AVVENTO E NASCITA DI GESÙ NELLE VISIONI DI CATERINA EMMERICH (Parte 1 di 2)

Dal libro “Vita della Madonna” della beata Anna Caterina Emmerich le visioni dell’Avvento e della Nascita di Gesù (Parte 1 di 2).

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La potenza del Santo Rosario e le promesse della Madre di Dio per chi lo recita devotamente.

Vi supplico con insistenza per l’amore che vi porto in Gesù e Maria, di recitare ogni giorno il Rosario….al momento della morte benedirete il giorno e l’ora in cui mi avete creduto.(San Luigi Maria Grignion De Montfort)
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LA SOFFERENZA DEGLI UOMINI NELLA VOLONTÀ DEL SIGNORE

Durante un esorcismo il demonio ha dovuto indicare come la sofferenza sia un alleata della salvezza eterna degli uomini, e quanto grande sia la sua potenza (per chi ha fede e spera nella misericordia di Dio).

Abbiamo sentito dalle parole di Gesù “perché le avversità assalgono il giusto” nell’articolo precedente. Adesso andiamo ad approfondire questo argomento attraverso la lettura delle parole che Dio ha estorto al demonio, come testimonianza del Vero, in un esorcismo. Proprio durante un esorcismo, per volontà di Dio e sotto comando dell’Esorcista “in nome di Dio” il demonio ha dovuto (non voluto, ricordo sempre) parlare della sofferenza come alleata della salvezza eterna degli uomini, e la potenza della sofferenza se accolta con fede e speranza nella misericordia del Signore, che è Padre e permette questo per amore dei Suoi figli, a differenza di ciò che noi potremmo aver immaginato. Quindi è bene ringraziare Dio anche per le sofferenze, non solo per le gioie che riceviamo, e affidarci sempre alla Sua Divina Provvidenza, che non permetterà mai un Suo figlio sopporti prove maggiori di quelle che ha la capacità (e la grazia) di sopportare, al fine di ricevere una corona di gloria in Paradiso e prendere posto alla Mensa del Signore, in eterno.

 

TRATTO DA UN ESORCISMO (riportato nel libro “Avvisi dell’altro mondo” di Bonaventura Meyer):

 

Esorcista: Continua a dire tutta la verità, nel nome… quello che ti ordina la Madre di Dio!

Demonio Acbor: …soprattutto è sfuggito al mondo odierno – perfino al mondo cattolico – che bisogna soffrire per gli altri uomini. É stato dimenticato che voi tutti siete un misterioso corpo di Cristo e che voi dovete soffrire l’uno per l’altro (piange miseramente e urla come un cane). Cristo non ha compiuto tutto in croce. Ovviamente vi ha aperto il cielo, ma gli uomini devono espiare l’uno per l’altro. Ovviamente le sètte dicono che Cristo abbia fatto tutto questo, ma non è vero. Questo continua, nel nome di Cristo e continuerà fino alla fine del mondo (ringhia).

Esorcista : Continua nel nome della Madre di Dio, quello che devi dire per suo ordine!

Demonio Acbor: Devo continuare. Bisogna soffrire l’uno per l’altro e offrire la sofferenza nel nome della Croce di Cristo e delle sofferenze di Cristo. In unione con la Madre di Dio si deve soffrire e unire tutte le rinunce della vita, la propria sofferenza, a questa terribile sofferenza di Cristo sulla croce e sul Monte degli Ulivi. Quelle erano molto più terribili di quanto credono gli uomini. Cristo non ha patito nell’Orto degli Ulivi soltanto come voi credete. Egli venne stritolato dalla giustizia di Dio come se fosse lui il più grande peccatore e come se dovesse entrare lui nell’inferno. Egli ha dovuto soffrire per voi uomini, altrimenti voi non sareste stati liberati. Lui stesso ha dovuto patire le più grandi sofferenze, e credeva perfino che sarebbe andato all’inferno.Le sofferenze allora erano così forti, che si sentì abbandonato completamente dal Padre divino. Egli sudò perciò sangue (piange terribilmente) perché si sentì assolutamente perduto e abbandonato dal Padre. Venne stritolato talmente, come se lui pure fosse uno dei più grandi peccatori. Questo lui ha dovuto subire per voi, e voi dovete seguirlo. Queste sofferenze hanno il più grande valore; queste sofferenze, queste tenebre, questi terribili abbandoni, quando si crede che tutto sia perduto, e che bisogna togliersi la vita. Non lo vorrei dire, no… (ansa faticosamente).

Esorcista: Continua a dire la verità nel nome… per ordine dei Troni!

Demonio Acbor: Proprio queste sofferenze, quando tutto ci sembra perduto, quando ci sì sente abbandonati assolutamente da Dio e si crede di essere l’ultimo grido, l’ultimo uomo, proprio allora Dio può avere la sua mano nel gioco. Queste sofferenze, queste sofferenze terribili, tenebrose, sono fra le più preziose che esistano. Ma questo la gioventù non lo sa. La più parte dei giovani non lo sanno, e questo è il nostro trionfo.

Esorcista: Continua nel nome…!

Demonio Acbor: Molti, i più, si tolgono allora la vita, quando credono di essere abbandonati da Dio e di essere gli ultimi uomini. Poiché può ben essere così tenebroso, Dio è loro certamente vicino, ma essi non lo sentono più. Allora Dio è soltanto così come se non ci fosse più. Effettivamente Dio non è più sensibile per loro in quel momento, e ciò malgrado, devono conformarsi alla sofferenza di Cristo, specialmente coloro che lui ha destinato a subire molte sofferenze. Molti allora credono che forse non sono più normali. Ma questo è una finta nostra. Lo suggeriamo loro affinché vengano ricoverati nelle cliniche.

Esorcista: Continua nel nome…!

Demonio Acbor: E poi, quando si vede o si crede che non siano più normali – la più parte tuttavia lo sono – allora rinunciano molto più facilmente; essi credono poi che dovrebbero togliersi la vita, perché non vengono più compresi dalla gente. Questo è il nostro trionfo, La maggior parte vengono ben nel cielo, ma malgrado ciò è il nostro trionfo, perché…

Esorcista: Continua nel nome… col messaggio dei Troni!

Demonio Acbor: Ci sono ora croci pesantissime sulla terra, lascia dire LEI (mostra in alto). Queste croci sovente non si lasciano quasi più portare. Croci, che sono visibili, come cancro, deformazione ed altre infermità qualsiasi, sono sovente più leggere da portare che le terribili tenebre o pene dell’anima, che ora molti uomini devono portare.

LEI* qui in (mostra in alto) lascia dire, come l’ha già fatto per mezzo di una graziata: «Manderò ai miei figli sofferenze, sofferenze gravi e profonde come il mare». Quelli in questione, che devono portare queste croci terribili – alcuni saranno eletti – non devono scoraggiarsi.

Esorcista: In nume della SS. Trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, di Acabor, quello che la Madre di Dio ti ha ordinato di dirci. 

Demonio Acbor: Queste croci, delle quali parlavo, sono nel frattempo croci, che sembrano inutili e molto assurde. Esse possono portare fino alla disperazione. Sovente non si possono più portare, ma esse sono delle più preziose. Io, Acabor, devo dire ancora una volta, LEI (mostra in alto) vuole gridare a tutti questi portatori della croce: «Perseverate e non arrendetevi!». Nella croce è salvezza, nella croce è vittoria, la croce è più forte della guerra.

* Lei: la Madonna. Il demonio non pronuncia mai il suo nome. Il demonio inoltre scappa ogni volta che pronunciamo con fede il nome di Maria.

 
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Per comprendere meglio leggi cosa ha detto Gesù a Santa Brigida sul perché il giusto riceva delle sofferenze in questo articolo
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E’ difficile per l’uomo materiale, che vive nel mondo e si lascia trasportare dalla sua logica menzognera comprendere questo. L’uomo pensa: “sono vivo, la vita è una sola, perché dovrei stare male? Perché dovrei amare la sofferenza? Chi soffre è uno sfigato che non conosce la bella vita e il divertimento…. Perché dovrei pensare a ciò che mi aspetta dopo questa vita… e … al Diavolo chi vuol lasciare nella mia testa questi pensieri! “
Ma non sa chi ragiona così che la sua è una folle illusione, che ha sprecato gran parte della sua vita, che è stata un dono del Signore e che davanti a Dio un giorno arriverà a mani vuote se non avrà buona volontà nel convertirsi a Cristo, non potendo giustificare la sua condotta ingorda e maligna davanti al Sommo Sacrificio di Gesù Cristo, il Redentore, e alle parole del Suo Vangelo che li peseranno addosso come un macigno. Chiediamo a Dio per mezzo di Maria Santissima, nostra tenera Madre, di avere una vita migliore, non semplicemente una vita più lunga, ma di poter lodare ogni momento il Padre eterno per averci dato questa grande, inconcepibile, ineguagliabile e inestimabile opportunità: essere chiamati da Lui figli ed entrare a far parte del SUo Regno in eterno.
 
Simone Salicandro

Perché le avversità assalgono il giusto? Ce lo spiega Gesù.

Almeno una volta nella nostra vita, ci saremo domandati il perché il Signore Dio permetta le tribolazioni su uomini e donne, di fede e di preghiera, innocenti, “buone” a nostro avviso, quindi giuste (anche secondo il nostro pensiero) davanti al Signore. Se poi leggendo e rileggendo i Vangeli abbiamo compreso che la Giustizia non è di questo mondo cioè viene rigettata dallo spirito del mondo e dal principe di questo mondo (Satana) che lo governa, e che lo stesso Giusto, nostro Signore Gesù Cristo, è stato crocifisso, possiamo esser certi che solo Dio è Colui al quale importa la rettitudine del cuore e la vita virtuosa dei Suoi figli, essendo Padre, e premia chi “prende la sua croce ogni giorno e lo segue”, essendo Figlio Redentore, abitando nei loro cuori e spargendo abbondanti grazie Celesti sui loro capi, essendo Consolatore.
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Maria Santissima, Vergine e Madre di Dio, Regina degli Angeli e dei Santi


Vieni a conoscere Maria, la Madre di Dio, in una serie di rivelazioni che tolgono il respiro e fanno commuovere.

Una serie di rivelazioni private che parlano della vita terrena e della grandezza in Cielo di Maria Santissima, la Madre di Dio e Madre di tutti i credenti. Ha voluto il Cielo che noi sapessimo quanto grande è l’amore di Dio per Maria Santissima, che è stata innalzata dall’Onnipotente per grazia davanti a tutto il Creato fino ad essere portata ai piedi del Trono della Santissima Trinità come Mediatrice di tutti gli uomini e corredentrice del genere umano, Regina del cielo e della terra.  Leggiamo queste rivelazioni private che contengono parole di grandissima importanza e grazia e lodiamo il Signore Dio per averci dato come Madre e Avvocata Celeste la Madre di Gesù, Figlia e Ancella obbendientissima dell’Eterno Padre e Sposa amorevolissima dello Spirito Santo. W Maria! W Maria! W Maria!

DALLE RIVELAZIONI PRIVATE DI GESÙ
A MARIA VALTORTA

«Sorgi e ti affretta, piccola amica. Ho ardente desiderio di portarti con Me nell’azzurro paradisiaco della contemplazione della Verginità di Maria. Ne uscirai con l’anima fresca come fossi tu pure testé creata dal Padre, una piccola Eva che ancora non conosce carne. Ne uscirai con lo spirito pieno di luce, perché ti tufferai nella contemplazione del capolavoro di Dio. Ne uscirai con tutto il tuo essere saturo d’amore, perché avrai compreso come sappia amare Dio. Parlare del concepimento di Maria, la Senza Macchia, vuol dire tuffarsi nell’azzurro, nella luce, nell’amore. Vieni e leggi le glorie di Lei nel Libro dell’Avo: “Dio mi possedette all’inizio delle sue opere, fin dal principio, avanti la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra, non erano ancora gli abissi ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti dell’acque rigurgitavano ed i monti s’erano eretti nella loro grave mole, né le colline eran monili al sole, che io ero partorita. Dio non aveva ancora fatto la terra, i fiumi e i cardini del mondo, ed io ero. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge immutabile chiuse sotto la volta l’abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava leggi alle acque, quando dava legge alle acque di non passare il loro termine, quando gettava i fondamenti della terra, io ero con Lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella gioia scherzavo dinanzi a Lui continuamente, scherzavo nell’universo…”. Le avete applicate alla Sapienza, ma parlan di Lei: la bella Madre, la santa Madre, la vergine Madre della Sapienza che Io sono che ti parlo. Ho voluto che tu scrivessi il primo verso di questo inno in capo al libro che parla di Lei, perché fosse confessata e nota la consolazione e la gioia di Dio; la ragione della sua costante, perfetta, intima letizia di questo Dio uno e trino, che vi regge e ama e che dall’uomo ebbe tante ragioni di tristezza; la ragione per cui perpetuò la razza anche quando, alla prima prova, s’era meritata d’esser distrutta; la ragione del perdono che avete avuto. Aver Maria che lo amasse. Oh! ben meritava creare l’uomo, e lasciarlo vivere, e decretare di perdonarlo, per avere la Vergine bella, la Vergine santa, la Vergine immacolata, la Vergine innamorata, la Figlia diletta, la Madre purissima, la Sposa amorosa! Tanto e più ancora vi ha dato e vi avrebbe dato Iddio pur di possedere la Creatura delle sue delizie, il Sole del suo sole, il Fiore del suo giardino. E tanto vi continua a dare per Lei, a richiesta di Lei, per la gioia di Lei, perché la sua gioia si riversa nella gioia di Dio e l’aumenta a bagliori che empiono di sfavillii la luce, la gran luce del Paradiso, ed ogni sfavillìo è una grazia all’universo, alla razza dell’uomo, ai beati stessi, che rispondono con un loro sfavillante grido di alleluia ad ogni generazione di miracolo divino, creato dal desiderio del Dio trino dì vedere lo sfavillante riso di gioia della Vergine. Dio volle mettere un re nell’ universo che Egli aveva creato dal nulla. Un re che, per natura della materia, fosse il primo tra tutte le creature create con materia e dotate di materia. Un re che, per natura dello spirito, fosse poco men che divino, fuso alla Grazia come era nella sua innocente prima giornata. Ma la Mente suprema, a cui sono noti tutti gli avvenimenti più lontani nei secoli, la cui vista vede incessantemente tutto quanto era, è, e sarà; e che, mentre contempla il passato e osserva il presente, ecco che sprofonda lo sguardo nell’ultimo futuro e non ignora come sarà il morire dell’ultimo uomo, senza confusione né discontinuità, non ha mai ignorato che il re da Lui creato per esser semidivino al suo fianco in Cielo, erede del Padre, giunto adulto al suo Reguo dopo aver vissuto nella casa della madre – la terra con cui fu fatto – durante la sua puerizia di pargolo dell’Eterno per la sua giornata sulla terra, avrebbe commesso verso se stesso il delitto di uccidersi nella Grazia e il ladrocinio di derubarsi del Cielo. Perché allora lo ha creato? Certo molti se lo chiedono. Avreste preferito non essere? Non merita, anche per se stessa, pur così povera e ignuda, e fatta aspra dalla vostra cattiveria, di sser vissuta, questa giornata, per conoscere e ammirare l’infinito Bello che la mano di Dio ha seminato nell’universo? Per chi avrebbe fatto questi astri e pianeti che scorrono come saette e frecce, rigando l’arco del firmamento, o vanno, e paiono lenti, vanno maestosi nella loro corsa di bolidi, regalandovi luci e stagioni e dandovi, eterni, immutabili e pur mutabili sempre, una nuova pagina da leggere sull’azzurro, ogni sera, ogni mese, ogni anno, quasi volessero dirvi: “Dimenticate la carcere, lasciate le vostre stampe piene di cose oscure, putride, sporche, velenose, bugiarde, bestemmiatrici, corruttrici, e elevatevi, almeno con lo sguardo, nella illimitata libertà dei firmamenti, fatevi un’ anima azzurra guardando tanto sereno, fatevi una riserva di luce da portare nella vostra carcere buia, leggete la parola che noi scriviamo cantando il nostro coro siderale, più armonioso di quello tratto da organo di cattedrale, la parola che noi scriviamo splendendo, la parola che noi scriviamo amando, poiché sempre abbiamo presente Colui che ci dette la gioia d’essere, e lo amiamo per averci dato questo essere, questo splendere, questo scorrere, questo esser liberi e belli in mezzo a questo azzurro soave oltre il quale vediamo un azzurro ancor più sublime, il Paradiso, e del quale compiamo la seconda parte del precetto d’amore amando voi, prossimo nostro universale, amandovi col darvi guida e luce, calore e bellezza. Leggete la parola che noi diciamo, ed è quella su cui regoliamo il nostro canto, il nostro splendere, il nostro ridere: Dio “? Per chi avrebbe fatto quel liquido azzurro, specchio al cielo, via alla terra, sorriso d’acque, voce di onde, parola anch’essa che con fruscii di seta smossa, con risatelle di fanciulle serene, con sospiri di vecchi che ricordano e piangono, con schiaffi di violento, e cozzi, e muggiti e boati, sempre parla e dice: “Dio “? Il mare è per voi, come lo sono il cielo e gli astri. E col mare i laghi e i fiumi, gli stagni e i ruscelli, e le sorgenti pure, che servono tutti a portarvi, a nutrirvi, a dissetarvi e mondarvi, e che vi servono, servendo il Creatore, senza uscire a sommergervi come meritate. Per chi avrebbe fatto tutte le innumerabili famiglie degli animali, che sono fiori che volano cantando, che sono servi che corrono, che lavorano, che nutrono, che ricreano voi: i re? Per chi avrebbe fatto tutte le innumerabili famiglie delle piante, e dei fiori che paiono farfalle, che paiono gemme e immoti uccellini, dei frutti che paiono monili o scrigni di gemme, che son tappeto ai vostri piedi, riparo alle vostre teste, svago, utile, gioia alla mente, alle membra, alla vista e all’olfatto? Per chi avrebbe fatto i minerali fra le viscere del suolo e i sali disciolti in algide o bollenti sorgive, gli zolfi, gli iodi, i bromi, se non perché li godesse uno che non fosse Dio ma figlio di Dio? Uno: l’uomo. Alla gioia di Dio, al bisogno di Dio nulla occorreva. Egli si basta a Se stesso. Non ha che contemplarsi per bearsi, nutrirsi, vivere e riposarsi. Tutto il creato non ha aumentato di un atomo la sua infinità in gioia, bellezza, vita, potenza. Ma tutto l’ha fatto per la creatura che ha voluto mettere re nell’opera da Lui fatta: l’uomo. Per vedere tant’opera di Dio e per riconoscenza alla sua potenza che ve la dona, merita di vivere. E di esser viventi dovete esser grati. L’avreste dovuto anche se non foste stati redenti altro che alla fine dei secoli, perché, nonostante siate stati nei Primi, e lo siate tuttora singolarmente, prevaricatori, superbi, lussuriosi, omicidi, Dio vi concede ancora di godere del bello dell’universo, del buono dell’ universo, e vi tratta come foste dei buoni, dei figli buoni a cui tutto è insegnato e concesso per rendere loro più dolce e sana la vita. Quanto sapete, lo sapete per lume di Dio. Quanto scoprite, lo scoprite per indicazione di Dio. Nel Bene. Le altre coguizioni e scoperte, che portano segno di male, vengono dal Male supremo: Satana. La Mente suprema, che nulla ignora, prima che l’uomo fosse sapeva che l’uomo sarebbe stato di se stesso ladro e omicida. E poiché la Bontà eterna non ha limiti nel suo esser buona, prima che la Colpa fosse pensò il mezzo per annullare la Colpa. Il mezzo: Io. Lo strumento per fare del mezzo uno strumento operante: Maria. E la Vergine fu creata nel Pensiero sublime di Dio. Tutte le cose sono state create per Me, Figlio diletto del Padre. Io-Re avrei dovuto avere sotto il mio piede di Re divino tappeti e gioielli quale nessuna reggia ne ebbe, e canti e voci, e servi e ministri intorno al mio essere quanti nessun sovrano ne ebbe, e fiori e gemme, tutto il sublime, il grandioso, il gentile, il minuto è possibile trarre dal Pensiero di un Dio. Ma Io dovevo esser Carne oltre che Spirito. Carne per salvare la carne. Carne per sublimare la carne, portandola in Cielo molti secoli avanti l’ora. Perché la carne abitata dallo spirito è il capolavoro di Dio, e per essa era stato fatto il Cielo. Per esser Carne avevo bisogno di una Madre. Per esser Dio avevo bisogno che il Padre fosse Dio. Ecco allora Dio crearsi la Sposa e dirle: “Vieni meco. Al mio fianco vedi quanto Io faccio per il Figlio nostro. Guarda e giubila, eterna Vergine, Fanciulla eterna, ed il tuo riso empia questo empireo e dia agli angeli la nota iniziale, al Paradiso insegni l’armonia celeste. Io ti guardo. E ti vedo quale sarai, o Donna immacolata che ora sei solo spirito: lo spirito in cui Io mi beo. Io ti guardo e dò l’azzurro del tuo sguardo al mare e al firmamento, il colore dei tuoi capelli al grano santo, il candore al giglio e il roseo alla rosa come è la tua epidermide di seta, copio le perle dai tuoi denti minuti, faccio le dolci fragole guardando la tua bocca, agli usignoli metto in gola le tue note e alle tortore il tuo pianto. E leggendo i tuoi futuri pensieri, udendo i palpiti del tuo cuore, Io ho il motivo di guida nel creare. Vieni, mia Gioia, abbiti i mondi per trastullo sinché mi sarai luce danzante nel Pensiero, i mondi per tuo riso, abbiti i serti di stelle e le collane d’astri, mettiti la luna sotto i piedi gentili, fàsciati nella sciarpa stellare di Galatea. Sono per te le stelle ed i pianeti. Vieni e godi vedendo i fiori, che saranno giuoco al tuo Bambino e guanciale al Figlio del tuo seno. Vieni e vedi creare le pecore e gli agnelli, le aquile e le colombe. Sumi presso mentre faccio le coppe dei mari e dei fiumi e alzo le montagne e le dipingo di neve e di selve, mentre semino le biade e gli alberi e le viti, e faccio l’ulivo per te, mia Pacifica, e la vite per te, mio Tralcio che porterai il Grappolo eucaristico. Scorri, vola, giubila, o mia Bella, e il mondo universo, che si crea d’ora in ora, impari ad amarmi da te, Amorosa, e si faccia più bello per il tuo riso, Madre del mio Figlio, Regina del mio Paradiso, Amore del tuo Dio “. E ancora, vedendo l’Errore e mirando la Senza Errore: “Vieni a Me, tu che cancelli l’amarezza della disubbidienza umana, della fornicazione umana con Satana, e dell’umana ingratitudine. Io prenderò con te la rivincita su Satana. Dio, Padre Creatore, aveva creato l’uomo e la donna con una legge d’amore tanto perfetta che voi non ne potete più nemmeno comprendere le perfezioni. E vi smarrite nel pensare a come sarebbe venuta la specie se l’uomo non l’avesse ottenuta con l’inseguamento di Satana. Guardate le piante da frutto e da seme. Ottengono seme e frutto mediante fornicazione, mediante una fecondazione su cento coniugi? No. Dal fiore maschio esce il polline e, guidato da un complesso dileggi meteoriche e magnetiche, va all’ovario del fiore femmina. Questo si apre e lo riceve e produce. Non si sporca e lo rifiuta poi, come voi fate, per gustare il giorno dopo la stessa sensazione. Produce, e sino alla nuova stagione non si infiora, e quando s’infiora è per riprodurre. Guardate gli animali. Tutti. Avete mai visto un animale maschio ed uno femmina andare l’un verso l’altro per sterile abbraccio e lascivo commercio? No. Da vicino o da lontano, volando, strisciando, balzando o correndo, essi vanno, quando è l’ora, al rito fecondativo, né vi si sottraggono fermandosi al godimento, ma vanno oltre, alle conseguenze serie e sante della prole, unico scopo che nell’uomo, semidio per l’origine di Grazia che Io ho resa intera, dovrebbe fare accettare l’animalità dell’atto, necessario da quando siete discesi di un grado verso l’animale. Voi non fate come le piante e gli animali. Voi avete avuto a maestro Satana, lo avete voluto a maestro e lo volete. E le opere che fate sono degne del maestro che avete voluto. Ma, se foste stati fedeli a Dio, avreste avuto la gioia dei figli, santamente, senza dolore, senza spossarvi in copule oscene, indegne, che ignorano anche le bestie, le bestie senz’ anima ragionevole e spirituale. All’uomo e alla donna, depravati da Satana, Dio volle opporre l’Uomo nato da Donna soprasublimata da Dio, al punto di generare senza aver conosciuto uomo: Fiore che genera Fiore senza bisogno di seme, ma per unico bacio del Sole sul calice inviolato del Giglio-Maria. La rivincita di Dio! Fischia, o Satana, il tuo livore mentre Ella nasce. Questa Pargola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il Tortuoso, il Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice. Mille eserciti schierati nulla possono contro la tua potenza, cadono le armi degli uomini contro le tue scaglie, o Perenne, e non vi è vento che valga a disperdere il lezzo del tuo fiato. Eppure questo calcaguo d’infante, che è tanto roseo da parere l’interno di una camelia rosata, che è tanto liscio e morbido che la seta è aspra al paragone, che è tanto piccino che potrebbe entrare nel calice di un tulipano e farsi di quel raso vegetale una scarpina, ecco che ti preme senza paura, ecco che ti confina nel tuo antro. Eppure ecco che il suo vagito ti fa volgere in fuga, tu che non hai paura degli eserciti, e il suo alito purifica il mondo dal tuo fetore. Sei vinto. Il suo nome, il suo sguardo, la sua purezza sono lancia, folgore e pietrone che ti trafiggono, che ti abbattono, che ti imprigionano nella tua tana d’Inferno, o Maledetto, che hai tolto a Dio la gioia d’esser Padre di tutti gli uomini creati! Inutilmente ormai li hai corrotti, questi che erano stati creati innocenti, portandoli a conoscere e a concepire attraverso a sinuosità di lussuria, privando Dio, nella creatura sua diletta, di essere l’elargitore dei figli secondo regole che, se fossero state rispettate, avrebbero mantenuto sulla terra un equilibrio fra i sessi e le razze, atto ad evitare guerre fra popoli e sventure fra famiglie. Ubbidendo, avrebbero pur conosciuto l’amore. Anzi, solo ubbidendo avrebbero conosciuto l’amore e l’avrebbero avuto. Un possesso pieno e tranquillo di questa emanazione di Dio, che dal soprannaturale scende all’inferiore, perché anche la carne ne giubili santamente, essa che è congiunta allo spirito e creata dallo Stesso che le creò lo spirito. Ora il vostro amore, o uomini, i vostri amori, che sono? O libidine vestita da amore. O paura insanabile di perdere l’amore del coniuge per libidine sua e di altri. Non siete mai più sicuri del possesso del cuore dello sposo o della sposa, da quando libidine è nel mondo. E tremate e piangete e divenite folli di gelosia, assassini talora per vendicare un tradimento, disperati talaltra, abulici in certi casi, dementi in altri. Ecco che hai fatto, Satana, ai figli di Dio. Questi, che hai corrotti, avrebbero conosciuto la gioia di aver figli senza avere il dolore, la gioia d’esser nati senza paura del morire. Ma ora sei vinto in una Donna e per la Donna. D’ora innanzi chi l’amerà tornerà ad esser di Dio, superando le tue tentazioni per poter guardare la sua immacolata purezza. D’ora innanzi, non potendo concepire senza dolore, le madri avranno Lei per conforto. D’ora innanzi l’avranno le spose a guida e i morenti a madre, per cui dolce sarà il morire su quel seno che è scudo contro te, Maledetto, e contro il giudizio di Dio. Maria, piccola voce, hai visto la nascita del Figlio della Vergine e la nascita al Cielo della Vergine. Hai visto perciò che ai senza colpa è sconosciuta la pena del dare alla vita e la pena del darsi alla morte. Ma se alla superinnocente Madre di Dio fu riserbata la perfezione dei celesti doni, a tutti, che nei Primi fossero rimasti innocenti e figli di Dio, sarebbe venuto il generare senza doglie, come era giusto per aver saputo congiungersi e concepire senza lussuria, e il morire senza affanno. La sublime rivincita di Dio sulla vendetta di Satana è stata il portare la perfezione della creatura diletta ad una superperfezione, che annullasse almeno in una ogni ricordo di umanità, suscettibile al veleno di Satana, per cui non da casto abbraccio d’uomo ma da divino amplesso, che fa trascolorare lo spirito nell’estasi del Fuoco, sarebbe venuto il Figlio. La Verginità della Vergine!… Vieni. Medita questa verginità profonda, che dà nel contemplarla vertigini d’abisso! Cosa è la povera verginità forzata della donna che nessun uomo ha sposato? Meno che nulla. Cosa la verginità di quella che volle esser vergine per esser di Dio, ma sa esserlo solo nel corpo e non nello spirito, nel quale lascia entrare tanti estranei pensieri, e carezza e accetta carezze di umani pensieri? Comincia ad essere una larva di verginità. Ma ben poco ancora. Cosa è la verginità di una claustrata che vive solo di Dio? Molto. Ma sempre non è perfetta verginità rispetto a quella della Madre mia. Un coniugio vi è sempre stato, anche nel più santo. Quello di origine fra lo spirito e la Colpa. Quello che solo il Battesimo scioglie. Scioglie, ma, come di donna separata da morte dello sposo, non rende verginità totale quale era quella dei Primi avanti il Peccato. Una cicatrice resta e duole, facendo ricordare di sé, ed è sempre pronta a rifiorire in piaga, come certi morbi che periodicamente i loro virus acutizzano. Nella Vergine non vi è questo segno di disciolto coniugio con la Colpa. La sua anima appare bella e intatta come quando il Padre la pensò adunando in Lei tutte le grazie. E’ la Vergine. E’ l’Unica. E’ la Perfetta. E’ la Completa. Pensata tale. Generata tale. Rimasta tale. Incoronata tale. Eternamente tale. E’ la Vergine. E’ l’abisso della intangibilità, della purezza, della grazia, che si perde nell’Abisso da cui è scaturito: in Dio, Intangibilità, Purezza, Grazia perfettissime. Ecco la rivincita del Dio trino ed uno. Contro alle creature profanate Egli alza questa Stella di perfezione. Contro la curiosità malsana, questa Schiva, paga solo di amare Dio. Contro la scienza del male, questa sublime Ignorante. In Lei non è solo ignoranza dell’amore avvilito; non è solo iguoranza dell’amore che Dio aveva dato agli uomini sposi. Ma più ancora. In Lei è l’ignoranza dei fomiti, eredità del Peccato. In Lei vi è solo la sapienza gelida e incandescente dell’Amore divino. Fuoco che corazza di ghiaccio la carne, perché sia specchio trasparente all’altare dove un Dio si sposa con una Vergine, e non si avvilisce, perché la sua Perfezione abbraccia Quella che, come si conviene a sposa, è di solo un punto inferiore allo Sposo, a Lui soggetta perché Donna, ma senza macchia come Egli è».

DALLE RIVELAZIONI PRIVATE DI MARIA SANTISSIMA
A SANTA BRIGIDA DA SVEZIA

«Io sono la Regina del cielo, la Madre di Dio… Da quando, all’inizio dell’infanzia, conobbi il Signore, fui sempre attenta e timorosa per la mia salvezza e la mia obbedienza a lui. Quando seppi che Dio era il mio creatore e il giudice di tutte le mie azioni, l’amai intimamente; in ogni momento temetti di offenderlo con le mie parole e le mie azioni. Poi, quando seppi che aveva dato la legge e i suoi comandamenti al popolo, e che con essi aveva compiuto molte meraviglie, decisi risolutamente nella mia anima di non amare altri che lui; e le cose del mondo mi davano grande amarezza. Quando, venni a conoscenza anche del fatto che Dio avrebbe riscattato il mondo e sarebbe nato da una Vergine, mi sentii commossa e animata da così tanto amore nei suoi confronti, che pensavo solo a lui e non desideravo altri che lui. Mi allontanai il più possibile dai discorsi di tutti i giorni, e dalla presenza di genitori e amici; diedi ai poveri tutto ciò che avevo, e tenni per me solo un abito semplice e poche cose per vivere. Non mi piaceva nulla che non fosse Dio. Nel mio cuore nutrivo il desiderio incessante di vivere fino al giorno della sua nascita, per meritare di essere la serva della Madre di Dio, sebbene non mi rite-nessi degna di ciò. Dentro di me feci voto di rimanere vergine, se ciò era gradito a Dio, e di non possedere nient’altro al mondo. Ora, se la volontà di Dio fosse stata diversa, avrei desiderato che fosse fatta la sua volontà, non la mia, perché temevo che egli non potesse e non volesse niente che fosse utile per me; per questo, dunque, mi rimisi al-la sua volontà. Poiché si avvicinava il tempo della pre-sentazione delle vergini al Tempio, secondo la legge, che i miei genitori rispettavano, venni presentata con le altre fanciulle; dentro di me pensavo che nulla fosse im-possibile a Dio; e poiché egli sapeva che non desideravo né volevo altri che lui, poteva conservarmi nella vergi-nità, se ciò gli era gradito; diversamente, che fosse fatta la sua volontà. Dopo avere udito al Tempio ogni disposizione ed essere tornata a casa, bruciavo ancora di più dell’amore di Dio, ed ogni giorno ero accesa da un nuovo fuoco e da nuovi desideri di lui. Per questo mi allontanai più del consueto da tutti, rimanendo sola giorno e notte, con il grande timore che la mia bocca dicesse e che le mie orecchie udissero qualcosa contrario all’amore di Dio, o che i miei occhi vedessero qualcosa di delizioso. Temevo, inoltre, che il mio silenzio mi impedisse di esprimere quello che invece dovevo dire, ed ebbi cura di non fare quest’errore; essendo così turbata nel mio cuore e riponendo ogni mia speranza in Dio, d’un tratto mi ricordai di pensare all’immensa potenza divina, al modo in cui gli angeli e tutto il creato lo servono, e a quanto la sua gloria sia ineffabile e infinita. In estasi, vidi tre meraviglie: un astro, ma non come quello che splende in cielo; una luce, ma non come quella che brilla nel mondo; e sentii un profumo, ma non come quello delle erbe o di qualche sostanza aromatica, bensì soavissimo e ineffabile, un profumo di cui fui col-ma; ed ebbi un fremito di grande gioia. A quel punto, udii una voce profonda, ma non era una voce umana; e, dopo averla sentita, ebbi il timore che fosse stata un’illusione. D’improvviso mi apparve un angelo, simile a un uomo bellissimo, ma non di carne, che mi disse: «Ti saluto, piena di grazia…». Dopo averne udito le parole, cercai di capirne il significato, o il motivo per cui mi avesse salutato in questo modo, poiché ero persuasa di essere indegna di una cosa simile e di qualsiasi bene mi venisse offerto, ma non ignorai il fatto che nulla era impossibile a Dio, e che egli poteva fare di me ciò che desiderava. Allora l’angelo mi disse per la seconda volta: «Colui che nascerà da te è santo, e si chiamerà Figlio di Dio (cfr. Lc 2); e sarà fatta la sua volontà». Io non credevo di esserne degna, e non chiesi all’angelo perché o quando si sarebbe compiuto tale mistero; tuttavia mi informai sul modo in cui sarebbe avvenuto, poiché ero indegna di essere la Madre del Signore, e non conoscevo uomo; come ebbi pronunciato queste parole, l’angelo mi rispose che nulla era impossibile a Dio, e che ogni suo desiderio si sarebbe realizzato. Dopo aver udito l’angelo, provai un immenso desiderio di essere la Madre di Dio, e mi sentii ricolma di un grande amore; la mia anima parlava con uno smisurato amore incomparabile. Per questo pronunciai le parole: ‘Sia fatta in me la tua volontà’. A queste parole, il Figlio di Dio fu immediatamente concepito nel mio seno; la mia anima avvertì una gioia ineffabile e tutte le membra del mio corpo ebbero un sussulto. Lo custodivo in me e lo portavo senza dolore, senza pesantezza, senza disagio; mi umiliavo in ogni cosa, sapendo che colui che portavo in me era onnipotente. Quando lo diedi alla luce, lo partorii senza dolore e senza peccato, così come l’avevo concepito, ma con una tale gioia nello spirito e nel corpo che i miei piedi quasi non toccavano la terra. E così come era entrato in tutte le mie membra con la gioia universale della mia anima, allo stesso modo ne uscì senza ledere la mia verginità, mentre le mie membra e la mia anima trasalivano di gioia ineffabile. Considerando e ammirando la sua bellezza, la mia anima era colma di gioia, poiché sapevo che ero indegna di un simile Figlio. Quando guardavo le sue mani e i suoi piedi nel punto in cui sarebbero stati conficcati i chiodi, poiché avevo sentito che, secondo i profeti, sarebbe stato crocifisso, i miei occhi si scioglievano in lacrime, e la tristezza mi straziava il cuore. E quando mio Figlio mi vedeva così sconsolata e lacrimosa, si rattristava tantissimo. Ma quando pensavo alla potenza divina, mi consolavo di nuovo, poiché sapevo che Dio voleva ciò e che era opportuno che le profezie si avverassero; allora conformavo la mia volontà alla sua; così il mio dolore si fondeva sempre con la gioia». Libro 1, 9

 

IL DEMONIO BELZEBUB DURANTE UN ESORCISMO

Esorcista: Adesso devi parlare, Belzebù, continua a parlare nel nome della SS. Trinità, del Padre… dell’Immacolata Concezione, per il cui ordine tu adesso devi parlare!

Belzebub: Quando ci siamo accorti finalmente, che era veramente LEI (Satana e tutti i demoni non sapevano chi era Maria sin dal principio, lo seppero molto dopo, ma cercavano di scovarla per rovinare i Piani di Dio, pur ovviamente non riuscendoci mai – nota del redattore), abbiamo deliberato per lungo tempo giorno e notte cosa potessimo fare per danneggiarla. In seguito abbiamo chiamato i migliori negromanti. Abbiamo ordinato loro che dovevano danneggiare QUESTA (mostra in alto) in corpo ed anima, affinché non sia più così forte, non più così sterminante nella preghiera e che non eserciti più questa potenza. Perché abbiamo ben visto, che è LEI che avrà in mano la Chiesa più tardi. Perfino Pietro cadeva ai suoi piedi, quando occorreva (borbotta). Lei ha un potere immenso, perché era la creatura più amabile e perfetta di Dio. Lei è una creatura immensamente perfetta; dopo Dio mille e centomila volte più alta che ogni altra creatura. Perfino il suo sposo. San Giuseppe, che è cento e mille volte più alto di tutti gli altri uomini, era di un rango mille e migliaia di volte minore del suo.

Le visioni della Beata Caterina Emmerich sugli Angeli e le loro attività

Nell’anno 1820, nella festa dell’Angelo custode, Anna Caterina Emmerich ricevette la grazia delle visioni sugli Angeli (buoni e cattivi e sulla loro rispettive attività). La beata dichiarò…
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Getsemani – La Passione spirituale di Gesù nell’orto degli Ulivi

Scopriamo la terribile agonia di nostro Signore Gesù Cristo nell’orto degli Ulivi, in un podere chiamato Getsemani, rivelata ai Suoi santi. 

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LA PASSIONE DI GESÙ SECONDO LE VISIONI DELLA BEATA CATERINA EMMERICH

Dalle Visioni della Beata Anna Caterina Emmerick sulla Passione di nostro Signore Gesù Cristo.

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BEATA CATERINA EMMERICH : UNA TRA I SANTI PIÙ GRANDI DEL PARADISO!

Durante un Esorcismo il Demonio Belzebub dovette per volere Divino rivelare la grandezza della santità di Anna Caterina Emmerich (beata per la Chiesa Cattolica), che in verità è una tra i santi più grandi del Paradiso.

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ATTENZIONE: L’INFERNO ESISTE ED È ETERNO !

Rivelazioni private dei santi e delle anime dannate sull’Inferno, Luogo di Perdizione eterna. 

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L’UMILTÀ DI MARIA NELLE RIVELAZIONI PRIVATE DI SANTA BRIGIDA

La Beata Vergine Maria rivela a Santa Brigida la grandezza e la bellezza della virtù dell’umiltà, virtù così piena in Lei che è la Madre di Dio e che è in grado di avvicinare chiunque a Dio e tenere lontano dal mondo e dall’Inferno. Un capitolo bellissimo delle rivelazioni private della Madonna, ricevute da Santa Brigida da Svezia. Facciamo nostre queste parole e andiamo a leggere e a comprendere cosa è l’umiltà e come la si ottiene ammirando la grandezza e la bellezza di Maria Santissima, Madre di Misericordia. 

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L’ABORTO: PECCATO MORTALE CHE SPALANCA SOTTO I PIEDI LE PORTE DELL’INFERNO (AGLI IMPENITENTI)

L’inferno si apre sotto i piedi, si spalanca totalmente, sotto tutti coloro i quali hanno commesso questo terribile peccato contro la vita, l’aborto, cioè l’assassinio di una creatura che non ha espresso a nessuno il desiderio di venire al mondo ma che deve per mano d’uomo rinunciare alla vita terrena venendo soppressa, per colpa dei genitori e di chi li ha consigliati malvagiamente, oltretutto in maniera orribile e dolorosissima. (Per piacere, leggi tutto l’articolo fino alla fine prima di lasciare questa pagina, c’è sempre possibilità di Redenzione per i poveri peccatori, basta confidare nella Misericordia di Dio e abbandonarsi fiduciosi nelle mani della Sua Giustizia)

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IL MONDO E LE CINQUE CASE: INSEGNAMENTO DI MARIA SANTISSIMA A SANTA BRIGIDA

Un insegnamento importantissimo della Beata Vergine Maria a Santa Brigida da Svezia sulla condotta e lo stato degli uomini che vivono nel mondo, corrispondenti con una delle cinque case da Lei descritte in questo racconto. 

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L’Ora Santa con Padre Pio da Pietrelcina

Un’ora di meditazione sulla terribile agonia di nostro Signore Gesù Cristo nell’Orto degli Ulivi con San Pio da Pietrelcina. 

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L’ULTIMA CENA E L’ISTITUZIONE DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA SECONDO LA BEATA CATERINA EMMERICK

Dalle visioni della Beata Anna Caterina Emmerick sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. 

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“Abbasso i preti!” di Don Giuseppe Tomaselli

L’umanità pervertita vorrebbe fare a meno di Dio, o meglio, della morale. Vorrebbe distruggere tutto ciò che è freno alle passioni e controllo all’operato. Il pensiero di un Essere Supremo, che tutto vede e tutto deve ripagare, è troppo molesto. Conviene quindi ai cattivi combattere contro Dio; ma siccome non possono vederlo ed abbatterlo direttamente, si avventano come cani idrofobi contro i suoi Ministri, cioè i Sacerdoti.

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L’imitazione di Cristo di Tommaso à Kempis

Uno dei libri di ascetica Cristiana più letto al mondo. L’Imitazione di Cristo, scritto da Tommaso à Kempis (Kempen, 1380 circa – Zwolle, 25 luglio 1471) è stata la guida per decine e decine di Santi canonizzati dalla Chiesa Cattolica. 
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IL MANOSCRITTO DEL PURGATORIO di Suor Maria della Croce

Una Religiosa defunta finita dopo la morte in Purgatorio appare per lunghi anni ad una suora della sua comunità, per volere divino, istruendola sulla “vita oltre la vita” e svelandole parte del mistero del Purgatorio.  

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