Archivio tag: Visione

Salvezza e Castigo nella visione della Beata Elisabetta Canori

apocalisse-mteor2

«Permetterà Dio che siano castigati questi uomini iniqui dalla crudeltà dei fieri demoni…»

 

Il fatto che sono per raccontare mi seguì il giorno della festa del gran principe degli apostoli, il glorioso san Pietro, 29 giugno 1820. Fui alienata dai propri sensi, proseguendo a pregare il giorno del gran principe san Pietro del 1820, pregando per i bisogni della santa Chiesa cattolica, trovandomi di pregare per la conversione dei peccatori, fratelli miei, nel numero dei quali io occupo il primo luogo, si trovava il mio povero spirito sollevato per mezzo di particolare favore di Dio ad un rapimento celeste, e mi trovavo propriamente vicina a Dio medesimo, per mezzo di una luce inaccessibile ero unita intimamente in Dio in guisa tale che più non mi distinguevo, ma tutto ero trasformata in quella divina luce.

Ricevetti la dolce impressione della divina carità. Oh qual giubilo, oh qual contento di paradiso restò nel povero mio cuore! Quando ero in mezzo a questa dolcezza e il mio spirito era circondato da una perfetta quiete, mi parve di vedere aprirsi il cielo, e scendere dall’alto con grande maestà, corteggiato da molti santi angeli, che cantavano inni di gloria, il grandissimo principe degli apostoli san Pietro, vestito degli abiti pontificali, portava nelle mani il pastorale, con il quale segnava sopra la terra una vastissima croce. Nel tempo che il santo apostolo segnava la suddetta croce, i santi angeli gli facevano d’intorno corona, cantavano con sommo rispetto e venerazione, in lode del santo apostolo: «Costitues eos principes super omnem terram», con quello che segue in appresso.

Appuntava il suo misterioso pastorale sopra i quattro lati della suddetta croce segnata, e al momento vedevo apparire quattro verdeggianti alberi, ricoperti di fiori e frutti preziosissimi. I misteriosi alberi erano in forma di croce, erano circondati da una luce risplendentissima, fatta che ebbe questa operazione, andò ad aprire tutte le porte dei monasteri delle monache e dei religiosi. Con interno sentimento distinguevo che il santo apostolo aveva eretto quei quattro misteriosi alberi per dare un luogo di rifugio al piccolo gregge di Gesù Cristo, per liberare i buoni cristiani dal tremendo castigo, che metterà a soqquadro tutto il mondo.

Tutti i buoni cristiani, che avranno conservato nel loro cuore la fede di Gesù Cristo, saranno tutti sotto questi misteriosi alberi rifugiati; come ancora tutti i buoni religiosi e religiose, che fedelmente avranno nel loro cuore conservato lo spirito del loro santo istituto saranno tutti sotto questi misteriosi alberi rifugiati e liberi dal tremendo castigo. Così dico di tanti buoni ecclesiastici secolari ed altro ceto di persone, che avranno conservato la fede nel loro cuore, questi saranno tutti salvi. Ma guai a quei religiosi e religiose inosservanti, che disprezzarono le sante regole, guai, guai, perché tutti periranno sotto il terribile flagello.

Così dico di tutti i cattivi ecclesiastici secolari e ogni altro ceto di persone, di ogni stato, di ogni condizione, che dati in preda al libertinaggio e vanno dietro alle false massime della riprovata filosofia presente. Questi sono contro le massime del santo evangelo, negano la fede di Gesù Cristo, questi infelici tutti periranno sotto il peso del braccio sterminatore della divina giustizia di Dio, alla quale nessuno potrà resistere.

Rifugiati che erano tutti i buoni cristiani sotto i misteriosi alberi, che li vedevo sotto la forma di belle pecorelle, sotto la custodia del loro pastore san Pietro, al quale tutte prestavano umile soggezione e rispettosa obbedienza, queste simboliche comparse significa il popolo cristiano: che milita sotto il glorioso stendardo della croce, il quale sarà immune dal tremendo castigo, che Dio è per mandare sulla terra, per i tanti peccati che si commettono dalla maggior parte del cristianesimo.

Fatta dunque dal santo apostolo la suddetta operazione di assicurare sotto i misteriosi alberi il piccolo gregge di Gesù Cristo, il santo apostolo risalì al cielo, accompagnato dai santi angeli che con lui erano discesi. Risaliti che furono al cielo, il cielo si ammantò di tenebroso azzurro, che il solo mirarlo faceva terrore, un caliginoso vento con l’impetuoso suo soffio dappertutto si faceva sentire, con l’impetuoso e tetro suo fischio urlando nell’aria qual fiero leone col suo fiero ruggito l’orrido suo eco per tutta la terra faceva risuonare.

Il terrore, lo spavento poneva tutti gli uomini e tutti gli animali in sommo spavento, tutto il mondo sarà in rivolta e si uccideranno gli uni con gli altri, si trucideranno tra loro senza pietà. Nel tempo della sanguinosa pugna, la mano vendicatrice di Dio sarà sopra questi infelici, e con la sua onnipotenza punirà il loro orgoglio e la loro temerarietà e sfacciata baldanza, si servirà Dio della potestà delle tenebre per sterminare questi settari, uomini iniqui e scellerati, che pretendono di atterrare, di sradicare dalle sue profonde radici, di buttar giù dai suoi più profondi fondamenti la nostra santa madre Chiesa cattolica.

Questi uomini indegni pretendono di balzare Dio dal suo augustissimo trono, per mezzo della loro perversa malizia. Dio si riderà di loro e della loro malizia, e con un solo cenno della sua destra mano onnipotente punirà questi iniqui, permettendo alla potestà delle tenebre di sortire dall’inferno, e queste grandi legioni di demoni scorreranno tutto il mondo, e per mezzo di grandi rovine eseguiranno gli ordini della divina giustizia, a cui questi maligni spiriti sono soggetti, sicché né più né meno di quanto lo permetterà Dio potranno danneggiare gli uomini e le loro sostanze, le loro famiglie, i loro poderi, villaggi, città, case e palazzi, e ogni altra cosa che sussisterà sopra la terra.

Comanderà Dio imperiosamente alla potestà delle tenebre che facciano crudo scempio di tutti i suoi ribelli, che temerariamente ardirono di offenderlo con tanto ardire e baldanza. Permetterà Dio che siano castigati questi uomini iniqui dalla crudeltà dei fieri demoni, perché volontariamente alla potestà del demonio si assoggettarono, e con loro si confederarono a danneggiare la santa Chiesa cattolica.

Permetterà Dio che da questi maligni spiriti siano puniti, per mezzo di morte cruda e spietata. E perché il povero mio spirito bene apprendesse questo sentimento della giustizia divina, mi fu mostrato l’orrido carcere infernale. Vedevo aprirsi dal profondo cupo della terra una tenebrosa e spaventevole caverna, piena di fuoco, dove vedevo sortire tanti demoni, i quali, presa chi una figura e chi un’altra, chi da bestia, chi umana, venivano tutti ad infestare il mondo e fare dappertutto stragi e rovine.

Ma buono per i veri e buoni cristiani, mentre in loro favore avranno il valevole patrocinio dei gloriosi santi apostoli san Pietro e san Paolo. Questi vigileranno alla loro cura e custodia, acciò quei maligni spiriti non possano nuocere né la loro roba né le loro persone; ma questi buoni cristiani saranno preservati ed immuni dalle spietate rovine che faranno questi maligni spiriti, con il permesso di Dio e non altrimenti, mentre questo immenso Dio è l’assoluto padrone del cielo e della terra e dell’inferno, la cui tenebrosa potestà non può farci alcun danno senza il suo sommo permesso, senza la sua volontà.

Permetterà Dio a questi maligni spiriti di fare molte rovine sulla terra, deguasteranno tutti quei luoghi dove Dio è stato ed è oltraggiato, profanato, idolatrato e sacrilegamente trattato: tutti questi luoghi saranno demoliti, rovinati, e perderanno ogni loro vestigio.

Fatta la suddetta operazione, puniti gli empi con morte crudele, demoliti questi indegni luoghi, vidi ad un tratto riasserenare il cielo, ed immantinente dall’altezza di esso vidi scendere sulla terra un maestoso trono, dove vedevo il santo apostolo san Pietro maestosamente vestito degli abiti pontificali, corteggiato da immenso numero di angeli, i quali gli facevano d’intorno corona, e cantando inni di gloria in lode del santo, ossequiandolo qual principe della terra.

In questo tempo vidi nuovamente aprire il cielo e scendere con gran pompa e maestà il glorioso san Paolo, che con autorevole potestà di Dio, in un baleno scorreva tutto il mondo, e incatenava tutti quei maligni spiriti infernali, e li conduceva avanti al santo apostolo, il quale con il suo autorevole comando li tornò a confinare nelle tenebrose caverne, donde ne erano usciti. Al comando del santo apostolo san Pietro tutti tornarono nel baratro dell’inferno.

Al momento si vide sulla terra apparire un bello splendore, che annunziava la riconciliazione di Dio con gli uomini; dai santi angeli fu condotto il piccolo gregge di Gesù Cristo avanti al trono del gran principe san Pietro. Questo gregge era quel suddetto gregge di buoni cristiani, che in tempo del tremendo castigo sarà rifugiato sotto i misteriosi alberi anzidetti, significati quali gloriosi stendardi della croce, insegna misteriosa della nostra santa religione cattolica. I misteriosi frutti dei suddetti alberi sono i meriti infiniti di Gesù crocifisso, che per amore del genere umano volle essere appeso sopra l’albero della croce.

Presentato che fu dai santi angeli il piccolo numero dei cristiani avanti al trono del gran principe degli apostoli san Pietro, tutti quei buoni cristiani gli fecero profonda riverenza, e benedicendo Dio fecero i loro più umili ringraziamenti a Dio ed al santo apostolo, per avere retto e sostenuto la Chiesa di Gesù Cristo e il cristianesimo, acciò non andasse errato nelle false massime del mondo.

Il santo scelse il nuovo pontefice, fu riordinata tutta la Chiesa secondo i veri dettami del santo Evangelo, si ristabilirono gli ordini religiosi, e tutte le case dei cristiani divennero tante case religiose, tanto era il fervore, lo zelo della gloria di Dio, che tutto era ordinato all’amore di Dio e del prossimo. In questa maniera si formò in un momento il trionfo, la gloria, l’onore della Chiesa cattolica: da tutti era acclamata, da tutti stimata, da tutti venerata, tutti si diedero alla sequela di essa, riconoscendo tutti il vicario di Cristo, il sommo pontefice.

elisabetta

Dal Diario della beata Elisabetta Canori Mora (Libreria Editrice Vaticana), paragrafi n. 454, 455, 456