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Promesse di Gesù agli Adoratori del Santissimo Sacramento dell’Altare

Promesse fatte da Gesù a Catalina Rivas per tutti coloro che lo andranno a visitare nel Santissimo Sacramento dell’Altare con amore, rispetto e devozione.

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La Passione: Testimonianza di Catalina Rivas

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La Passione: Testimonianza di Catalina Rivas

IMPRIMATUR
2 Aprile 1998
Monsignor
René Fernandez APAZA
Arcivescovo di Cochabamba – Bolivia
Arcivescovado di Cochabamba
Casilia 129
COCHABAMBA – BOLIVIA

Tel. 042 . 56562/3 Fax 042 . 50522
· Apostolato della Nuova Alleanza.
· Gruppo internazionale della Pace.
· Centro Maria Regina della Pace.

Abbiamo letto i libri di Catalina. Siamo certi che il loro unico scopo è quello di condurci tutti sul
cammino di una autentica spiritualità, la cui sorgente è il Vangelo di Cristo.
Mettono ugualmente in evidenza il posto speciale accordato alla Santissima Vergine Maria, Modello
d’Amore e Discepola di Gesù Cristo, nella quale, noi, che siamo suoi figli, dobbiamo deporre tutta la
nostra fiducia e il nostro amore.
Rinnovando il nostro amore e la nostra devozione alla Santa Chiesa Cattolica, ci illuminano sulle
azioni che dovrebbero distinguere i Cristiani veramente impegnati.
Per tutte queste ragioni, io autorizzo la loro stampa e la loro diffusione, raccomandandoli come testi di
“meditazione e di orientamento spirituale”, con lo scopo di ottenere numerosi frutti da parte del Signore,
che ci chiama a salvare le Anime, mostrando loro che Egli è un Dio Vivo, pieno d’Amore e di
Misericordia.

Monsignor
René Fernandez APAZA
Arcivescovo di Cochabamba

Meditazione sulla Sofferenza,Paura, Disobbedienza Umana, Dettati da Gesù alla mistica Catalina Rivas

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Riporto alcuni dei Temi trattati dal Signore nelle Rivelazioni di Gesù alla Mistica Catalina Rivas (Cochabamba – Bolivia), nel 1996. Per chi non lo sapesse, Catalina Rivas oltre che ad avere “locuzioni interiori” che le permettevano di sentire con l’anima le parole di Maria e Gesù Santissimi, dei Santi e degli Angeli, aveva ricevuto il Dono della Sofferenza di Gesù Cristo attraverso le Piaghe e le Stimmate, e assisteva a delle Apparizioni particolarissime, dove Contemplava i Grandi Misteri di Dio Onnipotente, attraverso le Rivelazioni. 

I Temi qui elencati sono presenti nel libro “La Porta del Cielo” con Imprimatur del Monsignor René Fernandez Apaza, Arcivescovo di Cochabamba (Bolivia), pur non essendo ancora riconosciuta dalla Chiesa Cattolica, la Quale ha disposto degli accertamenti e sono tutt’ora in corso.

Lo stesso Mons. René Fernandez Apaza scrive nell’Imprimatur del 2 Aprile 1998:

Apostolato della Nuova Alleanza
Gruppo internazionale della Pace
Centro Maria Regina della Pace

Abbiamo letto i libri di Catalina. Siamo certi che il loro unico scopo è quello di condurci tutti sul
cammino di una autentica spiritualità, la cui sorgente è il Vangelo di Cristo.
Mettono ugualmente in evidenza il posto speciale accordato alla Santissima Vergine Maria, modello
d’amore e discepola di Gesù Cristo, nella quale noi, che siamo suoi figli, dobbiamo deporre tutta la nostra
fiducia e il nostro amore.
Rinnovando il nostro amore e la nostra devozione alla Santa Chiesa cattolica, ci illuminano sulle azioni
che dovrebbero distinguere i cristiani veramente impegnati.
Per tutte queste ragioni, io autorizzo la loro stampa e la loro diffusione, raccomandandoli come testi di
meditazione e di orientamento spirituale, con lo scopo di ottenere numerosi frutti da parte del Signore
che ci chiama a salvare le anime, mostrando loro che Egli è un Dio vivo, pieno d’amore e di misericordia.
Monsignor René Fernandez Apaza
Arcivescovo di Cochabamba
2 aprile 1998

E’ bene ricordare che per una più ampia comprensione dei temi trattati di seguito è consigliabile leggere il libro dal quale essi sono stati estrapolati. Non bisogna mai dimenticare le “Armi” che Maria e Gesù Santissimi ci danno contro le tentazioni del male e che sono : la Lettura frequente delle Sacre Scritture, la Preghiera ( Suppliche, Santo Rosario…), la Santa Messa (anche giornaliera se possibile) e l’uso dei Santissimi Sacramenti(in particolare la Santa Confessione e  Comunione). Questi temi devono essere letti e approfonditi, ben meditati.  Come ogni cosa che è di Fede, è opportuno chiedere la Grazia allo Spirito Santo, prima di procedere nella lettura, di essere Illuminati nella comprensione degli stessi perchè possano essere compresi e possano dare abbondanti frutti nella vita di ognuno e delle proprie famiglie, amici, conoscenti e tutti i Figli di Dio.

IL RISPETTO UMANO

PC-38.1 22 settembre 1996 (a mezzanotte) Il Signore
Voglio parlarvi del rispetto umano. Avevo chiesto ai Miei Apostoli di rimanere fedeli durante le persecuzioni. Che sarebbe giunto un tempo in cui colui che li uccideva, era veramente persuaso di rendere omaggio a Dio. E così è stato: i nemici della fede hanno creduto di offrirmi un grande regalo, uccidendo i cristiani. Questo è anche ciò che fanno oggigiorno molti che si chiamano cristiani; uccidono la loro anima per rispetto umano, perdendo la grazia, per piacere in questo modo ai loro amici del mondo. Quanti infelici ha inviato all’inferno il rispetto umano, che è il più grande nemico della vostra salvezza! Per questo, ora vi istruirò su quanto è importante respingere il rispetto umano, e sul modo di vincerlo. Quanti danni causano al mondo gli scandali, non è vero? Guai al mondo a causa degli scandali! Benché Io l’abbia detto, non è forzatamente per la malizia dell’uomo che lo scandalo arriva, allora, come sarà possibile vivere nel mondo ed evitare gli scandali? Effettivamente, non è possibile vivere nel mondo senza scandali. È possibile, però, evitare la familiarità con gli scandalosi per poter opporsi alle loro malvagie abitudini e ai loro depravati consigli. Se non lo fate a causa del rispetto umano, allora non potrete contraddirli e potreste imitare i loro cattivi esempi. Ascoltate, figli Miei. Non solo questi amanti del mondo si vantano delle loro iniquità, ma quel che è peggio cercano la compagnia e si burlano di quanti vivono come veri cristiani fuggendo le occasioni di offendermi. Questo è un peccato che Mi dispiace molto e lo vieto in modo speciale. In Siracide 8,6 troverete che Io vi dico di non disprezzare l’uomo pentito che si allontana dal peccato, di non buttargli in faccia il suo peccato e di non burlarvi di lui per attirarlo ad imitare la vostra vita disordinata. I terribili giudizi di Dio sono pronti per castigare i beffeggiatori, e i bastoni sono pronti per percuotere i corpi di questi insensati, in questa e nell’altra vita. Costoro si burlano dei Miei figli e Io Mi burlerò di loro, poiché saranno, per tutta l’eternità, nell’inferno. Costoro si adoperano a svergognare i Santi davanti agli uomini del mondo, e Io li farò morire di vergogna, e dopo li manderò a vivere fra i dannati, circondati da ignominia eterna e da tormenti interminabili. È molto grande la malvagità di coloro che, non solo Mi offendono, ma vogliono che anche gli altri Mi offendano. Molto spesso, riescono nei loro cattivi intenti, poiché trovano un gran numero di anime accidiose e deboli che abbandonano il bene e abbracciano il male, solo per non divenire oggetto di burla dei malvagi. Quanti dei Miei figli per non sentirsi dire: “Guarda il bigotto!”, o altre espressioni simili, che li fanno diventare oggetti da burla fra i loro cattivi amici, finiscono con l’imitare i loro vizi e i loro disordini. E ancora, quanti, ricevendo qualche affronto, decidono di vendicarsi, non tanto spinti dalla collera, ma per rispetto umano, perché non li si prenda, cioè, per codardi. Quanti, dopo essersi lasciati sfuggire qualche commento scandaloso, non ritrattano come dovrebbero, per non perdere il prestigio che godono di fronte agli altri. Quanti, per timore di perdere il favore di un amico, vendono l’anima al demonio, come fece Pilato, che Mi condannò per paura di perdere l’amicizia di Cesare. Sappiate, figlioli Miei, che se volete salvarvi, dovete disprezzare il rispetto umano e la vergogna che possono procurarvi gli scherni che vi rivolgono i Miei nemici. Poiché, come dico nella Sacre Scritture, c’è una vergogna che conduce al peccato, ma c’è anche una vergogna che porta alla gloria e alla grazia. Leggete Siracide 4, 25. Se non volete sopportare con pazienza questa vergogna, essa vi condurrà all’abisso del peccato; ma se voi la sopportate per Me, vi meriterete per questo il Mio Divino Amore e, più tardi, una gloria eterna in Paradiso.
Qualcuno si chiederà: perché dovrei essere perseguitato, se ciò che voglio è salvare la mia anima? Ma Io vi rispondo: che non c’è rimedio, ed è impossibile che non venga perseguitato colui che Mi serve, poiché gli empi hanno in abominio coloro che seguono il cammino della salvezza. Coloro che conducono una vita licenziosa detestano coloro che fanno una vita buona, perché la vita di questi è un rimprovero vivente per la loro vita cattiva. Il superbo che vuole vendicarsi del minimo oltraggio che riceve, desidera che tutti si vendichino degli affronti che vengono loro fatti; l’avaro, che aumenta il suo denaro a forza di ingiustizie, vorrebbe che tutti facessero altrettanto; il bevitore, vorrebbe che tutti si ubriacassero come lui; il lussurioso, che si vanta delle sue oscenità e le cui parole respirano immondezza, vorrebbe che tutti agissero e parlassero come lui. Tutti questi uomini privi di ordine qualificano chi non agisce come loro, di essere asociale, spregevole e grossolano, senza onore e senza credibilità. Gli uomini del mondo non sanno parlare senza usare il linguaggio del mondo. Sono dei poveri ciechi, accecati dal peccato e dalle abitudini cattive, e tutto questo li fa parlare il linguaggio dei demoni. Non c’è da farsi, dunque, nessuna illusione a questo riguardo. Tutti quelli che vogliono vivere virtuosamente, devono ricevere dal mondo persecuzioni; tutti i santi sono stati perseguitati.
Forse, qualcuno dirà: io non faccio del male a nessuno, perché non dovrebbero lasciarmi in pace? A chi davano fastidio i santi e i martiri, che erano pieni di carità e amavano tutti gli uomini? Ebbene, malgrado questo, nessuno ignora come il mondo li ha trattati: li hanno torturati con uncini di ferro, maltrattati con ferri roventi e, alla fine, li hanno fatti morire nei tormenti. E Io, a chi ho fatto del male? Benché abbia consolato, guarito, risuscitato i morti e redento tutti, a prezzo del Mio sangue e della Mia vita, il mondo Mi ha maltrattato, calunniato, Mi ha perseguitato fino a farmi morire in atroci agonie, sul patibolo più infame e più ignominioso, riservato solamente agli schiavi e ai peggiori degli uomini. Impara, piccola… Le massime del mondo sono totalmente opposte alle Mie. Ciò che il mondo apprezza è stoltezza ai Miei occhi; ciò che il mondo chiama stoltezza è ciò che Io ritengo degno di stima: il lavoro, le malattie, il disprezzo, le sofferenze, l’ignominia. A chi si vergogna di Me davanti al mondo, Io dirò: ora sono Io che mi vergogno di te. Allontanati da Me, maledetto! Vattene all’inferno a raggiungere i tuoi simili, quelli che hanno avuto vergogna a seguire la Mia dottrina. A questi figli, Io dico: Tu che non vuoi essere burlato dai tuoi amici, ti importa così poco di essere odiato da Me?
Dovete sapere che se non si disprezza il mondo, questo disprezzerà e avvilirà le vostre anime. Ma che cosa è il mondo e tutti i beni che esso vi offre? Tutto ciò che c’è nel mondo non è che concupiscenza della carne e vanità. Che cosa sono le ricche vesti se non fango? Che cosa sono gli onori se non fumo? Che cosa sono i piaceri carnali se non immondizia? E a che cosa vi serviranno tutte queste futilità se poi vi dannate? Colui che Mi ama e vuole salvarsi, deve disprezzare il mondo e ogni rispetto umano. Bisogna che ognuno si sforzi, per quanto gli è possibile, a raggiungere questo fine. Molti devono farsi violenza. Maria Maddalena, per vincere il rispetto del mondo, si è gettata ai Miei piedi alla presenza di molta gente, e Mi ha lavato i piedi con le sue lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. In questo modo, si è fatta santa e ha meritato che Io le perdonassi i suoi peccati e facessi l’elogio del grande amore che aveva per Me. (Luca 7,47).
Un grande santo portava un giorno, sotto il suo mantello, un vaso con del cibo per i poveri prigionieri. Incontrò, durante il cammino, suo figlio pomposamente seduto a cavallo in compagnia di altri cavalieri. Il santo ebbe un po’ di vergogna che vedessero quanto egli portava nascosto. Ma cosa credete abbia fatto per vincere questo rispetto umano? Prese il vaso e se lo mise sulla testa perché tutti lo vedessero, e si prese gioco così del mondo. Quanti scherni non ho Io subito! Sulla Croce sono stato beffeggiato dai soldati che dicevano: Se sei il Figlio di Dio, discendi dalla Croce. Si burlavano di Me anche i Sacerdoti, che dicevano:
Ha salvato gli altri, e non può salvare se stesso. Ma malgrado queste derisioni, anche se avrei potuto
confonderli facendo un miracolo, ho voluto terminare la Mia vita sulla Croce, insegnandovi a vincere il rispetto umano. Figli Miei, consolatevi. Quando gli uomini vi maledicono e vi insultano, è allora che Io vi lodo e vi benedico. Non vi basta essere lodati da Me, dalla Regina del Cielo, da tutti gli Angeli, dai santi e dai giusti?. E se questo vi basta, lasciate che il mondo dica ciò che vorrà, e continuate a dare gioia a Me. Io vi premierò nell’altra vita, nella misura in cui vi sarete fatto violenza per sopportare le derisioni e le contraddizioni degli uomini. Ognuno deve comportarsi come se nel mondo non ci fossero altri spettatori all’infuori di Me e di lui.
Quando gli empi si burlano di voi, raccomandate a Me questi poveri ciechi che si stanno miseramente perdendo; e rendete grazie, che Io vi dò quella luce che nego a questi esiliati, perché avanziate sul cammino della salvezza.
Ora, per vincere questo rispetto umano, bisogna che manteniate ferma nel vostro cuore la santa risoluzione di preferire la Mia grazia a tutti i beni e a tutti i favori del mondo; dite come san Paolo: né la morte, né la vita, né gli Angeli, né i principati… né nessun’altra creatura potrà mai separarci dalla carità di Dio.Vi esorto a non temere mai coloro che possono togliervi la vita del corpo, ma a temere colui che può gettarvi nell’inferno corpo e anima.
O seguite Me o seguite il mondo. Se seguite Me, bisogna che abbandoniate il mondo e le sue vanità; è quanto diceva Elia al suo popolo.
I Miei veri figli sentono una grande gioia quando si vedono disprezzati e maltrattati a causa dell’amore che hanno per Me. Pensa che Mosé avrebbe potuto benissimo mettersi al riparo dalla collera del Faraone, lasciando circolare la fama che egli era suo nipote; lo negò invece pubblicamente, e scelse di essere perseguitato con gli altri ebrei, giudicando che l’insulto sopportato per Me era un tesoro più grande di tutte le ricchezze d’Egitto. Talvolta, vi si presenteranno dei falsi amici che vi diranno: Che cosa sono queste ridicole stranezze? Perché non ti comporti come tutti gli altri? Allora, dovrete rispondere: Non tutti fanno ciò che fanno i più; ci sono quelli che conducono una vita santa, ma sono poco numerosi, e voi non siete fra quelli. E aggiungerete con fermezza: Io voglio seguire questi pochi, poiché il Vangelo dice: «Molti i chiamati, ma pochi gli eletti.» I vostri falsi amici, allora, vi diranno: Non vedi che tutti ti criticano e si burlano di te? Allora risponderete: Mi basta che non sia Dio a burlarsi di Me.
Quando sarà necessario riprendere questi affiliati del demonio, dovete dar prova di coraggio e riprenderli senza nessun riguardo. Perché, quando si tratta del Mio onore, ciò che deve prevalere non è l’importanza o il rango di colui che pecca, ma ciò che voi dovete dirgli con coraggio: questo è peccato e non devi dirlo.

BENEFICI DELLA TRIBOLAZIONE

PC–38.2 1 settembre 1996 Il Signore
Nel tempo della tribolazione, Io arricchisco le anime che amo con le Mie più grandi grazie. Guardate Giovanni
l’Evangelista che, in mezzo alle catene e alle angustie del carcere, conosceva le opere che Io facevo.
Voi non lo capite, ma l’utilità che ricevete dalle tribolazioni è grande e inestimabile. Io ve le mando, non perché vi voglio del male, ma perché desidero ardentemente il vostro bene. Per questo dovreste accoglierle, quando ve le mando, e ringraziarmi, non solamente rassegnandovi a compiere la Mia divina Volontà, ma rallegrandovi perché tratto voi come il Padre Mio ha trattato Me, la cui vita sulla terra è stata intessuta di pene e di dolori. Passo ai dettagli: In primo luogo, vedrete perché le tribolazioni sono utili. Colui che non è stato tentato, che cosa può sapere?
Colui che ha molta esperienza, sarà riflessivo e chi ha appreso molto, rifletterà con prudenza. Colui che ha sempre vissuto nella prosperità e nelle comodità, non conosce niente dello stato della sua anima. Il primo effetto positivo della tribolazione è di farvi aprire gli occhi, occhi che il benessere vi tiene chiusi. San Paolo era cieco quando Io gli sono apparso, e allora riconobbe gli errori nei quali viveva. Il re Manasse fece ricorso a Me, mentre era prigioniero in Babilonia; riconobbe i suoi peccati e fece penitenza. Pensa al figliol prodigo… È così che mentre vivete nella rosperità, voi non pensate che al mondo e ai suoi vizi. Il secondo beneficio della tribolazione é di togliervi l’attaccamento che avete per le cose della terra. Quando la madre vuole cessare di allattare il suo bambino, mette qualche cosa d’amaro sul capezzolo, così che il bambino se ne distacchi e si abitui a mangiare. Io faccio lo stesso con voi, per staccarvi dai beni terreni: metto del fiele sulle cose terrene, così che trovandole amare, le detestiate e giungiate ad amare i beni celesti. Rendo amare le cose terrene, perché voi cerchiate un’altra felicità, la cui dolcezza non vi deluderà mai. Il terzo beneficio consiste in questo: coloro che vivono nella prosperità, stimolati dalla superbia, dalla vanagloria, dall’orgoglio, dal desiderio smodato di possedere ricchezze, onori e piaceri, vengono liberati da tutte queste tentazioni per mezzo delle tribolazioni che li rendono umili e capaci di accontentarsi dello stato e della condizione in cui li ho posti. Io mando le tribolazioni perché voi non siate condannati insieme a questo mondo. Il quarto beneficio delle tribolazioni è: riparare per i peccati commessi molto meglio delle penitenze, che voi stessi volontariamente vi imponete. Quale rimedio efficace, la sofferenza, per guarirvi dalle piaghe e dalle ferite che i vostri peccati vi hanno procurato! Perché vi lamentate? La tribolazione che sopportate, lo dice Sant’Agostino, è un rimedio, non un castigo. Giobbe chiama beato quell’uomo che Io stesso correggo, poiché sono Io stesso che faccio la piaga e la guarisco; Io ferisco e guarisco con le Mie mani. Il quinto beneficio è che le pene fanno in modo che vi ricordiate di Me, e questo vi obbliga a ricorrere alla Mia Misericordia, quando vedete che solamente Io posso alleviarle, aiutandovi a sopportarle (Matteo 11,28). Il sesto beneficio è che le tribolazioni vi fanno ottenere dei grandi meriti ai Miei occhi, dandovi l’occasione di esercitare le virtù che amo di più: l’umiltà, la pazienza e l’obbedienza alla Mia Volontà. Non dimenticate che vale più allora un Benedetto sia Dio”, di mille azioni di grazie nella prosperità. Figli Miei, quale tesoro di meriti ottiene il cristiano che sopporta con pazienza il disprezzo, la povertà e le malattie! Il disprezzo che si riceve dagli uomini fa l’invidia degli stessi santi, che tanto ardentemente desiderano essere disprezzati per amore per Me, e rendersi così simili a Me. Quanti meriti nel sopportare tutte i disagi della povertà! Se ti credi infelice perché vivi nella povertà, in realtà sei infelice e degno di pietà, non perché sei povero, ma perché non accetti la tua povertà e ti consideri un infelice. Sopportare con pazienza i dolori e le malattie, vi fa ottenere in anticipo una gran parte della corona che vi
è preparata in Cielo. Se un malato si lamenta perché, essendo malato, non può fare niente, si sbaglia; può fare invece tutto, se offre interamente a Dio, nella pace e nella rassegnazione, tutto ciò che soffre. Io correggo colui che amo e mando delle prove a colui che riconosco essere figlio Mio (Ebrei 12, 6). Un giorno Io dissi a Santa Teresa: devi sapere che le anime che Mio Padre ama di più sono quelle che patiscono le più grandi tribolazioni. Impara da Giobbe che diceva: “Se abbiamo ricevuto dalla mano del Signore i beni, perché non dovremmo riceverne anche i mali?” Tu pensi che colui che ha ricevuto con gioia la vita, la salute, le ricchezze materiali, non sia giusto che riceva anche le sofferenze, quelle sofferenze che vi sono più utili e più vantaggiose della prosperità? Figlia Mia, un’anima fortificata nella sofferenza rassomiglia a una fiamma che il vento fa crescere. Continueremo più tardi…..Grazie, piccola.

 


Lo stesso giorno, un po’ più tardi.

Le più terribili tribolazioni per un’anima buona sono le tentazione attraverso le quali il demonio la spinge
a offendere Dio. Ma chi riesce a resistere e le sopporta implorando il soccorso divino acquista, con queste
tentazioni, un grande tesoro di meriti. In 1Cor 10, 13, leggete: «Dio è fedele e non permetterà che siate
tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla.»
E nelle Beatitudini, che ti piacciono tanto, Io vi dico che coloro che piangono saranno consolati.
Se voi non sopportate le tribolazioni con pazienza, non migliorerete il vostro stato e il pericolo sarà
più grande. Non c’è altra soluzione, se volete salvarvi; è necessario passare attraverso molte sofferenze
per entrare nel Mio Regno. Non dimenticate che il Paradiso è il luogo dei poveri, degli umili e
degli afflitti.

Insomma, voglio che comprendiate che le tribolazioni, attraverso le quali Io vi provo e vi correggo,
non sopraggiungono per la vostra perdita, ma per il vostro bene e come correzione. Quando un peccatore
si vede tribolato, è segno che Io voglio manifestargli la Mia Misericordia nell’altra vita.
Invece,
è sfortunato colui che non è toccato da Me in questo mondo, poiché significa che Io sono malcontento
di lui e che riservo per lui il castigo eterno. Il Profeta Geremia aveva chiesto: «Signore, perché le cose degli
empi prosperano?» (Geremia 12, 1).
Quando vi vedete circondati dalle sofferenze che Io vi mando, pregate come Giobbe, pregate come Sant’Agostino
che diceva: «Signore, brucia, strappa, e non perdonare in questo mondo, visto che nell’altro,
che è eterno, Tu mi perdoni.» Per questo, colui che viene provato da Dio in questa vita, riceve un segno
certo che Io lo amo. Colui che vuole essere glorificato con i Santi, deve soffrire in questa vita come i
Santi hanno sofferto. Nessuno di loro fu ben trattato, né coccolato dal mondo; tutti furono perseguitati.
Bene, ora ti dirò come dovete comportarvi nelle sofferenze: colui che si vede colpito dalle pene in questo mondo, ha bisogno, prima di tutto, di allontanarsi dal peccato e sforzarsi di ritrovare la grazia di Dio. Diversamente, tutto ciò che uno soffre in stato di peccato, sarà perso per lui. Significa, cioè, che senza la grazia, la sofferenza non reca alcun profitto. Al contrario, colui che con rassegnazione, soffre con Me e per Me, vede tutte le sue prove trasformarsi in consolazioni e gioie. È così che i Miei Apostoli, dopo essere stati ingiuriati e maltrattatati dai Giudei davanti al Sinedrio, si sono ritirati pieni di gioia, poiché erano stati degni di soffrire per il Mio Nome.
Così, quando Io vi mando una sofferenza, dovete dire come Me: Il calice che il Padre Mio celeste Mi ha dato, devo forse rifiutare di berlo? Poiché, oltre che accogliere la tribolazione come venuta dalla Mia mano, quale è il patrimonio del cristiano in questo mondo se non le afflizioni e le persecuzioni? Io sono morto su una Croce e i Miei Apostoli hanno sofferto crudeli tormenti. Potete voi chiamarvi Miei fedeli imitatori, se non sapete soffrire le tribolazioni con pazienza e rassegnazione?
Quando siete molto afflitti e non sapete che cosa fare, rivolgetevi a Me, che sono l’Unico che possa consolarvi.
Venite a Me con grande fiducia, venite al Mio Cuore che è pieno di Misericordia. Non fate come quelli che si scoraggiano se non li ascolto subito, appena cominciano a supplicarmi. È per loro, che Io ho detto a Pietro: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? Quando le grazie che desiderate ottenere sono spirituali e possono contribuire al bene delle vostre anime, potete essere certi che Io vi ascolterò ogni volta che Mi supplicherete con perseveranza, senza perdere la fiducia. È pertanto necessario che nelle sofferenze non perdiate mai la certezza che la pietà divina vi consolerà. Le anime di poca fede, nel tempo della tribolazione, anziché ricorrere a Me ricorrono ai mezzi umani, anche satanici, come i maghi e gli indovini. Dimenticano di venire a Me, e così nelle loro necessità, non possono venire soccorsi. Si, se non sono Io Colui che edifica la casa, invano faticano i costruttori. Perché gli uomini Mi hanno spinto alla collera, voltandomi le spalle, per prostrarsi davanti a degli idoli, invocandoli, e ponendo in essi ogni speranza? Per quale ragione dicono di non voler più rivolgersi a Me? Sarei stato per voi terra ombrosa che non dà frutto? Voi non sapete quale grande desiderio Io ho di vedervi venire a Me alla ricerca di sostegno nelle tribolazioni, per potervi distribuire le Mie grazie e, nello stesso tempo, farvi sapere che, quando Mi supplicate, non Mi faccio attendere. Io sono desideroso di aiutarvi e di confortarvi, anche se non sempre nel modo che voi desiderate . Io non dormo quando accorrete a Me e Mi chiedete qualche grazia utile alle vostre anime, perché allora Io vi ascolto, attento al vostro bene. Siate certi che quando Mi chiedete grazie temporali, o vi darò ciò che chiedete, oppure vi darò qualcosa di meglio. Vi accorderò la grazia richiesta, purché sia buona per la vostra anima, oppure un’altra grazia più utile. Per esempio, quella di accettare la Mia Volontà con rassegnazione e di sopportare con pazienza quella pena. Tutto questo aumenta i vostri meriti per ottenere la vita eterna.
Figli Miei, manca molto poco per il Mio ritorno. Non perdetevi d’animo nelle persecuzioni di ogni
tipo e siate riconoscenti per le sofferenze temporali….. Voi non sapete quanto Io vi amo! Non voglio
perdervi per tutta l’eternità! Credete bene che per ogni pena di uno dei Miei eletti anche Io soffro,
ma con amore, sapendo che vi salvo…

LA NECESSITÀ DELLA PREGHIERA

PC-38.3 24 settembre 1996 Il Signore
Più avanti vi parlerò della necessità che avete di pregare. La preghiera è onnipotente e, anche essendo
solo una, tutto può ottenere. Io ho detto: “Chiedete e riceverete.” Ma, non dimenticate che se volete essere
ascoltati, è necessario che chiediate nel modo appropriato. Molti chiedono. Ma tutti non ricevono, perché
non chiedono nel modo giusto: Con umiltà. Con fiducia. Con perseveranza. Io non tollero i superbi; Mi rifiuto di ascoltare le loro suppliche. Se ne ricordino quegli uomini superbi, che confidano nelle proprie forze e si credono migliori degli altri; sappiano che le loro preghiere non saranno ascoltate. Ascolto, invece, le suppliche degli umili. La preghiera dell’umile trapasserà le nubi e non gli ritornerà senza essere presentata a Me. La preghiera di colui che si umilia, sale al Cielo e non ridiscende senza che Io l’ascolti e la esaudisca. Sappiate che quando vi umiliate, Io stesso vengo spontaneamente ad abbracciarvi; ma se vi riempite di orgoglio e vi vantate della vostra saggezza e delle vostre azioni, Mi allontano da voi e vi lascio soli. Io non disprezzo nessuno, nemmeno i peccatori più dissoluti, quando con il cuore si pentono dei loro peccati e si umiliano in Mia presenza, riconoscendosi indegni delle Mie grazie. Vediamo ora un altro punto, piccoli Miei. Nessuno di quelli che confidano in Me, sarà respinto. Lo sappiano tutti i peccatori. Qualunque sia il numero di iniquità che un peccatore può aver commesso, non si è mai trovato uno che sia stato abbandonato dopo aver posto la sua fiducia in Me. Chi Mi prega con fiducia, ottiene tutto ciò che chiede. Se le grazie che voi domandate sono spirituali e utili all’anima, siate sicuri che le otterrete. Ecco, perché vi ho insegnato a chiamarmi con il nome di Padre, quando chiedete qualche grazia, purché ricorriate a Me con la stessa fiducia con la quale un figlio ricorre al padre suo che lo ama. Se sarete attenti alla promessa che vi ho fatto, di ascoltare colui che prega, chi potrebbe dubitare che Io non rispetti la promessa fatta? Io non sono come quegli uomini che promettono e non fanno, sia perché mentono nel fare una promessa, sia perché cambiano idea dopo aver promesso. Io non posso mentire, poiché Sono la Verità; non posso cambiare, poiché Sono la Giustizia e la rettitudine, e conosco bene le conseguenze di tutto ciò che dispongo. Come potrei mancare alle promesse che vi ho fatto?
Per la stessa ragione che desidero il vostro bene, Io vi esorto e vi sprono a chiedermi le grazie di cui avete bisogno. Per questo vi dico: “Chiedete e riceverete; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto.” Come potrei esortarvi a chiedermi delle grazie, se non avessi la volontà di donarvele? Dovete essere fiduciosi che Io vi darò ciò che Mi chiederete, in quanto Io stesso Mi sono impegnato ad ascoltare le vostre suppliche. Qualcuno dirà: io non ho una grande fiducia in Dio, poiché sono un peccatore; sono stato ingrato e riconosco che non merito di essere ascoltato. Le vostre suppliche non poggiano sui vostri meriti, ma sulla Mia Divina Misericordia. Ogni volta che chiedete cose utili alla vostra salvezza eterna e Mi supplicate con fiducia, Io vi ascolto. Ho detto cose utili, perché se sono cose nocive per le vostre anime, non posso ascoltarvi. Ad esempio: se qualcuno pensasse di vendicarsi per una ingiuria o a commettere una offesa e chiedesse il Mio aiuto per questo scopo, non lo ascolterei, poiché Mi offende colui che chiede cose cattive o ingiuste. Ugualmente, se implorate l’aiuto divino e chiedete che Io vi aiuti, è necessario non porre nessun impedimento che vi renda indegni di essere ascoltati. Esempio: se Mi chiedete la forza per non ricadere nel peccato, ma poi non volete evitare le occasioni di peccato, Io non vi ascolterò, perché voi ponete un impedimento al fatto che Io ascolti la vostra richiesta. Se in seguito, peccate, non dovete lagnarvi di Me, dicendo: ho chiesto al Signore di darmi la forza per non ricadere nel peccato, ma non mi ha ascoltato. Poiché questo sarebbe non riconoscere che, non essendovi allontanati dall’occasione, avete voi posto un impedimento. Avete reso, così, inutile la vostra supplica, facendo in modo che Io non la ascolti. Devo anche avvertirvi a proposito della promessa che ho fatto di ascoltare colui che supplica per chiedere
grazie temporali, come: vincere un processo, ottenere un buon raccolto, guarirvi da qualche malattia o liberarvi da una persecuzione. Io non concedo le grazie, se non quando sono utili alla vostra salvezza spirituale. Altrimenti, ve le rifiuto perché vi amo e perché so che tali grazie sarebbero per voi una disgrazia e dannerebbero le vostre anime. Io rifiuto per Misericordia certe grazie, che invece concedo ad altri come castigo. Significa che quando voi non ottenete le grazie che chiedete, dovete gioirne, perché è meglio per voi che tali grazie vi siano rifiutate piuttosto che concesse… Succede che molte volte voi chiedete il veleno che vi ucciderà… Quanti si sarebbero salvati, se fossero morti durante quella malattia o mentre vivevano quel momento di povertà! Ma, siccome hanno ritrovato la salute o hanno ottenuto grandi onori e dignità, il loro orgoglio si è gonfiato, si sono dimenticati di Me e si sono dannati. Ecco, perché dovete accettare che la Mia volontà vi accordi ciò che chiedete, solo se quanto chiedete vi conviene. Veniamo ora al lato spirituale. Le grazie spirituali come: il perdono dei peccati, la perseveranza nella virtù, il vostro amore per Me, tutto questo dovete chiederlo assolutamente e senza condizione, con la ferma speranza di ottenerlo. Quando Mi si chiedono grazie spirituali, Io non Mi preoccupo se colui che Mi prega è giusto o peccatore.
Peccatori: se voi non meritate di ottenere queste grazie, Io ho dei grandi meriti agli occhi del Padre
Mio; chiedete nel Mio Nome, cioè per i Miei meriti, e Io vi prometto di ottenere dal Padre Mio tutto
ciò che chiederete.
Chiedete, soprattutto, con perseveranza, senza stancarvi. Questo vi permette di capire perché Io vi ho detto:
pregate senza sosta, fate della vostra vita intera una preghiera. Che niente vi trattenga dal pregare ogni volta che potete. Smettendo di pregare, vi private del soccorso divino e venite vinti dalle tentazioni. La perseveranza nella grazia è un dono assolutamente gratuito, che voi non potete meritare; ma questo dono si può ottenere per mezzo della preghiera. Domandate questa grazia, quotidianamente. La vostra perseveranza sino alla morte, per mantenervi nella Mia Santa Grazia, non dipende da un solo aiuto, ma da molti; da tutti quelli che voi sperate di ottenere durante tutta la vostra vita. Allora, a questa catena di aiuti divini, deve corrispondere la catena delle vostre suppliche, senza la quale poche volte, Io
dispenso le grazie. E se interrompete la catena delle suppliche e smettete di chiedere, Io allora interromperò la catena di aiuti e voi perderete la perseveranza. Leggete Luca 11, 5-8. Gli uomini si infastidiscono quando li si importuna chiedendo loro qualcosa; ma Io vi esorto a chiedermi ripetutamente. Non Mi infastidisco. Al contrario, Mi piace vedere che siete perseveranti. Dicendovi: “cercate, chiamate”, ho voluto farvi comprendere che dovete essere come quel povero mendicante che chiedeva l’elemosina. Anche se scacciati, non cessate per questo di chiedere e di insistere, fino a quando vi sarà dato.
CHIEDETE LA PERSEVERANZA

PC-38.4 26 settembre 1996 Il Signore
Chiedete la perseveranza ogni momento: quando vi svegliate, quando pregate, alla Santa Messa, alla visita al Santissimo Sacramento, quando vi addormentate e specialmente quando il demonio vi spinge a commettere qualche peccato. Dovreste stare sempre ripetendo: aiutami, assistimi, illuminami, dammi forza, non mi abbandonare. E questo modo importuno di supplicarmi non Mi disturba, ma Mi muove a concedervi quello per cui supplicate. Chiedetemi la grazia tramite la Madre mia. A lei, Io non posso rifiutare nulla, poiché è la consolazione dei peccatori, il soccorso degli afflitti e la fonte di ogni grazia.

 

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L’Arca della Nuova Alleanza : Rivelazioni di Maria e Gesù Santissimi a Catalina Rivas

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Arca della Nuova Allenza

Cochabamba, giugno 1994
Una fresca mattina del 25 giugno 1994, ho visitato la città di Cochabamba per intervistare una
persona, sposata e madre di due figli. La sua storia, certamente eccezionale, era già nota a molte
persone. Fu un sacerdote che per primo mi parlò di lei. Più tardi, centinaia di persone si
commossero alla lettura dei testi da lei scritti.
Che avrà di speciale questa persona? Apparentemente, niente, ma se ci atteniamo al contenuto
delle sue affermazioni, lei dichiara nientemeno di “ricevere messaggi da Gesù, Figlio di Dio Vivo e
di Maria, Sua Madre”…
Due anni fa, queste affermazioni avrebbero sicuramente suscitato in me una reazione clinica
che mi avrebbe indotto a ritenere di trovarmi davanti a un quadro psicopatologico causale. Ma il
fatto pareva non si esaurisse con questi giudizi.
Incontro Catalina. Il suo viso è grazioso, espressivo lo sguardo, il suo atteggiamento è
spontaneo e accogliente, non esibisce nessuna comportamento tipico degli individui nevrotici o
isterici in cerca di notorietà. Già la ebbe nel passato (la notorietà) e per questo molti stentano a
credere che “abbia esperienze mistiche”.
Mi fa sapere di essere stata una cattolica occasionale, però mai una militante impegnata. Mi
racconta che negli ultimi anni riconobbe l’importanza di una vita interiore e spirituale, ma grande
fu la sua sorpresa quando, intorno l’8 di settembre del 1993, mentre dipingeva una rosa sopra un
manto e pensava ad un viaggio che avrebbe voluto fare con sua madre, improvvisamente sentì che i
battiti del suo cuore acceleravano ed ebbe l’impressione di sentire una dolce voce di donna che le
diceva: “Non preoccuparti, le stai dando il migliore viaggio della sua vita”… Molto spontaneamente,
essa chiese: “Quale viaggio?”… e sentì ancora: “La stai avvicinando al Signore, figlia mia”.
Catalina continuò la sua narrazione con maggiore impetuosità: “Fui presa dal timore, smisi di
dipingere, non capivo cosa stava accadendo, era come se una voce entrasse nel petto e nello stesso
tempo salisse dal mio interno e venisse fuori”… Ritornai al mio dipinto e sentii nuovamente la dolce
voce che diceva: “ È venuto bello il manto, però le gocce sono al rovescio”…
Allora osservando il suo lavoro, riconobbe che una goccia facente parte del disegno era
invertita… e si impaurì veramente, poiché la voce, che aveva creduto di sentire, le stava facendo
notare qualcosa di concreto e reale, un dato di fatto che non aveva notato mentre dipingeva. Si
spaventò, smise di dipingere e ritornò a sentire: “Non temere, staremo insieme per molti giorni…
andrai all’ospedale ma non sarai sola il… Mio amore materno ti accompagnerà sempre.”
Secondo Catalina, la camera venne inondata da un intenso profumo di rose, l’impiegata e
un’altra persona che entrarono nella stanza, poterono riconoscere lo stesso profumo. Pensò che
tutto non era altro che una irreale illusione, soprattutto quando si è chiesta: “Che cosa dovrei
andare a fare in ospedale, se sono sana…!”
Ma il giorno 14, cominciò ad avere dei lievi attacchi di tosse e il giorno 15 stava ricoverata in
ospedale con una diagnosi indiscutibile: “Broncopolmonite”.
L’appuntamento si è avverato, ritorna a “sentire” dentro di sé una voce di donna:
“Figlia mia, sono qui. Sole noi due, rimarremo un giorno unite a Mio Figlio; pregheremo insieme,
vedrai quanti si uniranno alle nostre preghiere. Che piacere che ci abbiano lasciate lontane da tutto,
vero? Cominciamo il Rosario della Divina Misericordia.”
A questo punto, esco dallo stato di confusione e chiedo:
“ Sei davvero Tu , dolce Vergine?” e mi risponde:
“Umilmente, davanti al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, Io ti benedico. La tua fede e la
devozione alla Medaglia (Miracolosa) che tu diffondi, hanno permesso che Mio Figlio lasci che
queste conversazioni fra noi siano frequenti… Prega, Io sono in te!…”
La stanza si riempì di profumo di rose che le infermiere percepirono rimanendo sbalordite,
poiché nella stanza non c’era un solo fiore che giustificasse quel profumo.
Il 20 novembre del 1993, continua a raccontare, al termine della preghiera, sento un forte dolore
al petto, “… come se si volesse spaccare qualcosa dentro di me; comincio a piangere e subito sento
una presenza meravigliosa. Penso che sia la Madre e mi preparo a scrivere, mentre sento una voce
diversa, di uomo: “Non si devono respingere gli uni e gli altri…”
“Dio mio! Chi è?” Chiedo.
“Non ti spaventare! Prega il Padre Nostro, ti accompagno!”
Riferisce poi che pregarono insieme, ma in un modo molto speciale, con pause più prolungate
del solito. Mi azzardai a fare una domanda, poiché ero sicura di stare veramente conversando con
qualcuno:
“Che vuoi da me, Signore?”
“Voglio che tu Mi ami, che predisponga l’arrivo di molti messaggi; che cambi la tua vita e che tu
sia d’esempio…”Voglio che gli uni e gli altri siano ugualmente benvenuti, senza che venga respinto
ciò che appare sgradevole. Solo Io lo so; pazienza, prendi esempio da Me, la serenità di Mia Madre
Io te l’ho data…”
Catalina conclude dicendo che il dolore che sentiva era gradualmente scomparso, mentre il suo
viso si stava bagnando di pianto…
Il racconto è sconcertante; non sembrava questa, una persona presa da mitomania, e non
c’erano neppure motivi per ricorrere a simili espedienti. È una persona felice con il suo sposo, ha
una discreta attività sociale, vive serena e tranquilla. Ha forse bisogno nel suo repertorio personale
di una qualifica come mi-stica “tematica” del xx secolo?
L’esperienza che afferma di vivere è conosciuta come “locuzione interiore”, abbastanza
comune in certi mistici che affermano di sentire interiormente una voce. Persone come Patricia
Talbot, in Ecuador, Don Stefano Gobbi in Italia, per citare i più rappresentativi, affermano di vivere
esperienze simili. Sentono una voce che detta loro temi o messaggi che devono scrivere.
La scienza deve aiutare a identificare se sono pensieri che provengono dallo stesso soggetto,
oppure se si tratta di stati psicologici particolari. La mia attenzione viene attirata dal fatto che il
contenuto verbale riferito qui, è talmente notevole che molto difficilmente può venire messo in
relazione con la creatività della persona in questione. Molti “dettati” sono profetici e si realizzano
regolarmente; il suo organismo manifesta mutamenti neuropsicofisiologici che la scienza registra,
ma che non può spiegare con le attuali conoscenze; durante queste locuzioni, si trasforma il suo
sguardo, cambiano le sensazioni, il peso, cambia anche la concentrazione di energia nella stanza,
circostanza rilevata alla presenza di una persona che parla, ma che non si vede. Lo studio realizzato
su Patricia Talbot mostrò, ad esempio, come l’attività elettrica, durante la preghiera, cambiava
secondo le parole che pronunciava; soprattutto alle parole Gesù o Maria, si ebbero segnali di
variazioni nella concentrazione di energia della stanza.
Dal giugno 1992, ho studiato decine di questi casi in differenti parti del mondo, mettendo a
disposizione del mondo scientifico internazionale e delle autorità della Chiesa, tutti i risultati delle
investigazioni che ho realizzato insieme ai colleghi esperti nelle multidiscipline del “Gruppo
Internazionale per la Pace” con sede a New Orleans (USA) e in diversi continenti.
Le investigazioni che realizzammo non hanno tenuto conto delle patologie
neuropsicofisiologiche riscontrate, in modo particolare gli stati mentali dal contenuto psicotico ed
epilettoide. Ho fatto degli studi preliminari, per valutare in seguito se tutta l’equipe dei fisici
nucleari, neurologi, psicologi, avrebbero dovuto intervenire in una fase successiva, così come
avevamo fatto in altri casi di risonanza mondiale.
L’intervista con Catalina ebbe la forma di dialogo aperto e sincero, dove tuttavia le registrazioni
psico-fisiologiche oltre a ponderare la normalità delle sue funzioni, non mostravano particolari
rilievi. Devo chiarire al lettore, che quando i mistici “vivono” una esperienza per loro
“soprannaturale”, per lo scienziato “straordinaria”, può succedere che il cervello non registri una
attività usuale; appaiono, ad esempio, onde delta (impossibili in una persona sveglia, attiva, che
interagisce con lo specialista), oppure spariscono anche i segnali elettrici propri della circolazione
elettrica periferica o diminuiscono di intensità a livelli così bassi da risultare inspiegabili per la
scienza.
In questa occasione, i risultati normali non vennero modificati nemmeno nei momenti di
preghiera. Durante l’intervista, non ci furono locuzioni per cui non si poterono nemmeno
registrare variazioni di energia ambientale, come si ebbero in casi di locuzioni di veggenti
riconosciuti come autentici dalla scienza a Medugorje, Conyers, Cuenca e altri.
Le analisi dei messaggi non mostravano contraddizioni, né plagi, bensì un contenuto letterario
e spirituale molto bello; nessun strumento però, rilevava dati inusuali che potessero attirare la
nostra attenzione in modo particolare.
Per lo scienziato non è un criterio sufficiente per dare un giudizio conclusivo, l’opinione
soggettiva di valutare un evento come buono o non buono, sia questo un messaggio o una
attitudine spirituale. La investigazione, in questi casi, “deve registrare eventi straordinari ripetibili,
osservati una o più volte da diversi osservatori”.
La conclusione del primo studio su Catalina ebbe, dunque, il seguente contenuto:
1. lo stato psico-fisiologico della intervistata conferma la normalità delle sue funzioni.
2. l’aspetto psicologico non rivela patologie comportamentali, né psichiche, per cui si tratta di
una persona corretta.
3. Le analisi dei supposti messaggi dettati sono eccellenti, invitano all’amore e alla
conversione, ma non sono sufficienti per emettere risposte conclusive da un gruppo di
scienziati che si occupa più di rilievi tecnici e strumentali, lasciando il lavoro concettuale
alla gerarchia della Chiesa Cattolica e ai competenti in Teologia.
4. Le prove con strumenti di rilievo: sensori, elettromiografi, conduttori, non hanno
registrato dati straordinari.
Conclusione:
I dati ottenuti non sono sufficienti per confermare o negare il supposto dialogo con il
soprannaturale. Data la salute mentale della persona, la sua buona intenzione, la sua onestà e
prestigio, oltre a una conversione verso i valori spirituali superiori, che conducono a un buon
esempio di via, FINO A QUANDO NON SI POTRANNO OTTENERE ULTERIORI PROVE
OSSERVABILI E DIMOSTRABILI, possiamo solo concludere che la signora, secondo la mia
opinione, ha ISPIRAZIONI di grande contenuto spirituale, come potrebbe succedere a una qualsiasi
persona che abbia degli interessi per questi valori superiori.
Diciamo chiaro e per certo, che nessuno ha dubitato della sincerità di Catalina, semplicemente,
in questa occasione, non si sono avuti rilievi tecnici dimostrabili.
Sappiamo però, per la quantità di casi simili studiati, che se questo caso si estenderà come
verità pubblica e scientifica, il fenomeno si ripeterà, offrendo in un qualche futuro momento le
prove necessarie.
Cochabamba, agosto 1994
Intanto, le investigazioni in questo settore si andavano amplificando, arricchendosi di una
maggiore casistica; nel maggio 1995 si è potuto studiare una religiosa con esperienze straordinarie
nella stessa patria del cattolicesimo: Roma.
Nel febbraio dello stesso anno, una immagine della Vergine di Medugorje (Regina della Pace)
ebbe effusioni di sangue a Civitavecchia; il vescovo del luogo, Mons. Grillo confermò l’evento. La
stampa tedesca, tanto scettica e lontana da simili notizie, divulgò il caso di altre immagini con
effusioni di sangue a Saarbrucken. Lo stesso in altri paesi come l’Argentina, l’Ecuador, Corea, Italia
ecc.
A Cochabamba cominciò a sanguinare un busto di Cristo a partire dal 9 marzo 1995. Con
l’equipe del “Gruppo Internazionale per la Pace” riuscimmo a dimostrare che il sangue era autentico
e che conteneva catene di geni propri del tipo umano. L’indagine finale venne accolta dal vescovo,
Mons. René Fernandez e dalla Commissione di Studio da lui stabilita, autorizzando la venerazione
della immagine, il giorno 30 settembre 1995.
Mentre preparavo la presentazione di un libro pubblicato su queste indagini dal titolo:
“Documenti per la Scienza e per la Fede: Piange Cristo nella Valle?”, venni sorpreso da una telefonata
che mi annunciava come, probabilmente, la prova ripetibile, osservabile, misurabile,
verificabile in Catalina fosse arrivata…
Era il giorno 9 febbraio 1996. Catalina stava già ricoverata all’Ospedale Seton di quella città.
Ho potuto osservare che nei palmi delle mani e sul dorso, così come nei piedi, appariva una aureola
violacea e verdognola, molto simile nel colore ad una mano colpita da un martello. In medicina
viene chiamata ecchimosi. Due medici la esaminano, invito due sacerdoti a fare lo stesso… nessuno
trova una spiegazione al fatto. Ci informa poi che queste ferite dolorose erano apparse il primo
Venerdì di gennaio dell’anno 1996.
Osservo le mani, osservo i piedi; c’è dolore se vengono toccati. Ci afferma che il giorno
seguente, venerdì, i dolori aumenteranno. Faccio le fotografie, registro il fatto, porto i testimoni.
Visito la clinica ancora l’indomani, venerdì 10; veramente i segni sono più forti, i dolori più intensi…
Con il suo carattere allegro e gioviale, a noi esperti che osservavamo queste vere lesioni fisiche,
dice: “domani, non avrò più niente…” Il nostro sguardo è incredulo e scusiamo con molta bontà la
sua ingenuità…; sarebbe la prima volta che una lesione simile sparisce in meno di 12 ore.
Il giorno dopo, sabato 11, è testimone della verità; testimonia il fatto straordinario. Le mani sono
pulite, come se mai alcuna ferita avesse toccato il suo corpo.
Il fenomeno si ripete con una certa regolarità, negli stessi giorni: giovedì sera, l’aureola; venerdì,
la ferita!; sabato, sparisce ogni segno! Tutto è accompagnato da dolori lancinanti al costato, alle
membra, alla fronte… Giro per vedere posteriormente le ferite, questa volta la lesione prende la
forma di una croce formata da tenui segni di una materia che sembra sangue.
I messaggi continuano: Catalina riferisce che Gesù le detta la “Sua Passione”. I dettati notturni li
riceve al buio, non accende la luce per non svegliare il suo sposo; eppure i quaderni non contengono
né errori, né segni, che dimostrino la difficoltà di scrivere per delle ore nell’oscurità. Leggo il testo,
mi sorprendono dei dettagli che sono unici, assolutamente originali, ma simili a quelli che ho
conosciuto studiando altri casi simili. Un’altra opera conosciuta con il titolo “La Grande Crociata
dell’Amore”, viene scritta, sempre seguendo la voce che ascolta, in 12 giorni; comprende tre grossi
quaderni, stampati in un libro di 308 pagine!
Precisamente oggi, giovedì 15 agosto, giorno dell’Assunzione di Maria al Cielo, accade
nuovamente lo straordinario: le stigmate sono di nuovo comparse… Giungo a casa di Catalina, è
coricata, il viso bello si sta deformando per il dolore. La guancia sinistra sembra che abbia ricevuto
un colpo più e più volte.
Le mani e i piedi mostrano una lesione fisica con lacerazione della pelle. Il suo coraggio,
l’intensità spirituale che accompagna il dolore, non impediscono i gemiti che straziano il cuore di
coloro che sono presenti a quell’avvenimento eccezionale.
In molti verifichiamo il “dato di fatto”, molti altri lo hanno vissuto più volte. Il suo sposo
l’accompagna, la guarda con un amore tenero e comprensivo: condivide il suo dolore con fede, ma
preferisce ritirarsi a pregare in un’altra stanza… mentre ci lascia, non posso smettere di
contemplare la calde lacrime che riempiono i suoi occhi.
Si impone un silenzio che viene interrotto solo dal pianto dei presenti e dalle preghiere che
ognuno rivolge all’Altissimo…
Si, questa è Catalina, sofferente, con più ferite inspiegabili per la scienza, ma comprensibili per
mezzo della sua fede… il dolore l’accompagna, anche per molte ore e non si dimentica di
annunciare: “ sabato non ci saranno più”… nessuno più dubita che così sarà.
Catalina vive per Dio, fa parte di un gruppo di preghiera attivo. Molti sacerdoti si sono
avvicinati a lei, credono nei suoi messaggi, li seguono e li diffondono con molto amore e rispetto,
evitando ogni speculazione e sensazionalismo. Le autorità locali della Chiesa hanno visto le sue
stigmate, non si sono pronunciate ufficialmente, ma accolgono con amore e rispetto l’avvenimento.
È un’altra esperienza straordinaria che avviene in questa città, dove un Cristo piange, mentre
apre le sue braccia di concordia a tutto il paese, e sua Madre riceve i suoi figli ogni 15 di agosto.
Ora, non devo studiare più niente, a nessuno può più interessare che io indaghi su Catalina;
molti hanno visto apparire e sparire le sue stigmate, hanno potuto constatare il suo stile di vita,
hanno visto compiersi le sue parole profetiche… lei è lì, nell’oscurità, anonima… sola con Gesù,
poiché così Egli ha chiesto… Egli ama la semplicità, le virtù senza riflettori, né pubblicità sonora…
Lei, accompagnando i dolori di Gesù con i propri, solamente scrive, e lo fa anche per te…

Dr. Ricardo Castañon Gomez
Investigatore del “Gruppo Internazionale per la Pace”
(New Orleans – Stati Uniti)
Direttore del “Centro Internazionale di Studi Umani”
(La Paz – Bolivia)
Cochabamba, 15 agosto 1996