Dio) Io: “Sei libera ora?” Lei mi sorrise, mi venne incontro a braccia aperte e disparve.

29 Aprile. La figura è stata a lungo da me. E’ un uomo dalla barba bionda, si vede bene solo la testa. E’ molto agitato, ma finora non molto da temere.

30 Aprile. Mi svegliai con un senso di angoscia, ma non potei veder niente. Poi fui investita da un uragano. Pensai che fossero aperte porte e finestre, ma non era così. Finalmente vidi la figura correre di qua e di là. Quando incominciai a pregare si avvicinò al mio letto.

3 Maggio. Dopo tanto tempo di nuovo gli Undici. L’uomo visto a Sch…forse è rimasto lì.

4 Maggio. La musica di nuovo alla parete accanto al mio letto. Per trovarne l’origine, mi sono alzata e sono uscita fuori. I suoni mi risuonavano intorno; è bello ma inspiegabile.

La sensazione di cui spesso ho scritto, che mi sembra ravvicinanza di Dio ora è talmente grande, che a questo punto ne devo parlare. Diventa per me sempre più impossibile descriverla, ma è ora diversa da prima. Poichè io vedo, che tutto diventa luminoso intorno a me, come stessi davanti a un fuoco aperto. Poi qualche cosa sembra imprigionare tutta la mia capacità di pensare. Viene del tutto eliminato ciò che è umano e la mia anima gusta l’indescrivibile. Quando devo nuovamente tornare fra le persone, è come svegliarsi da un bellissimo sogno, con la sola differenza che qualche cosa rimane dentro di me, che mi permette di vivere l’Indescrivibile. E’ come se crescesse dentro di me qualche cosa. Prima questo sentire veniva per qualche minuto, poi tutto ritornava in me come prima; ora invece rimane in me un “Contatto” o un desiderio, non so io stessa coree chiamarlo. Spesso mi penso: “E’ mai possibile che io possa vivere una cosa così? Poi rei domando se forse è una immaginazione, ma dopo aver pensato di tutto, devo pur sempre riconoscere la realtà del fatto. Ritengo pure assolutamente escluso che qualcuno possa immaginarsi una cosa come questa”. Ho visto di nuovo il Cavaliere in Chiesa davanti alla S. Croce.

 

Appare il consigliere demaniale Fridolino Weiss.

(Questo Signore fu per lunghi anni amministratore al Castello di Waal).

5 Maggio. Ora è qui l’uomo di Sch….; ho paura che diventi difficile è molto agitato e feroce.

6 Maggio. L’uomo quasi tutta la notte, è molto ostile (ripugnante, arruffato). La preghiera è una cosa indifferente per lui.

7 Maggio. Quando la sera rientrai in camera, l’uomo stava disteso sul pavimento. Una cosa penosa e difficile che uscii di nuovo. Ma non giovò a nulla, allora ripresi coraggio e rientrai. Gli diedi dell’acqua santa e mi inginocchiai vicino a lui, egli piagnucolava in modo sconvolgente. Credo di conoscerlo, ma non sono del tutto sicura.

8 Maggio. Molto duro; l’uomo rimase qui quasi tutta la notte ed è sempre molto agitato. Come sono sciocca, pur sapendo che non mi succede niente, aver sempre questa paura e ripugnanza.

9 Maggio. Entrò in camera prima di me, io ho incominciato a pregare, allora mi venne vicino. Sono quasi sicura, che egli è il Consigliere Fr. W…, ha un aspetto orrendo, come fosse rivestito di una massa attaccaticcia. Non reagisce affatto. Ho sentito la musica.

10 Maggio. L’uomo è molto seccante, continua a uscirgli di bocca quel gemito. Venne 4 volte durante la notte. Ho rivisto gli Undici.

11 Maggio. Mentre la sera alla finestra aperta stavo guardando le stelle, l’uomo venne come il volo verso di me attraverso l’aria. Una sensazione veramente spaventosa. Sono talmente spaventata quale da tempo non lo ero più, non fui capace di restare in camera mia e mi sedetti sul corridoio. Non mi segui. Quando mi fui di nuovo un po’ riavuta tornai dentro e lo trovai che mi aspettava. Ho fatto con lui la funzione di Maggio, egli stava in piedi immediatamente dietro le mie spalle. Rimase per poco e poi disparve, per ritornare come inferocito. Fu una cosa molto dura. Egli è il Consigliere Demaniale.

12 Maggio. Ho visto gli Undici ed ho incontrato sulle scale la cameriera di mia nonna.

Il Consigliere Demaniale fu qui due volte, egli si curvò su di me; è ripugnante, il volto pieno di buchi, senza occhi ma la barba rosso fuoco. Finora nessuna apparizione aveva così impresse le impronte di un teschio.

13 Maggio. Ho visto di nuovo la cameriera. W…qui a lungo. Un po’ più calmo; sembra contento di ricevere l’acqua santa. Udita la musica.

14 Maggio. Sempre la stessa cosa con W…., molto selvaggio e ripugnante. Ho udito la meravigliosa musica. Poichè io sono una persona che non se ne intende di musica non riesco a descriverla, comunque mi riempie di gioia.

15 Maggio. Ho visto un mucchio di cose; tre volte W…., 5 volte la cameriera, due volte gli Undici; ma niente di grave.

16 Maggio. W…. singhiozzante durante il giorno. Alla luce del giorno ha un aspetto ancora più pauroso. Io cerco di vedere se riesco a farlo parlare. Mentre pregavo stette un po’ più tranquillo.

17 Maggio. W…. sulla scala e anche nella stanza da fumo e insieme con l……e il bambino, faceva paura. Poi fu da me anche di notte.

18 Maggio. Egli si gettò su di me e mi prese per il collo. Io glielo impedii ed egli cadde sul pavimento. Rimase così a lungo; io avevo molta paura, perchè le sue occhiaie sembravano come di fuoco. Poi di colpo saltò in piedi e tentò di nuovo di lanciarsi su di me. Io gli tenni davanti la reliquia di S. Croce e non lo vidi più. Ho sentita la musica. Ho visto in Chiesa il Cavaliere.

19 Maggio. Una cosa tremenda, ho avuto un terrore agghiacciante. W….. si slanciò contro di me. Fu come con Enrico, ma non perdetti conoscenza, benchè forse sarebbe stato meglio per me. La cosa non è da descriversi, non vorrei mai più subire questo, cioè se proprio Dio lo vuole, allora si. W….., rimase ancora un pezzo dopo, ho pregato molto, ma sembra non ascolti.

20 Maggio. Molto bello, niente W….. solo la musica e un buon sonno.

 

Viene il Dottor G……

21 Maggio. Una notte molto agitata. W…… rimase qui quasi sempre. Egli volle parlare ma non riesce; sembra comunque che capisca ciò che dico.

Sulla strada che porta al castello incontrato il dottor G……., che ebbe un colpo a 80 anni durante la caccia, alla stazione. Lo riconobbi subito. Egli mi venne incontro e mi porse la mano, sembrava proprio naturale come un uomo. Non potei far niente con lui, perchè purtroppo non ero sola. Egli camminò a lungo accanto a me. Un’altra volta ancora molto difficile, essere divisa. Speravo di rivederlo al ritorno, e perciò rimasi alquanto indietro, ma purtroppo non venne più. Invece quando arrivai a casa fui accolta dagli Undici.

22 Maggio. Musica. Dopo venne W….. sempre uguale ma non difficile.

Finalmente W……. parla. Io: “Sei Fr. W….. ?” Lui: “Si’. Io: “Soffri molto?” Lui: “Si”. Io: “In che modo posso aiutarti?” Lui: “Sacrificio!” Io: “E di che cosa?” Lui: “Te stessa”. Io: “Lo faccio pure”. Lui: “Non abbastanza!” Io: “Che cosa devo fare ancora?” Lui: “Devi staccarti!” Io: “Non puoi pretendere troppo da me, sono ancora tanto debole e non sto bene. Va da persone migliori!” Allora venne verso di me, poggiò la sua mano sul mio braccio e disparve. Lo so, sono attaccata ancora a molto. Avrò la forza di sopportare tutto? Per intanto non ancora, se voglio essere giusta. Mi riesce molto spassoso vedere così adesso il cerimonioso Consigliere Demaniale W……, per es. specialmente quando mi fa del male. Me lo ricordo ancora troppo umanamente.

24 Maggio. Egli venne, due volte; nemmeno una parola!

25 Maggio. Nella mia stanza ci fu un frastuono orrendo, strepitio e gemiti. Non potei vedere nulla. Io: “Chi è là?” Risposta “Molti”. Io: “E’ la voce di Fridolino?” Lui: “Si!” “Perchè non ti posso vedere?” Lui: “Perchè sei ammalta (ed era vero)”. Io: “Chi porti ancora con te?” Lui: “Non li conosco”. Io: “Dimmi perché non posso vedere quando sono ammalata?” Lui: “La capacità soffre insieme”. Io: “Potresti aiutarmi?” Lui: “No”. Io: “Come fai a vedere che soffro?” Lui: “Non attiri!” Io: “E allora perchè siete ancora qui?” Lui: “E’ la nostra strada”. Il frastuono intorno a me durò ancora a lungo ma non ottenni più alcuna risposta. Ebbi ancora per un pezzo l’impressione di non essere sola, cosa molto penosa. Sono molto mal soddisfatta di me stessa perchè penso troppo a me, sono scoraggiata e tanto stanca.

 

“Sono vissuto inutilmente”

27 Maggio. La cosa incomincia a diventare quasi insopportabile. Oltre W…… c’erano ancora nebbia in camera e un gemere che strappava il cuore. Io: “Sopportate pure il vostro castigo, perchè tormentate me, non voglio più sentirvi.” Lui: “Dov’è la tua misericordia!” Poi sparì. Rimase tuttavia quel gemere. Ora mi rimorde la coscienza perchè ero stata dura.

28 e 29 Maggio. Niente. Forse è finito a causa della mia cattiveria.

30 Maggio. W… triste, cosa che mi ha spinto a dirgli, che voglio continuare ad aiutarlo. Allora venne vicino, mi strinse il collo tanto forte che credetti di soffocare. Fu spaventoso. Io: “Perchè fai questo mentre io voglio aiutarti?” Lui: “Voglio costringerti”. Io: “Non voglio e non mi lascio costringere in questa maniera, assolutamente no.” Allora venne di nuovo contro di me con espressione cattiva, sicchè non so più ciò che accade.. Quando ritornai in me non c’era più. Ho udito la musica.

31 Maggio. Ho visto il Cavaliere: W….fu qui durante il giorno e ho un gran terrore di lui. C’è ancora qualche cosa nella stanza che riesco a vedere. Ma deve sempre andare avanti così?

1 Giugno. W…… fu qui. Dimmi: “E’ volere di Dio che tu venga da me?” Lui: “Noi possiamo”. Io: “Ma perchè mi tormenti, è già un tormento abbastanza grande il vederti!” Lui: “Perchè in me c’è l’invidia”. Io: “Perchè sei invidioso di me? Tu non puoi più dannarti, ma io si!” Lui: “Io non ho mai tenuto a freno la mia sensualità e sono vissuto inutilmente”. Io: “Come hai potuto essere salvato?” Lui: “Per mezzo del sacerdote”. Io: “Di che cosa puoi essere ancora invidioso, adesso non puoi più peccare!” Lui: “Il male (la cattiveria) è ancora dentro di me”. Allora lo vidi così odioso come non mai. Egli ritornò ancora 4 volte.

2, 3, 4 e 5 Giugno. Egli venne ogni notte in condizioni tremende e tremendamente ripugnante, fu una cosa molto penosa. Inoltre sentii ancora molte altre persone dalla nuvola e anche un piagnucolio lontano. Ho incontrato sulla scala la vecchia cameriera.

6 Giugno. Ho visto il cavaliere in Chiesa sempre uguale devoto e immobile. W….. a lungo qui, alquanto incomodo, troppo vicino e non mi diede alcuna risposta. Io mi sento di nuovo un po’ più consolata, io penso che il Buon Dio mi manda questa cosa perchè esercito troppo pochi atti di carità su questo mondo. Ora io non sono più capace di sopportare come prima, alla mattina sono così stanca e così quanto perdo!

9 Giugno. Non ho niente di particolare da dire …. W….. viene silenzioso ogni notte, ma è diventato molto inquieto. Il rumore solo un pochino.

 

La vecchia stracciaiola.

11 Giugno. Oltre W…. è venuta anche una orribile figura di donna un vero “Monstrum”. Ho paura.

14 Giugno. Visti due figure di uomini nel primo banco dell’altare della cripta; mi si presentarono così naturali, che mi inginocchiai nel banco dietro di loro per vedere chi era. Solo allora mi accorsi che cosa era. Indossano lunghi abiti neri, sono di un altro secolo. Io diedi loro dell’acqua santa dalla grossa pila, erano spariti.

Sentita la musica: W…… qui per poco tempo.

16 Giugno. Di nuovo la mostruosa donna, mi sembra di conoscerla, però non posso ancora affermarlo con certezza; solo che è sommamente antipatica.

Ho visto in Chiesa il Cavaliere.

17 Giugno. La donna qui per un pezzo, l’ho riconosciuta. E’ una vecchia stracciaiola. Si chiama Blochem Nandl. Era il terrore della mia infanzia, ed era temuta da tutti. Credo sia morta verso il 1893 circa.

18 Giugno. W…pare non venga più. La Nandl però fu ancora molto difficile Ho di nuovo sentito la musica.

19 Giugno. Corpus Domini, potei vivere qualche cosa di bello. Salii sul monte, proprio quando veniva data la Benedizione col Santissimo all’ospedale. Allora vidi gli Undici che si prostarono per terra (come avevano fatto una volta a Natale). Fu una cosa tanto commovente che dovetti piangere. Che abbiano visto l’Incredibile?

Nota. Quanto soffrirebbe oggi la Principessa che visse tutta per la S. Messa e della S. Comunione e fu tanto contenta dell’Adorazione degli Undici, oggi dove il Misterium Fidei, lo stesso mistero della Fede è negato o messo in dubbio da molti sacerdoti e Religiosi e Teologi.

 

Chi saranno questi Undici che assomigliano ancora a colonne di nebbia. Quando splende il sole essi sono straordinari.

20 Giugno. Proprio mentre stavo per flagellarmi per W…. egli fu accanto a me con espressione gioiosa e mi disse: “Mi hai liberato!” Risposi: “Non io, ma la Misericordia di Dio!” Lui: “Per mezzo tuo!” Io: “Adesso dove vai?” Lui: “In una sfera superiore”. Io: “Ma dimmi quando potrò fare in modo che le povere anime non vengano più?” Lui: “Sii generosa!” Poi se ne andò lasciandomi come avvolta in una nube di luce. Presto dopo venne la Nandl, ma io ero così contenta che questa volta non ci badai. Di nuovo musica.

21 Giugno. Ho visto il Cavaliere in Chiesa Nandl molto difficile, addirittura ostile.

22 Giugno. Tanto frastuono in camera che fui sconvolta da mille paure.

23 Giugno. Ho visto la Nandl quattro volte durante il giorno, i suoi occhi sono spaventosi diventerà sempre più difficile.

Dal 23 giugno fino al 14 luglio. Sempre la stessa cosa, troppo difficile da viverla, troppo noioso da scriverlo. Blochem Nandl ora ha parlato. Io: “Come posso aiutarti?” Lei: “Guarda che cosa mi manca!” Lei mi venne molto vicina e così vidi sul suo volto l’espressione di una tale tristezza quale non vidi mai sinora. “Hai nostalgia di Dio?” Lei: “Sì!” Io: “Devi stare ancora a lungo senza vederlo?” Lei: “Non sono ancora pura”. Io: “Posso aiutarti a diventare pura?” Lei: “Donami il Sacramento!” Io: “Devo offrire per te la S. Comunione?” Lei: “Si” Io: “Quante volte?” Lei: “Sette!” Io: “Perché proprio Sette?” Lei: “Tante volte indegnamente!” Poi ha preso a piangere in una maniera impossibile ad una persona. Era come uno scorrere nel dolore. Non potei fare altro, la abbracciai. Quando mi guardò dopo, tutta la cattiveria, il male, l’orrore era sparito, per ritornare però il giorno dopo in maniera anche più grande, tanto che credetti di non riuscire più a guardarla. Nemmeno L….nel tempo peggiore ha avuto una espressione così ripugnante. Poiché umanamente parlando o secondo il nostro modo di pensare umano, una cosa simile non esiste, non la posso nemmeno descrivere. Finora sono sempre stata tranquilla e in pace quando avevo male, ora questo sembra passato ormai. Se voglio essere sincera devo dire quasi non ne posso più, tanto sono diventata povera e miserevole nella mia fiducia in Dio.

18 Luglio. Fu eccezionalmente difficile. Le chiesi: “Perché mi tormenti tanto, io voglio pur fare quello che tu vuoi da me”. Lei: “Tu preferisci dormire!” Nel contempo mi diede un tal colpo che quasi svenni dalla paura. Ma lei ha avuto ragione, perchè io ero tanto “giù” da non riuscire più a vincermi.

19 Luglio. Lei stava seduta sul mio letto quando venni per andare a dormire. Qualche cosa mi stringeva da tutte le parti, ero come immobilizzata, ma non potevo veder niente. La cosa durò alcuni minuti. Vuol dire che ci sta qualche cosa ancora accanto a me. Finalmente verso mattina potei coricarmi.

20 Luglio. Tanto frastuono che non potevo nemmeno pensare di dormire. Blochem Nandl è di nuovo diventata muta. I suoi occhi sono molto impressionanti; è come se ne uscisse una forza, che ti costringa a guardarla. Ho anche l’impressione che mi vengano portate via le forze. In nessuna apparizione io ho provato una cosa simile. Dal 27 Luglio non ho più visto Blochem Nandl. Un sollievo. Ce ne sono troppi attorno a me. Riconoscibili sette figure, ma sconosciute. Esse si stringono vicino a me e sento le loro mani orrende che mi palpano, cosa la più spaventosa e impossibile per me. Mentre sto scrivendo ora, qualche cosa si è gettata sulla mia schiena; era una figura di donna.

Sento di non essere sola. Qualche cosa mi preoccupa, trascuro la mia anima, più nessuno sforzo per la virtù, non posso più far niente per me, non ho fatto molto, ma almeno mi sono sforzata.

4 Agosto. Una notte spaventosa. Non ho visto niente, ma sensazioni e sentite robe a non finire. Ho ricevuto anche molte botte, non mi potevo in nessun modo difendere ed avevo tanta paura. In fin dei fini non potrebbero essere stati degli spiriti malvagì?

6 Agosto. Tenevo in mano una certa mia chiave della porta, quando volli entrare nella mia stanza. Finalmente riuscii ad aprire, c’era una fitta nebbia dentro e sentii gemere. Ho asperso con tanta acqua santa, poi la cosa andò un po’ meglio. Vidi dopo quattro figure svincolarsi dalla nebbia e poi di nuovo immergervisi dentro. Ho visto quattro volte Barbara su al terzo piano, sembra molto contenta ed ha sorriso. Non essendo sola non potei parlarle.

7 Agosto. Le sette figure si potevano riconoscere molto chiaramente; rimasero con me dalle 10 fino all’una. Non mi hanno tormentato, ma la quantità diventa tuttavia opprimente. Per consolarmi ho sentito la musica. Fu molto strano osservare che durante un temporale i lampi li vedevo splendere attraverso quelle figure; era però una cosa che incuteva un grande terrore, tanto che ho preferito accendere cosa luce.

9 Agosto. Mi accadde una cosa spaventosa. Dormivo e mi svegliai con un rumore, accesi la luce ed ecco piegato su di me qualche cosa di infinitamente ripugnante, che al solo pensarci mi sento ancora piena di terrore. Era una testa gigantesca, con occhi così penetrantì, quali non ce ne sono, oppure forse tutta la faccia era occhio. Tutto mi fissava in esso. Io: “Vattene via, che cosa cerchi da me?” Lui: “La pace”. Io: “Io non te la posso dare”. Lui: “Tu devi!” Io: “Cosa mi può costringere?” Lui: “Tu devi amare il tuo prossimo che te stessa!” Io: “E se non ho la forza?” Lui: “Allora prega!” Poi se ne andò.

Che tali parole possano provenire da una cosa così mostruosa! Adesso voglio di nuovo, poichè deve essere. Come mi educano gli spiriti! Adesso mi metto a raccontare una cosa, che mi si presentò come un saluto da parte del Buon Dio. Forse è da ridere. Ma mi ha reso felice.

Ero molto avvilita, tutto mi spaventava e mi tornava continuamente il pensiero, se era veramente volere di Dio, che io dovessi subire queste cose. Allora mi misi a pregare che il Buon Dio mi volesse dare un piccolo segno, come mi aveva dato altre volte. Mi trovavo in giardino, ed ecco una rondine cadde di colpo sulla strada. Io la raccolsi, la accarezzai ed essa se ne volò via di nuovo. Per me fu un segno, non volli più lamentarmi.

10 Agosto. Quella testa fu di nuovo qui, adesso ha pure un corpo. Domando: “Chi sei?” Lui: “Wolfango”. Io: “Come mai puoi già parlare?” Lui: “E’ da molto tempo che io sono vicino a te”. Io: “E perchè non ti ho visto?” Lui: “Gli altri avevano preso la tua capacità”. Io: “Mi vuoi aiutare”. Lui: “Si”. Io: “Allora dimmi ciò che in me c’è di peggio”. Lui: “Tu sei divisa”. Io: “Che cosa vuoi dire?” Lui: “Corpo anima”. Io: “Lo so, devo essere solo anima ma non lo posso ancora. E che ci vedi d’altro?” Lui: “La superbia!” Poi disparve. Fu una bella cosa, ora voglio un po’ incomodare gli spiriti per conto mio.

Ho sentito la musica, ho visto il cavaliere. In Chiesa qualche cosa mi ha scrollato le spalle.

Dal 16 Agosto, ho ignorato le mie visite, perchè qualcuno mi aveva dato questo consiglio. Quali tormenti furono legati a ciò, non occorre che lo descriva tanto. Basti sapere, che ogni notte vengono Wolfango e sette figure. E’ molto più facile occuparsi di loro. Si prova un po’ meno quanto i nervi siano ipertesi e quanta forza ci viene portata via.

 

Mantenuta la sua promessa.

Il 24 Agosto venne durante il giorno Alfredo S….., mi venne sorridente incontro e tese le mani. Io: “Alfredo, sei proprio tu?” Lui: “La mia promessa!” Io: “Dove sei?” Lui: “Nella visione!” Poi mi fece un cenno di saluto e disparve. (27)

Nota. In proposito il parroco Sebastiano Wieser scrive: “Alfredo così S…. fu una personalità molto altolocata. Questa apparizione è una dimostrazione ed una conferma contro coloro che dicono: non è possibile che i morti tornino indietro”.

 

La cosa mi ha fatto molto piacere, ma mi ha anche molto impressionato perché lo scorso anno, su per giù in questo tempo, mentre parlavamo di queste cose, mi ha promesso sorridendo di venire, se gli era possibile. Era in tutto come da vivo. Io avrei dovuto oppormi ad una cosa del genere ma con gli altri finora, 11 settembre, non ho più parlato.

Quando venne Wolfango gli dissi: ” Perchè continui a venire?” Io non ho badato a te per niente, affinchè tu mi lasci in pace”. Lui: “Tu sei stata senza Misericordia”. Io: “Che cosa vuoi?” Lui: “Una S. Messa”. Io: “Dove sei sepolto?” Lui: “Ad Augusta”. Io: “Come hai fatto a trovarmi?” Lui: “Basta che tu preghi”. E disparve. Le sette figure sono ancora in uno stato molto triste. Solo che il loro gemere è intollerabile.

Ho visto il Cavaliere in Chiesa alla sera. Poichè ero sola mi avvicinai per chiedergli se aveva qualche cosa a che fare con la reliquia della S. Croce. Lui non mi diede alcuna risposta e continuò intanto a pregare. Egli ha uno sguardo meravigliosamente bello ed è del tutto diverso dagli altri.

17 Setterrebre. Una notte molto difficile, prima delle sette ombre, poi Wolfango poi venne qualche cosa, di cui non so rendermi ragione. Era come una nuvola che giaceva sul mio letto e si piegava sempre di più, una sensazione veramente spaventosa, un incubo nel peggior senso della parola. Si fece così fitto intorno a me, che non vedevo più la mia luce. Poi sentii come “tormentum malit…” qualche cosa di simile.

Nota. Probabilmente deve essere stato “Tormentum Malitiae eguale a tormento oppure dolore a causa della cattiveria.

 

Era l’ultima parola ma più lunga. Io sparsi molta acqua santa e finalmente divenne di nuovo tutto chiaro intorno a me. Però fu una cosa tanto paurosa e difficile.

Da quattordici giorni niente di nuovo. La nube che era intollerabile, si è trasformata in una figura. Sembra sia una donna, niente da temere perchè è tranquilla e contenta, quando mi metto a pregare.

Adesso sento di nuovo molto spesso la musica alla parete.

9 Ottobre. Al castello in D…., ho visto una vecchia signora, camminò parecchio accanto a me.

11 Ottobre. Ho visto una cosa molto strana. Stavo in giardino ed ecco venirmi incontro una cosa molto bella, colori e luci che non posso esprimere, sentivo anche la musica. Quanto essa era bella agli occhi, così l’anima mia sentì qualche cosa mai accaduta. Posso farmii mille domande in tutti i sensi, non posso dire che cosa era, ma vorrei riviverla ancora. Fu come un attingere di forze, ed io ne ho tanto bisogno e ne sono tanto felice.

14 Ottobre. Svegliata da un rumore fastidioso. Il mio letto era spinto di qua e di là, una sensazione terribile; non potei veder nulla. La cosa durò una mezz’ora poi tutto spari. II mio letto era inclinato. Più tardi venne una figura di donna.

17 Ottobre. Rivissuta di nuovo quella bella cosa nella mia stanza, quindi non può provenire dalle luci dell’autunno. Mi trovavo come in una sfera di luce di una infinita bellezza di colori alla vista, e una indescrivibile gioia nell’anima, un salire, un qualche cosa di e celestiale. Ciò che scrivo mi sembra tanto strano, eppure lo devo scrivere perchè è cosa inspiegabile, ciò che mi è permesso di sentire.

19 Ottobre. La figura di donna a lungo con me, ha un volto giovanile quale non vidi mai finora. Ho fatto un nuovo tentativo, ho recitato il S. Rosario e le ho messo in mano una corona che avevo con me ed essa la tenne durante la preghiera. Quando se ne andò la corona era sul pavimento. Mi sembra che in lei cambi la statura. Quando viene lei è piccola, quando se ne va è alta come la porta. E’ un tipo nuovo, per niente da temere, mi è molto cara.

20 Ottobre. Di nuovo lo sbattere del letto, poi la donna.

21 Ottobre. La donna parla, si chiama Eva, non si potè ricavare altro da lei. Ha mosso ancora a lungo le labbra ma non si poteva capire.

29 Ottobre. Eva a lungo qui. Le domandai: “Perchè vieni? Posso aiutarti?” Eva: “Tu mi hai già aiutata”. Io: In che modo? Non ho fatto proprio niente per te” Eva: “Io sono l’anima abbandonata per la quale tu … (non ho capito altro). Io: “Sei l’anima per la quale io ho pregato già quando ero piccola?” Eva: “Si”. Io: “Perchè non ti sei mostrata prima?” Eva: “Non ero libera”. Io: “Che cosa hai fatto di male?” Allora lei mi ha sussurato qualche cosa, impossibile capire, mi ha sorriso ed è sparita.

30 Ottobre. Dopo il nostro anniversario vidi il nonno nel nostro Oratorio. Aveva una espressione molto contenta e mi sorrideva. I suoi capelli bianchi splendevano, purtroppo non potei parlare con lui, perchè non ero sola. Ne fui comunque felicissima. Rivedere qualcuno che è caro tocca il modo particolare. Senza dubbio egli volle mostrarmi che dopo quella S. Messa era liberato.

1 Novembre. Ho visto tante cose. Troppe: Gli Undici, il Cavaliere e i due uomini nel banco davanti all’altare della cripta. Nel giorno dei morti non ho visto niente. Dall’apparizione di Ermengarda in Sch…. posso dedurre che lei è veramente esistita. Era la sorella della contessa von Geroldseck, nata a Montfort, è vissuta nel 1642, il suo castello era nelle vicinanze di Spremberg, è sepolta nel Monastero di Wittich.

Nota. E’ evidente si tratti del Monastero delle Clarisse, che c’era una volta a Wittichen, nella Selva Nera, che era stato fondato da S. Luitgarda von Wittichen. La Santa del Grembo di Maria, 1976 Casa Editrice Cristiana, Stein am Rhein.

 

11 Novembre. E’ sempre tutto inquieto intorno a me. Eva non viene più. Delle figure si muovono intorno a me con sospiri e qualche volta gridano. Non riesco ancora a riconoscerle.

 

Anche a Monaco nessuna tregua!

16 Dicembre. Anche le tre settimane passate a Monaco furono senza pace. Gìà il secondo giorno vidi venirmi incontro una figura di donna, con mani aggressive, deformate dal dolore. Essa continuo poi a venire tutte le notti tanto da essere quasi insopportabile. Deve essere stata una domestica, perchè portava un grembiule e vestiva dimessamente. Potè poi finalmente parlare. Si chiama Anna, ed ha molto calunniato. Alla domanda per quanto tempo ancora dovrò; andare in giro, rispose: “Tre volte Avvento”. A Monaco vidi pure una cosa molto interessante. Mi trovavo nella casa del celebre pittore Francesco von Lenbachpresso conoscenti.

Nota. Francesco von Lenbach fu uno dei più celebri ritrattisti del suo tempo. Fu amico di Bócklin e di Bismark, di cui egli fece circa 80 ritratti commemorativi. Morì nel 1904.

 

Mentre si stava mangiando, questi apparve improvvisamente di fronte a me, orrendo, come una bestia, ma perfettamente riconoscibile. Io lo conobbi molto bene quando era vivo. Io mi spaventai talmente che gli altri se ne accorsero e mi chiesero se non mi sentivo bene. Non guardai più ma sentivo la sua presenza. Alla fine del pranzo, lo vedevo ancora. Non lo vidi invece più negli altri locali.

Anna viene ora anche a Waal. Io: “Come vieni anche qui?” Lei: “Ti sono sempre vicina”. Io: “Ma io non ti vedo sempre”. Lei: “Tu non lo puoi sopportare”. Io: “Perchè no?” Anna: “La tua anima non è ancora libera”.

22 Dicembre. Lei fu qui quasi tutta la notte ed anche altri. Io le dissi: “Ora l’Avvento è quasi finito, dopo non vieni più?” Lei: “Tu pensi in maniera umana.” Io: “Non posso fare diversamente, finchè sono in vita”. Anna: “Tu puoi liberarti”. Poi disparve.

24 Dicembre. Essa tornò. Io: “Dimmi, come posso liberarmi?” Lei: “Se tu segui quello che ti attira”. Io mi spaventai perchè non lo voglio sapere, almeno non da lei, credo comunque di capire che la cosa abbia a che fare con il meraviglioso sentire, che ora mi assorbe tanto che mi sento come staccata da me stessa, in un altro mondo. Potei osservare, che quando viene quella sensazione, il mio corpo perde la possibilità di muoversi. Ho provato a sprangare la porta, quando sentii che si avvicinava quel sentimento, ma non ne fui più capace e dopo venne la Luce ed io ero indifferente a tutto. Solo gustare fino in fondo!

 

Padre O….., mio anziano maestro di religione.

27 Dicembre. Adesso viene da me ma P. O…… in una condizione molto triste. Egli fu… e per parecchio tempo mio insegnante di religione. Ancora non può parlare. La sua tristezza mi tocca moltissimo, perchè io gli ho voluto tanto bene. Ora si vedono quasi sempre gli Undici, quando passo sotto il monte. Essi diventano più piccoli. Ora sono quasi come bambini.

30 Dicembre. Una notte terribile. La mia camera era piena di figure, ma nessuna riconoscibile. Per la prima volta mi sentii avvolta in un pessimo odore. Esse si gettarono sul mio letto, ne potei contare sette, ma erano parecchie di più. Si continua ad entrare e uscire dalla finestra. Io sono piuttosto timida, e se la cosa va avanti così, io non ne posso più dalla stanchezza.

5 Gennaio 1925. E’ qui la Z…. essa fa una profonda e triste impressione. Mentre prego, mi viene molto vicina, e così mi mostra la sua soddisfazione, essa mi accarezza anche, cosa che io non vorrei proprio.

7 Gennaio. Adesso parla. Io: “Che cosa vuoi da me?” Lei: “Una santa messa”. Io: “Devi soffrire molto?” Lei: “Sono nella purificazione”. Io: “Vuoi dire quello che noi chiamiamo Purgatorio?” Lei: “Si”. Io: “E li” che cosa senti?” Lei: “Il desiderio, la nostalgia mi consuma.” Io: “Perché devi soffrire così?” Lei: “Bestemmie”. Io: “Sei contenta, ti aiuta se io prego per te?” Lei: “Si”. Io: “In questo tuo stato attuale hai potuto pregare?” Lei: “Adorare, ma non chiedere!” Io: “E adesso?” Lei: “Adesso preghi tu per me”. L’otto gennaio lei tanto a lungo qui, non ne potevo più. Io:”Fammi il piacere, vattene via, io sono così assonnata!”

Nota. Osservazione di don Sebastiano Wieser: La Z…. la ho conosciuta e sono andato spesso a trovarla quando era ammalata. Sono molto strane le risposte di questa donna, che durante la sua vita non conobbe simili concetti.

 

Lei: “Abbi ancora Misericordia!” Io: “Ma una preghiera così detta solo con le labbra, non ti può giovare, e io non sono più capace di pregare come si deve”. Lei: “La tua presenza rinfresca.” Io: “Dimmi, perché?” Lei: “Tu allievi il dolore”. Io: “Se io vi aiuto, allora aiutatemi anche voi!” “Tu puoi certamente vedere ciò che c’è in me di cattivo”. Lei: “Tu non sei del tutto mortificata!” Io: “Si; è vero, io non lo sono: ma dimmi di più”. Lei: “Quanto più rinunci, tanto più puoi dare”. “Mi pare che ci fu ancora qualche frase, ma non posso distinguere bene”.

9 Gennaio. Io stavo parlando con sua figlia, lei venne, mi fece un cenno di saluto e guardò con penetrazione sua figlia. Io quasi non riuscii più a continuare il discgrso, e quella si fermò vicino a me. Io: “Perché non ti sei fatta conoscere da tua figlia?” Lei: “Perchè essa non è libera!” Io: “Nemmeno io sono libera, e allora perchè io ti vedo?” Lei: “Tu ti sei liberata!” Una prova che quei poveretti non vedono tutto. Io, e liberata, mentre sono in mezzo al mondo e tante cose mi circondano! Il mio corpo malato mi fa perfino trascurare la mia anima, cosa che mi fa molto soffrire. Spesso sono avvilita, ma poi ritorna l’indifferenza. E poi ritorna più di frequente l’Unica, la Grandiosa, la Felicità così piena di consolazione, che mi fa dimenticare tutto!

 

“La superbia dello spirito mi ha isolato!”

15 Gennaio. Non ho più scritto niente, perchè non ci fu niente di nuovo: ogni notte il solito rumore, ma non si vede niente.

Padre O…. continua anche a venire e, spesso anche di giorno.

Questa notte fu così insopportabile che devo annotarlo. Qualche cosa mi tirava in qua e in là nel letto, una cosa così tremenda che non sapevo più che fare. Attorno a me c’era nebbia e tanta che vedevo la luce della stanza come fosse lontana. Mi rifugiai in un’altra stanza, li stetti in pace, solo sentivo quel rumore. Alle cinque potei coricarmi di nuovo.

17 Gennaio. A D….. ho di nuovo incontrato la donna, che avevo già visto una volta.

23 Gennaio. Ogni notte è quasi insopportabile, ho una tremenda paura perchè devono essere molti in camera. Quando viene P. O…. il resto sta zitto, e da lui non ho paura. Sono diventata molto debole, e sò benissimo perchè. La mia anima non può attingere forza e ne avrebbe tanto bisogno, poichè il corpo è ammalato e l’ha gettata nella indolenza.

25 Gennaio. Sono venute cinque figure. Esse mi tormentano in modo tremendo, perchè continuano a volermi toccare, cosa che è per me la peggiore.

29 Gennaio. Ora P. O… può parlare. Io: “Che cosa posso fare per aiutarla?” Lui: “Continua a pregare!” Io: “Non riesco proprio a capire che tu non sia ancora nella beatitudine”. Lui: “La superbia dello spirito mi ha isolato”. Io: “Ma e tutto il bene che hai fatto?” Lui: “Mi ha salvato!” Io: Vai anche da altri tuoi alunni?” Lui: “No!” “Essi devono pregare per me”!

30 Gennaio. Ho passato di tutto. Ho chiamato P. O…perché le scacciasse, ma egli non venne se non la mattina. Io: “Non hai sentito che ti ho chiamato?” Lui: “Si, ero qui”. Io: “Ma allora, perchè non ti ho potuto vedere?” Lui: “Perché eri piena di paura e non di amore!” Io: “Ma io voglio aiutare anche loro”. Lui: “Tu puoi aiutare solo se dimentichi te stessa”. Io: “Ma io non sono ancora arrivata così avanti da non aver più paura davanti a quelle cose orrende!”

1 Febbraio. P.O…rimase tutta la mattinata con me. Anche quando altre venivano in camera, egli restava lì. E” proprio come quando era vivo. Durante la notte quegli altri mi hanno tormentata spaventosamente!

4 Febbraio. Ora le cinque figure si possono riconoscere, sono cinque donne, ma non c’è niente da fare con loro. Padre O…. fu qui parecchio!

Ora devo scrivere qualche cosa, che per la verità non c’entra con queste cose. Sono più tranquilla, se Lei lo sa.

La meravigliosa sensazione, come io la chiamo, cresce in maniera tale che mi intimorisce. Io mi trovai assente quasi mezz’ora oggi. E dove? Viene lentamente una cosa sopra di me, mi rende impossibile ogni occupazione. Una presenza invisibile mi attira. Tutto diventa luminoso attorno a me, dopo io non so più nulla di me stessa, lo mi trovo nella felicità, tutto ciò che è umano è eliminato ed io gusto qualche cosa, che non mi è possibile spiegare. La cosa mi intimorisce poichè è certo cosa anormale perdere 1a conoscenza umana. Non può essere che un mio pari possa andare in estasi. E allora mi tornano a venire gli scrupoli, che magari mi illudo e dico bugie. Oppure ciò è possibile. Ecco perchè metto tutta la mia preoccupazione nelle sue mani, se non va bene o se è sbagliato, lei me lo dirà.

11 Febbraio. Ne ho passate troppe. P. O…fu qui a lungo. Io: “Verrai ancora per parecchio?” Lui: “No!” Io: “Sei liberato?” Lui: “Non ancora, comunque vedo più chiaro e vado verso questo chiarore da dove io non posso più venire”. Io: “Mi puoi dire se è tutto come mi hai insegnato?” Lui: “Si, però il linguaggio umano è un simbolo rispetto al Santissimo!”

Poi vennero i cinque, due dei quali hanno un viso orrendo! Uno mi sussurra qualche cosa all’orecchio, ma io non posso capire.

15 Febbraio. Mentre stavo di sopra con W…venne l’uomo che avevo visto una volta con Barbara. Egli stava in piedi immobile vicino a me, sembra molto infelice!

Cose tremende durante la notte: i cinque tormentano in modo orribile!

17 Febbraio. Padre O…solo un po’, mi sorride e poi disparve, penso sia l’ultima volta.

19 Febbraio. Mentre tenevo in braccio Wolfram, l’uomo si curvò su di noi e prese a gemere: “Mi hai dimenticato! Io: “E’ vero, non ho più pregato molto per lui, perchè non lo vedevo più.

 

L’Uccisore di un bambino visto anche da un fanciullo

25 Febbraio. Rividi ancora l’uomo che era venuto prima con Barbara, al terzo piano. Egli mi porse le mani, sulle quali vidi del sangue. Io: “Sei un omicida?” Lui: “Sì,” Io: “Sei stato tu a ferire Barbara al capo?” Lui: “No!” Io: “Chi hai ucciso?” Lui: “Il suo bambino!” Io: “Perché?” Lui: “L’eredità!” “Era il tuo Bambino?” Lui: “No”. Disparve. Egli indossa una divisa da cavaliere del sedicesimo secolo, è un uomo ancora giovane, non mette paura. Mi fa effettivamente tanta pena con quegli occhi imploranti aiuto. Le cinque donne continuano a venire di notte, una di loro è eccezionalmente bella: tutte di un altro secolo.

1 Marzo. Me ne stavo con Wolfram, venne l’uomo che deve aver visto pure il bambino; perchè questi spalancò gli occhi con grande sorpresa. Purtroppo i miei testimoni sono soltanto: lattanti, galline e gatti!

Nota. Il Sospirone di Eugenia: “Purtroppo solo lattanti, galline e gatti son i miei testimoni suona pieno di tristezza! E’ significativo il fatto che il piccolo Wolfram sia stato l’unico testimone oculare!

 

Io: “Perché spaventi il bambino? Non voglio”. Lui: “Egli vede più di te”! Poi entrò nella stanza di N…. io lo seguii per vedere se lei si accorgeva di qualche cosa. Lui stava di fronte a lei ma quella non se ne accorse.

Questi sono i momenti in cui io posso fare i miei confronti fra Vita e Apparizione. In questa fanno impressione gli occhi, che non sono mai così in una persona viva! In tutte le apparizioni gli occhi presentano la immagine del dolore. Anche la bocca è del tutto diversa che nei vivi. Nessuna persona possiede tanta asprezza. E’ evidente che le mie impressioni di giorno possono anche essere diverse, per es. i vestiti sono impeccabili, i bordi, i pizzi, tutto è come deve essere. Gli speroni e le catenelle sbattono e suonano al loro camminare, eppure gli altri non sentono e non vedono niente.

7 Marzo. I cinque continuano ancora a venire, ma niente da fare con loro. Ma ecco che finalmente potei vedere anche i miei cari Undici. Strano! Essi sono diventati ancor più piccoli: prima erano più grandi di me ed ora sono come bambini.

9 Marzo. Ho visto di nuovo il cavaliere su al terzo piano. Io: “Ma dimmi, come ti chiami!” Lui: “Il povero!” Io: “Perché povero?” Lui: “Guardami!” Io: “Non vedo niente!” Allora mi venne vicino, ma io non notai niente di straordinario in lui, solo le due mani insanguinate, Io: “Che cosa si può fare per te?’ Lui: “Lavami!” Io corsi in frettd’a prendere acqua santa, e lui attese quieto. Io versai dell’acqua santa sulle sue povere mani, e non potrò mai dimenticare, con quale sguardo di riconoscenza si volse verso di me. Esse rimasero ancora sanguinanti, ma il suo viso divenne totalmente diverso. Io: “Va bene così?” Poi ho recitato il “De Profundis”, e di colpo disparve. Adesso sono di nuovo contenta. Resta tuttavia sempre ancora qualche cosa di inspiegabile in questo fatto; benchè io avessi versato sulle sue mani una bottiglia quasi piena di acqua santa, sul pavimento non c’era una goccia.

11 Marzo. C’era troppo rumore nella mia stanza, come se degli uomini con grossi stivali andassero intorno incespicando!

13 Marzo. Accadde una cosa molto strana. Io stavo imballando dei bicchieri e quindi avevo davanti a me per terra della carta vecchia. Improvvisamente questa incominciò a volare, eppure non c’era un filo d’aria in stanza. Cercai di prenderla ed ecco che la mia mano incontrò un’altra mano. Fu una cosa tremenda! Scappai via perchè mi prese una paura terribile. Sopportare una cosa che non si vede è veramente difficile. Ma all’ora io sono sempre immersa nel preternaturale? Non posso dire quanto tutto ciò mi opprima, a queste cose non ci si può abituare.

16 Marzo. Ho visto a D….. due volte la Dama, del tutto sconosciuta, dal vestito che indossa direi essere attorno al 1850.

 

Appare il Parroco Natterer.

18 Marzo. Sentii singhiozzare tremendamente. Per parecchio tempo riuscii a vedere niente, poi da una fitta nebbia uscì fuori la figura del parroco Natterer. Io non sapevo che era morto. E’ in condizioni da far paura, eppure non c’è dubbio, è lui. Egli fu sempre così scontroso, che il suo viso è indimenticabile. E’ una cosa tremenda se continua a venire. E’ avvolto dalla solita massa attaccaticcia che io vidi già in alcune apparizioni. Eppure quel poveretto mi fa pena. Devo ammettere di aver avuto tanta paura, che quasi piansi. Presto non ne posso più. Non si può nemmeno pensarci, se la cosa continua così. Ecco, io sono una povera creatura egoista.

Ah, signor parroco, che cosa mi succede? Il soprannaturale minaccia la mia mente stanca e debole. Io non posso parlare di queste cose, perchè ho paura di dire qualche parola importuna o inopportuna, che alla fine sia magari contraria alla verità; eppure mi devo esprimere. Da sola non ne vengo fuori. La dipartita dal mondo prende il sopravvento ed io non mi posso difendere. Prima provo un grande dolore dei miei peccati. Quando viene questa cosa allora sò: adesso incomincia. (Poichè al mio stato naturale io sono molto spensierata). Poi mi trovo di colpo in un cerchio di luce, sento come un suono venire da lontano e poi qualche cosa mi porta con sè. Non posso vedere altro che chiarore, eppure la sensazione dice, che è qualche cosa, che mi attira a sè ed io sono qualche cosa d’altro. Non è un vedere, ma un pensare, come una volta io non avrei potuto. Io devo adorare e amare, eppure non ci sono parole, è un salire in qualche cosa di divino. Io La prego, io!. Io non la voglio questa cosa, ma viene mi afferra e mi trasporta lontana in una felicità impensata. Non è magari una fantasia? Essa mi tira talmente fuori dalla strada nonnale che ho paura.

E devo confessare qualche cosa, me ne volevo ecclissare, non ho più fatto meditazione, mi sono limitata alle mie preghiere d’obbligo. In una parola ho pensato di meno al buon Dio. Ed ora tutto si è peggiorato. “Peggiorato dice l’Uomo (Animus) in me, ma l’anima dice: “Più bello”. Ma come faccio a nascondere questa cosa, se continua così?” Spesso non mi sono sentita per niente chiamare. Quanto mi sento piccola e tutta divorata dal rispetto umano. Adesso che glielo ho potuto dire, è di nuovo più facile per me, abbia ancora tanta pazienza con me!

15 Aprile. Per molto tempo non ho più scritto una riga, perchè volli provare, come va, se ci penso di meno, ma fu lo stesso. Il Parroco Natterer fu qui 14 volte in questi tempo. L’unica cosa che disse: “Ti prego di una Santa Messa”. Dominava in lui l’inquietudine, e tale come finora non vidi mai in nessuna apparizione! Non stava fermo un momento. Quella roba attaccaticcia incomincia a scendere a brandelli dopo la nona apparizione: molto strano soprattutto il suo viso. Ho gettato su di lui spesso dell’acqua santa, ed allora egli mi guardava con tanta riconoscenza, che questa fu la mia più grande gioia pasquale. Non devo continuamente lamentarmi perchè vivo pure delle vere gioie, che non posso descrivere.

 

Giovanni.

24 Aprile. Da tre giorni viene durante la notte una bestia, cosa per niente simpatica, un qualche cosa come un piccolo buffalo o un toro, tutto nero, ne sono molto spaventata. Esso saltò sul mio letto, ed io ebbi tanta paura, l’acqua santa però mi ha aiutato e quello se ne andó subito.

25 Aprile. Esso venne tre volte durante la notte, in lui non si riesce a vedere niente di umano.

26 Aprile. Quello venne di giorno. Ha un volto umano, ma anche tutto nero, pauroso: potrebbe anche essere il diavolo. Ma non voglio lasciare spazio a questi pensieri.

27 Aprile. Quello era già in camera mia quando volli andare a dormire. Mentre recitavo le preghiere della sera esso saltava e correva attorno a me e mi colpiva in modo che decisi di non andare a dormire e mi rifugiai fuori sul corridoio. Egli rimase nella mia stanza. Dopo un certo tempo io rientrai. Non si vedeva niente. Ma ero appena dentro che quello si gettò su di me e mi gettò per terra. Credetti di morire dalla paura: la sua faccia era proprio vicina alla mia. Io: “Vattene via! Io ti voglio aiutare, ma non toccarmi più” Allora esso incominciò a urlare e si tirò indietro. Io “Dimmi, sei un’anima?” Lui: “Sono Giovanni.”Io: “Perché sei come una bestia?” Lui: “La mia passione!” E urlava intanto. Io: “Che cosa devo fare per te?” Lui: “Tutto quello che puoi, io soffro!” Poi incominciò a saltare come un forsennato o meglio come una bestia infuriata.

12 Maggio. Giovanni viene anche molto più del necessario, sempre su quattro zampe, e come una bestia cattiva, ma il volto diventa un po’ più umano. La sua pelle è bagnata, come venisse fuori dall’acqua.

17 Maggio. Dovetti subire cose tremende, la tremenda paura e l’angoscia mi stancano tanto.

22 Maggio. L’indesiderato ospite viene tutte le notti, adesso si può riconoscere bene la sua faccia, è il Dr. G….., che una volta pareva un gran bravo uomo. Non si tira fuori niente da lui.

25 Maggio. Lui diventa sempre più spaventoso e di conseguenza io ho sempre più paura. Mi ha urlato: “Perchè non mi dai niente?” Io: “Io ti dò quanto posso.” Allora si gettò sul mio letto come una furia. Ciò che accadde non sò più. Quando riuscii a riavermi egli si rincantucciò in un angolo. Mi sono alzata e mi sono messa a pregare accanto a lui, poi se ne andò via subito.

27 Maggio. Egli venne di giorno. Gli chiesi: “Perchè non riesci a trovar pace?” Lui: “I peccati nascosti”. Di più non riuscii a capire. Io: “Allora che cosa posso fare per venirti in aiuto?” Lui: “Flagellati!” Io: “Tu chiedi molto da me, mentre solo il vederti è un tormente abbastanza grande. Luigi “Soltanto così liberi te e me!”

30 Maggio. Venne camminando su due piedi, però ha ancora quella pelle. Egli va attorno per la camera cercando, finalmente sedette per terra e mi guardò fisso. Non fu una cosa facile comunque potei così osservare che i suoi occhi avevano perduto quella espressione cattiva. Io: “Io, adesso ti aiuto di più?” Lui: “Si”‘. Io: “Perchè non sei venuto ancor prima da me?” Lui: “Non mi era ancora permesso”. Io: “Perchè, vieni da me, ci sono pur altre persone, che ti possono aiutare”. Lui: “Tu ci sei più vicina”. Io: E come vi sono più vicina?” Lui: “La tua anima”. Io: Ma come?” Lui: “Tu vivi come non vivessi!” Poi disparve, io avrei voluto domandargli ancora altre cose.

4 Giugno. Viene tutti i giorni, ma è muto. Adesso non ha più la pelle di animale, ma qualche cosa di grigio addosso.

Due giorni di perfetto riposo, che mi fa tanto bene. Potei di nuovo osservare, che mi riesce molto seccante scrivere, ciò che riguarda me stessa, ma anche questo fa parte del tutto.

8 Giugno. Quello venne in aspetto completamente umano. Gli chiesi: “Ora sei proprio come una volta, ma dimmi, perchè eri come una bestia”. Lui: “La Giustizia di Dio vede del tutto diversamente dagli uomini. La mia anima ha avuto fame, io ho cercato, ma non ho trovato.” Io: “Come hai potuto essere salvato?” Lui: “All’ultima ora io ho creduto!” Io: “Dimmi qualche cosa dell’Aldilà!” Lui: “E’ la chiarezza e il riconoscimento. Chi ha seminato raccogliere!” Io: “Che cosa è che ti tormenta di più?” Lui: “Il desiderio!” Io: “Il desiderio di Dio?” Giovanni: “Io mi trovo nello spazio intermedio”. Io: “Nel Purgatorio?” Lui: “No!” Ha detto ancora qualche cosa, ma è impossibile capire, forse suonava come “perciò”, ma non lo posso dire con esattezza!

10 Giugno. Io: “Dimmi ancora una volta dove sei precisamente?” Lui: “Nello spazio intermedio!” Io: “Che cosa vuol dire?” Lui: “Fra oscurità e splendore!” Io: “Allora sei presto libero?” Lui: “Sì”. Io: “Tutto questo tempo non ha pregato nessuno per te?” Lui: “Si, il torrente del Sacrificio continua a scorrere. Salvezza per coloro che ci hanno creduto”. Io: “Vuoi dire la Santa Messa?” Lui: “Si”.

12 Giugno. Egli venne tutto luminoso e contento. Io: “Ma oggi tu sei uno splendore”. Lui: “Tu mi hai dato molto”. Io: “Puoi dirmi anche perchè da principio venite così ripugnanti? Sapevi di aver l’aspetto di un bufalo?” Lui: “Si”. Ed è questa una parte del castigo?” Lui: “Il peccato”. Io: “Posso fare qualche cosa perchè le anime non vengano più da me?” Il torrente è incessante. Io: “Dammi almeno un segno che tu sei stato da me, perchè si creda finalmente!” Egli mi venne motto vicino e mi sussurrò in un orecchio: “Un sacrificio di più per noi”. E sparì credo per sempre!

 

Il Povero Martino

4 Luglio. Il dottor G….. non viene più. Invece vengono due altre figure con indicibile frastuono. Esse non sono riconoscibili.

7 Luglio, Mi venne incontro un uomo sulla scala. Credendo che fosse un mendicante, gli dissi: “Aspetti, Le porto subito qualche cosa”. Allora mi passò vicino tutto scuro e si disciolse in una nube”. Era così naturale che non mi passò nemmeno per la mente che potesse essere uno spettro. A D…. ho visto per sette volte la Dama, si chiama Isabella, di più non le potei chiedere perché non ero sola.

9 Luglio. Svegliata da un enorme frastuono per un po’ la mia stanza era come una fiamma. Non ho visto niente, solo oltre il rumore ho sentito come un chiamare da lontano. Sentire è molto più brutto che vedere, uno si trova in un’angoscia tremenda di ciò che gli potrà accadere. Devo confessare che i miei nervi sono talmente tesi, che quasi non riesco più a dormire.

11 Luglio. L’uomo della scala mi venne incontro all’oratorio aprì in maniera del tutto normale la porta. Io mi sono tanto spaventata, però rimase quieto in ginocchio. Prima stette in piedi vicino a me poi si inginocchiò. Non potei resistere a lungo, e così uscii, ed egli mi seguì.

Gli domandai: “Che cosa vuoi da me?” Lui: “Amore”. Io: “Te lo darò se mi dici chi sei.” Lui: “Tu mi hai aiutato quando ero vivo”. “Guardami!” Io: “Io non ti conosco, solo la giacca, te la ho donata io?” Lui: “Si”. Io: “Sei vissuto qui?” Lui: “No!” Io: “E allora come viene qui?” Lui: “Perchè tu mi devi aiutare”. Io: “Perchè dovere? nessuno può costringermi!” Lui: “L’Amore”. Io: “Si, ma allora dimmi il tuo nome”. Lui: “Il povero Martino”. E disparve: non ho la minima idea chi possa essere. Ha un aspetto molto dimesso, un uomo piuttosto anziano con una grande barba, per il resto dei tutto come un mendicante. Si faceva notare per via della giacca. Come può essere una cosa simile, io ricordo ancora benissimo che stavo ricamando e leggevo Sven Hedin.

Fui per quindici giorni a Monaco, ma la cosa lì era insopportabile! Dapprima solo rumore, poi cinque giorni dopo una paurosa figura di uomo, che rimase per delle ore in piedi davanti a me, che io non conosco, e faceva dei gesti supplichevoli. Ho pregato molto con lui, ma egli non vi prendeva parte per niente, solo una volta egli mise la sua mano sul mio capo. Oh! questa mano! Fu una cosa spaventosa. Alla domanda chi fosse, rispose: “Anima (un’anima)” Non riuscii a fargli dire altro.

Vidi anche una donna in un negozio accanto al venditore. Quando io domandai qualche cosa, l’uomo mi guardò del tutto sorpreso e lei disparve.

Quando andai in clinica da mia sorella, incontrai due donne sul corridoio, con un’espressione così piena di tristezza, che dovetti chiedere loro come stavano, tanto mi fecero pena. Dalla faccia di una suora della Misericordia, notai che mi tenne per pazza e difatti li non c’era più nessuno.

Appena tornata a Waal vidi il povero Martino, mi venne incontro in giardino. Gli chiesi: “Ti accorgi che prego per te?” Lui: “Si, ma dammi ancora di più!” Io: “Ti ringrazio, perchè non vieni di notte!” Lui: “Gli altri non mi permettono!” Io: “Chi gli altri?” Lui: “Quelli che ti sono vicini”. Io: “Sono molti?” Sono quelli che fanno quel terribile frastuono?” Lui: “Si”. Io: “Perchè non li posso ancora vedere?” Lui: “Essi non ne sono ancora capaci”. Io: “Quando avviene questo?” Lui: “In una sfera superiore”. Io: “Tu sei già in quella?” Lui: “Io sono nello spazio intermedio”. Io: “Potete venire da me solo dallo spazio intermedio?” Lui: “Non tutti possono trovare la strada”. Io: “Ma dimmi, che cosa è questa strada che vi porta da me?” Lui: “Faticosa, ma tu ci attiri.” Io: “Dove sei sepolto?” Lui: “Erlangen”. Poi disparve. Se io non abbandono con lo sguardo le figure esse partecipano di più, mi pare. Spesso il fracasso di notte è intollerabile, e poi io devo ancora vedere tutta quella roba!

Adesso ho visto a U…… sedici volte Isabella. Io: “Da dove vieni?” Lei: “Dal tormento!” Io: “Eri una mia parente?” Lei: “No!” Io: “Quando sei morta?” Lei: “1846”. Io: “Dove sei sepolta?” Lei: “A Parigi.” Io: “Perché non riesci a trovar pace?” Lei: “Io non ho mai pensato alla mia anima!” Io: “Come ti posso aiutare?” Lei: “Una Santa Messa”. Io: “Non avevi più altri parenti?” Lei: “Essi hanno perduto la Fede!” Io: “Sei sempre stata qui al Castello in tutto questo tempo?” Lei: “No”. Io: “E perché adesso?” Lei: “Perché ci sei tu”. Io: “Ma quando eri viva sei stata qui parecchio?” Lei: “Si. Io ero l’amica di molti”. Essa è impeccabile, compitissima. Ora ancora una cosa, che mi inquieta parecchio, la mia stanza fu ancora assai volte piena di fiamme, anche di giorno.

11 Agosto. II povero Martino venne di nuovo da me in giardino. Io “Che cosa vuoi di nuovo?” “Io faccio quello che posso per te”. Lui: “Tu potresti fare anche di più, ma tu pensi troppo a te stessa”. Io: “Tu non mi dici niente di nuovo, purtroppo. Dimmi anche altro, se vedi qualche cosa di cattivo in me”. Lui: “Tu preghi troppo poco e perdi forza andando in giro con la gente”. Io: “Lo so, ma non posso vivere solo per voi. Che cosa vedi ancora in me, forse peccati per i quali tu devi patire?” Lui: “No. Altrimenti non mi potresti vedere nè aiutare.” Io: “Dimmi ancora di più”. Lui: “Ricordati che io sono soltanto Anima!” Mi guardò allora con tanta amabilità, che mi riempì proprio di gioia. Ma io avrei voluto sapere ancora di più da lui. Se io potessi dedicarmi solo alle Povere Anime, sarebbe una gran bella cosa, ma….. gli uomini!

 

“Io sono la colpa non espiata”.

14 Agosto. Isabella von U…… adesso mi ha trovata qui anche di giorno. Io: “Perchè non rimani a U…….?” Lei: “Io rimango con te”. Io: “Ancora a lungo?” Lei: “Dipende dalla tua Misericordia”.

Io: “Tu devi capire che io devo aiutare anche altri, e non dare solo a te, non posso far questo.” Lei: “Attingi al tuo Amore e aiuterai”. Io: “E’ permissione di Dio, che voi veniate da me?” Lei: “Si”. Io sono veramente felice che il buon Dio ha pensato a me.

23 Agosto. Soltanto una delle Ombre ha preso una forma, un uomo anziano. Egli è in continuo movimento e con la sua inquietudine mi fa pensare all’Ombra di un albero mosso dal vento in un giorno di sole su una strada sassosa. E’ lo stesso ritmo dentro di lui.

25 Agosto. L’uomo è tremendamente furioso, però durante la preghiera andò un pochino meglio.

27 Agosto. Egli parla. Mi grido: “Aiutami!” Io: “Volentieri, ma chi sei? “Io sono la colpa non espiata!” Io: “Che cosa devi espiare?” Lui: “Sono stato un diffamatore!” Io: “Posso fare qualche cosa per te?” Lui: “La mia parola sta nello scritto e vi continua a vivere, e così la menzogna non muore!” Io: “E come ti posso aiutare allora?” Allora mi venne vicino e premette la sua testa orrenda sulla mia faccia. Fu ben difficile, ma non ho perduto conoscenza. Però io ne ebbi un vero brivido.

28 Agosto. Io: “Ti va meglio? Ti sei accorto che ho offerto per te la Santa Comunione?” Lui: “Si, così tu espii i miei peccati di lingua”. Io. “Non puoi dirmi chi sei?” Lui: “Il mio nome non deve essere più fatto!” Io: “Dove sei sepolto?” Lui: “A Lipsia”. Io non riesco a capire come fate a trovarmi”. Lui: “La strada che si deve seguire”. Io: “Ci saranno ancora molti per questa strada?” Lui: “Sette”. Io: “Mi potresti dare spiegazioni su altre anime?” Lui: “No”. Io: “Chi c’è ancora qui in camera, io vedo ancora due ombre?” Lui: “Noi siamo isolati”. Io: “Vuoi dire che non vedi gli altri?” Lui: “Si. Egli rimase tutta la notte, continuando ad andare via e qua.

29 Agosto. Lo ho visto quasi tutto il giorno, egli mi ha veramente perseguitato. Io: “Perché sei sempre qui? Ti prego vattene via, quando sono con altra gente, del resto allora io non ti posso dare niente.” Allora egli mi diede un urtone, che quasi cadevo giù per le scale. Io: “Tu non puoi spremere il mio aiuto!” Lui: “Dove sono i tuoi sacrifici?” Io: “Scusami se di nuovo ho pensato a me stessa”.

Egli non mi lasciò più fino alle sette di sera. Fu una giornata pesante. Io mi rifugiai in chiesa, lì stette in piedi davanti a me, ma almeno stette fermo. Io: “Vedi Cristo nel Sacramento o nella Realtà?” Lui: “Il Sacramento è per voi viventi, la realtà della Visione solo quando io sarò puro!”

30 Agosto. L’Uomo mi tormenta in una maniera tremenda, egli mi dà urtoni e mi percuote. Alla domanda: “Perchè fai così?” Egli mi urlò: “Tu mi hai dimenticata!” Io: “Allora dì finalmente tutto quello che ancora vuoi!” “Tu preghi troppo poco e devi dare di più!” Io: “Non posso fare di più per te”. Lui: “Tu devi!”

E’ vero prego poco, ma io sono così stanca, che spesso non ne posso più.” Lasciami in pace che allora pregherò di nuovo di più.” Allora divenne come un uomo arrabbiato, mi diede un urtone e disparve! Alle cinque venne di nuovo e mi gridò: “Alzati!” Poi rimase da me finché mi recai in chiesa. Quando tornai era già in camera. Io: “Fammi il piacere e vattene via!” Allora si gettò su di me, io non posso descrivere quell’orrore. Era molto di più di quanto posso sopportare! Eppure non mi voglio di nuovo lamentare, però io ho tanta paura!

3 Settembre. In questi giorni ne ho passate di più che non in tutto questo tempo. Fu la lotta di un pazzo. Ora sembra superato! Oggi egli era assai pacifico e contento, ma non parlò più!

4 Settembre. Egli venne da me sorridendo. Io: “Oggi mi piaci”. Lui: “Vado nello splendore”. Io: “Non dimenticarti di me!” Lui: “I vivi pensano e dimenticano, i morti non possono dimenticare, che cosa ha dato loro l’Amore”. E disparve. Alla fine ancora una consolazione. “Chi fu?” Chiesi a tanti, ma non ebbi risposta. I miei mi deridono, perché mi sentono spesso parlare da sola in camera mia. Io rispondo che ciò è un segno che ormai sono sclerotica o rimbambita.

 

“Un domenicano”

5 Settembre. Adesso anche le ombre si vanno trasformando. Venne da me un Domenicano che aveva il viso ancora irriconoscibile, una massa scura. E’ abbastanza quieto, ma mormora parole incomprensibili, pare in latino.

6 Settembre. Egli rimase con me tutta la notte. Io ero tanto piena di sonno che continuai a dormire e perdetti la Santa Comunione. Così sempre presa dalla cura del corpo, immortificata e spiritualmente pigra.

10 Settembre. Niente di nuovo. Il Domenicano non mette paura, solo che rimane troppo a lungo.

Sulla strada che porta alla segheria incontrai una donna, che non aveva in sé niente di particolare. Quando passò vicino a me udii un grido: “Misericordia”. Io mi voltai e solo allora mi accorsi, che era una Povera Anima. Effettivamente gli occhi sono del tutto diversi. C’erano degli operai nella campagna, e così feci finta di aver perduto qualche cosa e le chiesi sottovoce: “Che cosa posso fare per te?” Lei: “Pregare”. Io: “Sei la Teresa B?” Lei: “Si”. Io: “Eppure tu sei vissuta molto bene?” Lei: “Tutta apparenza: io sono stata vera soltanto in punto di morte”. Io: “Devo dirlo alla tua figliola?” Lei: “No, Tu mi puoi aiutare”. Io: “Ma io devo aiutare tanti con la mia povera preghiera, e così tu ne riceverai ben poco”. Lei: “Quando è l’Amore ella dona, le cose piccole diventano grandi.” E disparve.

13 Settembre. Io ero molto triste per qualche ragione ….. e piangevo. Ed ecco una mano posarsi sul mio capo. Alzai gli occhi, era il Domenicano. Egli disse:”Perchè piangi?” Io: “Perché non sono contenta di me”. Lui: “Perchè non mi dici tutto?” Io: “Puoi aiutarmi?” Lui: “Vorrei!” Io: “Io sono tanto preoccupata per l’anima mia. Non può bastare la volontà di bene, e di più non sò fare”. Lui: “Se tu non pecchi, non puoi andare perduta”. Io: “Ma io pecco, purtroppo, non puoi vedere la mia anima?” Lui: “No, ma la strada per venire da te è chiara, altrimenti noi non potremmo venire. Abbi fiducia e sii umile!” Io: “E io come ti posso aiutare?” Lui: “Con la mortificazione”. Egli si fermò ancora a lungo. E’ la prima apparizione che incominciò a parlare senza essere stata interrogata.

 

Gli istanti immediatamente dopo la morte!

27 Settembre. Egli rimase a lungo da me. Io gli chiesi: “Per favore dimmi, se immediatamente dopo la morte noi vediamo Dio?” Lui: “Si. Un rabbrividire dell’anima in adorazione e poi un precipitare nella Purificazione.” Io: “Non puoi dirmi altro?” Lui: “No” “Quanto più ami Dio, più grande la Felicità, pensaci!” Io: “Ci vuole ancora molto tempo prima che tu sia completamente puro?” Lui: “No”.

29 Settembre. Ho visto tre volte in chiesa una donna anziana davanti all’altare della Madonna però non la conosco.

Il Domenicano fu qui a lungo. Io: “Ma dimmi, con quale mezzo uno può salvare la sua anima?” Lui: “Con una fede salda e l’umiltà.” Io: “Posso fare qualche cosa perchè le Povere Anime non vengano più?” Lui: “No”. Io: “Ma e se io non pregassi più per voi?” Lui: “Esse ti costringerebbero”. Io: “Posso io chiamare un’anima, dalla quale vorrei sapere qualche cosa?” Lui: “Tu non hai alcun potere su di loro”.

Nota. Gli spiritisti credono che si possano evocare i morti. Ora se questa non fu possibile a questa santa donna, che aveva una tale possibilità di poter vedere i morti, come lo potranno fare dei curiosi spiritisti? E allora: Chi appare nelle Seancen?

 

1 Ottobre. Viene ancora qualche cosa di difficile, sembra una bestia. Lo so che anche questo passerà, ma ho una paura indescrivibile.

3 Ottobre. Dopo la sofferenza venne il Domenicano. Io: “Sono contenta che tu vieni, ho tanta paura. Sai chi era qui?” Lui: “No, noi seguiamo uno per uno la nostra strada”. Io: “Era una bestia, perchè una bestia?” Lui: “Tu vedi il peccato, dimenticati e soccorri!” Io: “Che cosa è che giova più in fretta?” Lui: “L’offerta della tua volontà”. Io: “Perchè non la Santa Messa?” Lui: “Perchè essa non vi ha creduto”. Io: “Ma agli altri giova subito”. Lui: “Tu non puoi capire che cosa è la Giustizia di Dio”. Io non ho affatto paura del Domenicano, quando arriva, anzi sono contenta quando viene.

7 Ottobre. Ora quella cosa orrenda sta con me ogni notte; E’ una grande scimmia, come già una volta. Perché sempre questa tremenda paura, non potrò mai abituarmi a una cosa di questo genere?

9 Ottobre. Purtroppo il Domenicano non viene, viene invece quell’altro.

10 Ottobre. Una notte spaventosa, ma forse anche questo è per la mortificazione della volontà. Per questo voglio descrivere solo i fatti e non lamentarmi più. La scimmia è alta come una porta e salta intorno come un pazzo. Sembra che non voglia ancora sentir pregare. Essa entra dalla finestra, cosa che mi è sempre particolarmente pesante e paurosa. Mi soffia e sbuffa come una bestia selvatica. Essa voleva strangolarmi, ma mi sono messa in fretta al collo la croce dei moribondi.

14 Ottobre. La scimmia viene ogni giorno o tanto più la notte. Una cosa molto strana, la sua pelle è come fosse stata sotto la pioggia tanto è bagnata. Le sue grandi braccia mi hanno stretto come una morsa. Eppure sono contenta che sia una scimmia perché se venisse una serpe, io proprio non sarei capace di sopportarla.

17 Ottobre. La scimmia è insopportabile, i suoi occhi sono di fuoco e mi guarda con essi fissandomi. Devo dire che sono diventata più coraggiosa. Un anno fa io non sarei ancora stata capace di sopportare una cosa del genere, e perdevo ancora la conoscenza. Io mi sentivo così sfinita, venne il Domenicano e il mostro andò via. Io: “Perché non sei venuto prima?” Lui: “Tu eri circondata”. Io: “Da che cosa?” “Dal più grande dolore.” Io: Si, aiutami a soccorerlo”. Lui: “Io non sono ancora libero”. Allora dimmi, che cosa devo fare per lui?” Lui: “Mostragli il tuo amore”. Io: “Ma io non posso ancora destare nessun amore per lui, al massimo il principio, la compassione. Lui: “Fa quello che ti riesce proprio difficile”. Vuoi dire flagellarmi?” Lui: “Si”.

18 Ottobre. Il Domenicano venne al mattino. Io: “Mi hai detto che non eri ancora libero: posso liberarti? E con che mezzo?” “Dammi sette Sante Comunioni!” Io: “Perché non me lo hai detto prima?” Lui: “Perché le hai donate ancora ad altri”. Io: “Come fai a saperlo” Lui: “Vidi come se ne andavano via da te con le mani colme”. Io: “Un’altra anima mi ha detto che non poteva vedere le anime, che vengono da me. E’ allora come mai invece lo sai?” Lui: “Noi siamo diversi”.

La scimmia fu da me tutta la notte molto agitata, essa stette seduta in un angolo per la maggior parte del tempo. Poi si slanciò su di me come un cane cattivo. Io le gridai: “Tu non puoi farmi questo!” Allora crollò a terra, saltò per aria e poi di nuovo su di me. Allora io le diedi una sberla. Mio Dio! Non lo farò mai più! Egli gridò con dolore selvaggio. Si raggomitolò in un angolo. Quanta pena mi fece! Mi rincrebbe tanto di essere così cattiva con lei. Feci quanto potei e le dissi che poteva fare ciò elle più le giovava. E avevo scritto che avevo più coraggio. Se avessi scritto elle avevo meno cuore, sarei stata più sincera.

19 Ottobre. Mentre stavo giocando con Wolfram, venne il Domenicano. Io: “Non spaventare il bambino!” Lui: “La sua innocenza mi attira”. Effettivamente il bambino era tutto allegro. Lo ha guardato, egli era effettivamente ordinatissimo, incredibile, ma vero. Io: “Per favore va via, vengono degli altri”. Lui: “Essi sono vivi. Io: “Ma anch’ìo!” Lui: “Tu appartieni a noi”. Si curvò verso Wolfram e disparve. Perché appartengo a loro? Mi sento dì nuovo intimorita.

 

Sai quando morirà?

20 Ottobre. La scimmia fu qui quasi tutta la notte. Il suo viso incomincia a diventare un po’ più umano, ma non meno ripugnante. Ho pregato molto con lei, essa desidera tanto l’acqua santa. La ho vista anche nel prato e in in giardino. Ho visto di nuovo le tre donne in chiesa, me indossano il vecchio costume dei contadini.

24 Ottobre. Venne il caro Domenicano. Io: “Mi puoi dire, perché alcuni di voi alle volte mi tormentano proprio?” Lui: “Sono quelli del gradino più basso. Il peccato è ancora attaccato ad essi”.

Sono salvi, ma non purificati!” Io: “Tu non sei mai stato in questo gradino?” “Per grazia di Dio, no!” Io: “Quando sei morto?” Io non seppi nulla. Lui: “Quattro mesi fa”. Io: “Dimmi perchè l’anima se è sciolta dal corpo, come faccio a vedere i vostri corpi?” Lui: “Per permissione di Dio. Altrimenti come potresti vederci?” Io: “Ma come avviene che io senta a occhi chiusi, quando voi siete vicini?” Lui: “Noi siamo legati a te”. Io: “Vi urta se io, nonostante la mia compassione sono ancora allegra con voi?” “No, perché così tu attingi forza”.

24, 25, 26 Ottobre. Notti assai dure con la scimmia, quasi nessun riposo. Mi pare che abbia ancora tanto bisogno, non c’è alcun cambiamento. Capisco anche perché la mia preghiera sia davvero assai povera.

Il Domenicano tu qui molto poco. Io: “Mi vedi triste, io quasi non ne posso più”. Lui: “Ti sei pur voluta offrire no?” Io: “Sì certo, ma la mia volontà è molto debole”. Lui: “Quanto più tu sei piccola, tanto più grande è 1’aiuto.” Poi lui disse ancora qualche cosa di incomprensibile e disparve.

28 Ottobre. Niente di nuovo, la scimmia mi continua a tormentare come prima.

30, 31 Ottobre1 Novembre. Niente di speciale. Commovente da parte loro, poiché io ero fisicamente a terra.

2 Novembre. Commemorazione dei fedeli defunti, venne il Domenicano. Io: “Oggi avete una bella giornata”. Lui: “Il Sangue di Cristo scorre a torrenti”. Io: “Intendi dire elle le tante Sante Lui: “Si, questo sangue ci conduce alla Vita”. Io: “Anche tu ancor oggi’?” Lui: “Ora va bene per me”. Io: “Non tornerai più molto spesso da me?” Lui: “No”. Io: “Mi puoi dire ciò che più può rendere più perfetta la mia anima?” Lui: “Quello che ti ho detto quando ero vivo: I Santi Sacramenti. Ogni giorno devi farti più pura!” Io: “Ci manca assai. Prega per me!” “Sai quando morirò?” Lui: “3 x 9”. Io: “Non posso capire questo!” Lui: “Non devi neanche capirlo.

Nota. Eugenia von der Leyen morì il 9 gennaio 1929 alle quattro del mattino, in questa data ricorre tre volte il nove!

 

Poi venne la scimmia e il mio buon amico se n’era andato! Ho recitato davanti a lei il “Dies trae”, allora mi venne vicinissimo e mi guardò in una maniera così supplichevole da spaccare il cuore! Io mi sentii spinta ad accarezzarlo! Era untuoso al tatto. Io: “Ancora non puoi parlare?” “Solo un singhiozzare e poi si gettò su di me. Io: “Ti ordino di metterti in piedi e dirmi chi sei?” Lui: “L’Impuro!” Io: “Ti voglio aiutare, dimmi di che cosa hai bisogno?” Lui: “Che tu ti sacrifichi!” “Hai provato, quante preghiere furono offerte oggi?” Lui: “Si, fu questo che mi diede la parola”. Io: “Perchè sei in questo stato?” Lui: “Non c’è peccato che io non abbia commesso!” Io: “Hai comunque avuto la Fede!” Lui: “Fino all’ora della morte io ho disprezzato l’Altissimo”. Io: “E poi?” Lui: “Venne il riconoscimento, così sono sfuggito all’inferno”. Io: “Vuoi Sante Messe?” Lui: “Nessuna partecipazione a ciò cui non ho creduto”. Io: “E’ un castigo?” Lui: “Uno dei tanti!” Poi usci di nuovo dalla finestra. Avrei tanto desiderio di poterlo aiutare presto! Effettivamente egli è l’immagine del dolore! Ora ho più ripugnanza che paura.

3 Novembre. La scimmia mi ha perseguitata quasi tutto il giorno! così dovetti rappresentare il doppio personaggio. Scossa nel più profondo e in superficie ridendo e scherzando, è assai faticoso e consuma tante forze! Ma quasi sotto sul punto di non farcela più, viene (luci certo senso di felicità, del quale non scrivo più perchè temo di essere esaltata. Essa tornò di notte. E così anche il 4, 5 e 6. Niente si potè più tirargli fuori.

7 Novembre. La scimmia divenne più difficile, perché sempre sotto gli occhi. Io: “Che cosa c’è e che è successo a me o a te, che fai tanta paura?” Lui: “Tu devi conoscere tutta la mia vita”. Io: “Lascia stare questo, ti voglio aiutare lo stesso”. Lui: “Sai chi sono

?” Io: “Si, un’anima molto povera”. Lui: “Che cosa vedi in me?” Io: “Una infelicità senza nome e un enorme peso traspaiono dai tuoi occhi.”Io non voglio sentire che cosa hai fatto”. Lui: “Ma espiare per me?” Io: “Sì”. Lui: “Voglio aiutarti a far questo!” Essa mi diede uno schiaffo in viso e disparve. Bene una cosa del genere non me la riesco a spiegare, perché, mentre io cerco di aiutarlo, lui mi fa del male. Devo domandarglielo.

8 Novembre fu quasi tutto il giorno qui. Io: “Perchè mi hai di nuovo schiaffeggiata?” Lui: “Perchè volevo tormentarti.” Io: “Però dal momento che io voglio aiutarti, ciò è misconoscenza da parte tua”. Lui: “Nel mio stato c’è soltanto cattiveria!” Io: “Ma tu sei pure salvo e allora come fai ad essere ancora cattivo?” Lui: “E’ ancora attaccata a me, non lo vedi?” Io: “Non posso vedere altro che sei uno spaventoso animale!” Allora essa mi venne vicinissima. Così vidi cose indescrivibili: Il suo corpo era una caverna di migliaia di vermi, tutto brulicava in lui. Credo proprio di non aver mai visto una cosa così ripugnante. Che io non debba più vedere una cosa simile! Gli dissi: Ti prego, vai via, non lo posso più sopportare. Sono i peccati non soddisfatti?” Lui: “Dio è giusto. I miei peccati gridano al Cielo!”

Nota. I quattro peccati che gridano vendetta al cielo sono: “l’omicidio volontario la sodomia (omosessualità) l’oppressione dei poveri e delle vedove e degli orfani. La mancata retribuzione del lavoro agli operai. I catechismi moderni non li conoscono più e non li nominano neppure! Anzi secondo molti moderni teologi e medici la sodomia sarebbe una cosa naturale e quindi per niente peccato! Sic! e del resto vediamo che oggi tutti questi peccati sono diventati una moda! e sono all’ordine del giorno! (don Dellandrea).

 

Io: “Intendi dire i peccati che gridano vendetta al Cielo?” Lui: “Tu lo dici!” Io: “Disgraziato! Ma dimmi, il tuo pentimento all’ultima ora ha avuto la forza di salvarti? Il Pentimento e il Sacramento”! poi mi si avvicinò ancora di più, posò il suo braccio orrendo su di me. Indescrivibile questa vicinanza, questa cosa orrenda! Io ho soltanto chiuso gli occhi ed ho solo sperato che se ne vada presto. Non ho pregato, non ho offerto, così priva di amore con i più miserabili! Finalmente mi lasciò libera. Io: “Deve accadere questo?” Lui: “Tu mi rinfreschi”. Così gli ho dato davvero una quantità di acqua santa ed essa se ne andò. Quando ciò è passato si ha la sensazione di essere stati “Redenti”. Allora soltanto posso incominciare a lavorare per lei. Io avrò ancora molto da tribulare con questa scimmia! Questo pensiero mi travolge, ho una paura spaventosa, quella quantità di vermi sono un vero orrore per me. Io dico ben sia come Dio vuole, ma è poi vero, poi penso fra me che questa cosa non avesse più a succedere.

10 26 Novembre. Molti tormenti. Non ho potuto più ricavare niente da lui. Ma non ha importanza, e non serve ricordare o descrivere ciò che è passato ormai, e poi io preferisco proprio non pensarci!.

 

La scimmia è Egolfo von R….

27 Novembre. Quella bestia si avventò su di me. Non mi potei difendere, però non volli schiafeggiarla di nuovo. Sentivo i vermi sulla sua pelle viscosa. Cosa terribile! Finalmente mi lasciò. Io: “Voglio che tu parli! perchè hai fatto di nuovo così?” Allora gridò: “Io brucio (ricorda: Crucior in hac flamina del vangelo!) Io: “Che cosa ti posso fare?” Lui: “Acqua Santa!” allora gli ho dato quantità di acqua santa e come già l’altra volta era successo nemmeno una goccia cadde sul pavimento. Allora mi guardò con gratitudine e incominciò a piangere. Io: “Ma dimmi una buona volta chi sei?” Lui: “Egolfo von R….” Io: “Allora tu sei vissuto qui?” Lui: “Vissuto e peccato!” Io: “Chi hai ucciso?” Lui: “La Susanna!” Io: “qui?” lui: “No”. Io: “però hai pure peccato ancora qui?” Lui: “I peccati brutti!” Io: “Adesso il tuo è dolore presente ti serve ancora?” Lui: “No”. Io: “Sei rimasto sempre in questa casa in questo stato per tutto questo tempo?” Lui: “No dopo le tenebre!” Io: “Che cosa intendi dire per tenebre?” Lui: “L’allontanamento da Dio!” Io: “allora adesso sei più vicino?” Lui: “Sì”. Io: “Ma dimmi ancora, subito dopo la morte dove si arriva?” Lui: “Prima il Giudizio, poi il castigo!” Io: “Allora ti sei trovato davanti al buon Dio?” Lui: “Ho adorato, poi sono precipitato!” Io: “Sai con che cosa io ti posso salvare?” Lui:”Sì”, Io: “Con che cosa?” Lui: “Rinuncia ad ogni gioia”.

Nota. Il direttore spirituale della Principessa scrive a questo punto: Per quanto riguarda la “gioia” dissi alla Principessa, che gli spiriti non avrebbero nessun diritto, di chiedere una rinuncia a tutte le gioie. Essi lo farebbero comunque solo perchè spinti dalla loro miseria e dalla loro condizione dolorosa.

 

Io: “Dopo non verrai più da me come una scimmia?” Allora mi diede una sberla sulla testa e disparve! Rinunciare alle gioie non è per niente facile, proprio perchè tutto mi è gioia, e allora dovrei uscire completamente da me stessa.

28 Novembre. Mi pare che la sua mano sia intrisa di sangue. Io: “Perchè sanguini?” Lui: “Il mio peccato!” Io: “Non è stato in seguito a un accordo che tu hai commesso l’omicidio?” Lui: “No, te lo devo dire!” Io: “Chi era questa Susanna?” Lui: “Una bambina innocente!” Io: “Non voglio saperne altro dei tuoi peccati. Allora incominciò a urlarmi contro, mi graffiò il braccio e disse una parola, che non potei capire. Capito solo: “omitisch” (omosessualità).

Deve essere stata una vera lotta per lui dirmi questa cosa. Perchè dopo cadde per terra e incominciò a sospirare e gemere. Dopo che gli ebbi dato l’acqua santa egli si calmò un poco, rimase però tutta la notte da me. Poiché il sonno costituisce per me una vera gioia, forse lui ha voluto costringermi a sacrificarlo e così gli dovetti dare quello che non gli avrei dato altrimenti.

l8 Dicembre. Non ho più scritto niente, perchè non fu più possibile alcun discorso. La scimmia divenne una bestia furiosa, e se ho fatto del mio meglio per lei, lo fu più per paura, che per amore. Ho vissuto cose terribili, per esempio essa vuotò la sua pelle scrollandone fuori i vermi sul mio letto. Credetti di morire per lo spavento e il disgusto! Quando se ne andò, se ne andarono con lei anche i suoi vermi, e fu per me questo una vera consolazione. Finalmente oggi si presentò in forma umana, è un uomo piuttosto giovane. Egli non ha parlato. Ringrazio Dio, perchè ora egli è arrivato così avanti!

23 Dicembre. Egli rimase qui a lungo. Adesso non fa più paura, solo i suoi occhi sono ancora pungenti e irrequieti. Io: “Vorrei sapere, come è possibile che voi vi presentiate in forme così diverse”. Lui: “Per permissione di Dio. Tu non puoi vedere l’anima”. Io: “Se tu eri stato tanto tempo vicino a me, perchè non ti sei potuto far vedere prima?” Lui: “Io non avevo la capacità di trovare la strada, che è lunga”. Io: “Come hai potuto trovarmi?” Lui: “Sei tu che ci trovi. Io: “Io non ne sono d’accordo, perchè io mi sento infelice quando voi venite!” Lui: “La tua anima non parla così!”.

24 Dicembre. Venne spesso durante il giorno, ha pregato volentieri, ma non ha detto niente.

25 Dicembre. Fu qui mezza la notte. Io: “Sai che è Natale?” Lui: “Io posso adorare”. Io: “Non vieni più?” Lui: “No”. Io: “Allora io devo dirti che ti ho detto una bugia, quando ho detto, che ero infelice per il fatto della vostra venuta da me. E’ piuttosto la tremenda paura, che inaridisce il mio amore, effettivamente io voglio aiutarvi”. Lui: “Ormai non c’è più Volere per te, tu devi”. Mi sorrise e disparve. Egli era appena partito che stava davanti a me la vecchia stracciaiola in condizioni veramente pietose.

 

Gisela G…….

17 Gennaio 1926. La Z… non viene più. Ora viene una figura avvolta nella nebbia, abbastanza quieta, non c’è da aver paura. Mentre sta qui io riesco anche a dormire.

20 Gennaio. Pare che la figura sia una donna, ma del tutto diversa da quelle viste finora, una figura di nebbia, che non tocca il suolo. Il suo viso è alquanto amabile ed ancora giovane. Essa vola intorno nella stanza con una grazia, che non si può descrivere. 27 Gennaio. La mia carissima visita viene tutte le notti. Essa mi ha accompagnata anche a D…, dove io ebbi a vivere davanti a lei una cosa strana, e singolare. Improvvisamente si sentì nella mia stanza un frastuono, come se fosse stata rovesciata per terra una cesta di bicchieri. Uno scricchiolìo indescrivibile, e poi la mia stanza fu piena di fiamme. Mi investì una paura tremenda, perchè credetti che davvero la mia stanza ardesse per un incendio. Uscii fuori sul corridoio era tutto quieto. Quando rientrai, la mia stanza era come prima. Quando chiesi alla mia cara figura che cosa era stato, Lei indicò dalla finestra verso il prato, ma io non vidi niente.

1 Febbraio. Finalmente mi pare che l’apparizione mi si avvicini di più. Essa mi disse qualche cosa sottovoce, ma non ho capito niente.

3 Febbraio. Sono così avanti che sono contenta di vederla. Quindi lei fu qui di nuovo. Io: “Ma dimmi finalmente chi sei?” Lei: “Gisela”. Io: “Ma dimmi, perchè tu sei così diversa dalle altre”. Lei: “Perchè presto adoro”. Io: “Allora perchè vieni ancora da me a chiedere aiuto?” Lei: “Perchè io devo seguire la voce”. Io: “Che voce?” Lei: “La voce di chi prega per me”. Io: “Ma io non ho pregato per te, non ti conosco nemmeno”. Lei: “Dille che sono salva, io lo ho fatto con la mano non con la volontà.” Allora mi sovvenni che poteva essere Gisela S…. per la quale S. L. una suora prega sempre. Io: “Ti sei tolta la vita?” Lei: “Sì, io ero obnubilata”.

Nota. Gisela S….. era morta due anni prima, si diceva che era stata uccisa. Essa aveva un’arnica S. L. che pregò tanto per lei.

 

Ma allora va dalla voce! Lei: “non la trovo”. Io: “Che cosa devo dirle di te? Pregherai per lei?” Lei: “Preghiera e riconoscenza”.

6 Febbraio. Gisela ritornò. Le chiesi: “Perché vieni ancora dal momento che sei così vicina alla liberazione?” Lei: “Per rallegrarti.” Io: “Ti sono tanto grata! Mi puoi dire che cosa è quella cosa tremenda con frastuono e fuoco?” Lei: “Armati di forza!” Io: “Allora ha ancora da venire?” Lei: “Si. E’ stabilito!” Io: “Non puoi pregare per me che non venga?” Lei:”Tu parli in maniera umana”. Io:”Vedi, io sono sempre quella: fammi il piacere di dirmi che cosa c’è ancora in me di storto!” Lei: “E’ chiaro intorno a te, non permettere mai che si oscuri”. Io:”Non dirmi cose piacevoli, ma sii rigorosa!” Lei:”Offri sempre di più il sacrificio della tua volontà così aiuti te e loro!” Essa posò le mani sul mio capo e disparve. Questa fu un’apparizione veramente consolante, certo non verrà più adesso!

 

Una suora sotto l’aspetto di una Serpe.

8 Febbraio. Ora sì presenta “Io Spaventoso” con violenza inaudita.

Non ho mai visto un tale spettacolo, e nemmeno sentito: “tempesta, urla, capovolgimento di mobili gettati a terra, proprio tutto quello che non si vorrebbe sentire. Comunque voglio essere coraggiosa! Non riesco ancora a vedere nulla.

9 Febbraio. C’era in camera un tale uragano, come se porte e finestre fossero state spalancate e avessero sbattuto assieme. Di nuovo un’angoscia terrificante, una paura che cresce a non finire. E come posso prestare aiuto agli altri, quando io stessa avrei un gran bisogno di essere aiutata?

12 Febbraio. Fu una cosa talmente aspra e forte, che per la paura il sudore scendeva a goccioloni fino a terra. Nella mia infinita miseria mi sentii così sola, come non mai. Una invisibile potenza sembrava infuriasse attorno a me. Poiché fu sollevato perfino il mio letto, mi rifugiai in un’altra stanza. Mi avvolse un furioso uragano, allora aprii la finestra, fuori era tutto tranquillo.

13 14 e 15 Febbraio. Sempre lo stesso, “fracasso e spavento!”.

18 Febbraio. Fu così tremendo, che ne uscii malata finita. Ho continuato a recitare il salmo 90 “Qui habitat in adiutorio Altissimi, in protectione Dei Cóeli commorabitur” . Chi sta sotto l’aiuto dell’Altissimo, dimora sotto la protezione del Dio del Cielo”. Questo salmo è particolarmente adatto per me, perchè anche intorno a me c’è il timore notturno, saette che volano di giorno, macchinazioni della tenebra, incursione diabolica dei mezzogiorno, tribulazione… di tutto…! e senza la fiducia in Dio non resisto più.

19 Febbraio. In mezzo al fuoco si è disvincolato un mostro scuro, dal quale viene il frastuono tremendo. Dalle fiamme non esce alcun calore. La tempesta di prima è cessata. Ho adoperato tantissima acqua santa.

Per essere sincera, devo dire, che al momento mi trovo in una situazione di spirito molto cattiva, sono diventata così povera nel dare.

A forza di non star bene, la mia anima deve soffrire la fame, e lo sento sempre di più. La mia forza sta per finire, se non posso attingere dal Tabernacolo.

21 febbraio. Adesso è lui luci mostro spaventoso, la cosa che più mi fa paura. Il mostro nero è una serpe. Quando la vidi mi sentii paralizzata dalla paura. E’ una cosa tremenda per me, che ho paura da un orbettino! La bestia è molto lunga, forse tre metri, ho tanta paura, che tremo al sopravvenire di ogni notte: non riesco affatto a fare alcun sacrificio. Le fiamme sono sparite, e anche lo sbattere. Finora sta ancora quieta. Mi si augura la “buona notte”, ed io vado incontro al grande tormento!… Ecco che di nuovo mi sono lamentata, adesso devo dire: “Basta!” Dio non mi manda di più di quanto posso sopportare. Ho pensato che, forse queste annotazioni potessero essere per me come una medicina calmante poi la cosa diventa più facile.

Nota. Sebastiano Wieser, suo confessore, le aveva consigliato di tener un diario, perchè non comunicasse a quanti le stavano accanto e vivevano con lei quello che le succedeva e anche con l’idea che in questa maniera poteva scriver qualche cosa dell’anima. Sappiamo che anche Gòethe riteneva lo scrivere come una liberazione.

 

23 Febbraio. La serpe venne solo dopo l’una. Essa si fece sentire con un tonfo, come quando un corpo cade dall’alto. Rimase a lungo distesa davanti a me, non è però tre metri, come credevo, ma solo un po’ più di due metri: la ho misurata con la parete dove stava. Fu abbastanza quieta. Le ho detto, che farò di tutto per aiutarla, perchè non mi si avvicini, questo no! Verso le tre penetrò attraverso il muro accanto al mio letto nella stanza di W…, che in quel momento fece un urlo. Quando al mattino chiesi se aveva dormito, la donna, che lo assiste disse: “Non so che cosa abbia avuto, alle tre si è svegliato e ha gridato come se avesse avuto paura da qualche cosa”. Quando mi rincresce che il povero bambino debba patire, solo, perchè la sua stanza è accanto alla mia!

24 Febbraio. Il povero animale ha gli occhi di fuoco, nei quali è sepolta la sua infinita sofferenza e agitazione. Pregare con una bestia è una sensazione del tutto particolare. Mi sono presa con me la Reliquia di Santa Croce, che mi dà una certa tranquillità. La bestia stava arrotolata a ciambella. Non so che cosa preferisco! Non mi sono affatto coricata, cosa che era più comoda. Solo non pensare che cosa potrà ancora accadere! Le ho proibito di entrare nella stanza del bambino, minacciandola di non fare più niente per lei altrimenti. Vuol dire che ho un certo potere su di essa, cosa che mi fa bene. Uscì fuori nel corridoio strisciando.

25 Febbraio. La ho osservata perfettamente: è di colore grigioscuro con striature bianche. E’ assolutamente impossibile pensare che non sia un corpo reale e tangibile, ma solo un parto della fantasia. Chi la pensa così non ha mai provato una cosa del genere, e quindi non può sapere. Io la ho colpita alquanto con il mio bastone, e subito essa si è arrotolata come una ciambella: non fu una cosa facile, ma volli rendermene conto, per poterlo poi affermare!

26 Febbraio. Dopo che ebbi pregato assieme, essa si snodò così vicina da far spavento. Ad essa sembra che la cosa faccia bene, a me fa malissimo, tanto che feci un balzo sulla sedia. Nessuna risposta alle mie domande.

2 Marzo. La mia superbia fu punita non ho proprio alcun potere su di essa. Quando le ordinai di stare ferma, si è mossa strisciando verso di me e mi ha soffiato. Lo spavento che provai non lo si può descrivere!

3 Marzo. Una giornata davvero spaventosa! vidi la serpe pendere da un albero di fronte alla mia scrivania. Uscii precipitosamente dalla mia stanza, per salvarmi da lei presso altre persone. Dopo un’ora tornai, e quella se ne stava ancora in camera. Di giorno è ancora più orrenda. Sono scappata di nuovo fuori, ma quella strisciò attraverso la porta contro di me e disparve. La cosa spaventosa avvenne però durante la notte. Essa venne giù dal soffitto. Non so di più. Ma deve essere così, quando uno è colpito da un colpo apoplettico…

4 Marzo. Il serpente parla. Io: “Vieni finalmente e mostrati come tu sei stato. Non ti posso più sopportare così.” Lui: “Colpa tua!” Io: “Ti do ancora troppo poco?” Lui: “Sì!” Io: “La mia forza è consumata, la paura di te mi divora”. Lui: “Tu non sei pura, senza macchia”. Io: “Purtroppo! dimmi, come fai a saperlo?” Lui: “C’è del torbido attorno a te”. Io: “Grazie! Cambierà!” Ed ora la cosa più tremenda. Si arrotolò tutto, poi si slanciò contro il mio letto. So solo di aver urlato… ma poi era sparito. Lo spavento però scosse le mie membra tutto il giorno.

5 Marzo. Ero andata a ricevere i santi Sacramenti. Tornata a casa volli riprendere il mio lavoro, qualche cosa lo afferrava. Non pensai subito ad una presa da parte di spiriti, ma credetti si trattasse di uno scherzo. Poi vidi improvvisamente una mano con un anello di argento, come lo portano le monache: essa afferrava il mio lavoro. Dopo un po’ si formò una figura nebulosa, però si distingueva ancora sempre solo la mano. Io: “Sei la serpe?” Lei: “Sì, mi hai conosciuta e disprezzata!” Io: “Chi sei? dimmi il tuo nome!” Lei: “Mi conoscerai, adesso aiutami!” Dopo ho pregato un poco con lei poi io stessa fui come avvolta in una nube, ed essa sussurrò: “Tu hai odiato le mie bugie!” Non avevo la minima idea di chi poteva essere. Ma ora sono io l’anima liberata, se la serpe non viene più. (Quanta sono grata a Dio, che mi ha tolto via quella cosa tremenda!

6 Marzo. L’apparizione rimase (lui a lungo, una striatura di nubi con le mani, essa è così mite, che riuscii ad addormentarmi mentre era qui. Essa non fa nessuna reazione a niente.

8 Marzo. La nuvola si infittisce di più è una donna, non riesco a pensare chi possa essere. Non so nemmeno di aver avuto disprezzo per qualcuno.

 

La figura del serpente ‘Immagine della vita’

9 Marzo. Rimase qui tanto, ha pregato con me: quanto è serena adesso! Ora non ho più quell’orrido rettile! e adesso posso di nuovo dare di più!

10 Marzo. E’ una monaca: ora si riconosce il velo, ma non il viso. Le chiesi: “Dimmi una buona volta chi sei?” Lei: “Un’assetata!” Io:”Perchè sei venuta da me come serpente?” Lei: “Non ero ancora capace di mostrarmi diversamente”. Io: “Perchè eri in questa figura ripugnante?” Lei: “Era il simbolo della mia vita!” Io: “Eri una monaca?” Lei: “Sì”. Io: “E perchè non vai dalle tue consorelle a chiedere aiuto” Lei: “Io andai da loro, ma quelle non vedevano niente! Io: “Ti ho conosciuta proprio davvero?” Lei: “Tu hai odiato il mio peccato”. Ed era sparita. Non capisco affatto chi possa essere.

I1 Marzo. In pieno giorno ecco Padre W…… era esattamente come da vivo. Io: “Sta bene? come sono contenta!” Lui: “La lunga sofferenza mi ha illuminato!, sono salvo!. Ora so che le anime vengono e possono venire da te. Usa bene le tue forze! Chi dà tutto, riceverà assai!” Quest’apparizione mi rende felice per due ragioni: Primo, perchè è buono, secondo perchè non mi volle credere, quando gli raccontai la storia della Monaca.

Nota. Confronta la prima apparizione.

 

E’ la terza volta questa, che coloro, che noti vogliono credere, si mostrano a me dopo la loro morte. F.S. e K.T. sono anche venuti. La mia tranquillità non è causata da superbia, ma lo trovo come un riposo una sicurezza quando vengono da queste persone, che non hanno bisogno. Sono una conferma per me. Molte cose che scrivo, possono suonare come vanagloria.

Io tralasciarci volentieri qualche cosa, ma allora la verità non sarebbe più completa.

17 Marzo. La monaca mi ha già salutata al mio arrivo a Monaco, quindi niente ferie! Vidi anche altre tre ombre e un uomo anziano.

19 Marzo. Lei rimase qui tutta la notte. Allora è proprio Maria R….., una monaca francese di Pie… Morì cinque anni fa a Marsiglia. Io: “Perchè non ti mostri nel tuo monastero?” Lei: “Ci sono stata molto, ma esse non mi vedono”. Io: “Mi puoi spiegare, perchè io ti vedo e quelle mezze sante là non ti vedono?” Lei: “Il loro spirito è ancora prigioniero, mentre tu ti puoi liberare!” Io: “Rendermi libera da che cosa?” Lei: Da te stessa!” Io: “Perchè sei venuta da me sotto la forma di un serpente? Lei: “Era l’immagine della mia vita! giuramenti falsi tutto menzogna e commedia!” Io: “Eppure non sei dannata!” Lei: “Prima di morire ho finalmente ricevuto i Sacramenti in modo degno!” Io: “Che cosa posso fare ancora per te?” Lei: “Pregare con me e flagellarti! Allora sarò nella luce!”.

25 Marzo. Ora lei viene tutte le notti, senza rispondere. Adesso diventa sempre più bella, proprio come era da viva, solo è ancora triste.

30 Marzo. Io: “Devo scrivere di te a Pie…’?” Lei: “No, esse pregano per me.” Io: “Quale è il tuo dolore maggiore?” Lei: “Il desiderio che non si quieta!” Io: “Poveretta, mi rincresce tanto, perché quando eri in vita, io sono stata così cattiva con te: ora voglio riparare con l’amore”. Lei: “Tu mi hai compenetrata”. Io: “Poiché sono stata tanto rigorosa con te, adesso siilo tu con me e dimmi ciò che in me non li pace!” Lei: “Tu non hai ancora compreso la tua vocazione”. Io: “Che vocazione?” Lei: “La Misericordia”. Io: Ahi, sì! sono così debole ed egoista, sono una così povera creatura. Ma dimmi di più!” Lei: “Inabissati e vedrai!” Io: “Non capisco”. Lei: “Potresti vedere a tuo piacere attraverso la nebbia”. Io: “Io voglio solo ciò, che Dio trova bene per me, e come posso sapere io se il tuo consiglio è giusto?” Lei: “Vedi il tuo angelo?” Io: “No, e tu lo vedi?” Lei: “Sì, è accanto a te!” Che mi è di grande consolazione, ma io non lo vorrei proprio vedere per niente e non cose troppo soprannaturali! Vedo sempre più cose. Ad A….. io vidi tre donne e quattro figure di nebbia. Il digiuno mi rende più libera, ma si tratta di un povero digiuno sono debole come sempre!

 

Un segno!

21 Marzo. Mentre andavo in chiesa ad A….. mi vennero incontro due dame, che non conobbi affatto. Io: “Chi siete?” Esse: “Le dimenticate!” ed erano sparite. Me ne stavo seduta in camera mia. Improvvisamente mi sento avvolta in un turbine di nebbia, mentre entrava il sole dalla finestra. Io: Se siete delle Povere anime, datemi un segno!” Ed ecco cadde dalla parete un quadro ed esse erano sparite assieme con la nebbia. Me ne andai in giardino, ed ecco venirmi incontro un cavaliere vestito modernamente a cavallo di una volpe. Egli passò velocemente davanti a me e sparì in un boschetto. Un cane, che stava accanto a me abbaiò. Un pochino troppo in un sol giorno!

1 Aprile. Mi trovavo sola in uno scompartimento del treno ed ecco arrivare la Monaca. Io: “Tu mi riesci a trovare dappertutto?” Lei: “Ma io sono sempre accanto a te!” Io: “Ma come è che io non ti vedo sempre?” Lei: “Perchè il tuo “Fluido” cambia”. Io: “Che cosa è ‘sta roba?’ Lei: “Tu non lo capisci!” Io: “Per quanto tempo verrai ancora da me?” Lei: “Fino quando voi canterete: Alleluja”. Io: “Allora dopodomani?” Lei: “Sì”. Io: “Raccontami qualche cosa dell’Aldilà!” Lei: “Tu non lo potresti comprendere Infinito dell’Infinito!” Poi Lei incominciò a cantare, io non potei capire niente, penso che era in latino. E così arrivammo a Monaco.

Nota. Tutte le “sapienti” espressioni in materia di religione sono ragionamenti alla maniera umana. “Anìmus” ha soltanto il suo mondo, fuori di questo non comprende niente. La monaca diventa “Anima”come l’ha vista Patti Claudei. Lei canta un Inno, che la Principessa non capisce e non può comprendere!

 

Il Venerdì Santo non vidi e non udii nulla. Il Sabato Santo vidi solo due ombre.

Il Giorno di Pasqua fu troppo bello, e non lo dimenticherò mai! Al: “Vidi Aquam” la monaca stava in piedi davanti a me tutta rivestita di luce, ai piedi dell’Altare. Quale enorme differenza dalla figura del serpente!! O mio buon Dio, ti ringrazio!” Ora mi sono proposta di sopportare tutto pazientemente e non scrivere più. Ho tanta paura che si infiltri l’autocompiacimento. Lascio comunque a Lei il giudizio.

 

Un conoscente nell’abisso

24 Aprile. II mio proposito di non scrivere più di queste cose non fu di lunga durata. La cosa non va. Io non posso aver tregua! Da oltre quattordici giorni viene un uomo assai triste e miserevole. Lo si può sopportare ma non lo conosco.

27 Aprile. Egli era molto agitato e piangeva.

30 Aprile. Egli piombò in pieno giorno nella mia stanza come fosse stato inseguito, aveva la testa e le mani piene di sangue! Io: “Che cosa posso fare per aiutarti?” Lui: “Dammi la tua mano!” Io gliela diedi con gran timore e sapendo o presentendo che anch’essa si sarebbe macchiata di sangue. Invece niente di tutto ciò. Solo esse erano molto calde. Io: “Come ti può giovare sta cosa?” Lui: “Tu rinfreschi”. Io: “Chi sei?” Lui: “Mi devi pur conoscere!” Io: “No, non ti conosco!” Lui: “Io sono sepolto nell’abisso!” Io: “La tua anima o il tuo corpo?” Lui: “il mio involucro!” Io: “E come ti chiami? Lui: “Luigi!” Non ho la minima idea di chi possa essere.

1 Maggio. Venne di nuovo di giorno. Ho visto benissimo che la sua testa era tutta sfracellata. Io: “Perchè sei così pieno di sangue?” Lui: “Perchè nessuno me lo netta via!” Io: “Devo farlo io?” Lui: “Tu non capisci il mio linguaggio!” Io: ” Tu parli in maniera simbolica. E’ sangue, cioè dolore?” Lui: Sì, io sono dimenticato nell’abisso”. E se ne andò piangendo.

3 Maggio. Quando entrai in stanza, lui teneva la maniglia della porta. Strano, questa circostanza mi spaventò assai più che non alla stessa apparizione! Io: “Dimmi, perché parli sempre di Abisso?” Lui: “Perchè sono lì”. Io: “E’ il modo di dire di un castigo?” Lui: “No!” Poi si lanciò contro di me come se volesse farmi del male. Io: “Stai fermo, che cosa vuoi di speciale?” Lui: “Tu mi devi conoscere!” ma davvero non lo conosco! 3 e 4 Maggio. Egli fu anche troppo da me e non parlò!

5 Maggio. Mi venne in mente che poteva essere Luigi Z….., che a…. nel 1879 fu… Fu un grande rocciatore e credo sia morto al Tódi, per una sciagura alpinistica. Purtroppo oggi non venne.

Nota.Tódi è una montagna nel Glaronese, Svizzera, alta 3.620 m.

 

6 Maggio. Allora è proprio come pensavo . Io: “Sei il signor Z… dell’infortunio alpinistico?” Lui: “Tu mi liberi!” Io: “In che modo può esserti utile che io ti conosca?” Lui. “Allora mi darai di più!” Io: “Questo non cambia niente nei miei rapporti. Io faccio quello che posso. Le tue ossa sono ancora giù nell’abisso?” Lui: “Sì” Io: “Ma questo non nuoce per niente alla tua anima perchè tu sei salvo”. Lui: “Salvato, ma nell’Abisso! Dall’abisso io grido verso di te!” Io: “Devi ancora espiare così tanto?” Lui: “Tutta la mia vita fu senza un contenuto un valore! Quanto sono povero! Prega per me!

Nota. Sport e Turismo non sono il fine e lo scopo della nostra vita. Di esso non rimane che il vuoto e la povertà dello spirito. Quanto pochi si avvantaggiano delle Feste del Signore, e invece vivono come separati da Dio loro Creatore tante persone in questi giorni.

 

Io: “Così ho fatto a lungo. Io stessa non so come lo possa fare”. “In questo caso io non sono più il distratto “io”. Egli si tranquillizzò e mi guardò con infinita gratitudine. Io: “Adesso la cosa ti diventa più leggera?” Lui: “Si” Io: “Perché non preghi tu stesso?” Lui: “L’anima è soggiogata quando conosce la Grandezza di Dio!” Io:”Me la puoi descrivere?” Lui: “No!” “Pure lo straziante desiderio di rivederla è il nostro tormento”. Io:”Sei con le altre anime?” Lui: “Sì, però ciascuno è isolato”. Io: “Come hai fatto a trovarmi?” Lui: “Tu ti trovavi sulla mia strada”. Io: “E che cosa posso fare per aiutarti nel modo migliore?” Lui: “Quando tu ti fai male e non commetti alcuna colpa”. Io: “Però, tu esigi molto da me. La prima cosa passi, ma la seconda vorrei, ma non posso! Purtroppo sono sempre una povera creatura esposta a tante cose”. Lui: “Quanto più tu sei pura, tanto più ci puoi aiutare!” Io: “E come ve ne accorgete?” Lui: “Vicini a te noi non soffriamo!” Io: “Ma andate piuttosto da una persona più perfetta!” Lui: “La via è segnata per noi!” Io:”Da quali sfere potete venire da me?” Lui: “Dalle più basse!” Io: “E dopo?” Non rispose, però si fermò ancora a lungo.

7 Maggio. Egli venne alla prima colazione del mattino, passò fra… e me… via e qua. Era quasi una cosa insopportabile, non lasciar notare nulla! Finalmente potei andarmene, e quasi nel medesimo istante egli era di nuovo accanto a me. Io: “Per favore, non venire, mentre sono fra la gente”. Lui: Ma io vedo solo te!” Io: “Ma tu conosci pure le camere dove sei stato tante volte!” Lui: “Sì” Allora mi venne incontro e mi poggiò le sue mani sulle spalle. Quando era vivo non mi era stato simpatico proprio niente, ed ora tanto di meno! Io: “Lasciami stare! Non voglio che tu mi tocchi!” Lui: “Adesso tu sei pura”. Io: “Ti accorgi che oggi sono stata alla santa Comunione?” Lui: “E’ appunto questo che mi attrae!” Ho pregato a lungo con lui. Ora aveva un’espressione assai più contenta.

Scrivo tutte queste cose molto malvolentieri!

9 Maggio. Luigi Z… Fu qui molto a lungo, purtroppo indaffarato, ed ha continuato a singhiozzare. Io: “Perchè oggi sei così triste? Non la ti va forse meglio?” Lui: “Io vedo tutto così chiaro!” Io: “Che cosa?” Lui: “La mia vita perduta!” Io: “Se hai adesso ancora pentimento, ti aiuta ?” Lui: “Troppo tardi!” Io: “Hai potuto concepire questo subito dopo la tua morte?” Lui: “No!” Io: “Ma dimmi, come è possibile che tu ti puoi mostrare solo così come eri da vivo?” Lui: “Per la Volontà”.

10 Maggio. Mi sta per accadere qualche cosa di nuovo e ne ho paura.

13 Maggio. Z… è qui assai agitato. Io: “Quando vorrai star fermo?” Lui: “Tu sei divisa”. Io: “Ti accorgi che c’è ormai qualche cosa di altro, che mi sta attorno?” Lui: “Sì”. Io: “E tu puoi scacciare quell’altro?” Lui: “No”. Io: “Che cosa è?” Lui: “Dammi l’ultima cosa che hai, poi sono libero.” Io: “Bene, allora non voglio pensare ad altro”. Egli era sparito. Per la verità non è tanto facile ciò che gli ho promesso. Comunque proverò ad eliminare totalmente ciò che tormenta. D’altra parte io non posso accontentarne due. Devo ammettere qualche cosa: mi sono sentita così infelice e così terribilmente sola, che ho pianto come una bambina. Mi sento sempre tanto poco disposta a sacrificarmi.

15 Maggio. Io: “Sei contento adesso?” Lui: “La pace!” Io: “Viene sopra di te?” Lui: “Verso la luce abbagliante!” Durante il giorno venne tre volte, sempre un po’ più contento. Fu proprio il suo commiato.

16 Maggio. Svegliata da un frastuono spaventoso, nella mia stanza c’era un vero uragano. Mi sono alzata fuori non c’era il minimo soffio di vento. Ed ecco una grossa palla che rotolava per la stanza, oppure una specie di botte malfatta, non saprei dire di preciso che cosa era: era solo da spaventarsi! Poi mi sentii chiamare con molta chiarezza. Io ero del tutto fuori di me stessa poi ci fu un colpo e tutto fu di nuovo quieto ed io potei ancora riposare un pochino.

17 Maggio. Ancora qualche cosa di simile, tuttavia non del tutto così terribile.

Ho visto in giardino due donne, che mi venivano incontro sparirono di colpo.

 

Eleonora!

25 Maggio. Mi trovavo ad H… (una giornata di cammino dal luogo dove stava la veggente), ero andata in visita. Essa mi ha trovato anche qui di bel nuovo. Adesso diventa molto umana, ma orribile. Mi fa pensare alla testa di Medusa.

27 Maggio. Me ne stavo seduta con mia N… ed ecco che qualcuno mi afferra per le spalle e incomincia a scuotermi in qua e in là, tanto che si sono accorti anche gli altri e mi hanno domandato se avevo freddo? Quasi avevo freddo davvero, ma dalla paura! E’ una bruttissima donna, davvero ripugnante.

29 Maggio. Mentre ero nel bosco mi vidi venire incontro una figura in volo.

2 Giugno. Quella donna orribile fu qui assai a lungo. Non ci fu comunque nulla di nuovo. La figura volante venne proprio su di me e pareva avvolta in una nube luminosa. Mi sentii immersa in una sensazione del tutto particolare, nessuna angoscia, ma una felicità! Ma contemporaneamente vidi me stessa e tutto era cattivo in me visto in una nuova luce. Ero nel bosco, ma non vedevo più alberi, ero come rinchiusa in un cerchio di nube bianca e soltanto Anima e perciò non è cosa che possa descrivere. Ma che cosa è questa cosa, che mi circonda, e mi rende così felice? Capisco benissimo, che la cosa non ha nulla a che vedere con gli Spiriti!

L’eccezionale mi ripugna tanto, ma ho paura di essere vanesia davvero.

Avevo tanto desiderio della Santa Comunione, che (lui si può avere solo di rado, e mentre ci stavo pensando, ecco che venne quella cosa. A chi posso aprire il mio cure, se non a Lei? Forse mi posso difendere da questa cosa, se lei trova che sia più giusto, parlando però sinceramente, sarebbe per me un vero sacrificio, perchè questa cosa dà troppa felicità. Ma che cosa è? Non potrebbe provenire da uno spirito malvagio, che in tal modo si potrebbe impossessare di me? Perché il buon Dio dovrebbe mandare a me questa dimostrazione di benevolenza, che Egli dona soltanto ai buoni? Ed io non lo sono per niente, non possiedo ancora nemmeno una virtù, tutto solo propositi non realizzati. Questo mi inquieta parecchio. Bene, ora Lei sa di nuovo tutto, la carta è sempre un grande tranquillante!

11 Giugno. La donna viene quasi tutte le notti, ma non si combina niente con Lei. Solo pare che sia contenta della preghiera.

17 Giugno. Finalmente balbetta qualche cosa, che è di Passavia e si chiama Eleonora.

22 Giugno. Essa mi ha quasi fatta andare fuori di me stessa prima della Santa Comunione. Mi ha talmente scrollato per il braccio, mentre stava in piedi come un gigante davanti a me, che credetti tutti avrebbero dovuto vedere. Che essa possa leggere anche il mio pensiero? Perchè appena mi venne l’idea di offrire per lei la santa Comunione, essa disparve. Durante la notte essa poggiò il capo sulla mia mano, io sentivo i suoi occhi fissi su di me. Presi dell’acqua santa e gliela versai addosso. Lei: “Tu sei misericordiosa!” Io: “Era così difficile poterti aiutare, che sei venuta per così lungo tempo?” Lei: “Se tu sapessi come ho peccato!” Io: ‘Io non lo voglio sapere affatto! solo che io ti posso aiutare!” Lei: “Scrivi a Passavia che…” (impossibile capire. Mi riempì di tristezza, ma fu solo un mormorio, spero di poterle far dire tutto!).

24 Giugno. Dimmi subito che cosa devo scrivere a Passavia?”

Lei: “Il bambino ucciso era mio”. Io: “A chi lo devo scrivere?” Lei: “Gr….”. Io: “Quando hai ucciso il bambino?” Lei: “Estate 1823”. Io: “Ma Gr…. non sarà più viva!” Lei: “Io la ho calunniata”. Io: “Bene, vedrò che cosa potrò fare, ma forse è già più facile per te, ora che lo hai detto”. Lei: “Infelice! Infelice!” e disparve . Due giorni di completo riposo. E un riposo meraviglioso.

27 Giugno. Apparve qualche cosa di nuovo con molto fracasso e lamenti era irriconoscibile! Era grande come un armadio!

Venne anche Eleonora e mi diede un bacio, cosa che non mi va affatto. Poi ho pregato a lungo con lei ed essa sembra contenta. Io: “Posso fare ancora qualche cosa per te?” Lei: “Non cacciarmi via da te!” Io: “Ma io non lo faccio!” Lei: “Tu mi eviti se cerco di toccarti!” Io: “Sì, la cosa mi fa rabbrividire e a te non giova”. Lei: “Lasciami!” Poi si accomodò accanto a me. Può anche darsi che la cosa le dia sollievo e la aiuti, se io riesco a sopportarla come un atto di offerta per lei!

29 Giugno. Quell’altro tormento fu di nuovo qui. Sembra uno che porta un peso molto grave. Poi ritornò Eleonora. Io: “Vieni, dammi la tua mano!” Allora Lei mi venne incontro sorridendo. Io: “Sei contenta così, che sorridi?” Lei: “E’ superato!” Io: “Che cosa?” Lei: “Lo sconforto!” Io: “Perché” Lei: “Perchè tu dai!” Io: “Proprio oggi che ti ho dato tanto poco! Ebbi tanto poco tempo, per pensare a te”. Lei: “La tua volontà era offerta”. Io: “Poiché tu sai tutto di me, dimmi che cosa è in me ancora che non ti piace”. Lei: “Tu esiti ancora nel dare, non devi più preoccuparti di te stessa. Ed ecco entrare il Nuovo e lei disparve. Certo se fossi così avanti, come vogliono gli spiriti! Ma ce ne manca ancora!

30 Giugno. Lei mi venne incontro sulle scale, mi sorrise e con la mano fece un cenno lontano. Forse questa era la conclusione.

4 Luglio. Eleonora spesso da me. Essa non parla più ed ha una espressione di felicità. L’uomo che porta il peso è molto tormentante per via della sua inquietudine. Si può distinguere la sua faccia: ha una lunga barba grigia. Non lo conosco.

7 Luglio. Durante il giorno ci fu un grande rumore nella mia stanza. Il mio cassettone e la porta saltavano per aria non si poté vedere niente. La cosa si ripeté quattro volte.

9 Luglio. La realtà ha completato il sogno. Io sognai. Un uomo carico di un grande peso veniva verso di me, poggiava il suo carico accanto al mio letto. Io mi svegliai. E l’uomo era veramente lì davanti a me, dalla sua schiena piegata qualcosa cosa che non potei conoscere una cosa scura sul pavimento. La cosa mi impressionò talmente, che mi alzai per convincermi, che ero sveglia. Scrivo questo perchè non mi era mai successo.

Pare che Eleonora non venga più.

Sento di nuovo un nuovo frastuono e un chiamare, ma non il mio nome, ma: “Ascoltaci! Aiutaci!” e poi un grido che ti trapassa l’anima.

11 Luglio. Io mi sono esaminata a fondo, se la cosa che scrivo, corrisponde alla Verità, e posso affermare: “Ebbene, sì!” Io ho la abitudine di rileggere e rileggere sempre ciò che ho scritto, prima di consegnarlo e talvolta ho trovato di aver omesso ciò che mi sembrava esagerato. Forse la mia sensazione per l’Altro” è troppo compenetrante…

Nota. Il tenore del Diario talvolta lo ripeto a questo posto. Qui si tratta di apparizioni e Visioni, non hanno niente a che fare con le Povere Anime. La veggente rilevando queste visioni, ha anche collegato una sua caratteristica, che era riservata solo a colui al quale erano indirizzate, e che è molto simile a una confessione scritta per lettera. Essa scrive in proposito: “Ora mi devo preparare alla morte e finalmente fare sul serio…”.

Parroco, Sebastiano Wieser

 

Nicolò

20 Luglio. Quell’arnese nero e il cassettone nero si è adesso trasformato in uomo vecchio. Egli indossa il costume del secolo scorso. Io: “Ce ne è voluto del tempo prima che tu sia riuscito a farti vedere in modo giusto”. Lui: “Tu ne sei responsabile!” Io: “Sì, è vero lo sento anch’io! Non ne posso più”. Lui: “Liberati!” Io: “Ma io devo pur avere anche amore verso il mio prossimo, per gli altri, e non posso vivere esclusivamente per voi!” Lui: “Devi pregare di più!” Se ne andò per ritornare due ore dopo. Io avevo dormito, sono così, sono stanca a morire! Non ne posso più, in tutto il giorno non avevo avuto un momento libero per me stessa! Io: “Vieni, adesso voglio pregare con te!” Mi sembrò contento! Mi si avvicinò. E’ un uomo anziano con farsetto bruno e una catenina d’oro. Io: “Chi sei?” Lui: “Nicolò”. Io: “Perchè non hai pace?” Lui: “Io fui un oppressore dei poveri, ed essi mi hanno maledetto”. Io: “Sei vissuto qui?” Lui: “No!” Io: “Dove?” Lui: “A Mainz!” Io: “Sei un mio parente?” Lui: “No”. Io: “E in che modo ti posso aiutare?” Lui: “Col sacrificio!” Io: “Che cosa intendi dire per sacrificio?” Lui: “Offrirmi tutto quello che più ti pesa!” Io: “La preghiera non ti giova più?” Lui: “Si, se ti costa!” Io: “Ci deve essere sempre assieme la offerta della mia volontà?” Lui: “Sì”. Si fermò ancora parecchio.

Nota. Una Verità della vita religiosa: La preghiera deve essere unita al sacrificio. Ecco quindi un avvertimento: Non pregare egoisticamente. (Soddisfazione nella preghiera cioè il sentimento divino può portare su una strada sbagliata e cullare uno in una falsa sicurezza. La Croce di Cristo è la sapienza dell’orante).

 

22 Luglio. Mi recai a Rottweil, appena giuntavi egli era lì. Io: “Come fai a trovarmi subito?” Lui: “Ma io non ti lascio mai”. Io: “E Perchè non ti vedo sempre?” Lui: “Perchè tu sei divisa”. Io: “Questo me lo hanno già detto altre anime. Dimmi di più!” Lui: “Tu sei liberata, ma non del tutto”. Io: “Perchè non vai da quelli che sono del tutto liberi?” Lui: “Non li trovo”.

23 Luglio. Una notte tremenda. Vidi in camera mia tante figure, come non mai. Esse si stringono attorno a me e sospirano. A differenza delle altre apparizioni, queste erano senza corpo. Era una cosa così tormentosa che fui presa da un immenso timore e un’angoscia tremenda e mi misi a piangere. Esse continuarono a volare attorno a me quasi per tre ore. Di buona mattina venne Nicolò. Io: “Sai che cosa era che mi girava attorno?” Lui: “No, tu mi hai dimenticato.”. Io:”No, ma devo pur dare anche agli altri. Voi non potete tormentarmi in questo modo!” Lui: “Noi seguiamo una Volontà superiore!” Due giorni di continua calma. Come mi fece bene!

26 Luglio. Quattro figure e poi Nicolò. Io: “Come mai in tanto tempo non hai trovato nessuno che ti aiuti?” Nicolò: “Io ero ancora nelle tenebre”. Io: “E come hai fatto a venire diretto da me?” Lui: “Ci viene indicata la strada”. io: “Ma sarà ben diverso per te essere aiutato con il santo sacrificio della Messa, nella quale si fa sempre memoria di voi”. Nicolò: “I castighi sono diversi, non tutti hanno parte, Dio è giusto!”

28 Luglio. Sono stata tormentata in maniera quasi insopportabile da tante figure che ritti stavano attorno. Da qualunque parte fossi andata esse mi seguivano, credetti di essere matta e per di più non potevo lasciar trapelare niente… Ed ecco che nella mia quasi mezza disperazione l’Altro mi tirò a se, io mi trovavo in una pace dello spirito e non vidi e non udii più nulla. Ma io non voglio comunque parlarne.

29 Luglio. Nicolò mi poggiò la sua mano sul capo e mi guardò con tanta simpatia, che dissi: “Hai una faccia così contenta, puoi andare dal buon Dio?” Nicolò: “La tua sofferenza mi ha liberato”. Io: “Hai notato tutto ciò che mi capitò in questi giorni? Però io pensai che tutto questo non ti avrebbe giovato, perchè io non lo ho sopportato con gioia”. Nicolò: “La tua volontà era spezzata”. Io: “Non tornerai più?” Lui: “No”. Io: “Dove sei sepolto?” Lui: “A Neckar”. Io: “Ma se sei vissuto a Mainz”. Lui: “Sono caduto in guerra!” Egli ritornò di nuovo vicino e mise la mano sul mio capo. Non fu una cosa da far paura oppure forse io sono ormai insensibile.

4 Agosto. Niente di nuovo. Ci sono qui le figure, ma non mi tormentano. Mi sovvengo di qualche cosa. Adesso ci vuole sempre più tempo prima che le apparizioni siano calmate. Non posso spiegarmi la cosa se non che io sono diventata più povera nel bene.

 

La Signora W…..

7 Agosto. Adesso viene moltissimo, una povera figura singhiozzante da cui gli stessi movimenti esprimono un dolore straziante.

11 Agosto. Da un paio di giorni essa diventa sempre più tremendamente agitata. E’ una donna. Sono molto riconoscente di non dover più scrivere niente delI’Altro”…

15 Agosto. La povera signora così angosciata è la Signora D…W! E’ esattamente come era da viva solo che è inconsolabile…

Nota. Suo marito era apparso già prima.

 

18 Agosto. E’ sempre eguale, essa non riesce a parlare. Si gettò sul mio letto e incominciò a piangere spaventosamente.

20 Agosto. Essa venne da me sette volte, non c’è niente da temere da lei, solo che essa mi rende molto triste.

Nota. Anche ai Santi è capitato di aver paura di essere magari vittime di inganni del demonio. Un sacerdote insistette nel consigliarla a sospendere le annotazioni del diario: in seguito a questo essa fu presa da scrupoli. Questa è la ragione per cui dopo questa data del 20 Agosto c’è una lunga pausa.

 

25 Febbraio 1927. E così riprendo a scrivere di nuovo, tutti gli stupidi scrupoli se ne sono andati! La signora W… venne in tutto questo tempo complessivamente 37 volte, non fece mai paura, solo immensamente triste sempre. Essa ha parlato molto poco.

Io: “Perchè devi soffrire così tanto? Sei pur stata molto buona!” Io: “Dio giudica diversamente dagli uomini, era tutto solo esteriorità!” Io: “Ma tu hai avuto tante tribulazioni e preoccupazioni che ti hanno fatto tanto soffrire no?” Lei: “Non le ho sopportate con spirito di sacrificio!” In seguito non la feci più parlare. Improvvisamente non venne più.

Nota. La signora W… fu conosciuta molto bene sia dalla Principessa che dal parroco Wieser.

 

Betty

Adesso viene la Betty di un tempo, che era stata tanto a lungo in ospedale. Io non sapevo che era morta, lo seppi però più tardi. Essa piange e sospira in maniera tremenda. Dopo molti sforzi sono riuscita a portarla a parlare finalmente. Io: “Da dove vieni?” Lei: “Dalla nebbia più fitta e profonda”. Io: “Come hai fatto a trovarmi?” Lei: Il chiarore mi ha attirata”. Io: “In che modo ti posso venire in aiuto?” Lei: “Mortificati!” Io: “Mi sorprende molto che tu mi dica questa cosa. Abbiamo discusso tante volte insieme su questo argomento e tu dicevi sempre, che la cosa non aveva nessuna importanza”. Lei: “Adesso vedo tutto in un’altra luce!” Io: “Devi soffrire molto?” Lei: “Il desiderio mi consuma”. Poi si mise a piangere da strappare il cuore e disparve.

Alcune notti appresso essa tornò di nuovo. Io: “Hai ancora una tua volontà propria?” Lei: “No”. Io: “Come fai a venire proprio da me?” Lei: “Noi seguiamo una Guida Superiore, la volontà personale muore con il corpo”. Io: “Puoi parlarmi dell’Aldilà?” Lei: “Credi!” Io: “Che cosa devo credere?” Lei: “Ciò che dice la Chiesa”. Io: “Posso fare qualche cosa, perchè le anime non vengano più da me?” Lei: “No! Lasciale venire!”.

Lei venne ancora quattro volte, non parlò e poi di nuovo fu tutto finito!

Qualche cosa è cambiata. Non ho più paura, mi spavento molto di meno, quando mi accorgo, che c’è qualche cosa di nuovo. Allora ci si può abituare anche a questo. Solo la stanchezza spaventosa prende il sopravvento: non è tanto una stanchezza fisica, come dopo una faticaccia ma una specie di assopimento spirituale, che agisce proprio sulla volontà. Ciò che prima non costava niente, adesso richiede una lotta perchè io voglio volere, ma non riesco a niente.

Sono stata di nuovo otto giorni a D….. E in questo tempo ho visto cinque diverse figure, due di esse si sono messe a ballare assieme. E anche il Bambino le ha viste assieme a me. Stavamo giocando, ed ecco una Signora fra noi. Lui si mise a ridere e disse: “Ecco una nuova signora qui!” Effettivamente lei non impressionava per niente Nota. La parola di Cristo: “se non diventerete come i bambini… resiste ed è contraria ai dì nostri ad ogni tentativo di spiegazione. Questa parola misteriosa si avvicina moltissimo al racconto di Paul Claudel circa Anùnus e Anima (vedi la prefazione).

 

Il Giardiniere N…..

Mentre stavo a G….. incontrai un vecchio giardiniere, già morto da parecchio tempo. Egli mi venne incontro sempre più vicino e quando mi fu davanti mi fece un cenno di saluto molto simpatico. Io: “Sei N…..”. Lui: “Sì”. Io: “Come mai non ti ho ancora mai visto?” Lui: “Ero legato”. Io: “Come legato?” Lui: “Non potevo!” Io: “Spiegati meglio e dimmi di più”. Lui: “Quanto sei umana!” Me lo sono sentita gettare in faccia ancora questo rimprovero e di frequente!

Spesso appena apro una porta ho la sensazione che qualcuno mi viene incontro. Qualche cosa sguscia via accanto a me, e talvolta mi sento anche chiamare per nome…..

Avevano tagliato degli alberi nel giardino, ed ecco il giardiniere N….. stare in mezzo agli uomini e darsi al lavoro come loro. Io chiesi a…. che mi accompagnava tanto per provare quanti erano gli uomini che stavano lavorando assieme. Purtroppo lei vide solo quelli vivi!

Lo vidi undici volte. Ma non riesco più a farlo parlare.

Sì, parlare! Che cosa vorrei ancora dire, di che cosa vorrei ancora parlare soprattutto? Son sempre le solite cose. Non so più che cosa possa chiedere ancora. Per un certo tempo ho fatto finta di non vedere le mie visite e non prestai loro nessuna attenzione. Allora esse divennero davvero degli spiriti tormentatori, mi diedero urtoni, punzecchiature, mi percossero anche. Adesso il mio ultimo metodo è, non fare più domande e non parlare, ma soltanto pregare.

 

Cecilia

9 Aprile. Mi girano attorno volando sette figure, riconoscibile una donna, o una figura di donna, niente da temere, però neanche si può dormire.

12 Aprile. La donna si chiama Cecilia, ha calunniato . Io: “Chi c’è ancora con te qui?” Lei: “Sei anime”. Io: “Perchè posso vedere soltanto te sola?” Lei: “Io sono da te ormai da mesi, ma tu avevi degli altri”. Io: “Ma anche adesso ne ho altre”. Lei: “Ma io sono più vicina”. Io: “Perchè?” Nessuna risposta.

14 Aprile. Guardandola più da vicino ora vedo la sua bocca piena di ulcerazioni, diventando più chiara da vedersi non è però affatto bello! Io: Se io prego per te, quando tu non sei qui, te ne accorgi lo stesso?” Lei: “Sì, perchè io sono sempre vicina a te”. Io: “Allora spiegami perchè non ti vedo sempre?” Lei: “Perchè tu non lo potresti sopportare”.

16 Aprile. Mi sentii come attratta da sette figure come da un muro, che si restringeva sempre di più. Io: “Lasciatemi in pace, non tormentatemi!” Esse: “Noi ti vogliamo aiutare!” Io: “Vi accorgete che sono preoccupata?” Esse: “Sì!” Io: “Potete pregare per le mie preoccupazioni? e le cose che mi stanno a cuore?” Esse: “Per voi possiamo pregare, solo per noi povere anime non lo possiamo”. Io: “Come puoi rilevare e conoscere le mie preoccupazioni?” Lei: “Tu sei divisa”. Io: “Però io egualmente non penso sempre a voi”. Lei: “La tua forza è cosa nostra e tu la dai ad altri”.

17 Aprile. Appena venne io la ho subito aspersa con la mia preziosa acqua Pasquale. Lei si mostrò felice. Io: “Questa ti giova più che qualunque altra cosa che io faccio”. Lei: “Soltanto tu me la dai, essa risana, e tu salvi”. Adesso fra le sei figure si distingue una figura di uomo, io non lo conosco, ha un’espressione assai triste.

Durante il giorno vedo molte ombre. Forse sono quelle non schiarite. Alle volte qualche cosa di freddo mi soffia in viso, per grazia di Dio adesso non giungono più animali.

23 Aprile. Cecilia ha il viso più bello. Io: “Sei diversa, stai meglio?” Lei: “Le nebbie sono sparite, ora io adoro”. Poi mi accarezzò in viso con la mano e disparve.

 

Un’amica!!! … In attesa del premio!

Mi venne a trovare una mia cara amica, Gr….. da M….. morta a gennaio. L’ho riconosciuta subito. Io: “Hai un viso così contento, dove sei?” Lei: “In un bellissimo salone” E disparve. Questa sua frase mi ha seccato un po’. Mi sembrava tanto terrena…

Tre giorni dopo venne di nuovo. Io: “Perchè hai un’espressione così materiale parlando di un salone?” Lei: “Perchè tu mi possa capire ho parlato da uomo a uomo!” Io: “Sei in Cielo?” Lei: “No, sono nell’attesa del premio”. Io: “Premio, perchè? Dimmelo, affinché possa anch’io diventare come te!” Lei: “Adempimento del proprio dovere e spirito di sacrificio!” Io: Lo sai che hai lasciato tuo marito?” Lei: “Noi guardiamo con occhi diversi! Tutto è per il meglio!” Io: “Dimmi, che cosa è il luogo dell’attesa?” Lei: “L’ultimo gradino del desiderio”. Io: “Perchè se venuta da me dal momento che non hai bisogno più della mia preghiera?” Lei: “Per farti una gioia, io sapevo di te… !” Io: “Vedi ancora il mio corpo o la mia anima?” Lei: “La tua anima. Noi siamo quelli che son sciolti dal corpo”. Io: “Però io ti vedo come eri. Dimmi un po’ come si spiega questo?” Lei: “Perchè tu non sei ancora capace di poter vedere la anima!” Io: “E’ possibile vedere proprio un’anima?” Lei: “C’è forse una luce che non fa luce?” Io: “Dimmi che cosa c’è in me di cattivo?” Lei: “Tu godi ancora dell’amore delle creature, devi essere totalmente libera!” Adesso se ne andò .

Come era bello parlare con lei! Oh, sì! Essere del tutto libera e appartenere solo a Dio! Lo sapevo che era questo che si doveva fare, ma…

 

Un’impressione indescrivibile!

Sono stati da me due uomini parecchio, cercano di t’arsi avanti, ciascuno vuole essere il primo. Non li conosco, sono molto tristi. Io: “Chi siete?” Essi: “I dimenticati!” Io: “Nessuno è dimenticato, perchè nella santa Messa si prega per tutti”. Allora uno si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: forse ha detto “Mille” ma non lo posso dire con certezza. Poi vidi un fuoco ed essi sparirono.

Una volta ero ancora sveglia, quando sentii il mio letto sollevarsi in aria e poi cadere con un crak di nuovo sul pavimento. Non riuscii ad accendere la luce, ed ecco qualche cosa mi prese per la gola in modo tale che credetti di soffocare. Ho avuto una paura spaventosa, incominciai a battere attorno a me, ma non trovai niente. Fu una cosa tremenda. Dovetti subire questa cosa per sette volte, poi vidi una donna, che faceva orrore. Io: “Sei stata tu a tormentarmi sempre in questo modo? Perchè?” Lei: “Perché eri mia!”

Nota. Sembra che questa donna abbia un solo sentimento: Invidia. In lei tutto è invidia!.

 

Io: “Perchè? Non ti ho ancora fatto niente”. Lei: “Tu mi accechi”. Io: “Ma io voglio aiutarti”. Allora essa si gettò furiosa contro di me, tanto che io gridai: “In nome di Gesù, vattene!” E lei disparve. Ho la brutta sensazione che essa sia stata molto cattiva, diversa da quelle venute finora. Ciò mi mette uno spavento indicibile e prego, che essa non venga più. Essa mi ha fatto un’impressione che non si può descrivere, devo continuamente pensare a lei.

 

“Il 9 Agosto”

Luglio. Ecco che mi capitò una cosa strana. Me ne stavo in giardino a raccogliere fragole, improvvisamente si scatenò un terribile vento sull’aiuola. Alzai gli occhi, nessun albero si muoveva, solo le foglie delle fragole erano scosse dal vento. La cosa ml sconvolse ed entrai in casa… Non c’era il minimo soffio di vento tutto quieto. Allora uscii di nuovo, tutto quieto. Appena ebbi ripreso a raccogliere lo stesso uragano. Allora domando: “C’è qui una povera anima?” ed ecco vedo quattro figure che fanno un cerchio intorno a me e mi gridano in faccia: “9 Agosto!” E tutto rimase come prima. 9 Agosto, che strano! E’ ormai la quinta volta che mi viene ricordata questa data o che io sogno di essa. Credo di averne già parlato una volta. La prima volta la sentii nell’anno 1898 e mi fece una grande impressione. Credetti davvero di morire. L’ultima volta in dicembre sognai che sulla mia scrivania c’era un grande foglio di carta sul quale era scritto “9 Agosto”. E’ davvero strano però che non ho paura. Solo che la cosa mi incuriosisce.

In genere ora ho più pace di notte.

Ho descritto soltanto i fatti nei quali si parlò. Il resto fu bensì molto, ma non insopportabile. Anche a questo ci si può abituare.

 

Giovanni

Da Agosto ne ho passate di ogni specie e precisamente diverse maniere di apparizioni, ed ho la precisa sensazione che io potei dare a loro poco… In tutte furono ventisette fantasmi, di cui undici assai duri…

Da otto giorni è di nuovo tutto diverso. Adesso viene un mio buon conoscente F…. ll…, padre di … e vuole sempre toccarmi. L’acqua santa lo calma un tantino. E’ difficile eppure sono contenta. La sua apparizione è come una lanterna cieca diretta su di me. Col tempo si fece più buio intorno a lui. Di giorno lo vedo seduto su di un albero di fronte alla mia finestra mezzo bestia e mezzo uomo. Dopo alcuni giorni si slanciò con un urlo verso di me. Io: “Giovanni che cosa vuoi da me?” Lui: “La tua pace”. Io: “Va da tua moglie che prega tanto”. Lui: “Non la trovo”. Io: “Lei soffre moltissimo a causa di… forse andrebbe meglio se tu andassi da lei”. Lui: “Non posso lasciare la strada!” Io: “Sai tutto dei tuoi?” Lui: “No, le preoccupazioni umane rimangono lontane”. Io: “Come posso aiutarti?” Lui:”Lasciami stare con te fin tanto che posso non parlare più!” Poi venne davanti come se il mio parlare lo rattristasse. Mi fece molta compassione. Ora è qui da molto ma io non parlo più. E’ molto agitato.

Viene anche una donna e poi c’è tantissimo chiasso in camera. Ho visto in chiesa sette figure che mi aspettavano sulla porta.

7 Novembre. La sera all’imbrunire vado a passeggio nel viale, ed ecco venirmi incontro due donne che non conosco. Cerco di parlare con loro sparite! Allora mi ha proprio preso un brivido e sono tornata in fretta a casa. Singolare: quanto più le apparizioni sono naturali tanto più ci si spaventa. Io l’ho provato spesso con me stessa. Appena tornata a casa trovo

 

Una vecchia donna seduta alla mia scrivania

Seduta che si sostiene il capo. Io: “Che cosa fai qui?” Lei: “Cerco”. Io: “Che cosa cerchi?” Lei: “La mia promessa”. Per l’arte piacere ho aperto la mia scrivania. In un momento tirò fuori tutto insieme. Essa fissava con occhi di fuoco le cose. Non ho mai visto cercare in quella maniera. Anche le sue lettere (sono lettere scritte alla Principessa dal Parroco Wieser), le teneva in mano. Finalmente sospirò: “Perduto!” Ed era sparita. Non ho una idea di chi possa essere stata! Dal suo modo di vestire era una persona del nostro tempo.

8 Novembre. Giovanni fu qui quasi tutta la notte. Io: “Mi sembri contento!” Lui: “Sono avanzato!” Io: “Dove’?” Lui: “Nella conoscenza”. Io: “Allora nel pentimento?” Lui: “No, quello è passato. La conoscenza della luce”. Io: “Parlami di più di questa luce! E’ il Buon Dio?” Lui: “Lo capiscono soltanto quelli che non hanno corpo!”.

11 Novembre. La donna che cerca venne di nuovo in carnera mia durante il giorno. Le chiesi: “Posso aiutarti a cercare?” Allora mi guardò e pianse. Un altro giorno stava davanti alla mia scrivania ed ecco l’Inspiegabile: i tiretti chiusi erano aperti. Allora provai davvero un brivido. Escluso qualsiasi inganno! Lei stava lì vicino sorridente, mi si avvicinò e posò la sua testa sulla mia spalla. Poi disparve. Nei cassetti era tutto in ordine come prima.

E’ un qualche cosa di nuovo, che mi sveglio con un certo presentimento ed ecco che vedo tutta la parete piena di teste. E’ una cosa davvero molto brutta. Esse mi fissano con varie espressioni dolorose del volto.

27 Novembre. E’ con me Giovanni H… più luminoso e contento, ho pregato con lui. Chiesi: “Che cosa posso fare ancora per te?” Lui: “Offri la tua volontà!” Io: “Io vorrei ma è sempre tanto difficile”. Lui: “Ti sarà data la forza”. Io: “Perchè non vai da tua moglie?” Lui: “La strada mi è indicata!” Io: “Dimmi qualche cosa di più dell’eternità!” Lui: “Credi ed abbi fiducia!” E disparve.

4 Dicembre. Non l’ho più visto e neanche la donna, soltanto un gran frastuono e tante figure anche di giorno.

 

Un testimone

11 Gennaio 1928. Mandai W… in stanza mia a prendermi un libro. Ritornò di corsa e disse: “C’è un mendicante dentro”. Vi andai subito ed ecco un uomo, che davvero sembrava un mendicante, era assai mesto. Gli chiesi: “Da dove vieni?” Lui: “Dalla tribulazione”. Io: “Chi sei?” Lui: “Giuseppe H…” (Anni fa è vissuta qui una famiglia H… non so se uno si chiamasse Giuseppe). Io: “Cosa posso fare per te?” Lui:”Con… pregare per me!” Io: “Quando sei morto?” Lui: “1874” Io: “Perchè devi soffrire così a lungo?” Lui: “Calunnie”. Io: “Posso fare qualche cosa di buono?” Lui: “Sì, la…. di D…. M…” (un prete). Io: “Che cosa?” Ma venne qualcuno e lui disparve. Ora mi sembra di ricordarmi che si raccontava una storia riguardante il Sacerdote P… M… e mi mandavano sempre via quando ne parlavano.

 

La madre del Parroco

17 Dicembre. Mi pare molto strano che io deva fare la mediatrice con l’Aldilà. Pensi! La donna che venne da me quasi per tre settimane e che mi rispose: “Sua Madre” è sua madre. Segue un colloquio, che per motivi personali non riproduco. Purtroppo non potei

più sapere altro che mia madre è salva. Noto ancora che la Principessa non ha conosciuto mia madre quando era viva.

La comunicazione del 17 Dicembre fu l’ultima che potei ottenere! Lei stessa, che ha offerto tanti sacrifici per le povere anime nell’ultimo decennio della sua vita ora dimora nella visione di Dio, come io decisamente credo.

Lei morì, come già notato in altro luogo, il 9 Gennaio 1929.

Il Parroco Sebastiano Wieser

 

CONCLUSIONE

Lettori, che hanno studiato attentamente il diario, continuano a ripetere, che essi sono stati terrificati dalla natura non solo pietosa, perfino molto cattiva dei morti apparsi. Naturalmente tutti d’accordo che niente di impuro può arrivare alla visione di Dio, si credette comunque che il defunto abbia ottenuto una importante visione nella realtà dello spirito e soffra di più esternamente per i suoi peccati. Specialmente i quadri generalmente contadineschi che rappresentano le povere anime del Purgatorio, hanno accentuato di più il tormento del fuoco, mentre le anime sarebbero persone che espiano scientemente. Così la pena esterna del fuoco del Purgatorio divenne la parte essenziale della raffigurazione del Purgatorio. Al contrario appare essere la natura delle anime non liberate solo un profondo desiderio di Dio e un pentimento.

Che esse possano essere ancora cattive non solo non si rileva in queste immagini ma contraddice a qualsiasi rappresentazione dell’Aldilà. Perfino nell’Inferno Dantesco le anime erano più esteriormente travolte da tempesta di dolore e di disperazione, che non dovessero subire tutta la cattiveria nel loro proprio essere.

Ciò che per l’arte non sembrava possibile rappresentare non era tuttavia sfuggita all’intuizione degli uomini. Talvolta in certi casi di morte salì sconvolgente alle labbra la parola: come l’albero cade, rimane.

Come cade l’albero, tale resta (prediche 11, 3).

Tommaso D’Aquino raffigura l’anima dell’uomo a un foglio di carta non scritto, sul quale durante la sua esistenza scrive il suo contenuto morale e spirituale. L’anima diventa quindi durante la sua vita, ciò che conosce e ama.

Ora però è lasciato al libero spirito dell’uomo ciò che ha fatto suo in conoscenza e amore. Per le persone religiose i contenuti di questa conoscenza e di questo amore sono sempre diretti a Dio e al prossimo. Tuttavia finché vive l’uomo può sempre capovolgere tutti i valori e considerare il mondo e se stesso come il massimo dei valori.

I valori della vita corporale, materiale diventano i più alti e predominanti mentre i valori di ciò che è Santo vengono rimessi in una lontananza irreale, oppure scompaiono completamente. Cosi l’uomo al quale è stata insegnata l’imitazione di Cristo come santificazione, diventa in tutto il suo essere un assoluto avversario di Cristo. Il Mistero della S. Comunione con il Salvatore diventa per lui una disgraziata comunione con il principe di questo mondo. Il male sta sul foglio della sua anima quale essenza della sua esistenza.

Quando con la morte depone il suo corpo come un abito vecchio, niente cambia di ciò che da vivo volle conoscere e amare.

La sua vita e le sue azioni sono diventati il suo vero essere. Egli entra nell’Eternità con la sua anima. Ciò che lui ha intimamente amato e gustato, tutte le virtù e i vizi, tutte le nascoste inclinazioni e passioni sono il suo “io” con la sola differenza che i cambiamenti che erano possibili ai corpi ora non sono più possibili, ed egli deve vivere la sua anima senza il minimo linimento o sollievo.

Una cosa sola si è totalmente cambiata, la visione dei valori e dei non valori della vita. Ora egli sa che il Bene e Dio non sono separabili e elle i suoi peccati significano pianto e stridor di denti. Concupiscenza o curiosità degli occhi, concupiscenza della carne e superbia della vita, cattiveria contro gli uomini, l’insorgere della propria volontà contro la volontà di Dio, che una volta erano ancora come qualche cosa di liberazione, ora egli esperimenta come un cancro e una lebbra, come una vergogna spaventosa e dolore, come tenebra e disperata solitudine.

I suoi peccati sono le fiamme, che scuotono tutto il suo essere, di più ancora che esprimono la sua immagine. Durante la vita tutte le azioni sembrano soltanto un qualche cosa che appare, sembrano essere solo esteriori, ma ora egli si è identificato con i suoi peccati.

Nel profondo sentimento che i peccati sono diventati una insondabile preoccupazione dell’uomo per la sua esistenza dopo la morte un poeta del XIII secolo ha composto la sequenza che una volta si trovava per la Messa dei defunti. Oppresso dallo stato peccaminoso dell’umanità davanti al suo Signore e Creatore e nella fede che qui segue un giudizio preghiamo con lui. Il “Dies Irae” Giorno d’ira sarà quello.

Il mondo in cenere andrà, come han detto David e la Sibilla. Quanto grande terrore sarà, quando il Giudice verrà e tutto con rigor discuterà! Mirando suono diffonderà la tuba nei campi dei sepolcri e tutto al trono porterà.

La morte stupirà e la natura, al risorger della creatura che al Gran Giudice risponderà. Sarà portato il libro scritto in cui tutto è contenuto e per cui giudicato sarà il mondo. Quando il Giudice siederà, quanto è nascosto apparirà nulla senza punizione resterà. Tremendo e maestoso che ai salvandi gratuita dai salvezza, salva pur me, Tu Fonte di pietà. Ricordati, Gesù Buono, che il tuo cammin per me facesti, e non mi mandar perduto in quel giorno. Stanco sostasti me cercando, mi redimesti sulla Croce soffrendo che non sia vano sii gran tormento. Giusto Giudice di vendicazione, donami delle colpe la remissione, prima del giorno di offrir motivazione.

Reo son e pien di gemiti e di rossor il volto ho pieno, o Dio a me che ti supplico perdona!

Tu, che Maria mandasti assolta, e del ladron la prece esaudisti a me ancor la speme offristi. Degne, ahimè! Non son le preci mie, ma tu, che buono sei e benigno fa che da eterno fuoco non sia consunto.

Fra le tue pecorelle fammi posto trovar, e dai capri lungi fammi star, alla tua destra donami posar. Condannati e ripudiati i maledetti, a divorante paurosa fiamma destinati deh! chiamami allor coi benedetti! Supplice ti prego ed umiliato, il cuore come cenere disfatto presta soccorso e salvami alla fine. Giorno pien di pianto sarà quello, quando dal fuoco risorgerà l’uomo reo e la sentenza sentirà! Orsù misericordioso Iddio perdona! E tu, pietoso Gesù Signore, a loro dona il riposo. Amen!

Anche il Libera me Domine, che si cantava all’Ufficiatura o deposizione dei defunti, ora non si usa più, benchè la grandiosità e dignità di questo canto esprima la grandezza di Dio e il Suo universale dominio: Libera me Domine. Liberami o Signore dalla morte eterna, in quel giorno tremendo, quando cieli e terra saranno sconvolti al tuo arrivo per giudicare il mondo col fuoco…..

 

La morale sola non basta.

Noi ci domandiamo come verrà spiegata la situazione fra peccato e Divina Misericordia, chiusa entro un dilemma. Dalla spiegazione data due secoli fa il grosso peso della rivelazione venne sempre più riposto o ridotto a un semplice insegnamento morale. L’uomo deve e pub rispondere soltanto del suo comportamento morale. Soltanto la sua vita decide il suo futuro. La dottrina di un certo Monaco Pelagio fu combattuta nel quarto secolo da S. Agostino, perchè in una religione dove ci sia solo la Morale, Cristo e l’eterno amore di Dio non trovano più posto. Sarebbe bastato Mosè con i suoi Comandamenti. Oggi il moderno indirizzo della pietà ha percorso la stradaopposta; Cristo ci ha salvati. Mosè non c’entra più. Come prima si era giunti a un moralismo senza la grazia, oggi invece si va verso una grazia senza morale.

1 cristiani celebrano la Pasqua. Però non dovrebbero più meditare la morte espiatrice di Cristo, o seguirlo su questa strada, ma solo accogliere il fatto della Pasqua, come contenuto della loro Fede.

Gli inesorabili moralisti che eliminano l’amore insieme con il rispetto e così mettono la coscienza in continua trepidazione, sono altrettanto bugiardi, quanto i predicatori, che rendono tutto tanto facile, perchè Dio è Padre Nostro, e quindi certamente non pretende più di quanto possiamo fare. E il minimo che ancora si può chiedere, riduce quasi al nulla la cara voce piena di amore.

Qui l’amore diventa una stupidaggine poiché i moralisti hanno perduto il Divino Amore e il timore fa impallidire l’immagine del Crocifisso. E’ pericoloso per lo spirito dell’uomo risolvere le cose così semplicisticamente, solo perchè ci si trova davanti un Dio “compiacente”. Quanti insegnano che l’anima lascia il corpo uscendo dal fondo del cuore. Ciò sarebbe un segno, che l’arresto dei flussi del cerebro non indica la morte vera e propria e che il cuore importa assai di più per il destino dell’uomo che non la ragione.

La cura d’anime cattolica seppe anche che il segno esteriore della morte (o morte apparente) non impedisce al sacerdote di amministrare la S. Unzione.

La vita è affidata all’amore. Ciò che non è amore è un camminare in un paese perennemente straniero, anzi nel “Nulla”, al quale tuttavia è prestata anche un’eternità, l’eternità dello spaventoso tormento della separazione di tutto l’essere.

Se abbiamo speranza, non seguiamo nessuna persona. La Santa Madre Chiesa, Madre della Grazia può fare in modo che il penitente stia accanto al santo e precisamente nello stesso splendore come i santi ma qui sta la tragedia del cuore. Il demonio non può tollerare che l’amore di Dio si manifesti fra gli uomini. L’uomo deve venir travolto soltanto dall’antiamore del mondo.

Difficoltà e cattiveria, paura e straniamento, amarezze, preoccupazioni, istinti selvaggi, avidità e ambizione sono imposti, per renderci incapaci di riconoscere l’amore di Dio. BaccoDionisio contro il Crocifisso, dice: “Nietzsche”.

Dr. Pietro Gehering.

 

Le povere anime e il Purgatorio nell’insegnamento della Chiesa

di P. Gaspare Demmeler S.J.

La misericordia e l’Amore di Dio non si estende soltanto sui viventi, ma si manifesta anche verso i defunti, che sono sulla via che li porterà a lui: le povere anime.

Ci chiediamo innanzitutto: “che cosa avviene dopo la morte quando l’anima ha lasciato il corpo, essa si trova come abbandonata, come circondata da Dio. Essa viene talmente investita da una così grande Santità, che in un attimo essa rivede tutta la sua vita e di colpo ciò, che essa merita”.

Se l’anima è perfettamente monda dai peccati e dalle pene ad essi dovute, può immediatamente entrare nell’eterna visione di Dio. Essa è rivestita dello splendido e immacolato vestito di nozze. La luce di Dio in cui è immersa, la ricopre e riempie di una beatitudine inesprimibile, la porta su nei gaudii del Cielo.

 

Niente di impuro può entrare nel Cielo.

Ma per l’anima macchiata che non ha colpe gravi cioè senza peccati mortali, questa luce è già giudizio; perchè uno stato di colpa non va d’accordo con l’infinita santità e perfezione di Dio. L’unione con Dio, “sua eterna beatitudine” è quindi impossibile. L’anima non potrebbe sopportare la sua vicinanza.

Certo la grande maggioranza delle persone non entrerebbe perciò mai in cielo se non ci fosse un luogo di purificazione nell’Aldilà. Dio dice chiaramente per mezzo della Chiesa: “dopo la morte le anime vengono purificate dai castighi che lavano le macchie ed esiste un purgatorio” (Concilio di Firenze e Concilio di Trento).

La Chiesa fonda la sua fede in questo non solo con le parole della Bibbia: “Santo e salutare è il pensiero di pregare e offrire sacrifici per i defunti, perchè siano liberati dai loro peccati”.

Essa ricorda e si riferisce anche alle serie parabole del Salvatore nel Vangelo, dove si parla di una prigione, dalla quale nessuno esce, prima di aver pagato il suo debito fino all’ultimo centesimo. Anche Paolo rileva che ci sono anime, che soltanto “attraverso il fuoco vengono salvate” (I. Cor. 3,15).

“Un’anima macchiata all’istante della morte si sente come annientata alla presenza di Dio, come frantumata dal peso della sua colpa, che è da espiare, sicché da se stessa si getta nel purgatorio. Soltanto dopo essa comprende che cosa è per Iddio e il suo amore alle anime e quale sfortuna è il peccato agli occhi della sua Divina Maestà”. Essa vorrebbe gettarsi con la velocità del vento nelle braccia di Dio, ma si sente del tutto indegna, è come incatenata, frantumata dal pentimento e dal dolore, sospira e anela verso Dio ed è piena di profonda riconoscenza, perchè essa può ancora riparare ed espiare, ciò chele manca.

Essa lo sa, essa è salva e questo pensiero la conforta nel suo tormento. Certo è una immensa misericordia di Dio, che anche dopo la morte ci sia un luogo, dove si possa riparare. Il Purgatorio è quindi un mistero della grazia, un fuoco della misericordia divina.

 

Anche tormenti corporali.

All’indescrivibile doloroso desiderio per la maggior parte delle anime si aggiunge il tormentante castigo per i loro particolari peccati, perchè con il pentimento e la confessione viene bensì perdonato il peccato, ma non viene tolto il meritato castigo.

Il fuoco purificatore, che le brucia dentro, tormenterà soprattutto quelle parti del corpo che furono la causa del peccato. Benché il corpo sia stato lasciato sulla terra, la povera anima avrà la sensazione di averlo ancora, affinché esso abbia parte al doloroso castigo, che il Signore ha inflitto all’anima.

Questo è un atto della Divina Giustizia perchè il purgatorio dopo il Giudizio Finale cesserà, e il corpo, che ha peccato insieme con l’anima, rimarrebbe altrimenti impunito.

Suor Maria della Natività (morta nel 1798) a complemento di ciò dice: “Parecchi anni prima del Giudizio Universale la pena del luogo di purgazione aumenterà per ogni anima in proporzione alla grandezza della sua colpa. Dio può far soffrire un’anima in un solo anno più che in un periodo di tempo di cento anni. Gli angeli comunicheranno alle anime, che esse devono patire così tanto, perchè si avvicina il Giudizio Universale, e che Dio per questo aumenta la gravità delle loro sofferenze, per poterne ridurre la durata”.

 

Le povere anime sono veramente povere.

Le anime del purgatorio si chiamano giustamente “povere anime”, cioè le anime che hanno un gran bisogno di essere aiutate. Esse non possono più offrire alla Divina Giustizia opere con le quali soddisfare ai loro errori, come quando erano sulla terra.

Il Vescovo Mons. Keppler di Rottemburg un grande predicatore sulle povere anime, dice: “L’orologio del Purgatorio ha sempre il medesimo colpo del pendolo: soffrire, aspettare! Soffrire, aspettare”. Per questo avviene che le povere anime soffrono senza meritare. Invece sopportare pazientemente i dolori sulla terra merita l’Eternità Beata. Le sofferenze e le pene delle povere anime, secondo S. Agostino, sono peggiori dei tormenti dei martiri. Secondo S. Tommaso d’Acquino e S. Bonaventura le povere anime si struggono in un fuoco come quello dell’inferno (come i dannati) con la sola differenza, che le anime del Purgatorio lodano e ringraziano Dio per la loro salvezza, mentre le anime dannate nell’inferno maledicono Dio.

Le povere anime quindi sono molto povere più di un mendicante, perchè possono unicamente soffrire.

Secondo Anna Caterina Hemmerich e Maria Anna Lindmayer soffrono la maggior solitudine e la maggior pena quelle povere anime, che non appartennero alla Chiesa Cattolica perchè esse sono assolutamente senza aiuto; perchè i loro familiari, che non credono al Purgatorio, compresi i protestanti, non pregano per loro e non compiono alcuna opera buona in loro favore.

Le povere anime pregano per gli uomini.

Dobbiamo ora, a seguito di quanto sopra, farci ancora alcune domande e darne risposta. Esse sono prese in parte dalla rivista: “Voci dell’Aldilà” che è segnata con diversi Imprimatur della Chiesa e quindi possiede una grande credibilità (Edizioni Hacker Monaco). Una Monaca francese pregò e offrì molto per una consorella defunta. Per bontà di Dio e a nostra istruzione questa si poté esprimere. Ella disse. “Ci sono anime che soffrono del Purgatorio nei luoghi dove hanno peccato; altre ai piedi dell’altare, però non per eventuali errori che abbiano commesso là, ma come adorazione, e nel contempo quale premio della loro devozione al SS. Sacramento e per il loro rispetto verso i luoghi sacri.

Esse soffrono meno, che se fossero nel Purgatorio e Gesù, che contemplano con gli occhi della Fede e insieme dell’anima, alleggerisce con la sua invisibile presenza, i dolori che esse soffrono”.

Le anime del Purgatorio non sono soltanto occupate nei loro tormenti; esse possono pregare moltissimo e per i grandi interessi di Dio, per gli uomini, che abbreviano i loro dolori. Esse lodano e magnificano il Signore per la Sua infinita misericordia che riguarda loro stesse, perchè i confini fra inferno e purgatorio sono molto piccoli per certe anime e non sarebbe mancato molto, ed esse sarebbero cadute nello spaventoso abisso. Puoi immaginarti quanto sia grande la riconoscenza di queste povere anime che in tal modo furono strappate a satana”.

 

L’indulgenza plenaria è assai rara.

Un’altra domanda a questa monaca del Purgatorio era questa: “Come va con l’indulgenza plenaria?”. Ecco la risposta: “Poche, pochissime persone sono in grado di guadagnarla; è necessario una così profonda contrizione del cuore e della volontà, che è cosa rara, assai rara, più rara di quanto normalmente si crede, nel Purgatorio riceviamo le indulgenze che ci vengono offerte secondo i voleri di Dio. Se un’anima è al termine del suo desiderio, vicina al cielo, essa per mezzo di una indulgenza plenaria che le viene donata intera o in parte, può venir liberata. Ma per le anime in genere questo non succede. Se esse mentre erano in vita ebbero poca stima o poco pensavano alle indulgenze o non ne hanno fatto alcun uso, Dio giusto ed eterno le ricompensa secondo le loro opere. Esse possono ottenere la parte secondo la misura da lui data, ma quasi mai una totale indulgenza”.

 

La Santa Notte è la grande Festa delle povere anime.

Una ulteriore domanda suona così: “Il tempo della commemorazione di tutti i fedeli defunti porta la liberazione a molte anime del Purgatorio?” Risposta: “Nel giorno dei morti molte anime lasciano il luogo dell’espiazione e per una speciale grande grazia entrano in cielo. Soltanto in questo giorno tutte le povere anime senza eccezione hanno parte alle pubbliche preghiere della Santa Chiesa. Molte povere anime nel tormento ricevono per mezzo della Giustizia di Dio, durante lunghi anni che devono passare in Purgatorio solo questo unico sollievo. Perciò non è il giorno dei morti che la maggior parte delle anime entrano in cielo, ma nella notte Santa.

 

Mille anni davanti a Dio sono come un giorno.

“Quanto durano le pene del purgatorio?” Questo è diverso per ciascuna anima; i dolori più lunghi e più gravi sono per gli uomini duri di cuore; anche coloro dei quali il Beato Enrico Susone (morto 1365) attesta: “Ci sono persone che hanno fatto tanto adirare Dio che devono patire nel Purgatorio fino all’ultimo giorno. Sono i peccatori sacrileghi che hanno rimandato la loro conversione alla fine della vita, e i quali hanno avuto poi prima di morire un minimo di pentimento”.

Comunque il concetto di tempo per le povere anime è totalmente diverso dal nostro. Secondo Anna Maria Lindmayer un’ora sembra loro nel purgatorio più lunga di venti anni di grande dolore sulla terra, altre ancora un tempo più lungo assai e altre ancora più breve. Io dico a te questo alla maniera con cui si calcola sulla terra; perchè da noi è diverso…

Io sono qui da otto anni, mi pare di esserci da diecimila anni… O mio Dio!”

 

San Michele Patrono delle povere anime.

  1. Michele Arcangelo e le povere anime. Una povera anima afferma: “Egli non è soltanto il testimone quando viene proclamata la sentenza; è anche esecutore della Divina Giustizia… e accompagna l’anima dopo la completa soddisfazione nella beatitudine eterna. Egli è compassionevole con noi e ci incoraggia nel nostro dolore parlandoci del cielo”. Talvolta egli viene in compagnia della Beata Vergine che noi vediamo corporalmente nelle sue feste. Nelle sue feste essa viene a trovarci e poi ritorna in cielo con molte anime. Anche il nostro Angelo Custode viene a trovarci…

 

Noi possiamo aiutare le anime del Purgatorio in molte maniere.

Come possiamo venire in aiuto alle povere anime?

1 Prima di tutto con la S. Messa che non può essere sostituita da nessuna altra cosa. Noi non dovremo quindi soltanto farla celebrare per loro, ma noi stessi celebrare insieme. Nella S. Messa, l’incruento sacrificio di Cristo, noi offriamo al Padre Celeste i meriti e le sofferenze del suo Divin Figliolo, le sue sacre ferite, il suo Sangue prezioso. La sua morte tormentosa espiatrice. Nel suo amore Misericordioso per le povere anime egli ci permette di devolvere loro questo tesoro infinitamente prezioso e di ricevere e offrire per loro la S. Comunione naturalmente solo per mezzo della nostra Madre Celeste. Maria Anna Lindmayr accentua decisamente questo: “Lei deve affidare tutte le buone opere alla Madre di Dio e non dovrebbe donare niente alle povere anime secondo la propria volontà.

“Giovano loro in maniera del tutto particolare le “Messe Gregoriane” durante le quali per 30 giorni consecutivi viene offerta la S. Messa per un defunto. Esse risalgono al Papa Gregorio Magno (590 604).

2 Per mezzo della sofferenza riparatrice. Ogni sofferenza che viene offerta per le povere anime porta loro un grande sollievo. Anna Caterina Emmerich dice: “Non si può descrivere quale grande consolazione possono trarre le povere anime dal nostro autodominio e dai piccoli sacrifici”. Si sa del Santo Curato d’Ars, che egli ha pregato Dio di poter soffrire di notte per le povere anime.

3 La recita del S. Rosario dopo la S. Messa è il mezzo più importante per aiutare le povere anime. Per mezzo del S. Rosario ogni giorno vengono liberate numerose anime, che altrimenti dovrebbero patire per molti anni. Con questo mezzo le raccomandiamo alla potente intercessione della cara Madre di Dio, la quale aiuta volentieri le povere anime lei che è la più grande Consolatrice.

4 Anche il compiere la Via Crucis porta alle povere anime una grande diminuzione dei loro tormenti. Se noi con questa preghiera o divozione offriamo per loro i dolori e la morte di Gesù e le lacrime della Sua Madre Addolorata.

Ad ogni stazione noi possiamo aggiungere: “Signore Gesù Cristo Crocefisso abbi pietà di noi e delle povere anime del Purgatorio”. E’ di grande aiuto anche l’uso di recitare le preghiere delle cinque piaghe di Cristo, specialmente davanti alla bara del defunto.

5 Inestimabili sono le indulgenze, dicono le povere anime a Maria Simma. Certamente perchè esse abbreviano soprattutto ed esclusivamente le loro pene; infatti le indulgenze è la remissione valida davanti a Dio della pena temporale che qui sulla terra o nell’Aldilà non è ancora stata espiata.

Chi guadagna da vivo molte indulgenze per le povere anime anche in punto di morte otterrà più delle altre la grazia, di ottenere l’indulgenza plenaria in articolo mortis. Attingiamo quindi con zelo a questo tesoro di grazia che Gesù ha meritato per noi con la sua passione e ci viene donato per mezzo della sua Chiesa.

6 Esercizi di virtù e buone opere. Gesù per mezzo di Maria Anna Lindmeyr ci raccomanda: “Noi dovremmo proporci ogni settimana una precisa virtù ed esercitarci in essa davanti a Dio ed agli uomini, a seconda che si offre l’opportunità. Questi atti però dobbiamo trasmetterli alla Madonna per mezzo del nostro Angelo Custode affinché lei devolga i meriti alle povere anime: per esempio atti interni di umiltà e di rinuncia di se stessi per quelle anime, che soffrono a causa della loro superbia e hanno disprezzato gli altri. Lei dice espressamene: “Proprio con l’umiltà si può essere di grande aiuto alle anime, assai di più che con altre opere di penitenza”.

La sorte delle anime che sulla terra peccarono per il troppo mangiare e bere possono essere sollevate con il digiuno; altre invece hanno bisogno di atti di pazienza e dolcezza, per essere liberate dalle pene per l’impazienza e l’ira. I tormenti dello spirito dei duri di cuore possono essere mitigati con le opere di misericordia, a ciò aggiungiamo di fare elemosine specialmente offerte per le missioni nel Mondo.

7 Un altro mezzo molto facile per aiutare le povere anime è la buona intenzione, per esempio prima di fare qualche cosa dire: “In nome di Dio” oppure “Gesù tutto per te” oppure “Tutto per Te Sacro Cuore di Gesù per mezzo della Tua SS. Madre”.

Una defunta monaca accentua la loro importanza dicendo: “Nel mondo e perfino nel monastero succede, che molte azioni, buone in se stesse, nell’ora del rendiconto non vengono ricompensate, perchè prima non furono offerte a Dio. (vedi la N.d.T.)

Delle buone intenzioni fanno parte anche l’atto eroico di amore a conforto delle povere anime.

In una offerta volontaria che dura per sempre noi devolviamo tutte le buone opere che noi stessi facciamo e che verranno offerte per noi dopo la morte, alle anime del purgatorio. Non ci perdiamo niente in questo modo, perchè: “Ciò che voi farete al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”.

8 Come molto utile per le povere anime Maria Anna Lindmeyr, indica l’acqua santa. Spesso dallo stesso Salvatore le fu indicato di aspergere acqua santa. Essa aveva la pia abitudine prima di mettersi a letto di dare l’acqua santa alle povere anime.

Una volta, essa racconta, me ne dimenticai e andai a dormire; ma le povere anime girarono tanto a lungo attorno al mio letto, finché mi alzai e diedi loro l’acqua santa. Soltanto allora ebbi pace”. Quindi se noi diamo l’acqua santa alle povere anime sale di nuovo al cielo la preghiera della Chiesa e attira grazie su di loro, perchè questa acqua è appunto benedetta dal Sacerdote ed è un sacramentale della Chiesa.

Il valore e l’azione dell’acqua santa però poggia anche sulla fede e la fiducia di ciascun singolo cristiano. Le povere anime sentono la forza purificatrice e santificatrice dell’acqua santa, ma anche l’amore con cui viene loro data.

(Nota del Traduttore). S. Maria Maddalena de Pazzi soleva dire alle sue novizie: “Animine, non scendete inultimente le scale!” voleva dire: anche la più piccola cosa, fatela come atto di ubbidienza e con retta intenzione, offrendola a Gesù Amore, per amore a Lui!.

9 Anche l’ardere delle candele giova alle povere anime. Non ultimo perchè è un gesto di attenzione e di amore, poi perchè le candele sono benedette e la loro luce illumina le tenebre delle povere anime.

Se con la nostra meditazione abbiamo riconosciuto la miseria e la sfortuna del peccato, anche dei cosiddetti peccati veniali, allora noi dobbiamo nuovamente fare il fermo proposito di combattere le nostre debolezze e le nostre mancanze.

Viviamo quindi ogni giorno consapevoli della Divina presenza di Gesù in noi, perchè noi siamo riempiti del Suo Amore, che tutto abbraccia, e siamo completamente conformati in lui. In questa intima unione con Dio noi potremo donare anche di più a coloro che non possono più far niente per se stessi: le povere anime.

 

Preghiera di offerta per le povere anime.

Amabilissimo e buono Iddio, poiché è Tua volontà che noi preghiamo per le povere anime, noi Ti offriamo per le mani purissime di Maria tutte le S. Messe che oggi vengono celebrate, per il Tuo altissimo onore e per la liberazione delle anime del purgatorio. Noi Ti preghiamo umilmente, cancella la loro colpa per i ricchissimi meriti del Tuo Amatissimo Figlio, ed abbi pietà di loro. Amen.