Archivio tag: San Giovanni Bosco

Così diceva Don Bosco su Maometto e sull’Islam

Se vi piace, io vi parlerò delle altre religioni cominciando dal Maomettismo.

Sì, sì, cominciate per dirci che cosa s’intenda per Maomettismo?

Per Maomettismo s’intende una raccolta di massime ricavate da varie religioni, le quali praticate giungono a distruggere ogni principio di moralità.

Il Maomettismo da chi ebbe principio?

Il Maomettismo ebbe principio da Maometto.

Oh! di questo Maometto abbiamo tanto piacere di sentire a parlare: diteci tutto quello che sapete di lui.

Troppo lungo sarebbe il riferirvi tutto quello che le storie raccontano di questo famoso impostore: io procurerò soltanto di farvi conoscere chi egli fosse, e come abbia fondata la sua Religione. Nacque Maometto da povera famiglia, di padre gentile e di madre ebrea, l’anno 570, nella Mecca, città dell’Arabia, poco distante dal Mar Rosso. Vago di gloria e desideroso di migliorare la sua condizione andò vagando per più paesi, e riuscì a farsi agente di una vedova mercantessa di Damasco, che poscia lo sposò. Egli era così astuto che seppe approfittare delle sue infermità per fondare una religione. Patendo di epilessia, male caduco, affermava che quelle sue frequenti cadute erano altrettanti rapimenti a tener colloquio coll’Angelo Gabriele.

Avrà egli pure tentato di operar miracoli in conferma della sua predicazione?

Maometto non poteva fare alcun miracolo in conferma della sua religione, perché non era mandato da Dio. Dio solo è autore dei miracoli. Siccome però vantavasi superiore a Gesù Cristo, subito gli si chiese che al par di lui facesse miracoli. Egli alteramente rispondeva che i miracoli erano stati. Con tutto ciò vantavasi di averne operato uno, e diceva che, essendo caduto un pezzo della luna nella sua manica, egli aveva saputo racconciarla; in memoria di questo miracolo i Maomettani presero per divisa la mezza luna.

Voi ridete, o miei figli, e ben con ragione, perciocché un uomo di simil fatta non doveva considerarsi predicatore di una nuova religione. Appunto per questo si sparse la fama che egli era un impostore, e come perturbatore della pubblica tranquillità, i suoi concittadini volevano imprigionarlo e porlo a morte. Pel che egli prese la fuga, e ritirossi nella città di Medina con alcuni seguaci che l’aiutarono a rendersene padrone

In che cosa propriamente consiste la religione di Maometto?

La religione di Maometto consiste in un mescolamento di giudaismo, di paganesimo e di cristianesimo. Il libro della legge Maomettana è detto Alcorano, ossia libro per eccellenza. Questa religione dicesi anche Turca perché è molto diffusa nella Turchia; Musulmana da Musul, nome che i Maomettani danno al direttore della preghiera; Islamismo, dal nome di alcuni suoi riformatori; ma è sempre la medesima religione fondata da Maometto.

Perchè Maometto fece quel mescolamento di varie religioni?

Perchè i popoli dell’Arabia essendo parte Giudei, parte Cristiani, ed altri Pagani, egli, per indurli tutti a seguirlo, prese una parte della religione da loro professata e trascelse specialmente quei punti che possono maggiormente favorire i piaceri sensuali.

Bisognava proprio che Maometto fosse un uomo dotto?

Niente affatto, sapeva nemmeno scrivere. Parlando di cose contenute nella Storia Sacra confonde un fatto coll’altro; per esempio, attribuisce a Maria, sorella di Mosè, più fatti che riguardano Maria, madre di Gesù Cristo, con moltissimi altri spropositi.

Questa mi par bella: se Maometto era ignorante, né fece alcun miracolo, come potè propagare la sua religione?

Maometto propagò la sua religione, non con miracoli o colla persuasione delle parole, bensì colla forza delle armi. Religione che, favorendo ogni sorta di libertinaggio, in breve tempo fece diventar Maometto capo di una formidabile truppa di briganti. Insieme con costoro scorreva i paesi dell’Oriente guadagnandosi i popoli, non coll’insinuare la verità, non con miracoli o con profezie; ma per unico argomento egli innalzava la spada sul capo dei vinti gridando: o credere o morire.

Sono questi gli argomenti da usarsi per convertire la gente? Senza dubbio, essendo Maometto tanto ignorante, avrà disseminato nell’Alcorano molti errori?

L’Alcorano si può dire una serie di errori i più madornali contro la morale e contro il culto del vero Dio. Per esempio, scusa dal peccato chi nega Dio per timore della morte; permette la vendetta; assicura a’ suoi seguaci un paradiso, ma pieno di soli piaceri terreni. Insomma la dottrina di questo falso profeta permette cose tanto oscene, che l’animo cristiano ha orrore di nominare.

Che differenza passa tra la Chiesa Cristiana e la Maomettana?

La differenza è grandissima. Maometto fondò la sua religione colla violenza e colle armi: Gesù Cristo fondò la sua Chiesa con parole di pace, servendosi de’ poveri suoi discepoli.

 

 

Dagli scritti di Don Bosco sull’Islam

Tratto da «Il Cattolico istruito nella sua religione:

trattenimenti di un padre di famiglia co’ suoi figliuoli,

secondo i bisogni del tempo,

epilogati dal Sacerdote Bosco Giovanni»

(Tipografia De Agostini, Torino 1853, Parte II, cap. XIII),

scritto a modo di dialogo fra un padre e il figlio maggiore

 

 

San Domenico Savio appare a Don Bosco: “Sono venuto per parlarti”

San Domenico Savio, alunno salesiano morto nel 1857 e santificato nel 1954, dopo la sua morte apparve a San Giovanni Bosco. Questi narrava così l’apparizione ai suoi giovani e ai Superiori della Congregazione:

«Mi trovavo a Lanzo ed ero nella mia stanza. D’un tratto mi vidi sopra una collina. Il mio sguardo si perdeva nell’immensità di una pianura. Essa era divisa da larghi viali in vastissimi giardini. I fiori, gli alberi, i frutti erano bellissimi, e tutto il resto corrispondeva a tanta magnificenza.
Mentre contemplavo tanta bellezza, ecco diffondersi una musica soavissima. Erano centomila strumenti e tutti davano un suono differente l’uno dall’altro. A questi si univano i cori dei cantori.
Mentre estatico ascoltavo la celeste armonia, ecco apparire una quantità immensa di giovani che veniva verso di me. Alla testa di tutti avanzava Domenico Savio. Tutti si fermarono davanti a me alla distanza di otto-dieci passi… Allora brillò un lampo di luce, cessò la musica e si fece un grande silenzio. Domenico Savio si avanzò solo di qualche passo ancora e si fermò vicino a me. Come era bellissimo! Le sue vesti erano singolari; la tunica bianchissima, che gli scendeva fino ai piedi, era trapuntata di diamanti ed era intessuta d’oro. Un’ampia fascia rossa cingeva i suoi fianchi, ricamata di gemme preziose così che una toccava quasi l’altra. Dal collo gli scendeva una collana di fiori mai visti, sembrava che fossero diamanti uniti. Questi fiori risplendevano di luce. Il capo era cinto di una corona di rose. La capigliatura gli scendeva ondeggiante giù per le spalle e gli dava un aspetto così bello, così affettuoso, così attraente che sembrava.., sembrava un Angelo.

Io ero muto e tremante. Allora Domenico Savio disse:
— Perché te ne stai muto e sgomento? — Non so cosa dire — risposi — Tu dunque sei Domenico Savio?
— Sono io! Non mi riconosci più?
— E come va che ti trovi qui?
— Sono venuto per parlarti. Fammi qualche interrogazione.
— Sono naturali tutte queste meraviglie che vedo?
— Sì, abbellite però dalla potenza di Dio.
— A me sembrava che questo fosse il Paradiso!
— No, no! Nessun occhio mortale può vedere le bellezze eterne.
— E voi dunque cosa godete in Paradiso?
— Dirtelo è impossibile. Quello che si gode in Paradiso non vi è uomo mortale che possa saperlo, finché non sia uscito di vita e riunito al suo Creatore.
— Orbene, mio caro Savio, dimmi quale cosa ti consolò di più in punto di morte?
— Ciò che mi confortò di più in punto di morte fu l’assistenza della potente e amabile Madre del Salvatore, Maria Santissima. E questo dillo ai tuoi giovani: che non dimentichino di pregarla finché sono in vita!».

 

Fonte: Vita di S. Giovanni Bosco – Lemoyne

Come San Giovanni Bosco vide l’Inferno

rivelazioni inferno don bosco

…in sogno, la solita guida, che gli disse: «Alzati e vieni con me». «Dove mi vuoi condurre?». «Vieni e vedrai »

UN SOGNO DI DON BOSCO: L’INFERNO!!

Ecco un impressionante sogno di D. Bosco, appreso dalle labbra stesse del santo. Un giorno, egli, stanco, si era addormentato, quando gli apparve, in sogno, la solita guida, che gli disse: «Alzati e vieni con me». «Dove mi vuoi condurre?». «Vieni e vedrai ». Dopo aver percorso un immenso deserto ari-do e secco, si apre dinanzi una strada larga, bella interminabile: correva tra due magnifiche siepi verdi, tutte coperte dei più vaghi fiori. Pareva piana, e invece proseguendo, D. Bosco si accorse che discendeva insensibilmente. Mentre, tutto pieno di stupore, stava a contemplare, vede incamminarsi dietro a lui, per quella via incantevole, una moltitudine di giovani, che egli in gran parte, conosceva; ma ecco che, di quando in quando, qualcuno improvvisamente cadeva e veniva trascinato da una forza sconosciuta verso un’immensa voragine. «Chi è che fa cadere questi giovani e li trascina verso il precipizio?», disse rivolto alla sua guida. «Avvicinati e vedrai». E allora vede, abilmente dissimulati, molti lacci, che la guida gli dice essere i lacci del rispetto umano, della superbia, dell’ira, della gola, della disubbdienza, della impurità, ecc. Il laccio in cui cadevano più vittime era quello del-l’impurità. Esamina meglio e vede che i lacci andavano a riunirsi tutti insieme, in una grossa fune avvolta fra gli unghioni di orribile mostro, che stava accovacciato in fondo a una tetra voragine. Chi restava legato pel collo, chi per mano, chi per un braccio, chi per una gamba o per un piede e il mostro li travolgeva tutti in quell’abisso. Si accorse però che, disseminati in mezzo ai lacci, c’erano qua e là, dei ferri taglienti e delle spade ben affilate che molti sapevano afferrare a tempo e così potevano tagliare i lacci insidiosi. Questi ferri portavano varie scritte: meditazione, preghiera, lettura spirituale, confessione, santa Comunione, devozione alla Madonna. Intanto più si andava avanti e più le rose diventavano rare, fi-no a scomparire del tutto: si vedevano solo spine pungentissime. La strada ora andava declinando fortemente, sempre più ripida, tanto che si stenta-va a stare in piedi e si snodava sull’orlo di precipizi spaventosi. Dopo una interminabile discesa, D. Bosco si trova in una valle buia e tetra che metteva paura. Nel mezzo di essa, illuminata da guizzi sanguigni di fiamme, un immenso edificio sulla cui porta si leggeva: Dove non c’è più salvezza! In quel momento egli vede cadere un giovane in quell’abisso, e la porta si spalanca con immenso fragore. E dietro quella prima altre due, dieci, cento, mille porte con un boato assordante. Il di-sgraziato giovane sprofonda in quella voragine di fuoco e tutte le porte si rinchiudono dietro di lui. La stessa scena si ripete per altri e altri giovani, che precipitano alla loro volta. D. Bosco è terrorizzato. «Ma allora, egli dice alla guida, è tutto inutile quello che io faccio per loro?»… «No», risponde la guida e conduce D. Bosco al centro del-l’inferno. D. Bosco è in preda a un terrore indescrivibile. Non vede che fuoco, fuoco, fuoco e i dannati erano carboni roventi. Urla, gemiti, pian-ti, imprecazioni, bestemmie, maledizioni echeggiavano sinistramente, e scene indescrivibili, spaventose. E la guida gli faceva notare che la causa principale della loro rovina era l’impurità. «Ma non si sono confessati? …». «Sì, ma si sono confessati male, magari dicendone solo alcuni. Altri non avevano un vero pentimento, altri ebbero vergogna e non li dissero al confessore…». «E adesso, disse la guida, dopo aver visto i tormenti degli altri, devi tu stesso provare un po-chino l’inferno». «No, no», gridò inorridito D. Bosco. «Tocca almeno quest’ultima muraglia per comprendere che cosa sarà quella che è a contatto delle fiamme». Il muro era di una grossezza colossale e la guida gli dice: «Vedi tu questo muro? è il millesimo prima di giungere dov’è il vero fuoco dell’inferno. Sono mille i muri che lo circondano. Ognuno è di mille misure di spessore di distanza l’uno dall’altro; e ciascuna misura è lunga mille miglia; questo è distante un milione di miglia dal vero fuoco dell’inferno». Ciò detto gli prese la mano, l’aperse e gliela fece battere sul millesimo muro. In quell’istante sentì un bruciore spaventoso, emise un altissimo grido e… si svegliò! Un sogno…, ma tanto vicino alla visione fatta vedere dalla Madonna a Fatima. è soprattutto la devozione a Lei che salva da sì immane disgrazia!

Fonte