Come San Giovanni Bosco vide l’Inferno

rivelazioni inferno don bosco

…in sogno, la solita guida, che gli disse: «Alzati e vieni con me». «Dove mi vuoi condurre?». «Vieni e vedrai »

UN SOGNO DI DON BOSCO: L’INFERNO!!

Ecco un impressionante sogno di D. Bosco, appreso dalle labbra stesse del santo. Un giorno, egli, stanco, si era addormentato, quando gli apparve, in sogno, la solita guida, che gli disse: «Alzati e vieni con me». «Dove mi vuoi condurre?». «Vieni e vedrai ». Dopo aver percorso un immenso deserto ari-do e secco, si apre dinanzi una strada larga, bella interminabile: correva tra due magnifiche siepi verdi, tutte coperte dei più vaghi fiori. Pareva piana, e invece proseguendo, D. Bosco si accorse che discendeva insensibilmente. Mentre, tutto pieno di stupore, stava a contemplare, vede incamminarsi dietro a lui, per quella via incantevole, una moltitudine di giovani, che egli in gran parte, conosceva; ma ecco che, di quando in quando, qualcuno improvvisamente cadeva e veniva trascinato da una forza sconosciuta verso un’immensa voragine. «Chi è che fa cadere questi giovani e li trascina verso il precipizio?», disse rivolto alla sua guida. «Avvicinati e vedrai». E allora vede, abilmente dissimulati, molti lacci, che la guida gli dice essere i lacci del rispetto umano, della superbia, dell’ira, della gola, della disubbdienza, della impurità, ecc. Il laccio in cui cadevano più vittime era quello del-l’impurità. Esamina meglio e vede che i lacci andavano a riunirsi tutti insieme, in una grossa fune avvolta fra gli unghioni di orribile mostro, che stava accovacciato in fondo a una tetra voragine. Chi restava legato pel collo, chi per mano, chi per un braccio, chi per una gamba o per un piede e il mostro li travolgeva tutti in quell’abisso. Si accorse però che, disseminati in mezzo ai lacci, c’erano qua e là, dei ferri taglienti e delle spade ben affilate che molti sapevano afferrare a tempo e così potevano tagliare i lacci insidiosi. Questi ferri portavano varie scritte: meditazione, preghiera, lettura spirituale, confessione, santa Comunione, devozione alla Madonna. Intanto più si andava avanti e più le rose diventavano rare, fi-no a scomparire del tutto: si vedevano solo spine pungentissime. La strada ora andava declinando fortemente, sempre più ripida, tanto che si stenta-va a stare in piedi e si snodava sull’orlo di precipizi spaventosi. Dopo una interminabile discesa, D. Bosco si trova in una valle buia e tetra che metteva paura. Nel mezzo di essa, illuminata da guizzi sanguigni di fiamme, un immenso edificio sulla cui porta si leggeva: Dove non c’è più salvezza! In quel momento egli vede cadere un giovane in quell’abisso, e la porta si spalanca con immenso fragore. E dietro quella prima altre due, dieci, cento, mille porte con un boato assordante. Il di-sgraziato giovane sprofonda in quella voragine di fuoco e tutte le porte si rinchiudono dietro di lui. La stessa scena si ripete per altri e altri giovani, che precipitano alla loro volta. D. Bosco è terrorizzato. «Ma allora, egli dice alla guida, è tutto inutile quello che io faccio per loro?»… «No», risponde la guida e conduce D. Bosco al centro del-l’inferno. D. Bosco è in preda a un terrore indescrivibile. Non vede che fuoco, fuoco, fuoco e i dannati erano carboni roventi. Urla, gemiti, pian-ti, imprecazioni, bestemmie, maledizioni echeggiavano sinistramente, e scene indescrivibili, spaventose. E la guida gli faceva notare che la causa principale della loro rovina era l’impurità. «Ma non si sono confessati? …». «Sì, ma si sono confessati male, magari dicendone solo alcuni. Altri non avevano un vero pentimento, altri ebbero vergogna e non li dissero al confessore…». «E adesso, disse la guida, dopo aver visto i tormenti degli altri, devi tu stesso provare un po-chino l’inferno». «No, no», gridò inorridito D. Bosco. «Tocca almeno quest’ultima muraglia per comprendere che cosa sarà quella che è a contatto delle fiamme». Il muro era di una grossezza colossale e la guida gli dice: «Vedi tu questo muro? è il millesimo prima di giungere dov’è il vero fuoco dell’inferno. Sono mille i muri che lo circondano. Ognuno è di mille misure di spessore di distanza l’uno dall’altro; e ciascuna misura è lunga mille miglia; questo è distante un milione di miglia dal vero fuoco dell’inferno». Ciò detto gli prese la mano, l’aperse e gliela fece battere sul millesimo muro. In quell’istante sentì un bruciore spaventoso, emise un altissimo grido e… si svegliò! Un sogno…, ma tanto vicino alla visione fatta vedere dalla Madonna a Fatima. è soprattutto la devozione a Lei che salva da sì immane disgrazia!

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