L’Ora Santa: Un’ora di Preghiera con Gesù nel Getsemani

gestsemani Gesù nell'orto degli ulivi

L’Ora Santa: un’ora di Preghiera con Gesù nel Getsemani

L’ora Santa è uno strumento di riparazione per i peccati e consolazione di Gesù lasciato solo dai suoi discepoli nell’orto degli Ulivi e da noi nel Tabernacolo; trae origine proprio nella preghiera che egli fece alla vigilia della sua morte, nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo.
Questa forma di preghiera è stata chiesta da Gesù stesso alla sua discepola Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La Santa riferisce la rivelazione, nella sua autobiografia, con le seguenti parole: «Stavo un giorno in orazione e considerando attentamente l’unico oggetto dell’amor mio nell’orto degli Ulivi, immersa in una profonda tristezza e sentendomi accesa dal desiderio di aver parte alle sue angosce, Gesù mi disse amorevolmente: ” È qui che internamente ho sofferto più che in tutto il resto della mia passione, vedendomi nell’abbandono del cielo e della terra, carico dei peccati di tutti gli uomini… Tutte le notti dal giovedì al venerdì ti farò partecipe alla stessa tristezza mortale che volli provare nell’orto degli Ulivi, e questa tristezza ti condurrà, senza che tu lo possa comprendere, a una specie di agonia più dura da sopportare della morte. E per unirti a me, nell’umile preghiera che presenterai al Padre mio in mezzo a tutte quelle angosce, tu ti alzerai fra le undici e mezzanotte, per prosternarti, per un ora, con me con la faccia a terra, sia per calmare la collera divina, chiedendo misericordia per i peccatori, sia per addolcire, in certo modo, l’amarezza che sentivo per l’abbandono dei miei Apostoli, che mi obbligò a rimproverarli di non aver potuto vegliare un’ora con me”».

dal libro Pregate,Pregate,Pregate di Editrice Shalom

 

Per entrare nel mistero della Passione di nostro Signore Gesù Cristo e contemplare questo momento di angoscia assoluta del Giovedì Santo, partecipando alle Sue immense sofferenze, mediteremo sulle sue stesse parole rivolte ad una sua serva di questi ultimi tempi( In alternativa, è possibile fare lo stesso con le rivelazioni fatte a suor josefa Menéndez), possibilmente nell’ora della sua sofferenza, cioé dalle 11 di sera a mezzanotte.

 

Dalle rivelazioni di nostro Signore a Catalina Rivas pubblicate nel Libro “La Passione di Cristo”

imprimaturImprimatur del Arcivescovo Boliviano
Mons. René Fernández Apaza

GESÙ PREGA NELL’ORTO

Nessuno crede davvero che, quella notte, nel Getsemani, Io ho sudato sangue, e pochi credono che Io ho sofferto molto di più, in quelle ore, che durante la Crocifissione. È stata quella notte la più dolorosa, perché Mi è stato chiaramente manifestato che i peccati di Tutti diventavano Miei e che dovevo rendere conto di ognuno di essi. Così Io, Innocente, resi conto al Padre, come se fossi davvero colpevole di disonestà. Io, Puro, ho risposto al Padre come se Mi fossi, Io, macchiato di quelle impurità di ogni genere che voi, Miei fratelli, avete commesso, disonorando Dio, che vi Creò, affinché foste strumenti della grandezza della Creazione e non per sviare la natura a voi concessa, ma per elevarla, gradualmente, fino a rendervi capaci di sostenere la visione della Purezza che è in Me, vostro Creatore. Di conseguenza, sono stato fatto ladro, assassino, adultero, mentitore, sacrilego, blasfemo, calunniatore e ribelle al Padre, che ho sempre amato. È dovuto proprio a questo il Mio sudore di sangue: nel contrasto tra il Mio Amore per il Padre e la Sua Volontà. Però, per Amore di tutti, ho obbedito fino alla fine, Mi sono coperto di macchie, allo scopo di fare la Volontà del Padre Mio e salvarvi dalla perdizione eterna. Considera quante agonie più che mortali ho sostenuto quella notte e, credimi, nessuno poteva darMi sollievo in tali angosce, perché vedevo benissimo come ognuno di voi si era dedicato a renderMi crudele quella morte, che Mi si dava ad ogni istante, a causa delle offese, di cui ho pagato il totale riscatto. Voglio che si sappia, nuovamente, in che modo ho amato gli uomini in quell’ora di abbandono e di tristezza indicibili…

GESÙ ISTITUISCE L’EUCARISTIA

Il desiderio che tutte le Anime fossero mondate, quando Mi ricevono nel Sacramento dell’Eucaristia, Mi portò a lavare i piedi ai Miei Apostoli.
L’ho fatto anche per rappresentare il Sacramento della Penitenza, nel quale possono lavarsi e recuperare il loro perduto candore, le Anime che hanno avuto la disgrazia di cadere nel peccato. Lavando loro i piedi, ho voluto insegnare, a quelle Anime, che hanno dei compiti apostolici, ad umiliarsi e a trattare con dolcezza i peccatori e tutte le Anime che sono loro affidate. Mi sono avvolto in un telo per insegnare loro che, per ottenere dei risultati con le Anime, bisogna cingersi con la propria mortificazione ed abnegazione. Ho voluto che imparassero la mutua Carità e il modo con cui lavare le colpe che si avvertono nel prossimo, dissimulandole o scusandole sempre, senza mai divulgare gli altrui difetti. L’acqua che ho fatto scorrere sui piedi degli Apostoli, era un riflesso dello zelo che consumava il Mio Cuore nel desiderio della salvezza degli uomini. In quel momento, era un infinito Amore che sentivo per gli uomini, e non ho voluto lasciarli orfani… Per vivere con voi fino alla fine dei Secoli e dimostrarvi il Mio Amore, ho voluto essere il vostro respiro, la vostra vita, il vostro sostegno, il vostro tutto! Quindi, ho visto tutte le Anime che, nel volgere dei Secoli, dovevano alimentarsi con il Mio Corpo e il Mio Sangue, e tutti gli Effetti Divini che questo Alimento avrebbe prodotto in moltissime Anime…  In molte di esse, questo Sangue Immacolato avrebbe generato purezza e verginità. In altre, avrebbe acceso la fiamma dell’Amore e quella del Fervore. Molti Martiri dell’Amore, in quell’ora, si radunavano davanti ai Miei occhi e nel Mio Cuore! Quante altre Anime, dopo aver commesso molti e gravi peccati, debilitate dalla forza delle passioni, sarebbero venute a Me per rinnovare il loro vigore con il Pane dei forti! Quanto desideravo fare conoscere i sentimenti del Mio Cuore a tutte le Anime! Quanto desidero che conoscano l’Amore che sentivo per loro quando, nel Cenacolo, ho istituito l’Eucaristia! Nessuno potrebbe penetrare i sentimenti del Mio Cuore, in quei momenti: sentimenti di amore, gioia, tenerezza… ma immensa è stata anche l’amarezza che pervase il Mio Cuore. Eri forse un buon ed idoneo terreno per la costruzione di un magnifico edificio?
Si e no… Si, per i Doni che ti ho fatto sin dalla tua nascita. No, per l’uso che hai fatto di essi. Pensi che il tuo terreno sia adeguato alle proporzioni e alla struttura dell’edificio che Io innalzo? Oh, è una cosa meschina! Tuttavia, i Miei calcoli non falliranno, nonostante tutti gli elementi contrari che ci sono in te, perché è proprio da Me scegliere chi è inadatto per lo scopo che Mi propongo. Io non Mi sbaglio mai, perché uso Arte ed Amore. Costruisco attivamente, senza che tu lo percepisca. Lo stesso tuo desiderio di sapere che cosa sto facendo, Mi serve per provarti che nulla puoi e nulla sai, senza che Io lo voglia… È tempo di lavorare, non Mi chiedere niente, perché c’è qualcuno che pensa a te. Voglio raccontare alle Mie Anime l’amarezza e il tremendo dolore che riempiva il Mio Cuore, quella notte. Sebbene fosse grande la Mia gioia per esserMi fatto compagno degli uomini, fino alla fine dei Secoli, e Nutrimento Divino delle Anime, e sebbene vedessi quanti Mi avrebbero reso l’omaggio dell’Adorazione, dell’Amore e della Riparazione, non fu, però, poca la tristezza che Mi causò il contemplare tutte quelle Anime che Mi avrebbero abbandonato nel Tabernacolo e quelle che avrebbero dubitato della Mia Presenza nell’Eucaristia. In quanti cuori macchiati, sporchi e completamente lacerati dal peccato, avrei dovuto entrare, e quanto la Mia Carne e il Mio Sangue, profanati, sarebbero divenuti motivo di condanna per molte anime! Tu non puoi capire il modo con cui ho contemplato tutti i sacrilegi, gli oltraggi e le tremende abominazioni che sarebbero state commesse contro di Me… Le moltissime ore che avrei dovuto passare, da solo, nei Tabernacoli. Quante lunghe notti! Quanti uomini avrebbero respinto gli amorosi richiami che avrei loro rivolto! Per amore di queste Anime, Io rimango prigioniero nell’Eucaristia affinché, nelle vostre pene e nei vostri dolori, possiate consolarvi con il più tenero dei Cuori, con il migliore dei Padri, con l’Amico più fedele. Ma questo amore, che si consuma per il bene degli uomini, non sarà corrisposto. Vivo in mezzo ai peccatori per essere la loro salvezza e la loro vita, il loro medico e la loro medicina; ed essi, in cambio, nonostante la loro natura inferma, si allontanano da Me, Mi oltraggiano e Mi disprezzano. Figli miei, poveri peccatori! Non allontanatevi da Me, Io vi aspetto, giorno e notte, nel Tabernacolo. Non vi getterò in faccia i vostri peccati. Quel che farò sarà lavarvi nel Sangue delle Mie Piaghe. Non abbiate paura, venite a Me. Non sapete quanto vi amo! E voi, Anime amate, perché siete fredde ed indifferenti al Mio amore? So che dovete attendere alle necessità delle vostre famiglie, della casa e del Mondo, che vi sollecita incessantemente, ma non trovate un momento per venire a darMi prova del vostro amore e della vostra gratitudine?
Non lasciatevi trascinare da tante preoccupazioni inutili, riservatevi un momento per visitare il Prigioniero d’Amore.
Se il vostro corpo è malato, non potete forse trovare qualche minuto per cercare il Medico che deve curarvi? Venite da chi può ridarvi le forze e la salute dell’anima…
Date un’elemosina d’Amore a questo Mendicante Divino, che vi chiama, vi desidera e vi aspetta. Queste parole produrranno, nelle Anime, l’effetto di una grande realtà. Penetreranno nelle famiglie, nelle scuole, nelle Case Religiose, negli ospedali, nelle prigioni, e molte Anime si arrenderanno al Mio Amore. I dolori più grandi Mi vengono dalle Anime Sacerdotali e Religiose.
Nel momento in cui ho istituito l’Eucaristia, ho visto tutte le Anime privilegiate che si sarebbero alimentate con il Mio Corpo e il Mio Sangue, e ho visto gli effetti che si sarebbero in esse prodotti.
Per alcune, il Mio Corpo sarebbe il rimedio per la loro debolezza; per altre, un fuoco che riuscirebbe a consumare le loro miserie, infiammandole d’Amore.
Ah!.. Quelle Anime, tutte riunite davanti a Me, saranno un immenso giardino, nel quale ogni pianta produce un fiore diverso, ma tutti Mi dilettano con il loro profumo…
Il Mio Corpo sarà il Sole che ridà loro vita. Mi accosterò ad alcune per essere consolato, ad altre per nasconderMi, ed in altre ancora Mi riposerò. Se sapeste, Anime amatissime, quanto è facile consolare, nascondere e dare riposo al vero Dio! Questo Dio, che vi ama con Amore infinito, dopo di avervi liberato dalla schiavitù del peccato, ha seminato in voi l’incomparabile Grazia della Vocazione Religiosa. Egli vi ha tratto in modo misterioso nel giardino delle Sue delizie.
Questo Dio, vostro Redentore, si è fatto vostro Sposo. Egli stesso vi alimenta con il Suo Corpo purissimo e con il Suo Sangue placa la vostra sete. In Me, troverete il riposo e la felicità.
Oh, figliola! Perché tante Anime, dopo essere state colmate di beni e di carezze, sono divenute causa di tristezza per il Mio Cuore? Non sono, Io, sempre lo stesso? Forse sono cambiato per voi?…
No, Io non cambierò mai e, fino alla fine dei Secoli, vi amerò con predilezione e tenerezza. So che siete piene di miserie, ma questo non farà allontanare da voi i Miei sguardi più teneri; Io vi aspetto con ansia, non soltanto per alleviare le vostre miserie, ma anche per colmarvi con i Miei benefici. Se vi chiedo Amore, non negatemelo: è molto facile amare Colui che è l’Amore stesso. Se vi chiedo qualcosa che costa caro alla vostra natura, vi do, congiuntamente, anche la Grazie e la
forza necessari perché siate il Mio conforto. FateMi entrare nelle vostre Anime e, se in esse non si troverà niente che sia degno di Me, allora… diteMi, con umiltà e fiducia: “Signore, vedo bene i frutti che produce questo albero, vieni e dimmi che cosa devo fare, affinché, a partire da oggi, spuntino i frutti che Tu desideri”. Se l’anima Mi dice questo con un vero desiderio di provarMi il suo Amore, Io le risponderò: “Anima amata, lascia che sia Io stesso a coltivare il tuo Amore… “.
Conosci i frutti che otterrai? La vittoria sul tuo carattere riparerà le offese, espierà le mancanze.
Se non ti turbi nel ricevere una correzione e l’accetti con gioia, otterrai che le Anime accecate dell’orgoglio si umilino e chiedano perdono. Ecco ciò che farò nella tua Anima, se Mi lasci operare liberamente. Il giardino non fiorirà immediatamente, ma darai una grande consolazione al Mio Cuore… Tutto ciò Mi è passato davanti, quando ho istituito l’Eucaristia e ho sentito l’urgente desiderio di nutrire le Anime. Non venivo a dimorare sulla Terra per vivere con degli Esseri perfetti, ma per sostenere i deboli e nutrire i piccoli… Li avrei fatti crescere, avrei irrobustito le loro Anime, avrei riposato nelle loro miserie e i loro buoni desideri Mi avrebbero consolato. Però, tra i Miei Eletti, vi sono alcune Anime che sono per Me occasione di dolore. Saranno tutte perseveranti?…
È questo il grido di dolore che sfugge dal Mio Cuore; è questo il gemito che voglio sia udito dalle Anime. L’Amore eterno sta cercando delle anime che dicano cose nuove sulle verità antiche, che già si conoscono. L’Amore infinito vuole creare, nel seno dell’Umanità, un tribunale, non di giustizia, ma di pura Misericordia! Ecco perché si moltiplicano i Messaggi nel Mondo!
Chi li comprende, ammira le loro opere, trae profitto da esse, e fa si che anche gli altri ne traggano profitto. Chi non capisce, continua ad essere schiavo dello Spirito, che muore e condanna.
A questi ultimi, rivolgo la Mia Parola di condanna, perché ritardano l’Opera Divina e si convertono in complici del Maligno. Quale astuzia opprime le loro piccole menti, quando condannano, insabbiano e reprimono quel che non proviene da misere Creature, ma dal Creatore?
Io rivelo la Mia Sapienza a coloro che ho chiamato “piccoli”, e la nascondo, invece, ai superbi…
Anima, lascia che Mi riversi in te… diventa una valvola del Mio Cuore, perché non manca chi opprime il Mio Amore…

GESÙ FA LA VOLONTÀ DEL PADRE

Voglio che della Mia Passione tu consideri, soprattutto, l’amarezza che Mi ha causato il conoscere i peccati che, annebbiando la mente dell’uomo, lo portano alle aberrazioni. Questi peccati vengono, per lo più, accettati come frutto di una inclinazione naturale, alla quale la propria volontà non si può opporre. Oggi, molti vivono con gravi peccati e, di questi, incolpano gli altri o il destino, senza possibilità di liberarsene. Questo ho visto nel Getsemani; ho conosciuto, così, il grande male che la Mia Anima avrebbe dovuto assorbire. Quanti si perdono in questo modo e come ho sofferto per loro! Perciò, con il Mio esempio, ho insegnato agli Apostoli come sopportarsi a vicenda, lavando loro i piedi e facendoMi loro Nutrimento. Si avvicinava l’ora per la quale il Figlio di Dio si era fatto uomo e Redentore del Genere Umano: andava a spargere il Suo Sangue e a dare la Sua Vita per il Mondo. In quell’ora, volli metterMi in preghiera e consegnarMi alla Volontà del Padre Mio… Fu allora che la Mia Volontà di uomo vinse la resistenza naturale verso la grande sofferenza preparata per Me dal Padre nostro, il Quale, vedete, era ancora più addolorato di Me. Quindi, tra quelle anime perdute, ho consegnato la Mia stessa Anima, per riparare ciò che si era corrotto. La Mia Onnipotenza può tutto, ma ha bisogno di un minimo, sopra il quale aggiungere dell’altro; e questo minimo lo offro Io stesso, con infinito Amore. La Mia Passione… quale abisso di amarezza ha rinchiuso in sé! Com’è erroneamente lontano chi crede di conoscerla, pensando soltanto alle terribili sofferenze del Mio Corpo!… Figlia mia, ti ho riservato altri atti delle tragedie intime che ho vissuto e che voglio condividere con te, perché sei tra quelle che il Padre Mio Mi diede nell’Orto. Anime amate, imparate dal vostro Modello, che l’unica cosa necessaria è sottomettersi con umiltà e offrirsi, per compiere la Volontà di Dio, anche se la natura si ribella. Inoltre, ho voluto insegnare alle Anime che ogni azione importante deve essere preceduta e vivificata dalla preghiera, perché in essa l’Anima si fortifica per affrontare le cose più difficili; Dio si comunica a questa Anima, la consiglia e la ispira, anche quando l’Anima non se ne accorge. Mi sono allontanato nell’Orto con tre dei Miei Discepoli, per insegnare loro che le tre potenze dell’Anima devono accompagnarli ed aiutarli nella preghiera. Ricordate i Benefici Divini e le Perfezioni di Dio: la Sua Bontà, il Suo Potere, la Sua Misericordia, l’Amore che ha per voi. Quindi, con la ragione, cercate il modo di poter corrispondere alle meraviglie che Egli ha fatto per voi… Lasciate che la vostra volontà si muova a servire Dio, di più e meglio, spingendovi a consacrarvi per la salvezza delle Anime, sia con il vostro lavoro apostolico, sia con la vostra vita umile e nascosta, nel ritiro e nel silenzio, per mezzo della preghiera. Prostratevi umilmente, da Creature quali siete, alla presenza del vostro Creatore, e adorate i Suoi Disegni su di voi, quali che siano, sottomettendo la vostra volontà a quella Divina. È in questo modo che Io ho offerto Me stesso per realizzare l’opera della Redenzione del mondo. Ah, che momento è stato quello, quando ho sentito venire su di Me tutti i tormenti che dovevo soffrire nelle Mia Passione: le calunnie, gli insulti, i flagelli, i calci, la corona di spine, la sete e la Croce!… Tutto questo è passato davanti ai Miei Occhi, mentre un dolore intenso colpiva il Mio Cuore: le offese, le abominazioni ed i peccati, che si sarebbero commessi durante i Secoli; e non soltanto li ho visti, ma Mi sono sentito rivestito di tutti questi orrori; in questo modo, Mi sono presentato davanti al Mio Padre Celeste per implorare Misericordia. Figliola mia, ho offerto Me stesso come un giglio, per calmare la Sua collera e placare la Sua ira. È certo che, con tanti crimini e tanti peccati, la Mia natura umana ha sperimentato un’agonia mortale, al punto di sudare sangue. Sarà possibile che questa angoscia e questo Sangue siano inutili per tante anime?
La Mia Passione è stata l’origine del Mio Amore. Se non l’avessi voluto, chi avrebbe potuto toccarmi? Io l’ho voluto e, per fare questo, Mi sono servito degli uomini più crudeli. Prima di soffrire, ho conosciuto in Me stesso ogni sofferenza e ho potuto darne una valutazione completa. Inoltre, quando ho voluto soffrire, oltre ad averne una piena conoscenza e valutazione, ho sentito umanamente tutte le sofferenze; Io le ho prese tutte. Parlando della Mia Passione, non posso entrare in tutti i dettagli. L’ho fatto altre volte, ma voi, a causa della vostra natura umana, non riuscite a comprenderlo… non potete comprendere la smisurata estensione dei dolori che ho sofferto. Si, Io vi illumino, ma rimango entro un limite, al di là del quale non potete andare. Solo a Mia Madre ho fatto conoscere tutte le Mie cose; ecco perché Ella ha sofferto più di Tutti. Ma, oggi, il Mondo dovrà conoscere più di quello che fino ad ora gli ho concesso, perché il Padre Mio così vuole. Per questo, nella Mia Chiesa fiorisce un raggio d’Amore per tutto l’insieme delle vicissitudini che dall’Orto Mi portarono al Calvario. Manifesto la Mia Passione agli amati, che furono con Me nell’Orto, più che a chiunque altro. Loro possono riferire qualcosa che si adatti alla mente degli attuali viandanti. E, se possono, debbono farlo. Per questa ragione, piccola, scrivi tutto ciò che Io ti dico, per te e per molti altri, a conforto delle Anime e per la gloria della Trinità, che vuole siano conosciute le Mie Sofferenze nel Getsemani. “L’Anima Mia era triste fino alla morte”. Mentre la tristezza del male fisico poteva giungere ad essere causa di morte, quella dello Spirito, che ho voluto sperimentare, è consistita nell’assenza completa dell’influenza della Divinità e nella presenza lacerante delle cause della Mia Passione. Nel Mio Spirito, che agonizzava, erano realmente presenti tutte le ragioni che Mi spinsero a portare l’Amore sulla Terra. Prima ragione… le offese fatte contro la Mia Divinità, che soffriva come uomo, con la consapevolezza propria di Dio. Non si può trovare nulla di simile a questo genere di sofferenza, perché l’uomo che pecca comprende, con la Mia Luce, soltanto ciò che gli corrisponde e, molte volte, soltanto in modo imperfetto, ma non può vedere come sia il peccato di fronte a Me. Ecco perché è chiaro che soltanto Dio può conoscere ciò che veramente è un’offesa fatta a Lui! Indubbiamente, l’Umanità doveva poter offrire alla Divinità la piena conoscenza e il vero dolore del pentimento. Io posso farlo tutte le volte che voglio, offrendo la Mia Conoscenza, che ha operato in Me come Uomo, con la umanizzazione dell’offesa fatta a Dio. Questo è stato il Mio desiderio: che il peccatore pentito, tramite Me, avesse il modo di presentare, al suo Dio, la conoscenza dell’offesa commessa e che Io, nella Mia Divinità, potessi ricevere dall’uomo
anche la piena comprensione di ciò che ha fatto contro di Me. Per oggi, basta. Non sai quanto Mi consoli quando ti affidi a Me, con abbandono totale… Non posso parlare alle Anime, tutti i giorni… Lascia che, per loro, Io ti dica i Miei segreti!… Lascia che Io usi i tuoi giorni e le tue notti! Ero triste fino alla morte, perché vedevo, da ogni parte, l’enorme cumulo delle offese commesse; se anche per una sola di esse sperimentavo una morte indescrivibile, che cosa avrei potuto provare per l’insieme di tutte le colpe? “L’Anima Mia è triste fino alla morte”… di una tristezza che Mi produsse l’abbandono di ogni forza, di una tristezza che aveva come centro la Divinità, verso la quale – in Me – convergeva la marea delle colpe e il fetore delle Anime corrotte da ogni genere di vizio. Perciò, ero, allo stesso tempo, bersaglio e freccia. In quanto Dio… ero bersaglio; in quanto uomo… ero freccia, poiché ho assorbito tutto il peccato, al punto di apparire, davanti al Padre Mio, come l’unico offensore. Non poteva esserci una tristezza maggiore di questa, ed Io ho voluto prenderla tutta, per Amore del Padre e come Misericordia verso tutti voi. Se gli uomini non pongono attenzione a questo punto, invano meditano sul significato di queste parole, che includono tutto il Mio Essere, in quanto Dio e in quanto Uomo. Guardatemi, così, in questa gigantesca prigione dello Spirito! Non merito, forse, amore, visto che ho tanto sofferto e lottato? Non merito che la Creatura conti su di Me, come su se stessa, sapendo che Io Mi do a lei, interamente e senza alcuna riserva? Attingete, Tutti, dalla Mia  inesauribile Fonte di beni, attingete! Io vi offro la Mia tristezza, nell’Orto… dateMi la vostra tristezza, tutte le vostre tristezze… voglio fare di esse un mazzo di violette, il cui profumo sia l’indicatore costante verso la Mia Divinità. “Padre, se è possibile, allontana da Me questo Calice. Tuttavia, non sia fatta la Mia, ma la Tua Volontà” (Luca 22,42).
Ho detto questo al colmo dell’amarezza, quando il peso che gravava su di Me si era fatto talmente grave che l’Anima Mia si trovava nella più incredibile oscurità.
Lo dissi al Padre perché, nell’assumere ogni colpa, Mi presentavo davanti a Lui come l’unico peccatore, contro il quale si scaricava tutta la Sua Divina Giustizia. E sentendoMi, privato della Mia Divinità, soltanto l’Umanità appariva davanti a Me. Allontana da Me, o Padre, questo amarissimo Calice che Mi presenti e che, venendo in questo Mondo, nonostante tutto, Io ho accettato per Amor Tuo. Sono arrivato al punto che non Mi riconosco neppure Io. Oh, Padre, Tu hai fatto del peccato la Mia eredità e questo rende la Mia Presenza davanti a Te, che Mi ami, insopportabile. L’ingratitudine degli Esseri Umani la conoscevo già, ma come potrò sopportare di vederMi solo? Dio Mio, abbi pietà della grande solitudine nella quale Mi trovo! Perché anche Tu vuoi lasciarMi in un tale abbandono? Quale aiuto potrò trovare in una tale desolazione? Perché anche Tu Mi colpisci così? E se Tu Mi privi di Te stesso, Io sento che sprofonderò in un abisso tale che non riuscirò più a
riconoscere la Tua mano, in una situazione tanto tragica. Il sangue che esce da tutto il Mio Corpo Ti dà testimonianza del Mio annichilimento sotto la Tua potente Mano…
Così… ho pianto, così… sono caduto. Ma dopo ho proseguito: Padre Santo, è giusto che Tu faccia di Me tutto ciò che vuoi. La Mia vita non è Mia, appartiene interamente a Te. Voglio che non si faccia la Mia Volontà, ma la Tua. Ho accettato una morte di Croce… accetto anche la morte apparente della Mia Divinità. È giusto. Devo darTi tutto questo e, prima di tutto, devo offrirTi l’olocausto della Divinità, che certamente Mi unisce a Te. Si, Padre, con il Sangue che vedi, confermo la Mia donazione… con il Sangue confermo la Mia accettazione: si faccia la Tua Volontà, non la Mia…

GESÙ VA IN CERCA DEI SUOI DISCEPOLI,
CHE SONO ADDORMENTATI

Malgrado tutto, l’enorme peso e la terribile fatica, unitamente al sudore di sangue, Mi avevano colpito talmente che, nell’andare a cercare i Miei Apostoli, Mi sono sentito tremendamente affaticato. Pietro, Giovanni, Giacomo! Dove sono, che non li vedo vigilanti?
Svegliatevi, guardate il Mio Volto, vedete come trema il Mio Corpo per questo turbamento che provo! Perché dormite? Svegliatevi e pregate con Me, perché Io ho sudato Sangue per voi!
Pietro, Discepolo eletto, non ti importa della Mia Passione?… Giacomo, a te ho dato la Mia predilezione: guardaMi e ricordati di Me! E tu, Giovanni? Perché ti lasci prendere dal sonno insieme agli altri? Tu puoi capire più di loro… Non dormire, veglia e prega con Me! Ecco ciò che ho ottenuto: mentre cercavo conforto, ho trovato un amaro sconforto. Neppure loro sono con Me.
Da chi mai potrò andare?… È vero, il Padre Mio Mi dà soltanto ciò che Io ho saputo chiederGli: che il Giudizio di tutta l’Umanità cada sopra di Me. Padre Mio, aiutami! Tu che puoi tutto, aiutami!
Sono tornato a pregare come un uomo a cui sono state tolte tutte le speranze e che cerca, dall’alto,
comprensione e consolazione. Ma che cosa poteva fare il Padre Mio, se Io avevo liberamente scelto di pagare per tutti? La Mia scelta non era mutata. Certamente, però, la Mia resistenza naturale era arrivata ad un tale eccesso, che la Mia umanità ne era soverchiata. Nuovamente, Mi sono gettato con il volto a terra, per la vergogna di tutti i vostri peccati. Nuovamente, ho chiesto al Padre Mio di allontanare da Me quel Calice, ma Egli Mi rispose che, se non lo avessi bevuto, sarebbe stato come se non fossi venuto al mondo. Che Mi consolassi, perché molte Creature avrebbero partecipato alla Mia Agonia nell’Orto. Risposi: “Padre, non si faccia la Mia Volontà, ma la Tua” (Matteo 26,42) .
Questo Angelo Mi ha assicurato del Tuo Amore, e la breve gioia che Mi hai inviato, ha compiuto la sua buona opera anche nella Mia naturale riluttanza. Dammi le Mie Creature, quelle che Io ho redento. Prendile Tu stesso, perché è per Te che Io ho accettato. Voglio vederti contento, Ti offro tutte le Mie Sofferenze e la Mia immutabile Volontà che, in verità, non è in disaccordo con la Tua, perché Siamo sempre stati una Cosa Sola… Padre, sono distrutto, ma in questo modo il Nostro Amore sarà conosciuto. Si faccia la Tua Volontà, non la Mia! Sono ritornato a svegliare i Discepoli, ma i raggi della Divina Giustizia avevano lasciato in Me dei segni indelebili… Quando Mi videro, sembravo una persona fuori di senno e questo li riempì di spavento. È stato Giovanni a soffrire più di tutti per questo. Io ero muto… e loro sbalorditi… Soltanto Pietro ebbe il coraggio di parlare.
Povero Pietro, se avesse saputo che una parte della Mia agitazione era stata scatenata da lui!…
Avevo preso con Me i Miei tre Amici perché Mi aiutassero, condividendo la Mia Angoscia… perché pregassero con Me, per avere riposo in loro, nel loro amore… Come posso descrivere ciò che provai, quando li vidi addormentati? Quanto soffre, ancora oggi, il Mio Cuore! E volendo trovare sollievo nelle Mie Anime, vado da loro e le trovo addormentate. Più di una volta, quando ho voluto vegliarle e farle uscire da sé stesse, dalle loro preoccupazioni, Mi hanno risposto, con le opere… se non con le parole:“Adesso non posso, sono troppo stanca, ho molto da fare, questo nuoce alla mia salute, ho bisogno di un po’ di tempo, voglio stare un po’ in pace”. Io insisto e dico soavemente a quell’Anima: “Non temere, se per Me tralasci questo riposo, Io ti ricompenserò. Vieni a pregare con Me, anche soltanto per un’ora! Guarda, in questo momento ho bisogno proprio di quanto ti chiedo! Se ora indugi, non sarà poi per te troppo tardi?”. Quante volte sento la stessa risposta! Povera Anima, non ha potuto vegliare un’ora con Me. Tra poco verrò e non Mi sentirà, perché è addormentata… Vorrò darti la Grazia, ma… siccome sei addormentata, non potrai riceverla. Chi ti assicura che, dopo, avrai la forza di svegliarti?… È più facile che, privata dell’alimento, la tua Anima si debiliti e non possa uscire da questo letargo. Molte anime sono state sorprese dalla morte mentre erano profondamente addormentate, e poi: dove e in che modo si sono risvegliate? Anime amate, voglio mostrarvi anche quanto sia inutile e vano cercare sollievo nelle Creature. Quante volte sono addormentate, e invece di trovare il sollievo che cerco in loro, le lascio con amarezza, perché non corrispondono ai Nostri desideri e neppure al Nostro Amore. Quando ho pregato il Padre Mio e ho chiesto aiuto, la Mia Anima, triste e senza aiuto, soffriva l’agonia della morte: Mi sono sentito oppresso dal peso delle più nere ingratitudini. Il Sangue che usciva da tutti i pori del Mio Corpo e che tra breve sarebbe sgorgato da tutte le Mie ferite, sarebbe stato inutile per un grande numero di Anime che si sarebbero perse. Moltissime Mi avrebbero offeso e molte non Mi avrebbero onosciuto!
Più tardi, avrei sparso il Mio Sangue per Tutti, e i Miei Meriti sarebbero stati applicati ad ognuno di loro: Sangue Divino! Meriti infiniti! E malgrado tutto, inutile per tante e tante Anime…
Ma, allora, andavo già incontro ad altre cose, e la Mia Volontà era volta al compimento della Mia Passione. Oh, uomini, se Io ho sofferto… non è stato certamente senza frutto, nemmeno senza motivo! Il frutto che ho ottenuto è stato la Gloria e l’Amore. Adesso tocca a voi, con il Mio Aiuto, dimostrarMi che apprezzate la Mia Opera. Io non Mi stanco mai! Venite a Me! Venite da Colui che vibra d’Amore per voi e che è il Solo che può darvi il vero Amore, l’Amore che regna nel Cielo e che vi trasforma sulla Terra. Anime, che siete assetate di Me, bevete al Mio Calice amaro e glorioso, perché vi dico che qualche goccia di questo Calice il Padre vuole giustamente riservare per voi. Pensate che queste poche gocce Mi furono sottratte e, poi, se credete, diteMi che non le volete. Io non ho posto limiti, e nemmeno voi. Io sono stato umiliato senza pietà; voi, per amore, dovete lasciare che Io umilii il vostro amor proprio. Sono Io che opero in voi, così come il Padre Mio ha operato in Me, nel Getsemani. Sono Io Colui che fa soffrire, affinché possiate un giorno allegrarvene. Adesso, siate docili, siate docili imitando Me, perché questo vi aiuta molto e molto Mi compiace. Non perdete nulla, anzi, guadagnerete l’Amore. Come potrei, in effetti, permettere che i Miei amati soffrano di perdite vere, quando vogliono dimostrarMi il loro amore? Io vi aspetto. Sono sempre in attesa… non Mi stancherò. Venite a Me… venite così come siete, non importa, purché veniate. Vedrete che, poi, sarò Io ad ingioiellarvi la fronte con quelle gocce di Sangue che ho versato nel Getsemani, perché quelle gocce sono vostre, se le volete. Vieni, Anima, vieni a Gesù, che ti chiama. Ho detto: “Padre Mio”… non ho detto: “Dio Mio”…
Ciò che voglio insegnarvi è questo: quando il vostro cuore soffre di più, dovete dire: “Padre mio”, e chiederGli sollievo. EsponeteGli le vostre sofferenze, i vostri timori e, ricordateGli, tra i gemiti, che siete i Suoi figli. DiteGli che la vostra Anima non ne può più! Chiedete, con fiducia di figli, e confidate, perché il Padre vostro vi darà il sollievo e la forza necessaria per superare la vostra tribolazione e quella delle Anime che vi sono affidate. Questo è il Calice che ho accettato e svuotato fino all’ultima goccia! Tutto questo per insegnarvi, figli amati, che non dovete credere ancora che le sofferenze siano inutili. Se non riuscite sempre a vederne i risultati, sottomettete il vostro giudizio e lasciate che la Divina Volontà si compia in voi. Io non Mi sono tirato indietro e, sapendo che sarebbero venuti a prenderMi nell’Orto, sono rimasto lì, non ho voluto fuggire via dai Miei nemici…
Figlia Mia, lascia che il Mio Sangue irrighi e fortifichi, questa notte, la radice della tua piccolezza.

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