“venite con me a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno”

La Madonna mostra ai veggenti di Medjugorje, Vicka e Jacov, l’aldilà !

Padre Livio di Radio Maria intervista la veggente Vicka di Medjugorje per testimoniare questo fatto.

Padre Livio: Dimmi dove eravate e che ore erano.
Vicka: Eravamo nella piccola casa di Jakov, quando la Madonna è venuta. Era un pomeriggio, verso le 15,20. Sì, erano le 15,20.
Padre Livio: Non aspettavate l’apparizione della Madonna?
Vicka: No. Io e Jakov di ritorno da Citluk siamo andati a casa sua dove c’era sua mamma (Nota: La mamma di Jakov ora è morta). Nella casa di Jakov c’è una camera e una cucina. Sua mamma era andata a prendere qualcosa per prepararci da mangiare, perché un po’ più tardi avremmo dovuto andare in chiesa. Mentre aspettavamo, io e Jakov ci siamo messi a guardare un album di fotografie. Improvvisamente Jakov è andato giù dal divano prima ancora di me e ho capito che la Madonna era già arrivata. Subito ci ha detto: “Tu, Vicka, e tu, Jakov, venite con me a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno”. Io mi sono detta: “Va bene, se così vuole la Madonna”. Jakov invece ha detto alla Madonna: “Tu porta Vicka, perché loro sono in tanti fratelli. Non portare me che sono figlio unico”. Diceva così perché non voleva andare.
Padre Livio: Evidentemente lui pensava che non sareste più tornati! (Nota: la riluttanza di Jakov è stata provvidenziale, perché rende ancora più credibile e reale il racconto).
Vicka: Sì, lui pensava che non saremmo più tornati e che saremmo andati per sempre. Io intanto pensavo quante ore o quanti giorni sarebbero stati necessari e mi chiedevo se saremmo andati in alto o in basso. Ma in un attimo la Madonna ha preso me per la mano destra e Jakov per la mano sinistra e il tetto si è aperto per lasciarci passare.
Padre Livio: Si è aperto tutto?
Vicka: No, non si è aperto tutto, ma solo quella parte che era necessaria per farci passare. In pochi istanti siamo arrivati in Paradiso. Mentre salivamo, vedevamo giù in basso le case piccole, più piccole di quando si vedono dall’aereo.
Padre Livio: Ma tu guardavi giù sulla terra, mentre venivate portati in alto?
Vicka: Mentre venivamo portati in alto, guardavamo giù.
Padre Livio: E che cosa vedevate?
Vicka: Tutto molto piccolo, più piccolo di quando si va in aereo. Intanto pensavo: “Chissà quante ore o quanti giorni ci vogliono!”. Invece in un momento siamo arrivati. Ho visto un grande spazio….
Padre Livio: Senti, ho letto in qualche parte, non so se è vero, che c’è un porta, con una persona piuttosto anziana accanto.
Vicka: Sì, sì. C’è una porta di legno.
Padre Livio: Grande o piccola?
Vicka: Grande. Sì, grande.
Padre Livio: E’ importante. Significa che vi entra tanta gente. La porta era aperta o chiusa?
Vicka: Era chiusa, ma la Madonna l’ha aperta e noi vi siamo entrati.
Padre Livio: Ah, come l’ha aperta? Si è aperta da sola?
Vicka: Da sola. Siamo andati verso la porta che si è aperta da sola.
Padre Livio: Mi pare di capire che la Madonna è davvero la porta del cielo!
Vicka: A destra della porta c’era S. Pietro.
Padre Livio: Come hai fatto a sapere che era S. Pietro?
Vicka: Ho capito subito che era lui. Con una chiave, piuttosto piccolo, con la barba, un po’ tarchiato, con i capelli. E’ rimasto uguale.
Padre Livio: Era in piedi o seduto?
Vicka: In piedi, in piedi, vicino alla porta. Appena entrati, siamo andati avanti, camminando, forse tre, quattro metri. Non abbiamo visitato tutto il Paradiso, ma la Madonna ce lo ha spiegato. Abbiamo visto un grande spazio avvolto da una luce che non esiste qui sulla terra. Abbiamo visto le persone che sono né grasse, né magre, ma tutte uguali e hanno vesti di tre colori: il grigio, il giallo e il rosso. Le persone camminano, cantano, pregano. Ci sono anche dei piccoli Angeli che volano. La Madonna ci ha detto: “Guardate quanto sono felici e contente le persone che si trovano qui in Paradiso”. E’ una gioia che non si può descrivere e che qui sulla terra non esiste.
Padre Livio: La Madonna vi ha fatto capire l’essenza del Paradiso che è la felicità che non finisce mai. “In cielo c‘è la gioia”, ha detto in un suo messaggio. Vi ha fatto poi vedere le persone perfette e senza alcun difetto fisico, per farci comprendere che, quando ci sarà la resurrezione dei morti, avremo un corpo di gloria come quello di Gesù Risorto. Vorrei, però, sapere che tipo di vestito indossavano. Delle tuniche?
Vicka: Sì, delle tuniche.
Padre Livio: Arrivavano fino in fondo ai piedi o erano corte?
Vicka: Erano lunghe e arrivavano fino in fondo.
Padre Livio: Di che colore erano le tuniche?
Vicka: Grigio, giallo e rosso.
Padre Livio: Secondo te, hanno un significato questi colori?
Vicka: La Madonna non ce lo ha spiegato. Quando Lei vuole, la Madonna spiega, ma in quel momento non ci ha spiegato perché hanno le tuniche di tre diversi colori.
Padre Livio: Come sono gli Angeli?
Vicka: Gli angeli sono come dei piccoli bambini.
Padre Livio: Hanno il corpo completo o solo la testa come nell’arte barocca?
Vicka: Hanno tutto il corpo.
Padre Livio: Indossano anche loro delle tuniche?
Vicka: Sì, ma sono corte.
Padre Livio: Si vedono le gambine allora?
Vicka: Sì, perché loro non hanno le tuniche lunghe.
Padre Livio: Hanno delle piccole ali?
Vicka: Sì, hanno le ali e volano al di sopra delle persone che sono in Paradiso.
Padre Livio: Una volta la Madonna ha parlato dell’aborto. Ha detto che si tratta di un grave peccato e ne dovranno rispondere coloro che lo procurano. I bambini invece non hanno colpa di ciò e sono come dei piccoli Angeli in cielo. Secondo te, gli Angioletti del Paradiso sono quei bambini abortiti?
Vicka: La Madonna non ha detto che i piccoli Angeli in Cielo sono i bambini dell’aborto. Ha detto che l’aborto è un grande peccato e che ne rispondono quelle persone che lo hanno fatto, e non i bambini.
Padre Livio: Siete, poi, andati in Purgatorio?
Vicka: Sì, dopo siamo andati in Purgatorio.
Padre Livio: Avete fatto tanta strada?
Vicka: No, il Purgatorio è vicino.
Padre Livio: Vi ha portato la Madonna?
Vicka: Si, tenendoci per mano.
Padre Livio: Vi faceva camminare o volare?
Vicka: No, no, ci faceva volare.
Padre Livio: Ho capito. La Madonna vi ha trasportato dal Paradiso al Purgatorio, tenendovi per mano.
Vicka: Anche il Purgatorio è un grande spazio. In Purgatorio, però, non si vedono le persone, ma solo si vede una grande nebbia e si sente…
Padre Livio: Che cosa si sente?
Vicka: Si sente che le persone soffrono. Sai, si sentono dei rumori….
Padre Livio: Ho appena mandato alle stampe il mio libro: “Perché credo a Medjugorje”, dove scrivo che nel Purgatorio si sentirebbero come dei pianti, delle grida, dei colpi…E’ esatto? Anch’io facevo fatica a trovare le parole giuste in lingua italiana per dare il senso di quello che tu dici in croato ai pellegrini.
Vicka: Non si può dire che si sentono dei colpi e neppure che si sentono dei pianti. Lì non si vedono le persone. Non è come il Paradiso.
Padre Livio: Che cosa si sente allora?
Vicka: Si sente che soffrono. E’ una sofferenza di diverso genere. Si sentono delle voci e anche dei rumori, come uno che si picchia…
Padre Livio: Si picchiano fra di loro?
Vicka: Si sente così, ma io non ho potuto vedere. E’ difficile, Padre Livio, spiegare una cosa che tu non vedi. Una cosa è sentire e un’altra è vedere. In Paradiso tu vedi che camminano, cantano, pregano, e quindi lo puoi riferire con esattezza. In Purgatorio si vede solo una grande nebbia. Le persone che si trovano lì aspettano le nostre preghiere per poter andare quanto prima in Paradiso.
Padre Livio: Chi ha detto che attendono le nostre preghiere?
Vicka: La Madonna ha detto che le persone che si trovano in Purgatorio aspettano le nostre preghiere per poter andare quanto prima in Paradiso.
Padre Livio: Senti, Vicka: la luce del Paradiso potremmo interpretarla come la divina presenza in cui sono immerse le persone che si trovano in quel luogo di beatitudine. La nebbia del Purgatorio, invece, che cosa sta ad indicare, secondo te?
Vicka: Per me, la nebbia è sicuramente un segno di speranza. Loro stanno soffrendo, ma hanno la certa speranza che andranno in Paradiso.
Padre Livio: Mi colpisce che la Madonna insista sulle nostre preghiere per le anime del Purgatorio.
Vicka: Sì, la Madonna dice che hanno bisogno delle nostre preghiere per andare prima in Paradiso.
Padre Livio: Allora le nostre preghiere possono abbreviare il Purgatorio.
Vicka: Se noi preghiamo di più, loro vanno prima in Paradiso.
Padre Livio: Adesso parlaci dell’Inferno.
Vicka: Sì. Prima abbiamo visto un grande fuoco.
Padre Livio: Toglimi una curiosità: si sentiva caldo?
Vicka: Sì. Eravamo abbastanza vicini e davanti a noi c’era il fuoco.
Padre Livio: Capisco. D’altra parte Gesù parla di “fuoco eterno”.
Vicka: Sai, noi vi siamo stati con la Madonna. Per noi è stato un modo diverso. Capito?
Padre Livio: Sì, certo! Certo! Eravate solo spettatori e non attori di quel tremendo dramma.
Vicka: Abbiamo visto le persone che prima di entrare nel fuoco…
Padre Livio: Scusami: ma il fuoco era grande o piccolo?
Vicka: Grande. Era un grande fuoco. Abbiamo visto le persone che prima di entrare nel fuoco sono normali; poi, quando precipitano nel fuoco, vengono trasformati in orribili animali. Si sentono tante bestemmie e le persone che urlano e gridano.
Padre Livio: Questa trasformazione delle persone in orribili animali per me sta a significare lo stato di perversione dei dannati che ardono nelle fiamme dell’odio contro Dio. Toglimi ancora una curiosità: queste persone trasformate in bestie mostruose hanno anche le corna?
Vicka: Cosa? Le corna?
Padre Livio: Quelle che hanno i diavoli.
Vicka: Sì, sì. E’ come quando tu vedi una persona, per esempio una ragazza bionda, che prima di entrare nel fuoco è normale. Ma quando va giù nel fuoco e poi ritorna su, si cambia in una bestia, come se non fosse mai stata una persona.
Padre Livio: ci ha detto Marija, nell’intervista fatta a Radio Maria, che quando la Madonna vi ha fatto vedere l’Inferno durante l’apparizione senza però portarvi nell’aldilà, questa ragazza bionda, quando è uscita dal fuoco, aveva anche le corna e la coda. E’ così?
Vicka: Sì, certo.
Padre Livio: Il fatto che le persone trasformate in bestie abbiano anche le corna e la coda per me significa che sono diventati come dei demoni.
Vicka: Sì, è proprio un modo di essere simile a demoni. E’ una trasformazione che avviene rapidamente. Prima di precipitare giù nel fuoco, sono normali e quando ritornano su sono trasformati.
La Madonna ci ha detto: “Queste persone che si trovano qui all’Inferno vi sono andate con la loro propria volontà, perché loro vi hanno voluto andare. Quelle persone che qui sulla terra vanno contro Dio già incominciano a vivere un Inferno e poi solo continuano”.
Padre Livio: Questo l’ha detto la Madonna?
Vicka: Sì, sì, lo ha detto proprio lei.
Padre Livio: La Madonna ha detto dunque, se non proprio con queste parole, però esprimendo questo concetto, che all’Inferno va chi ci vuole andare, ostinandosi ad andare contro Dio fino alla fine?
Vicka: Ci va chi vuole, certo. Va chi è contro la volontà di Dio. Chi vuole, va. Dio non manda nessuno. Tutti abbiamo la possibilità di salvarci.
Padre Livio: Dio non manda nessuno all’Inferno: l’ha detto la Madonna, o lo dici tu?
Vicka: Dio non manda. La Madonna ha detto che Dio non manda nessuno. Siamo noi che vogliamo andarci, per nostra scelta.
Padre Livio: Quindi, che Dio non manda nessuno lo ha detto la Madonna.
Vicka: Sì, ha detto che Dio non manda nessuno.
Padre Livio: Ho sentito dire o ho letto da qualche parte che la Madonna ha detto che non si deve pregare per le anime dell’Inferno.
Vicka: Per quelle dell’inferno, no. La Madonna ha detto che non si prega per quelle dell’Inferno, ma solo per quelle del Purgatorio.
Padre Livio: D’altra parte i dannati dell’Inferno non vogliono le nostre preghiere.
Vicka: Non le vogliono e non servono a niente.

 

 

Immagine dell’Articolo (il video è appena più sopra)

“Creda, Padre, il Signore Iddio molto presto castigherà il mondo”

“Padre, la Madonna è molto scontenta perché non si è fatto caso al Suo Messaggio del 1917. Né i buoni né i cattivi, vi hanno fatto caso. I buoni vanno per la loro strada senza preoccuparsi, e non seguono le Norme Celestiali; i cattivi, nella via larga della perdizione, non tenendo in alcun conto i castighi minacciati.
Creda, Padre, il Signore Iddio molto presto castigherà il mondo. Il castigo sarà materiale, e s’immagini, Padre, quante anime cadranno nell’inferno, se non si prega e non si fa penitenza. Questa è la causa della tristezza della Madonna.

Padre, lo dica a tutti, che la Madonna tante volte mi ha detto: “Che molte Nazioni spariranno dalla faccia della terra. Nazioni senza Dio saranno il flagello scelto da Dio stesso per castigare l’umanità, se noi, per mezzo dell’Orazione e dei SS. Sacramenti, non otterremo la grazia della loro conversione”. Lo dica, Padre, che il demonio sta attaccando la battaglia decisiva contro la Madonna, perché ciò che affligge il Cuore Immacolato di Maria e di Gesù, è la caduta delle anime Religiose e Sacerdotali. Il demonio sa che i Religiosi e i Sacerdoti, trascurando la loro eccelsa Vocazione, trascinano molte anime all’inferno. Siamo appena in tempo per trattenere il castigo del Cielo. Abbiamo a nostra disposizione due mezzi efficacissimi: l’Orazione e il Sacrificio. Il demonio fa di tutto per distrarci e toglierci il gusto della Preghiera. Ci salveremo, oppure ci danneremo.
Però Padre, bisogna dire alle persone: che non devono stare a sperare in un richiamo alla Preghiera ed alla Penitenza, né dal Sommo Pontefice, né dai Vescovi, né dai Parroci, né dai Superiori Generali. È già tempo che ognuno, di sua iniziativa, compia Opere Sante, e riformi la sua vita secondo i richiami della Madonna Santissima. Il demonio vuole impadronirsi delle Anime Consacrate, lavora per corromperle, per indurre gli altri alla finale impenitenza; usa tutte le astuzie, suggerendo perfino di aggiornare la vita religiosa! Ne proviene sterilità alla vita interiore e freddezza nei secolari circa la rinuncia dei piaceri, e la totale immolazione a Dio.
Lo ricordi, Padre, che due fatti concorsero a santificare Giacinta e Francesco: l’afflizione della Madonna, e la visione dell’inferno. La Madonna si trova come fra due spade; da una parte vede l’umanità ostinata e indifferente ai castighi minacciati; dall’altra, vede noi che calpestiamo i Santi Sacramenti e disprezziamo il castigo che si avvicina, restando increduli, sensuali e materialisti.

La Madonna ha detto espressamente: “Ci avviciniamo agli ultimi giorni”, e me lo ha ripetuto tre volte. Affermò prima, che il demonio ha ingaggiato la lotta decisiva, cioè finale, dalla quale usciremo vittoriosi o sconfitti: o siamo con Dio, o siamo col demonio.
La seconda volta mi ha ripetuto che i rimedi ultimi dati al mondo, sono: il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria.
La terza volta, mi disse: “che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con tremore l’ultima ancora di salvezza: La SS. Vergine in persona, Sue numerose apparizioni, Sue Lacrime, Messaggi di veggenti sparsi in tutte le parti del mondo”; e la Madonna disse ancora “che, se non l’ascoltiamo e continuiamo l’offesa, non saremo più perdonati”.
È urgente, Padre, che ci si renda conto della terribile realtà. Non si vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo, perché da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al Santo Rosario, non c’è problema né materiale, né spirituale, nazionale od internazionale, che non si possa risolvere col Santo Rosario e coi nostri sacrifici. Recitato con amore e devozione, consolerà Maria, tergendo tante lacrime dal Suo Cuore Immacolato”.

Intervista a suor Lucia veggente di Fatima
Padre Agustín Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Francesco e Giacinta di Fatima, ottenne il permesso d’intervistare Lucia dal Santo Padre allora regnante, Pio XII.
L’intervista si svolse Il 26 dicembre 1957 nel convento delle religiose carmelitane scalze di santa Teresa, in Combra, Portogallo. Erano presenti il vescovo ausiliare di Leirìa, i due vescovi di Coimbra, il nunzio apostolico in Portogallo, mons Cento, e mons. Antonio Samoré, segretario della Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari.
Venne pubblicata nel 1958 in lingua spagnola con un’imprimatur dell’Arcivescovo della Diocesi di appartenenza di padre Fuentes, Arcivescovo Sanchez di Veracruz, Messico ed anche in lingua portoghese con un imprimatur del vescovo di Leiria-Fatima. Nel giugno 1959 venne presentata con licenza ecclesiastica in lingua inglese nella rivista “Fátima Findlings” e nel Settembre 1961 in lingua italiana nel “Messaggero del Cuore di Maria”.
Qui sopra è riportata la traduzione integrale.
22 maggio 1958

 

Cosa dicono i Santi di Dio sul peccato di Omosessualità?

 


C’è una falsa corrente di “giustizia” nel mondo, è quella portata dai falsi Cristi e falsi profeti che dicono “non si deve giudicare” con l’imposizione di voler zittire non solo la Verità che li divora dall’interno e marchia a fuoco la loro coscienza e di procurare tale delirio e perdizione anche a tutti coloro i quali disgraziatamente vogliono seguirli nel essere immondi ma con l’arroganza e la prepotenza di impedire che la Parola di Dio e dei suoi Santi venga loro manifestata e portata ai cuori di chi ha desiderio di conoscerla.
Sono anime depravate e chiuse nell’ostinazione del loro peccato, perse nelle tenebre e prive di quella Luce indispensabile che porta intelletto nell’uomo (“senza di te nulla è nell’uomo nulla è senza colpa” diciamo nella preghiera allo Spirito Santo), non possono dare consiglio a nessuno e tuttavia impongono il loro sbaglio anche agli altri. E’ proprio di loro che nostro Signore ci metteva in guardia quando affermava: non date le vostre perle ai porci” e ancora di essere furbi come serpenti ma candidi come colombe. Se un peccatore vuole rimanere nel peccato che sia lasciato nelle mani di satana, diceva San Paolo perché così possa essere corretto e salvarsi, altrimenti sarebbe non solo causa della rovina delle anime che vivono nel Signore ma neanche potrebbe trovare Salvezza. Come Cristiani abbiamo l’obbligo di servire e seguire solo il nostro Signore Gesù Cristo che è Dio e vive e Regna con il Padre nell’Unità dello SPirito Santo, tutto il resto viene a noi perché è Dio che lo vuole e ce lo comanda, e mai se si mette al di sopra dell’amore che si deve a Lui. Noi amiamo il nostro prossimo come noi stessi solo in virtù e per amore di Dio, quindi da tali individui che sono anticristi pur se “persone” comuni non bisogna scelndere a patti ne lasciarsi intimorire perché solo Dio ha il potere di giudicare e di mandare nel fuoco della Geenna e il corpo e l’anima, e seguendo il suo volere si è indiscutibilmente sicuri di compiere ciò che è Giusto e Buono per tutti.


Cosa ne pensano i Santi di Dio sul peccato di omosessualità?

SAN PAOLO: “…Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento….. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa” (Rm 1, 26-32); Ma veniamo a qualche altra citazione: “…Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio” (1 Cor. 6,9-10); “…La legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i padricidi e matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d’uomini, i bugiardi, gli spergiuri…”(1 Tm. 1,9).

SANT’AGOSTINO: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di se stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venir violata” (Confessioni, c.III, p.8)

 
SAN GREGORIO MAGNO: “Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodomia dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso” (Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, pag. 371);

SAN PIER DAMIANI: “Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, caccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima” (Liber Gomorrhanus, in Patrologia latina, vol. 145, coll. 159-190);

SAN TOMMASO D’AQUINO:  “Nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura” (Summa Teologica, II-II, q. 154, a. 12);

 

 

 

SANTA CATERINA DA SIENA: “…Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono…” (Dialogo della Divina Provvidenza, cap. 124)

SAN BERNARDINO DA SIENA: “Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia che un altro, perocchè questo è maggior peccato che sia” (Predica XXXIX in: Prediche volgari, p. 915);

SAN PIETRO CANISIO: “…Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale” (dottore della Chiesa- Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455).

 


LO DICE GESU’ VERO DIO E VERO UOMO

 

«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare» (Lc. 9, 38-47).

«Razza di vipere (Lc. 3,7) sepolcri imbiancati» (Mt. 23, 27).

«Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna» (Mt. 5, 29-30).


“Lo schiavo della lussuria diviene ladro e barattiere, crudele, omicida, pur di servire la sua padrona”. Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta

 

 

 

 

La Terra sarà trasformata e l’umanità vivrà felice per un certo periodo

Suor Maria Natalia, 1901-1992, ha ricevuto importanti rivelazioni da parte di Gesù sul futuro dell’umanità.
Queste rivelazioni riguardavano un periodo di Pace portato dalla Vergine Immacolata Maria dalla durata di qualche decennio.  La cosa straordinaria è che durante questo periodo felice, gli uomini e le donne in vita avrebbero potuto sperimentare quasi un secondo “Eden”, sorretti da grazie particolarissime ricevute da Dio per poter vivere santamente, in un mondo trasformato non solo spiritualmente ma anche materialmente.
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LA GRANDE PROMESSA DI GESU’ AI DEVOTI DEL SACRO CUORE

Le promesse fatte da Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque per tutti i fedeli che onoreranno il Suo Sacro Cuore.

«A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d’ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.» (Gesù a Santa Margherita Maria)

[Parla Santa Margherita Maria] Una volta mentre ero davanti al SS.mo Sacramento, (era un giorno dell’ottava del «Corpus Domini») ricevetti dal mio Dio grazie straordinarie del suo Amore; mi sentii spinta dal desiderio di ricambiarlo e di rendergli amore per amore. Egli mi rivolse queste parole:

«Tu non puoi mostrarmi amore più grande che facendo ciò che tante volte ti ho domandato».

 

Allora scoprendo il suo divin Cuore mi disse: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore. In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini per le loro tante irriverenze, i loro sacrilegi e per le freddezze e i disprezzi che essi mi usano in questo Sacramento d’Amore. Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così ».
«Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del “Corpus Domini”, sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa Comunione e facendo un’ammenda d’onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari.
Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri»

Visione della SS. Vergine

La tenera e filiale devozione che S. Margherita Maria nutriva verso la SS. Vergine le valsero la grande consolazione di varie sue apparizioni, fra cui una molto consolante, dalla Santa così descritta in una delle sue lettere: [ … ] Quella Regina di bontà, additando il Divin Cuore, continuò rivolta alle sue Figlie: «Ecco il prezioso tesoro manifestato a voi in modo particolare, dal tenero amore del Figliuolo mio verso il vostro Istituto, che Egli considera e ama come il suo caro Beniamino, e che perciò vuole arricchire di questa eredità sopra tutti gli altri…».”

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LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE PER I DEVOTI DEL SUO SACRO CUORE

Gesù benedetto, apparendo a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, splendente come il sole di fulgidissima luce, fece le seguenti promesse per i suoi devoti:

1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato

2. Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie

3. Li consolerò in tutte le loro pene

4. Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte

5. Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa

6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia

7. Le anime tiepide si infervoreranno

8. Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione

9. La mia benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l’immagine del mio Cuore

10. Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti

11. Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai.

12. A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d’ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.

La dodicesima promessa è detta “grande”, perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l’umanità.

Queste promesse fatte da Gesù sono state autenticate dall’autorità della Chiesa, in modo che ogni cristiano può credere con sicurezza alla fedeltà del Signore che vuole tutti salvi, anche i peccatori.

CONDIZIONI

Per rendersi degni della Grande Promessa è necessario:

1. Accostarsi alla Comunione. La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione.

2. Per nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi per dimenticanza, malattia,ecc. ne avesse tralasciata anche una sola, deve incominciare da capo.

3. Ogni primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell’anno.


Messaggio del 27 novembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera-MEDJUGORJE)
Pregate il più spesso possibile questa preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù:

“O Gesù, noi sappiamo che tu sei misericordioso e che hai offerto il tuo cuore per noi. Esso è incoronato dalle spine e dai nostri peccati. Noi sappiamo che tu ci supplichi costantemente affinché noi non ci perdiamo. Gesù, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Per mezzo del tuo Cuore fa’ che tutti gli uomini si amino. Sparisca l’odio tra gli uomini. Mostraci il tuo amore. Noi tutti ti amiamo e desideriamo che tu ci protegga col tuo Cuore di buon pastore e che ci liberi da ogni peccato. Gesù, entra in ogni cuore! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore. Sii paziente e non desistere mai. Noi siamo ancora chiusi perché non abbiamo capito il tuo amore. Bussa continuamente. Fa’, o Buon Gesù, che ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della tua passione sofferta per noi. Amen”.

 

Messaggi di Maria a Medjugorje
sulla devozione al Sacro Cuore di Gesu’

Messaggio del 2 luglio 1983 (Messaggio straordinario)
Ogni famiglia dedichi almeno cinque minuti al giorno di preghiera al Sacro Cuore di Gesù del quale in tutte le case vi sia l’immagine.

Messaggio del 2 luglio 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Ogni mattina dedicate almeno cinque minuti di preghiera al Sacro Cuore di Gesù e al mio Cuore Immacolato perché vi riempiano di sè. Il mondo si è dimenticato di venerare i Sacri Cuori di Gesù e Maria. In ogni casa siano poste le immagini dei Sacri Cuori e ogni famiglia li veneri. Supplicate ardentemente il mio Cuore e il Cuore di mio figlio e riceverete tutte le grazie. Consacratevi a noi. Non è necessario ricorrere a particolari preghiere di consacrazione. Potete farlo anche con parole vostre, secondo quello che sentite.

Messaggio del 4 luglio 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Pregate mio figlio Gesù! Rivolgetevi spesso al suo Sacro Cuore e al mio Cuore Immacolato. Chiedete ai Sacri Cuori che vi riempiano del vero amore con il quale potrete amare i vostri nemici. Vi ho invitato a pregare tre ore al giorno. E voi avete cominciato. Ma guardate sempre l’orologio, e preoccupati vi chiedete quando finirete i vostri doveri. E così durante la preghiera siete tesi e preoccupati. Non fate più così. Abbandonatevi a me. Immergetevi nella preghiera. L’unica cosa essenziale è lasciarsi condurre dallo Spirito Santo in profondità! Solo così potrete avere una vera esperienza di Dio. Allora anche il vostro lavoro andrà bene e vi rimarrà anche del tempo libero. Voi avete fretta: volete cambiare le persone e le situazioni per raggiungere rapidamente i vostri scopi. Non vi affannate, ma lasciatevi guidare da me e vedrete che tutto andrà bene.

Messaggio del 19 ottobre 1983 (Messaggio straordinario)
Desidero che ogni famiglia si consacri ogni giorno al Sacro Cuore di Gesù e al mio Cuore Immacolato. Sarò molto felice se ogni famiglia si riunisce mezz’ora ogni mattina ed ogni sera per pregare unita.

Messaggio del 27 novembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Pregate il più spesso possibile questa preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù: “O Gesù, noi sappiamo che tu sei misericordioso e che hai offerto il tuo cuore per noi. Esso è incoronato dalle spine e dai nostri peccati. Noi sappiamo che tu ci supplichi costantemente affinché noi non ci perdiamo. Gesù, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Per mezzo del tuo Cuore fa’ che tutti gli uomini si amino. Sparisca l’odio tra gli uomini. Mostraci il tuo amore. Noi tutti ti amiamo e desideriamo che tu ci protegga col tuo Cuore di buon pastore e che ci liberi da ogni peccato. Gesù, entra in ogni cuore! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore. Sii paziente e non desistere mai. Noi siamo ancora chiusi perché non abbiamo capito il tuo amore. Bussa continuamente. Fa’, o Buon Gesù, che ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della tua passione sofferta per noi. Amen”.

MEDITAZIONI PER I PRIMI VENERDÌ

I VENERDÌ Il pentimento

O Cuore di Gesù, fornace ardente di amore per tutti gli uomini da Te redenti con la Tua passione e morte di Croce, vengo a Te per chiederti umilmente perdono di tanti peccati con i quali ho offeso la Tua Maestà infinita ed ho meritato il castigo della Tua giustizia.

Tu sei pieno di misericordia e per questo vengo a Te, fiducioso di ottenere, assieme al perdono, tutte le grazie che hai promesso a chi si sarebbe accostato ai santi sacramenti della Confessione e della Comunione nei primi venerdì di nove mesi consecutivi.

Mi riconosco vile peccatore, indegno di ogni Tuo favore, e mi umilio davanti alla Tua infinita bontà, per la quale mi hai sempre cercato e hai pazientemente aspettato che venissi a Te per godere della Tua infinita misericordia.

Eccomi ai Tuoi piedi, mio amabile Gesù, per darti tutta l’adorazione e tutto l’amore di cui sono capace, mentre Ti supplico: “Pietà, mio Dio, pietà di me secondo la Tua grande misericordia. Nella Tua bontà cancella i miei peccati. Lavami da tutte le mie colpe. Purificami e sarò mondato, lavami e sarò più bianco della neve. Se vuoi puoi guarire l’anima mia. Tu puoi tutto, mio Signore: salvami.”


II VENERDÌ
La fede

Eccomi, mio Gesù, nel venerdì del secondo mese, giorno che mi ricorda il martirio al quale Ti sei sottoposto per riaprirmi le porte del Paradiso e sottrarmi dalla schiavitù del demonio

Dovrebbe bastare questo pensiero per capire quanto è grande il Tuo amore per me. Invece sono così tardo di mente e così duro di cuore che ho sempre stentato a capirti e a risponderti. Tu mi sei vicino e io Ti sento lontano, perché credo in Te, ma con una fede così debole e così annebbiata da tanta ignoranza e da tanto attaccamento a me stesso, che non riesco a sentire la Tua amorevole presenza.

Allora Ti supplico, o mio Gesù: aumenta la mia fede, annienta in me quanto non piace a Te e mi impedisce di vedere i Tuoi lineamenti di Padre, di Redentore, di Amico.

Dammi una fede viva che mi faccia attento alla Tua parola e me la faccia amare come il buon seme che Tu getti nel terreno della mia anima. Nulla possa turbare la fede che ho in Te: né il dubbio, né la tentazione, né il peccato, né lo scandalo.

Rendi pura e cristallina la mia fede, senza il peso dei miei interessi personali, senza i condizionamenti dei problemi della vita. Fà che io creda solo perché sei Tu che parli. E Tu solo hai parole di vita eterna.


III VENERDÌ
La fiducia

Mio Gesù, vengo a Te per colmare il mio cuore bisognoso di amore, perché spesso si sente solo. Troppe volte ho avuto fiducia negli uomini e spesso la mia fiducia è stata tradita. Oggi do a Te la mia fiducia, la do a Te nella misura più assoluta, perché so che Tu mi porterai sulle Tue braccia, verso le mete migliori. Tu sei il solo che merita la fiducia dell’uomo: fiducia piena, totale, perché non sei mai venuto meno alla Tua parola. Tu sei il Dio fedele, il Creatore che ha disteso i cieli e gettato le fondamenta della terra. Il mondo dà la vertigine; Tu dai l’amore, la serenità e la pace. Tu dai la certezza di essere salvati e nel Tuo nome ogni venerdi tante anime risuscitano alla vita della grazia.

Nel Tuo nome anch’io oggi risuscito nella certezza di essere salvato, perché Tu lo hai promesso. Con la Tua Grande Promessa hai manifestato la Tua potenza, ma con la Tua misericordia hai dimostrato l’amore. E chiedi a me una risposta d’amore.

Eccomi, o Signore, lo Ti rispondo donando a Te ogni mia fiducia, e poiché di Te mi fido, a Te mi affido, nella certezza che ogni preghiera, ogni rinuncia, ogni sacrificio, a Te offerto con amore, otterrà da Te il cento per uno.


IV VENERDÌ
L’umiltà

Mio Gesù, io Ti credo presente nel SS. Sacramento, fonte inestinguibile di ogni bene. Per il Tuo Corpo che mi doni nella Santa Comunione, fa che io contempli il Tuo volto nella Patria Celeste. Nell’onda pura del Tuo Sangue immergimi, o Signore, perché io impari che nel nascondimento, nell’umile sacrificio di sé, nasce la pace e la gioia dei cuori.

Il mondo è orgoglio, esibizione e violenza. Tu invece insegni l’umiltà che è servizio, mitezza, comprensione, bontà.

Ti sei fatto mio cibo e mia bevanda con il Sacramento del Tuo Corpo e del Tuo Sangue. E sei il mio Dio! Mi hai così dimostrato che, per salvarmi dovevi farti umile, nasconderti, lasciarti annientare. L’Eucaristia è il Sacramento del Tuo annientamento: chiunque Ti può adorare o calpestare. E sei Dio! L’insipienza umana è capace di ogni profanazione. E Tu chiami con amore, aspetti per amore. Umile e nascosto nel Tabernacolo Ti sei fatto il Dio dell’attesa. Dal profondo del mio nulla Ti chiedo perdono per quando non ho ascoltato la Tua Voce. Mio Signore, in questo quarto venerdì Ti chiedo il dono dell’umiltà. E’ l’umiltà che salva i rapporti umani, che salva l’unità delle famiglie, ma soprattutto è l’umiltà che rende veri e costruttivi i miei rapporti con Te.

Poiché Tu ami gli umili e disprezzi i superbi, fa che io sia umile per poter essere amato da Te. Fa ch’io sappia imitare l’umile Tua Ancella, la Vergine Maria, che hai amato per la sua verginità, ma che hai scelto per la sua

umiltà. E’ questo il dono che Ti voglio portare oggi: il mio proposito di essere umile.


V VENERDÌ
La riparazione

Vengo a Te, mio Gesù, con tanti peccati e tanti difetti. Tutto mi hai perdonato nel sacramento della Confessione, ma io mi sento ancora debitore di tanto amore di riparazione: amore che cancelli ogni traccia del mio peccato, prima dentro di me, e poi nella Chiesa, mia madre spirituale, che ho danneggiato col mio peccato diminuendo in essa l’amore al Tuo Regno. Per questa riparazione Ti offro il Tuo stesso Corpo immolato e il Tuo sangue versato per la salvezza di molti.

Anche se molto indegnamente Ti offro, in unione con il Tuo divino sacrificio, la rinuncia ad ogni soddisfazione illecita, Ti offro ogni sacrificio richiesto dalla fedeltà ai doveri che ho verso la mia famiglia, i sacrifici richiesti dal mio lavoro di ogni giorno; Ti offro tutte le mie sofferenze fisiche e morali, affinché le coscienze intorpidite, le famiglie malate e sconvolte, i cuori troppo tiepidi ritrovino la via della fede, la luminosità della speranza, l’ardore fecondo della carità. E Tu, mio Gesù

Eucaristico, vieni a me con il Tuo Santo Spirito, Consolatore Perfetto. Illumina la mia mente, infiamma il mio cuore, affinché possa amarti con tutte le mie forze al di sopra di ogni cosa e riparare così i peccati miei e quelli di tutto il mondo. Concedimi di saperti fare amare anche da tutti i miei cari, fin che un giorno ci riunirai tutti nel Tuo Regno eterno per godere della Tua misericordia nella felicità che non ha fine.


VI VENERDÌ
La donazione

Mio Signore Gesù, Ti sei donato a me nella Santa Eucaristia per dimostrarmi quanto è grande e potente l’Amore Divino.

lo mi voglio donare a Te con fiducia illimitata e senza riserve, perché Tu veda la sincerità del mio amore. Ma proprio perché il mio amore, pur essendo sincero, è tanto debole e distratto dalle cose del mondo, desidero offrirti la mia donazione totale e incondizionata. Confido che Tu, con la Tua grazia, la renda sempre più vera.

lo credo fermamente in Te, quindi Ti cerco amandoti, e Ti dono tutto il mio essere e tutte le cose mie insieme con i miei affetti più cari, fino a costituire con Te una cosa sola, perché la Tua vita pulsi nell’anima mia. Sono certo che se questo avverrà, Tu sarai la consolazione che nessun altro può darmi; sarai la mia forza, il mi conforto in ogni giorno della mia vita. Tu Ti sei donato a me e io mi dono totalmente a Te, perché riesca a capire quanto è grande il Tuo amore.

Tu in questo giorno mi dai la Tua luce a piene mani, e mi fai comprendere che per realizzare questa donazione, devo essere umile e forte nella fede. Per questo ho bisogno del Tuo aiuto, della Tua assistenza, della Tua forza. È quanto Ti chiedo con tanto amore, perché desidero realizzare la più intima vicinanza a Te Eucaristico, non solo oggi, ma in tutti i giorni della mia vita. E Tu, mio Signore, fa in modo che, per questa donazione a Te, io resista a ogni seduzione delle persone, delle cose, del denaro, dell’orgoglio, e sia sempre Tuo testimone, cercando sempre il Tuo amore e la Tua gloria.


VII VENERDÌ
L’abbandono

Troppe volte mi sono confuso agitandomi. Allora ho perso di vista Te, mio Vero bene, e ho dimenticato i propositi che Ti ho donato nei primi venerdì precedenti.

Ora Ti chiedo, o mio Gesù, di essere Tu a prenderti cura di me e delle cose mie. Mi voglio abbandonare completamente in Te, certo che Tu risolverai tutte le mie situazioni spirituali e materiali.

Voglio chiudere pacificamente gli occhi dell’anima mia, stornare il pensiero da ogni affanno e da ogni tribolazione e rimettermi a Te, perché Tu solo operi, dicendoti: pensaci Tu!

Voglio chiudere gli occhi e lasciarmi portare dalla corrente della Tua grazia sul mare infinito del Tuo amore. Voglio abbandonarmi a Te per lasciarmi lavorare da Te, che sei l’Onnipotente, con tutta la fiducia del mio cuore. Solo voglio dirti: pensaci Tu! Non voglio più preoccuparmi di me, perché sia Tu, che sei Sapienza infinita, a preoccuparti di me, dei miei cari, del mio futuro. Solo Ti chiedo: mio Signore, pensaci Tu. Voglio abbandonarmi in Te e riposare in Te, credendo ciecamente alla Tua bontà infinita, nella certezza che Tu mi addestrerai a compiere il Tuo volere e mi porterai sulle Tue braccia verso ciò che per me è il vero bene.

Nelle mie necessità spirituali e materiali, tralasciando affanni ed angoscie, sempre Ti dirò come ora Ti dico: Signore mio, pensaci Tu.


VIII VENERDÌ
La preghiera

Devo veramente imparare a pregare. Ho capito che invece di fare la Tua volontà, ho sempre chiesto a Te di fare la mia. Tu sei venuto per gli ammalati, ma io, invece di chiedere a Te la Tua cura, Ti ho sempre suggerito la mia. Ho dimenticato di pregare come Tu ci hai insegnato nel Padre nostro e ho dimenticato che mi sei Padre pieno d’amore. Sia santificato il Tuo nome in questa mia necessità. Venga il Tuo regno, anche attraverso questa situazione, in me e nel mondo. Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra, disponendo di questa mia necessità come meglio Ti piace, per la mia vita temporale ed eterna.

lo credo che Tu sei la bontà infinita, quindi sono certo che Tu intervieni con tutta la Tua onnipotenza e risolvi le situazioni più chiuse. Se anche il malanno incalza, non mi agiterò, ma chiuderò gli occhi e con tanta fiducia Ti dirò: sia fatta la Tua volontà. E sarò certo che interverrai e compirai, come medico divino, ogni guarigione, anche il miracolo se occorre. Perché non c’è medicina più potente di un Tuo intervento di amore.

Non confiderò più negli uomini, perché so che è questo che intralcia l’operare del Tuo amore. La mia preghiera fiduciosa sarà sempre rivolta a Te, perché in Te credo, in Te spero, Te amo sopra ogni cosa.


IX VENERDÌ
Il proponimento

Son giunto al termine dei Nove Primi Venerdì da Te richiesti per colmarmi delle grazie previste dalla Tua Grande Promessa. Durante questi nove mesi Tu mi hai aiutato a crescere nella fede e nella vita di grazia. Il Tuo amore mi ha attirato a Te e mi ha fatto comprendere quanto hai patito per salvarmi e quanto è grande il Tuo desiderio di portarmi a salvezza. Tutto l’amore di un Dio si è riversato su di me, ha illuminato la mia anima, ha rafforzato la mia volontà e mi ha fatto capire che a nulla serve all’uomo guadagnare anche tutto il mondo se poi perde la sua anima, perché perduta l’anima è perduto tutto, salvata l’anima è salvato tutto. Ti ringrazio mio Gesù, di tanti doni e Ti offro, quale testimonianza della mia gratitudine, il proposito di accostarmi più spesso ai sacramenti della Confessione e della santa Comunione con l’adorazione, il rispetto, la devozione e il fervore di cui posso essere capace.

E Tu continua ad assistermi, o mio Gesù, con il Tuo amore sempre vigile e sempre misericordioso, perché io impari ad amarti per Te stesso, ancora più che per i Tuoi benefici. Voglio poterti dire sempre con sincerità: Amore mio ti voglio tanto bene. E Tu che hai detto: “Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare” (Ezechiele 18, 15), conduci anche me, perché mi nutri del Tuo amore e riposi sempre sul Tuo cuore.

In particolare voglio offrirti in ringraziamento di tutti i tuoi benefici, il proposito di non lasciare mai la Messa alla domenica e negli altri giorni festivi, e di insegnare anche ai miei familiari l’osservanza di questo terzo Comandamento che Tu ci hai dato perché veniamo ad attingere al Tuo amore la gioia e la serenità che nessun altro può darci.

LETTERA DI SAN TOMMASO MORO ALLA FIGLIA


Avvocato, scrittore e uomo politico inglese. Ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d’Inghilterra, difese la Verità con la propria vita. Nel 1935, è stato proclamato santo da Papa Pio XI, nel 2000 Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono degli statisti e dei politici.

Dalla «Lettera» ad Alice Alington di Margaret Roper, figlia di Tommaso More, sul colloquio avuto in carcere con il padre

«Mia cara Margherita, io so che la mia cattiveria, meriterei di essere abbandonato da Dio, tuttavia non posso che confidare nella sua misericordiosa bontà, poiché la sua grazia mi ha fortificato sino ad ora e ha dato tanta serenità e gioia al mio cuore, da rendermi del tutto disposto a perdere i beni, la patria e persino la vita, piuttosto che giurare contro la mia coscienza. Egli ha reso il re favorevole verso di me, tanto che finora si è limitato a togliermi solo la libertà. Dirò di più. La grazia di Dio mi ha fatto cosi gran bene e dato tale forza spirituale, da farmi considerare la carcerazione come principale dei benefici elargitimi.
Non posso, perciò dubitare della grazia di Dio. Se egli lo vorrà, potrà mantenere benevolo il re nei miei riguardi, al fine che non mi faccia alcun male. Ma se decide ch’io soffra per i miei peccati, la sua grazia mi darà certo la forza di accettare tutto pazientemente, e forse anche gioiosamente. La sua infinita bontà, per i meriti della sua amarissima passione, farà sì che le mie sofferenze servano a liberarmi dalle pene del purgatorio e anzi a ottenermi la ricompensa desiderata in cielo.
Dubitare di lui, mia piccola Margherita, io non posso e non voglio, sebbene mi senta tanto debole. E quand’anche io dovessi sentire paura al punto da esser sopraffatto, allora mi ricorderei di san Pietro, che per la sua poca fede cominciò ad affondare nel lago al primo colpo di vento, e farei come fece lui, invocherei cioè Cristo e lo pregherei di aiutarmi. Senza dubbio allora egli mi porgerebbe la sua santa mano per impedirmi di annegare nel mare tempestoso. Se poi egli dovesse permettere che imiti ancora in peggio san Pietro, nel cedere, giurare e spergiurare (me ne scampi e liberi nostro Signore per la sua amorosissima passione, e piuttosto mi faccia perdere, che vincere a prezzo di tanta bassezza), anche in questo caso non cesserei di confidare nella sua bontà, sicuro che egli porrebbe su di me il suo pietosissimo occhio, come fece con san Pietro, e mi aiuterebbe a rialzarmi e confessare nuovamente la verità, che sento nella mia coscienza. Mi farebbe sentire qui in terra la vergogna e il dolore per il mio peccato. A ogni modo, mia Margherita, io so bene che senza mia colpa egli non permetterà mai che io perisca. Per questo mi rimetto interamente in lui pieno della più forte fiducia. Ma facendo anche l’ipotesi della mia perdizione per i miei peccati, anche allora io servirei a lode della giustizia divina.
Ho però ferma fiducia, Margherita, e nutro certa speranza che la tenerissima pietà di Dio salverà la mia povera anima e mi concederà di lodare la sua misericordia. Perciò, mia buona figlia, non turbare mai il tuo cuore per alcunché mi possa accadere in questo mondo. Nulla accade che Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio.»

 
 

San Domenico Savio appare a Don Bosco: “Sono venuto per parlarti”

San Domenico Savio, alunno salesiano morto nel 1857 e santificato nel 1954, dopo la sua morte apparve a San Giovanni Bosco. Questi narrava così l’apparizione ai suoi giovani e ai Superiori della Congregazione:

«Mi trovavo a Lanzo ed ero nella mia stanza. D’un tratto mi vidi sopra una collina. Il mio sguardo si perdeva nell’immensità di una pianura. Essa era divisa da larghi viali in vastissimi giardini. I fiori, gli alberi, i frutti erano bellissimi, e tutto il resto corrispondeva a tanta magnificenza.
Mentre contemplavo tanta bellezza, ecco diffondersi una musica soavissima. Erano centomila strumenti e tutti davano un suono differente l’uno dall’altro. A questi si univano i cori dei cantori.
Mentre estatico ascoltavo la celeste armonia, ecco apparire una quantità immensa di giovani che veniva verso di me. Alla testa di tutti avanzava Domenico Savio. Tutti si fermarono davanti a me alla distanza di otto-dieci passi… Allora brillò un lampo di luce, cessò la musica e si fece un grande silenzio. Domenico Savio si avanzò solo di qualche passo ancora e si fermò vicino a me. Come era bellissimo! Le sue vesti erano singolari; la tunica bianchissima, che gli scendeva fino ai piedi, era trapuntata di diamanti ed era intessuta d’oro. Un’ampia fascia rossa cingeva i suoi fianchi, ricamata di gemme preziose così che una toccava quasi l’altra. Dal collo gli scendeva una collana di fiori mai visti, sembrava che fossero diamanti uniti. Questi fiori risplendevano di luce. Il capo era cinto di una corona di rose. La capigliatura gli scendeva ondeggiante giù per le spalle e gli dava un aspetto così bello, così affettuoso, così attraente che sembrava.., sembrava un Angelo.

Io ero muto e tremante. Allora Domenico Savio disse:
— Perché te ne stai muto e sgomento? — Non so cosa dire — risposi — Tu dunque sei Domenico Savio?
— Sono io! Non mi riconosci più?
— E come va che ti trovi qui?
— Sono venuto per parlarti. Fammi qualche interrogazione.
— Sono naturali tutte queste meraviglie che vedo?
— Sì, abbellite però dalla potenza di Dio.
— A me sembrava che questo fosse il Paradiso!
— No, no! Nessun occhio mortale può vedere le bellezze eterne.
— E voi dunque cosa godete in Paradiso?
— Dirtelo è impossibile. Quello che si gode in Paradiso non vi è uomo mortale che possa saperlo, finché non sia uscito di vita e riunito al suo Creatore.
— Orbene, mio caro Savio, dimmi quale cosa ti consolò di più in punto di morte?
— Ciò che mi confortò di più in punto di morte fu l’assistenza della potente e amabile Madre del Salvatore, Maria Santissima. E questo dillo ai tuoi giovani: che non dimentichino di pregarla finché sono in vita!».

 

Fonte: Vita di S. Giovanni Bosco – Lemoyne

Le incredibili rivelazioni di Papa Pio XII sull’Eternità a Mons. Ottavio Michelini

rivelazioni Papa Pio XII a Monsignor Ottavio Michelini Eternità Paradiso Inferno Giudizio di Dio

Una locuzione interna ricevuta da Mons. Ottavio Michelini da Papa Pio XII il 31 agosto 1978

ETERNITA’: L’ATTIMO CHE NON FUGGE MAI

Scrivi fratello don Ottavio, sono Pio XII.

Ti stupisce forse che un Pontefice si rivolga a te? sulla terra ci separava una grande distanza, ma per chi è uscito dalla terra non esistono più le distanze, siano intese letteralmente che moralmente.

Il cambiamento che la morte opera in noi e talmente grande e profondo che potrebbe far quasi pensare ad una nuova creazione, ma non c’è una nuova creazione, l’anima rimane intatta con la sua natura spirituale che non potrà mutare più, muta invece radicalmente la vita dell’anima che esce dalle leggi della materia, del tempo e dello spazio per essere immersa in quell’eternità di cui in terra riusciva a percepire ben poco, e anche quel poco, vagamente.

Con la morte, nel momento in cui l’anima umana si stacca da quella materia con cui era cosi intensamente unita a formare con la stessa una cosa sola al punto da permearla, compenetrarla e vivificarla in ogni sua parte, condizionandosi a vicenda in modo che ogni operazione materiale o spirituale, esigeva il concorso di entrambe, il corpo ritorna alla terra da cui era, mentre l’anima, nello stesso istante in cui si è liberata dal corpo, si trova dinnanzi alla Infinita Bellezza e Maestà Divina.

Il Giudizio Divino non e descrivibile in termini umani e non vi è nulla da aggiungere a quello che già vi è noto, certo non e simile per tutti, l’aspetto con cui Dio si manifesta dipende dalle condizioni spirituali di chi subisce il Giudizio, per le anime che non sono unite a Lui dalla Grazia il Giudizio è una cosa cosi tremenda per cui preferirebbero essere schiacciate, annientate, anzichè rifare una cosi terribile esperienza.

Niente interessa più di ciò che interessava in vita, non gli affetti più cari né altra cosa alcuna, solo Dio, Dio, il tutto al di fuori di Lui il niente, anzi, peggio del niente, al di fuori di Lui solo una sofferenza eterna… l’eternità l’attimo che non fugge mai, senza passato e senza futuro… il Giudizio Divino che pesa sull’anima per tutta l’eternità…;

terrore, odio, disperazione e ciò che penetra l’anima, è un fuoco tremendo, che arde e non consuma…;

ma tutto questo è talmente superiore ad ogni umana visione che è impossibile per coloro che sono ancora in cammino sulla terra capire una sofferenza e una pena di cui non hanno idea!

Parole assurde che nulla dicono e meno spiegano

Fratello don Ottavio, vedo che non hai ancora compreso il perchè di questo messaggio, a te pare che tra quello che sto dicendoti e ciò che ti hanno detto altri prima di me, non ci sia nesso, ma non e così, il nesso c’è e come!

La superficialità, per non dire malafede, di questa generazione atea e perversa è veramente tanto grande che di più non potrebbe essere; quando non si e in grado di spiegare le cose più semplici e più chiare, si inventano le parole più assurde che nulla dicono e meno spiegano; quale spiegazione sanno dare gli psichiatri atei della gioia per il bene compiuto e del rimorso per il male fatto? donde nasce questa gioia o questa pena così atroce, forse da qualche parte del corpo?

L’offesa fattaci a mezzo lettera o per telefono, direttamente o indirettamente per mezzo di altra persona e che è causa di tanta sofferenza, ha colpito forse qualche membro particolare del nostro corpo o non ha colpito invece la nostra anima?

Vi sono cose che appagano i sensi cioè il corpo, ma ve ne sono altre che pur non toccando il corpo, danno gioia o dolore all’anima, cioè a quell’elemento spirituale che noi chiamiamo anima e che informa e vivifica il corpo.

Che ne pensano gli scienziati atei? Nulla! non possono dire nulla e allora coniano le parole più assurde per ingarbugliare le cose e rendere oscuro ciò che per natura è chiaro e semplice.

Chi è dalle tenebre è tenebre, ma chi è dalla Luce è luce.

Non vogliate giudicare l’operato di Dio

La Vergine SS.ma a Lourdes, a Fatima, a La Salette e in tanti altri luoghi ha ammonito gli uomini e li ha invitati a fare penitenza e a convertirsi, pena l’Inferno, il che vuol dire che gli uomini volendolo, hanno a disposizione risorse naturali e soprannaturali sufficienti per convertirsi, e se non si convertono debbono imputare la loro perdizione eterna solo a se stessi.

Tutti gli uomini normali possono arrivare a determinate conclusioni frutto di semplicissime considerazioni, chi non arriva lo deve solo imputare alla sua volontà, una volontà perversa, perchè alla verità antepone l’errore, al bene, il male che vede e sceglie liberamente.

Dio non vuole mai il male, non può volerlo, non sarebbe Dio se lo volesse, ma lo permette, perchè la Sua strategia Divina dal male ne trae bene, spessissimo a vantaggio della salvezza delle anime.

I mali, siano essi fisici o spirituali, sono sempre il frutto del peccato, propter peccata veniunt adversa, e se Dio punisce il male, è chiaro che è frutto di una libera scelta, perchè in caso contrario dovremmo pensare che Dio non sia giusto, ma questo ripugna all’evidenza e alla ragione.

L’ora della purificazione che sta alle porte, sarà ora di Giustizia, perchè brucerà tutto il male che l’umanità ha compiuto perchè l’ha voluto! quando la terribile ora scoccherà, ecco don Ottavio la ragione del messaggio, non vogliate giudicare l’operato di Dio, sarete fortemente tentati di farlo, sarete tentati di tacciare Dio di esagerato rigore, magari di ingiustizia, non fatelo vi ripeto sarebbe per voi colpa grave.

La benedizione di Dio Uno e Trino ti accompagni fino alla fine, ti sorregga nelle difficoltà e ti protegga da ogni male.

Pio XII

dal libro Confidenze di Gesù a un Sacerdote di Mons. Ottavio Michelini (raccolta delle locuzioni interne ricevute da Gesù e dalle anime Sante del Paradiso)

 

La Madonna promette a Ivo di fargli ricrescere la gamba!

Succederà  quando il Terzo Segreto sarà rivelato a tutti, cioè il Grande Segno lasciato sulla collina delle Apparizioni e tutti lo vedranno!

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il sacramento del matrimonio nelle rivelazioni di Gesù a Maria Valtorta

Quello che dice Dio a Maria Valtorta sul Matrimonio

Quello che Gesù ha detto sul Matrimonio a Maria Vatorta e che rimane legge immutabile.
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La Madonna dice come ricevere la Comunione durante la Santa Messa.

Dalle Rivelazioni di Maria Santissima, Nostra Signora di Maracaibo (1988)
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“Vi pare dura la parola che dice la verità. Vorreste solo parole di misericordia.”

Il Messaggio di Dio Padre
che molti non vogliono accettare.
 

Sono parole forti, per molti troppo dure da mandare giù, eppure sono state dette e il loro Autore è Dio Padre. Queste parole sono la conferma che l’uomo deve cercare di meritare il perdono e l’amore di Dio, per quanto gli è stato concesso, amandolo con tutto se stesso e dandoGli ciò che Gli è dovuto, il cuore, la mente e l’anima! Nonostante siano chiarissime le parole di Dio Padre, molti sono oggi le persone che le mettono in dubbio escogitando ogni sorta di corrotta obbiezione, volendo non avere alcun rimorso per la propria vita peccaminosa e facendo rimanere anche gli altri nello stesso pantano infernale. Non si possono trovare scuse davanti a Dio, Egli scruta i nostri cuori e sa cosa li riempie di attenzione e pensiero. Lasciamo quindi che le più Sante tra le sante di parole riguardanti il concetto di misericordia Divina vengano ai nostri occhi e orecchi e arrivino al nostro cuore per poterci pentire dei nostri errori e incominciare nuovamente un cammino di conversione gradito al Signore nell’abbandono dello sbaglio e nell’abbraccio del volere di Dio.

Introduzione di Simone Salicandro

 

Da “I Quaderni dal 1945 al l950”, pagg. 42 – 45 di Maria Valtorta

“Ora Parla il Padre”: “Vi pare dura la parola che dice la verità. Vorreste solo parole di misericordia. Potete dire di meritarla?. Non è misericordia anche la Voce severa che vi parla di castigo incitandovi a pentirvi? E vi pentite forse ?.

Questo desiderio di sentire solo promesse di bontà, questa smania di avere da Dio solo carezze è la deviazione della Religione. Avete reso epicureismo anche questa sublime cosa che è la Religione nel Dio vero. Da essa volete godimento. Non volete dare ad essa sforzo. Volete adagiarvi in una comoda transazione fra il comandato e quello che a voi piace. E pretendereste che Dio venisse a questo adattamento. Un tempo fu detto, ‘quietismo’, questo vizio spirituale. Ancora e detto dai dottori di spirito. Io sono più severo e lo chiamo epicureismo dello spirito.

Dalla Religione, da Dio, dalla sua Parola vorreste avere solo quanto accarezza il senso. Perché cosi siete discesi che anche lo spirito avete reso sensuale. Perciò volete dargli sensazioni e brividi tutti umani. Sembrate quei folli di altre religioni che provocano con opportune cerimonie uno stato psichico anormale per godere le false estasi dei loro paradisi.

La grande, la più grande misericordia di Dio non la capite più. E chiamate durezza, spavento, minaccia quello che è amore, consiglio, invito al ravvedimento per avere grazie. Volete parole di misericordia. Dite che volete queste per avere forza di risorgere? Non mentite. Vi piacerebbero perché sono dolci. Ma voi rimarreste amari come tossico al labbro di Dio.

Le parole di misericordia, le visioni tutte amore che da un anno vi sono elargite, per ultima prova di elevazione delle vostre paganizzanti anime verso Dio, servono a che ? A molti per diletto, ad alcuni per rovina, ad una minoranza di una esiguità spaventosa per santificazione. Continua il destino del Cristo: di essere segno di contraddizione per molti.

Oggi Io parlo. Parlo per mostrare che è ancora infinita la mia misericordia se non vi seppellisce sotto una grandine di fuoco, o colpevoli più dei sodomiti.

È detto: “Tu castighi i traviati a poco per volta, li riprendi dei loro falli e li ammonisci affinché, messa da parte la malizia, credano in Te” [Sapienza 12;1-2]. Questi periodi tremendi non sono andati aumentando piano piano ? Vi ho lasciati percuotere tutto in una volta cosi infernalmente ? No. Sono decenni e decenni che la punizione aumenta in forma e in durata, dandovi dentro per dentro un miracoloso aiuto che ve ne liberava e che voi usavate per preparare con il vostro stesso volere un flagello ancor più fiero.

Mai siete tornati migliori. Malizia e miscredenza sono aumentate sempre, derisori di Dio. E ora ? Ora, se non sapessi come vi ho creati, Io mi chiederei se avete un’anima. Perché le vostre opere sono da più di bruti. Vi spiace sentirvelo dire? Non agite in modo da meritarvi questa parola! Nella Sapienza si legge, detto verso i Cananei: “Gli antichi abitatori della tua terra santa Tu li avevi in orrore, perché detestabili davanti a Te erano le opere loro che facevano con malie ed empi sacrifizi. Uccidevano senza pietà i loro figlioli, mangiavano le viscere degli uomini e bevevano il sangue in mezzo alla tua sacra terra. Quei genitori carnefici di anime indifese Tu li volesti distruggere…” [Sapienza 12, 3-7].

Non vi riconoscete, o generazioni di uomini d’ora, in questi vostri antenati’? Io vi riconosco. Aumentati in malizia siete. Essa è divenuta più satanica. Ma vi fa sempre di questa genia che è a Me detestabile. Il satanismo si e diffuso divenendo quasi la religione degli stati. Grandi ed umili, colti e ignoranti, e fino nelle case dei ministri di Dio, si vuole e si crede sapere attraverso a malie che hanno il sigillo sicuro: quello di Satana.

Non fate i sacrifizi dei cananei? Ma di peggiori ne fate! Immolate non le carni ma le anime vostre e dei vostri simili, conculcando il diritto di Dio e la libertà dell’uomo. Perché siete giunti al punto di violentare con lo scherno o col comando le coscienze che sanno ancora rimanermi fedeli, e le detronizzate dal trono della loro fede che a Me le eleva corrompendole con dottrine maledette, oppure le uccidete credendo con questo di spogliarle della fede. No. Anzi, di incorruttibile fede con questo le vestite. Ma voi siate maledetti per la corruzione che seminate onde levare a Dio i fedeli.

E non vi riconoscete voi, generazioni di genitori che senza pietà uccidete moralmente i vostri figli comunicando ad essi, innocenti, le vostre incredulità, le vostre sensualità, tutto il corredo del razionalismo e della bestialità che vi satura e che ora, ora, ora, poi, questi figli, non più sorretti da nessuna colonna spirituale, voi finite di uccidere in quanto loro resta: nella carne, permettendo che come bestie di lussuria di essa carne facciano mercato, consenzienti e felici a questo mercato che vi permette di pascervi e di godere con il sacrificio dei figli? Non esagera, no, la Sapienza a dirvi carnefici di anime indifese!

Avete più cura della bestia che allevate per venderla e della pianta che colti vate per averne frutto, di quanta ne avete dei vostri figli. Essi sono deboli e voi non li fortificate ne dando loro la religione di Dio ne, quanto meno, quella della onestà civica e dell’amore familiare. Padri, non siete più i tutori dei minorenni. Madri, siete idoli e non angeli per le vostre creature.

Mancate allo scopo per cui Io vi ho messi. Abdicate ai vostri doveri e ai vostri diritti. Mi fate ribrezzo. Siete degli idoli idolatri. Idoli perché senza spirito. Idolatri perché adorate ciò che tutto e meno che spirito. Avete adorato l’uomo, avete permesso che si giungesse al culto del corpo. Si tornasse al culto del corpo come i pagani trovati da Cristo, o neo pagani, due volte colpevoli di paganesimo, per esserlo e per esserlo dopo avere avuto la vera religione.

Anche nei lutti, anche nelle gioie, che fate? Idolatria. Venerate, adorate ciò che e peribile. Non avete pensiero allo spirito ed al Creatore dello stesso, e questo “e un inganno per la vita umana in quanto gli uomini, assecondando l’affetto o i tiranni, danno alla pietra o al legno o alla tela dipinta il Nome incomunicabile” [Sapienza 14, 21]. Io sono, solo Io sono Dio. Vi pare che Io vi sferzi? E allora udite:

“Né bastò avere sbagliato nella cognizione di Dio ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a si grandi mali danno il nome di pace. Ora immolano i figli, ora fanno tenebrosi sacrifizi, ora passano la notte in orge infami. Non conservano pure né la vita né le nozze. Ma 1’ uno uccide 1’altro per invidia o lo contrista con adulteri. Tutto è sossopra: sangue, omicidi, furti, frodi, corruzioni, infedeltà, tumulti, spergiuri, vessazione dei buoni,  dimenticanza di Dio, contaminazione delle anime, inversione dei sessi, incostanza nei matrimoni, adulteri, impudicizie, perché 1’abominevole culto degli idoli e causa, principio e fine d’ogni male. Essi o folleggiano in gozzoviglie, o vaticinano il falso, o vivono nell’ingiustizia e senza esitazione spergiurano, perché fidando in idoli inanimati non temono alcun pregiudizio per i loro spergiuri” [Sapienza 14, 22-29].

Ma è la Sapienza dettata un secolo avanti il Cristo, o e scritto dettato per i momenti attuali? E vorreste parole di misericordia ancora?! Non avete mai visto un popolo in fuga sotto una grandine grossissima? Fugge, fugge e viene colpito perché i grossi chicchi lo perseguitano da ogni dove. Se do vessi parlare per come meritate e parlare Io, Dio Padre, sareste simili a questi percossi da innumerabile grandine. Parla la Bontà e non capite. Parla la Giustizia e la trovate ingiusta. Avete paura e non vi correggete. Stolti o delinquenti? Folli o indemoniati?

Ognuno si esamini, Ed è per questi che il Figlio del Padre fu mandato a morire?. Veramente che se fosse possibile trovare errore in Dio si dovrebbe dire che tale Sacrificio fu un errore, perché e nullo per troppi il suo infinito valore. Un errore. Si . Che testimonia della mia Natura. Perché se non fossi Amore, o uomini che colpevoli come siete trovate che Io non vi tratto con misericordia, non vi avrei dato la Redenzione. Sì, che in verità se avessi dovuto agire come voi fate, volendo il 100 per 100, e anche il 1000per 1000 quando fate un poco di bene, Io non avrei mai dovuto farvi grazia. Perché le grazie, tutte, cominciando da quella del Sangue effuso per voi, vengono da voi trascurate, derise, volle a disgrazie.

Oggi non parla Gesù, e non vede il piccolo Giovanni (Maria Valtorta, così chiamata da Dio in riferimento a Giovanni Battista – NDR). Oggi parlo Io. Per dirvi che ora come due anni fa il mio Pensiero e sempre quello. [Vedi “I Quaderni del 1943″, pag. 83]. Per dirvi che se taccio e perché so inutile il parlare, per dirvi che la parola e amore e il silenzio e amore, che la severità e amore. Solo voi, nell’amore sovrano che informa tutto quanto da Dio viene, siete disamore. Ed c questa la vostra condanna”.

 

Messaggio di Dio Padre

 

«Io ebbi una Piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce…»

«… sappi sappi che qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa Piaga, verrà loro concessa …»
La promessa della santa Piaga della spalla di nostro Signore Gesù a chi con devozione reciterà questa Orazione con fede.

San Bernardino domandò nell’orazione a nostro Signore, quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la sua passione. Gli fu risposto: «Io ebbi una Piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce. Questa Piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta. Ma fu rivelata ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa Piaga, verrà loro concessa, e a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con tre Pater, Ave e Gloria al giorno, perdonerò i peccati veniali, non ricorderò più i peccati mortali e non moriranno di morte improvvisa e in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine e conseguiranno ancora la grazia e la misericordia».

ORAZIONE ALLA PIAGA
DELLA SPALLA DI NOSTRO SIGNORE

Dilettissimo Signore Gesù Cristo, mansuetissimo Agnello di Dio, io povero peccatore, adoro e venero la santissima tua Piaga che ricevesti sulla spalla nel portare la pesantissima croce al Calvario, nella quale restarono scoperte tre sacratissime ossa, tollerando in essa un immenso dolore: ti supplico, in virtù e meriti di detta Piaga, ad avere di me misericordia, col perdonarmi tutti i peccati, sia mortali che veniali, e ad assistermi nell’ora della morte, e di condurmi nel tuo regno beato. Amen.

3 Padre nostro
3 Ave Maria
3 Gloria

Gesù trascina la croce fino al monte calvario, la piaga di gesù sulla spalla

“Sarò come morta, ma non seppellitemi!”

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Nel marzo ’82 la Madonna invitò Alphonsine a seguirla  in un luogo speciale.
Un’esperienza particolare vissuta da Alphonsine nei giorni 20-21 marzo 1982. Si tratta di un viaggio che sarebbe durato tutta la notte.
Il 20 marzo 1982 Alphonsine annunciò ad una delle suore, alla direttrice della scuola e a una delle sue compagne: “Sarò come morta, ma non seppellitemi! Il mio corpo sembrerà senza vita, e voi crederete che io sia morta”.
Stando ad alcune testimonianze durante questo “viaggio”, durato circa sei ore, il corpo di Alphonsine rimase in uno stato di coma e di rigidità. Alcuni sacerdoti e il personale medico a cui fu consentito di assistere Alphonsine, effettuarono molti esami sul suo corpo. Le conficcarono addirittura degli aghi sotto le unghie, controllarono la sua respirazione e provarono a sollevarla: sembrava che fosse diventata come un pesantissimo blocco di legno di almeno cento chili, affermarono i testimoni. Nessuno riuscì a spostarla. Sembrava caduta in uno stato di coma profondo.
A tutti sembrava che la veggente fosse morta. La direttrice inviò l’infermiera della scuola al capezzale di Alphonsine e fece chiamare l’abate Augostine Misago, uno dei componenti più in vista della Commissione d’Inchiesta. L’abate Misago, che un giorno sarebbe diventato il vescovo responsabile del riconoscimento ufficiale delle apparizioni di Kibeho, arrivò assieme a due sacerdoti che l’avevano accompagnato dal seminario e la stanza pullulava di testimoni oculari quando lui iniziò ad esaminare Alphonsine. Un membro della Croce Rossa disse che Alphonsine non era morta come aveva creduto la suora che l’aveva trovata, tuttavia la sua vita era appesa ad un filo. Il suo battito cardiaco era lentissimo, la pressione bassissima, e quasi non respirava, il suo petto si alzava e abbassava impercettibilmente solo una o due volte al minuto.
Diciotto ore dopo essere entrata in questo sonno simile alla morte, Alphonsine si svegliò più in forma che mai. I suoi occhi brillavano, era serena, il suo viso risplendeva di salute e di felicità.

Il primo posto in cui Maria la condusse era buio e faceva molta paura. «Era pieno di ombre, di gemiti, di tristezza e di dolore: la Madonna mi ha spiegato che si chiama il Luogo della Disperazione e ci finiscono le persone che si allontanano dalla Luce di Dio. Abbiamo viaggiato molto… ci siamo mosse attraverso le stelle finché abbiamo raggiunto un posto immerso in una luce dorata e piena di felicità, di risate e di canzoni, cantate da voci gioiose. Le voci erano così tante che a un certo punto ho pensato che le anime di tutte le persone che un tempo hanno vissuto sulla terra stessero fluttuando intorno a me lodando Dio. Ma, come mi era accaduto ne Luogo della Disperazione, anche qui non ho visto nessuno, potevo solo sentire delle voci. Così ho chiesto a Maria perché non mi permettesse di guardare in faccia le persone che erano così felici. Non puoi vedere quello che c’è qui mentre sei ancora in vita, mi ha risposto.
Ma chiunque siano, loro mi possono vedere. Ad un certo punto, una voce giovane – troppo giovane perché potessi capire se apparteneva ad un maschio o ad una femmina – si è rivolta a me con un tale amore una tale famigliarità da farmi venire voglia di piangere. Alphonsine, sei tu! Sei l’Alphonsine di Kibeho, quella che ha visto la Vergine Maria! Che tu sia benedetta! Io ero come te: anch’io ho avuto delle visioni e sono stata perseguitata a causa loro. Abbi fede e confida nella Madonna: lei ti proteggerà
Poi i miei occhi si sono aperti e mi sono ritrovata nel mio letto, piena di gioia che mi ha lasciato il ricordo di quel luogo meraviglioso».

dal libro di Irene Corona “KIBEHO, LOURDES DELL’AFRICA – L’insegnamento della Madonna al mondo”

Le apparizioni di Kibeho sono state riconosciute dalla Chiesa cattolica.

L’ESORCISMO DI ANNELIESE MICHEL E LE RIVELAZIONI DEL DEMONIO

Esorcismo di Anneliese Michel

La storia che stiamo per raccontarvi, nella sua ampia complicatezza, ci trasporta nella realtà più “buia” e profonda della possessione diabolica.
Questo caso tutt’oggi alimenta paure e incomprensioni arrivando a dividere aspramente persino i membri della Chiesa riguardo l’avvenuto, ma coloro i quali furono presenti agli esorcismi, prendendo nota di quanto il demonio rivelava sotto costrizione divina, hanno lasciato ai posteri una testimonianza che lascia spazio a pochi dubbi.
La vicenda di Anneliese Michel, ragazzina posseduta a causa dei peccati degli uomini di Chiesa e dei peccati del mondo, sconvolse l’opinione pubblica in maniera radicale ed ispirò per i decenni a venire numerosi libri e pellicole cinematografiche.
Ma cosa realmente avvenne? E perchè le rivelazioni del demonio furono pubblicate solo molti anni dopo la conclusione dell’esorcismo?

La storia

Anneliese Michel nacque in Germania il 21 settembre 1952, più precisamente nella cittadina bavarese di Leiblfing; crebbe in una famiglia cattolica di stampo tradizionalista ed i suoi genitori, Josef e Anna Michel, furono molto premurosi nel farle ricevere un’adeguata istruzione religiosa.

Anneliese in giovane età

Anneliese in giovane età

La sua fu un’adolescenza serena: Anneliese era una ragazza solare che amava trascorrere le giornate in compagnia o suonando l’accordion, frequentava la chiesa locale e leggeva spesso le Sacre Scritture.
Tuttavia, in termini di salute, non godeva di forma perfetta e già in adolescenza sviluppò una malattia polmonare, motivo per il quale venne curata in un sanatorio per i malati di tubercolosi a Mittelberg.
Dopo il suo rilascio continuò a studiare in un liceo di Aschaffenburg, ma ben presto diverse convulsioni attribuite successivamente ad una rara forma d’epilessia la costrinsero di nuovo ad interrompere il corso di studi. Le convulsioni erano talmente violente che Anneliese divenne incapace di formare un discorso coerente ed aveva difficoltà a camminare senza assistenza.
Durante i numerosi ricoveri, secondo quanto testimoniato dai dottori, la ragazza passava il tempo pregando costantemente e dedicandosi a rafforzare la sua fede e il suo rapporto spirituale con Dio.
Probabilmente fu proprio in quei giorni che Annaliese sviluppò il desiderio di divenire catechista.
Nell’autunno del 1968, poco prima del suo sedicesimo compleanno, la madre notò che alcune parti del corpo di sua figlia erano cresciute in maniera innaturale, specialmente le mani – il tutto senza alcun motivo spiegabile.
Allo stesso tempo, Anneliese iniziò a comportarsi inconsuetamente.

I primi sintomi che lasciavano intuire un’influenza malefica dietro alle più comuni malattie si manifestarono nel corso d’un pellegrinaggio: durante il viaggio in pullman iniziò, tra lo stupore dei presenti, a parlare con voce maschile molto profonda. Quando, successivamente, i pellegrini raggiunsero il santuario, la ragazza inizò ad urlare numerose maledizioni.
Durante la notte, la ragazza rimaneva paralizzata sul letto, senza riuscir a dire una sola parola: le sembrava d’esser sopraffatta da una forza sovraumana che la opprimeva, la incatenava, cercava di soffocarla.
Padre Renz, il sacerdote che la accompagnò in viaggio e che sarà poi colui che la esorcizzerà, riferì successivamente che Anneliese spesso veniva come strattonata da una “potenza” invisibile che la faceva roteare, sbattere contro muri e cadere a terra con molta violenza.

Verso la fine del 1973 i genitori, constatando la totale inefficacia delle cure mediche ed avendo il sospetto che si trattasse di possessione, si rivolsero al Vescovo locale affinchè autorizzasse un esorcista ad occuparsi di Anneliese.
La richiesta venne in un primo momento respinta, e lo stesso Vescovo invitò ad insistere con più approfonditi trattamenti medici.

Tuttavia la situazione, nonostante il sottoporre la ragazza ai più importanti specialisti, degenerò ancor di più: dopo aver constatato che Anneliese nutriva una forte avversione per tutti gli oggetti religiosi, esibiva una forza fuori dal comune e sempre più spesso parlava in lingue arcaiche (aramaico, latino e greco antico), nel settembre del 1975 il Vescovo di Würzburg Josef Stangl decise di permettere a due sacerdoti – Padre Ernst Alt e Padre Arnold Renz – d’esorcizzare Anneliese Michel secondo il Rituale Romanum del 1614.
I due sacerdoti, convocati dunque a Klingenberg, programmarono un cammino faticoso e intenso per l’esorcismo.
Durante il primo tentativo, eseguito rigorosamente secondo il rituale latino, i demoni a sopresa iniziarono a parlare senza che fosse posta loro alcuna domanda: Padre Ernst colse l’occasione per tentare di conoscere il nome di questi spiriti maligni che opprimevano il corpo e la mente della povera fanciulla.
Essi si presentarono con i nomi di Lucifero, Giuda, Hitler, Nerone, Caino e Fleischmann (un religioso tedesco dannato appartenente al XVII secolo).

 


Registrazione audio degli esorcismi

Le grandi sofferenze che Annaliese era costretta a sopportare rapidamente ebbero un’escalation, accompagnate dall’acutizzarsi delle manifestazioni diaboliche.
Come riporterà Padre Roth (uno degli esorcisti che si affiancarono successivamente), gli occhi della ragazza erano divenuti completamente neri, aggrediva con terribile furia i propri fratelli, spezzava qualsiasi Rosario le se porgesse, si nutriva di scarafaggi e ragni, si strappava i vestiti, si arrampicava sui muri ed emetteva suoni mostruosi.
Il suo viso e la testa erano pieni di lividi; il colore della pelle variava dal pallido al violaceo.
I suoi occhi erano così gonfi che riusciva a malapena a vedere; i denti erano rotti e scheggiati dai suoi molteplici tentativi di mordere o mangiare le pareti della sua stanza. Il suo corpo divenne talmente tanto danneggiato che era difficile riconoscerla fisicamente.
La ragazza, con il trascorrere del tempo, smise di cibarsi di qualunque altra sostanza all’infuori della Santa Eucaristia.

Nonostante questa pesantissima croce, Anneliese Michel nei pochi momenti in cui aveva il controllo del proprio corpo offriva di continuo sacrifici al Signore in espiazione dei peccati: arrivò persino a dormire su un letto di pietre o sul pavimento in pieno inverno come penitenza per i sacerdoti ribelli ed i drogati.

Tutto ciò, come confermato dalla madre e dal fidanzato, fu chiesto espressamente dalla Vergine Maria, la quale apparve alla ragazza mesi prima.

LA RICHIESTA DELLA MADONNA

Una domenica Anneliese e Peter, il fidanzato, avevano deciso di andare a fare una passeggiata in una zona lontana da casa.
Recatisi sul posto, le condizioni della ragazza peggiorarono improvvisamente e smise di camminare, tale era il dolore: proprio in quel momento Maria, la Madre di Dio, le apparve.
Il fidanzato assistette incredulo al miracolo che gli si stava compiendo dinnanzi: Annaliese era divenuta raggiante, il dolore scomparso e la ragazza era in estasi. Ella affermava che la Vergine stava camminando con loro ed aveva chiesto:

 

Il mio cuore soffre molto perché tante anime vanno all’inferno. È necessario fare penitenza per i sacerdoti, per i giovani e per il vostro paese. Vuoi fare penitenza per queste anime, in modo che tutte queste persone non vadano all’inferno?

Anneliese decise d’accettare, non del tutto conscia di quali e quante sofferenze avrebbe patito negli ultimi anni della sua vita.
Il fidanzato, tutt’oggi sconvolto per quanto accaduto, successivamente affermerà che in Annaliese ha visto il Cristo Sofferente, ha visto l’Innocente che volontariamente si sacrifica per salvare gli altri.

La morte, le stimmate e l’insabbiamento

Attorno alla fine del 1975 Padre Renz e Padre Alt, stupiti per la gravità della possessione, riuscirono ad ottenere i primi risultati scacciando alcuni dei diavoli: essi riferirono che la Vergine Maria aveva promesso d’intervenire per espellerli, seppur non tutti.
Questo particolare fu ancor più evidente quando sia Fleischmann che Lucifero, prima d’uscire dal corpo della ragazza, furono costretti a recitare l’incipit dell’Ave Maria.
Tuttavia i rimanenti, incitati più volte ad uscire dai sacerdoti, dissero: “Vogliamo andarcene, ma non possiamo!“.
La croce che Anneliese Michel accettò di portare era destinata ad accompagnarla sino al termine estremo della vita.
Dopo 10 mesi e 65 esorcismi, il primo giorno di luglio del 1976 Anneliese, come aveva predetto nelle sue lettere, morì come martire a soli 24 anni, stremata dalle precarie condizione fisiche.
L’autopsia sul corpo riscontrò la presenta delle Stimmate, un ulteriore segno della sua personale sofferenza per la redenzione delle anime.

Il clamore che scatenò questa vicenda fu tale che la magistratura decise d’indagare i genitori, il parroco e l’altro prete per omicidio colposo: il processo si concluse con la condanna a 6 mesi di reclusione per negligenza.
Questo nonostante le numerose testimonianze che attestavano l’impossibilità di nutrire Anneliese, la quale da tempo non riusciva ad ingerire altro cibo se non l’Eucaristia domenicale.
Alcuni esponenti della Chiesa richiesero alla Santa Sede addirittura di rimuovere totalmente la figura dell’esorcista ed il rituale dell’esorcismo, poichè credevano che tale pratica gettasse in cattiva luce il Cristianesimo. Questa richiesta, fortunatamente, fu ignorata dall’allora Papa Paolo VI.

Furono proprio le numerose controversie all’interno della Chiesa a costringere le autorità religiose a sequestrare tutto il materiale – registrazioni audio ed appunti – raccolto dai testimoni della vicenda.
Il “taboo” sul caso di Anneliese Michel durò per ben due decadi, ovvero sino al quel giorno del 1997 nel quale le rivelazioni dei demoni che possedevano la ragazza vennero raccolte e pubblicate, rendendole disponibili per il grande pubblico.

 

Padre, non ho mai pensato che sarebbe stato così spaventoso. Ho voluto soffrire per altre persone di modo che non finiscano all’inferno. Ma non avrei mai pensato che sarebbe stato così spaventoso, così orribile. A volte, si pensa, “soffrire è una cosa facile!”…ma diventa davvero difficile che non si riesce a fare neppure un singolo passo…è impossibile immaginare come possano forzare un essere umano. Non hai più alcun controllo su te stesso.
(Annaliese Michel, rivolgendosi a Padre Renz)

 

 

Le rivelazioni del demonio

 

● “Sapete perché combatto così tanto io? Perché io fu precipitato proprio a causa degli uomini.

● “Io, Lucifero, ero in cielo, nel coro di Michele.” L’esorcista: “Ma tu potresti essere tra i Cherubini!” Risposta: “Si, io ero anche questo.

● “Giuda me lo sono preso io! Lui è dannato. Quello si poteva salvare, ma non ha voluto seguire il Nazareno.

● “I nemici della Chiesa sono nostri amici!

● “Da noi non c’è ritorno! L’inferno è per tutta l’eternità! Nessuno torna indietro! Qui non c’è amore, c’è solo odio, combattiamo sempre, ci combattiamo l’un l’altro.

● “Gli uomini sono così bestialmente stupidi! Credono che dopo la morte sia finito tutto.

● “In questo secolo ci saranno tanti Santi, come non ce ne sono mai stati. Ma anche tanta gente viene da noi.

● “Contro di voi ci scagliamo e potremmo ancora di più, se non fossimo legati. Noi possiamo solo fino a dove arrivano le catene.

● L’esorcista: “Tu sei il colpevole di tutte le eresie!” Risposta: “Si, e ne ho ancora tante da creare.”

● “La talare ormai non la indossa più nessuno. Questi modernisti della Chiesa sono opera mia e mi appartengono tutti ormai.

● “Quello laggiù (il Papa), quello solo tiene in piedi la Chiesa. Gli altri non lo seguono.

● “Tutti adesso tirano fuori le zampe per prendere la Comunione e neanche si inginocchiano più! Ah! Opera mia!

● “Di noi quasi nessuno parla più, neppure i sacerdoti.

● “L’altare rivolto verso i fedeli è stata idea nostra…sono tutti corsi dietro agli Evangelici come meretrici! I Cattolici hanno la vera dottrina e corrono dietro ai Protestanti!

● “Per ordine dell’Alta Dama devo dire che si deve pregare di più lo Spirito Santo. Voi dovete pregare molto, perché i castighi sono vicini.

● “L’enciclica Humanae Vitae è importantissima! E nessun prete può sposarsi, egli è sacerdote in eterno.

● “Ovunque venga votata una legge a favore dell’aborto, tutto l’inferno è presente!

● “L’aborto è omicidio, sempre e comunque. L’anima negli embrioni non arriva alla visione beatifica di Dio, arriva lassù in Cielo (si tratta del Limbo), ma anche i bambini non nati possono essere battezzati.

● “Peccato che il Sinodo (Concilio Vaticano II) sia finito, ci ha rallegrato moltissimo!” (IMPORTANTE: LEGGERE A RIGUARDO LA NOTA SOTTOSTANTE DELLA REDAZIONE)

● “Tante Ostie vengono profanate perchè vengono date sulle mani. Non si rendono nemmeno conto!

● “Il nuovo catechismo olandese l’ho scritto io! È tutto falsificato!” (NOTA: il demonio fa riferimento alla congregazione che eliminò i riferimenti alla Trinità e all’Inferno nel catechismo dei Paesi Bassi).

● “Voi avete il potere di scacciarci, ma non lo fate più! Non ci credete neppure!

● “Se aveste idea di quanto è potente il Rosario…è fortissimo contro Satana…non voglio dirlo, ma sono costretto.

fonte: VeniteAdMe.org

Novena a Gesù Bambino

novena gesù bambino natale

 

NOVENA A GESÙ BAMBINO
(dal 16 al 24 dicembre)
Per ottenere Grazie particolari e prepararci all’incontro della Notte di Natale

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre…

Invocazione allo Spirito Santo:
O Spirito Paraclito, uno col Padre e il Figlio, discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori. Voce e mente si accordino nel ritmo della lode, il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola. O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico, fonte d’eterno Amore. Amen.

Recitare il Credo

Io credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno resuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre Onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

1° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che hai sempre pregato il Padre e ci hai insegnato ad invocarlo in ogni necessità, prega anche ora con noi e per noi il Padre tuo e Padre nostro. Noi crediamo che il Padre ci ama e ci vuole aiutare come un papà aiuta i suoi figli. In modo particolare, o Gesù Bambino, invocalo con noi nelle nostre necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore) perché così siamo sempre più suoi veri figli e aderiamo alla sua volontà. Aiutaci, Tu che sei Dio e vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

2° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, Verbo di Dio fatto Uomo che hai ascoltato il desiderio del Padre e sei venuto a salvarci riconciliandoci con Lui e dimorando in terra con noi, ascolta questa nostra supplica… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore) in modo che siamo fratelli tuoi e figli del Padre. Solo così il Padre tuo abiterà con noi e si compiacerà di stare nei nostri cuori, nelle nostre case, i nostri paesi, nelle nostre città, nelle nostre scuole, nelle nostre fabbriche, nei mezzi di trasporto di terra e di cielo. Egli è il Padre e vive e regna con Te e con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…
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3° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che fin da ragazzo hai difeso i diritti del Padre tuo affermando la sua trascendenza, il suo primato e la sua signoria davanti ai sapienti, davanti ai genitori e davanti a tutti gli uomini, glorifica anche ora il Nome di Dio, facendo trionfare in noi la sua Onnipotenza anche in questa nostra necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore). Fa che c’impegniamo a difendere ovunque il tuo Santo Nome, lottando contro la bestemmia e l’ateismo. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

4° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che sei venuto nel mondo, ti sei fatto Uomo come noi, per riconciliare 1’uomo con Dio, per rinnovare l’alleanza e fondare la Chiesa, nuovo regno di Dio, Ti supplichiamo di continuare anche ora ad estendere il tuo regno nel mondo, fra i popoli che ancora non Ti conoscono e perché questo regno si attui sempre più in noi, assistici nelle nostre necessità (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore). Fa, o Gesù, che amiamo coloro che hai posto alla guida del tuo popolo. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

5° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che, pur essendo Dio, ti sei fatto Figlio dell’Uomo fino ad annichilirti come un servo e facendoti obbediente non solo al Padre, ma anche a Maria e Giuseppe, insegnaci a compiere la volontà di Dio anche nel dolore. Tuttavia intervieni presso tuo Padre, infinitamente buono e misericordioso, perché ci aiuti nelle nostre necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore). Vogliamo, col tuo aiuto, essere disposti ad accettare tutti i suoi progetti. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

6° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che quando eri fra noi hai mangiato il pane guadagnato con il sudore della tua fronte e per il bene delle folle stanche e affamate lo hai moltiplicato, intercedi presso il Padre anche oggi: ottieni il pane per gli affamati, il lavoro per i disoccupati, la casa per i senza-tetto, una patria per gli emigrati, il vestito per chi è nudo, vienici incontro in questa necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore). Rendici più generosi perché sappiamo condividere del nostro con chi ne è privo, affinché possiamo sederci, da veri fratelli, alla mensa eucaristica. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

7° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che ci riveli il volto misericordioso del Padre, fa che cerchiamo sempre il perdono, consapevoli che “il suo amore è più grande del nostro cuore”. Fa che amiamo il Padre perché Lui per primo ci ama ed è pronto a perdonarci e aiutarci nelle nostre necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore). Rendici capaci di perdonare sempre i nostri fratelli, nella certezza che “la misericordia ha sempre la meglio nel giudizio”. Tu sei Dio e vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

8° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, che sei venuto a vivere fra noi per donarci la vera libertà dei figli di Dio, preservaci oggi dal “principe della menzogna”, donaci di educare i nostri sensi alla libertà e al dono sincero di noi stessi. Sostienici nelle nostre necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore) perché possiamo sperimentare che sei veramente “il Piccolo Re” e Signore della nostra vita e della nostra persona. Tu che sei Dio e vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

9° GIORNO
O Santo Bambino Gesù, Tu non fosti visitato da nobili o da grandi come si conviene ad un re, ma da umili e semplici pastorelli che, nella Notte di Natale, stavano vigilando il proprio gregge. Oggi invita noi, sostienici nelle nostre necessità… (chiedere la Grazia che più ci sta a cuore) perché possiamo offrirti il nostro cuore per diventare sempre più umili e così possiamo custodire il tuo Amore. Tu che sei Dio e vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro
Ave Maria
Gloria al Padre

Santo Bambino Gesù, Benedicimi.
O Immacolata dello Spirito Santo, per il potere che l’Eterno Padre Ti ha dato sugli Angeli e gli Arcangeli, mandaci schiere di Angeli con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal maligno ed a guarirci da ogni male.

Preghiera finale

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che Ti pregano, quanto buono per quelli che Ti cercano, ma che cosa sei per quelli che Ti trovano?

Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia, Tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Salve Regina…

PREGHIERA DI NATALE

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, il mio cuore vuole amarti, le mie labbra cantarti, la mia anima pregarti.

O beata fiducia e sicuro rifugio!

La Madre di Gesù è Madre nostra. La Madre di Colui in cui speriamo è Madre nostra. La Madre di Colui che solo può salvare è Madre nostra.

Gesù, Figlio di Dio, Ti supplico: per l’amore infinito che porti a tua Madre, concedimi di amarla come Tu L’ami e vuoi che sia amata.

Maria, Madre buona, Ti supplico: per quell’amore così tenero che porti a Gesù, tuo Figlio, ottienimi di amarlo come Tu l’ami e vuoi che sia amato.

E in questo amore si consumi la mia vita, perché tutto il mio essere canti per l’eternità: Benedetto il Signore! Amen. Amen.

(Sant’Anselmo di Aosta 1033-1109) 

 

 

 

GESÙ NEL GETSEMANI: LE 6 PROMESSE DEL FIGLIO DI DIO A CHI SI RICORDA DI LUI

Gesù nel getsemani preghiera e promesse

 LE PROMESSE DI GESU’ 

Dal mio Cuore sempre partono voci di amore che invadono le anime, le scaldano e, a volte, le bruciano. E’ la voce del Cuore mio che si propaga e raggiunge anche quelli che non vogliono sentirmi e che, perciò, non si accorgono di me. Ma a tutti parlo interiormente, a tutti mando la mia voce, perché tutti amo. Chi conosce la legge dell’amore non si meraviglia se Io insisto a dire che non posso non picchiare alle porte di quelli che mi resistono e che il rifiuto che spesso ne ottengo mi costringe per così dire a ripetere il richiamo, l’invito, l’offerta. Ora, queste mie voci tutte calde d’amore, che partono dal Cuore mio, che altro sono se non l’amorosa volontà di un Dio amante che vuole salvare? Ma so assai bene che i miei inviti disinteressati non giovano a tanti e che i pochi che li accettano devono anche essi fare notevoli sforzi per accogliermi. Ebbene voglio dimostrarmi generoso (quasi che finora non lo fossi stato) e lo fo dandovi una preziosa gemma dell’amore mio per testimonianza dell’affetto sincero che Io nutro per tutti. Così, ho deciso di aprire una diga per lasciar passare il fiume di grazia che il mio cuore non può contenere più. Ed ecco cosa offro a tutti in cambio di un pò d’amore:

     Remissione di tutte le colpe e certezza di salvezza in punto di morte a chi pensa, una volta al giorno, almeno, alle pene che provai nell’Orto del Gethsemani;

     Contrizione perfetta e duratura a chi faccia celebrare una Messa in onore di quelle stesse pene;

     Riuscita nelle faccende spirituali a coloro che inculcheranno agli altri l’amore alle pene dolorosissime del mio Gethsemani.

Infine, per dimostravi che voglio proprio rompere una diga del mio Cuore e darvi un fiume di grazia, Io prometto a chi si farà promotore della devozione al mio Gethsemani queste altre tre cose:

     1) Vittoria completa e definitiva nella maggiore tentazione cui è soggetto;

     2) Potere diretto di liberare anime dal Purgatorio;

     3) Grande luce per compiere la mia volontà.

Tutti questi doni miei Io farò con certezza a quelli che faranno le cose che ho dette, con amore e compassione per la mia spaventosa agonia del Gethsemani.

(agosto del 1963)

 

PAROLE DI GESU’

Nel Gethsemani conobbi i peccati di tutti gli uomini. Fui fatto quindi: ladro, assassino, adultero, bugiardo, sacrilego, bestemmiatore, calunniatore e ribelle al Padre che invece ho sempre amato. Io, puro, ho risposto al Padre come se fossi macchiato di tutte le impurità. Ed in questo, appunto è consistito il Mio sudare sangue: nel contrasto del Mio amore per il Padre e la Sua volontà che voleva addossarmi tutto il marciume dei Miei fratelli. Ma ho obbedito, sino alla fine ho obbedito e per amore di tutti mi sono ricoperto di ogni macchia, pur di fare il volere di Mio Padre e salvarvi dalla perdizione eterna. Nessuno crederà che molto più soffrii allora anziché sulla Croce, pur tanto e tanto dolorosa, perché chiaramente ed insistentemente Mi fu mostrato che i peccati di tutti erano fatti Miei ed Io dovevo risponderne per ciascuno. Sicché Io, innocente, ho risposto al Padre come se fossi veramente colpevole di disonestà. Considera, perciò, quante agonie più che mortali ho avuto in quella notte e, credimi, nessuno poteva alleggerirmi di tali spasimi, perché, anzi, vedevo che ognuno di voi si è adoperato per rendermi crudelissima la morte che ad ogni attimo Mi veniva data per le offese di cui ho pagato interamente il riscatto. Più di quanto l’uomo può capire ed oltre ogni immaginazione, provai in Me stesso abbandono, dolore e morte. Nessuna grandezza maggiore potete attribuirmi che questa: essere divenuto centro, bersaglio di tutte le colpe vostre. Immensamente conobbi il peso delle offese che al Padre Mio furono e sarebbero state fatte. La Mia Divinità, avendo preso per suo proprio strumento la Mia Umanità, Mi partecipava la bruttezza che nasconde la ribellione e la conseguente disubbidienza, trasformando il tutto in gemiti e martirii nell’Anima e nel Corpo. Ma un solo istante sarebbe bastato, un solo Mio sospiro avrebbe potuto operare la Redenzione per la quale ero stato inviato; eppure moltiplicai questi sospiri, prolungai il Mio vivere quaggiù, perché Sapienza e Amore così volevano. Giunto, però, alla fine volli come intensificare in Me stesso ogni genere di patimenti: vidi tutto ciò che dovevo redimere e che tutto Mi era addossato come cose Mie. Fù lì, nell’Orto, il culmine del dolore e Uomo quale Io volli essere, fui atterrato, sopraffatto, fisicamente distrutto. Venne l’Angelo Mio e mi ristorò mostrandomi le pene che altre Mie creature fedeli avrebbero sofferto per questo Mio soffrire; non gloria Mi fu mostrata ma amore, compassione, unione. Ecco come ripresi animo, ecco come diedi a Me stesso sollievo e forza. Pianto e lotta, sangue e vittoria, ho portato agli uomini, ingrati ed immemori, per quella notte di grande sconforto. Fu notte di redenzione, in cui Mi sostituii ad ogni peccatore e ne presi ogni colpa, ma, oltre a ciò volli racchiudere anche le pene tutte degli uomini e soffrirne intensamente. Miei cari, il Gethsemani è un mare senza confini, un oceano in carità nel quale ogni persona, ogni colpa, ogni dolore venne sommerso ed Io sentii realmente: non in via immaginaria, tutta la gravezza che nel mondo sarebbe discesa. Amore per il Padre, amore per gli uomini, Mi fecero vittima volontaria. Se uno di voi avesse potuto vederMi, sarebbe morto di spavento per il solo aspetto fisico che avevo preso. Poiché non trattavasi di un solo tipo di pena, non si trattava di un solo anelito, ma di mille, milioni di aneliti tutti compressi in Me. Io fui capace di abbracciare ogni vostra colpa e tutte le vostre sofferenze. Io solo sono stato capace di sentire, dico sentire, tutte le vostre pene, perché Io ero voi e voi eravate Me. Notte di tragedia, notte oscura per la Mia Anima che inoltravasi titubante fra gli ulivi del Gethsemani. Il Padre Mi preparava l’Altare sul quale Io, Sua Vittima, dovevo essere Immolato. Io dovevo prendere le colpe degli altri e Colui che Mi aveva mandato, attendeva quella notte per dare agli uomini la misura del Suo Amore, col sacrificio totale di Me, Suo Figlio e Sua Prima Creatura. Laggiù fra gli ulivi del Gethsemani, il peccato degli uomini ebbe sconfitta definitiva perché fu in quel luogo che Io Mi Immolai e vinsi. E’ vero che sarebbe bastato un solo sospiro nel mondo per dar redenzione a tutti, ma è anche vero che un’opera è completa quando raggiunge il culmine voluto, come dire che, essendo stabilito che Io pagassi per tutti sottoponendomi alle umiliazioni della Passione, soltanto con la Immolazione potevasi raggiungere lo scopo voluto dal Padre. Difatti, il merito fu infinito in Me, qualsiasi cosa Io facessi, tuttavia la volontà Divina voleva la Mia umiliazione sotto la Sua potente mano, a titolo di completamento della Sua e Mia opera: perciò col Gethsemani si adempì la prima parte di tale volontà e la parte principalissima. Lentamente, quasi privo di forze, ero giunto ai piedi di quell’altare sul quale il Mio Sacrificio stava per iniziarsi e consumarsi. Che notte fu quella! Quale angoscia, nel Mio cuore, al pensiero, alla visione terrificante dei peccati degli uomini! Ero la Luce e non vedevo che tenebre; ero il Fuoco e non sentivo che gelo; ero l’Amore e non sentivo che il disamore; ero il Bene e non sentivo che il male; ero la Gioia e non avevo che tristezza, ero Dio e Mi vedevo un verme, ero il Cristo, l’Unto del Padre e Mi vedevo lordo e ributtante, ero la Dolcezza e non sentivo che amarezza; ero il Giudice e subivo la condanna, la vostra condanna; ero il Santo, ma venivo trattato come il massimo peccatore; ero Gesù, ma sentivo chiamarMi soltanto con nomi di vitupero da satana; ero la vittima volontaria, però la Mia stessa natura umana Mi faceva sentire tremore e debolezza e chiedeva l’allontanamento di tutta la sofferenza in cui trovavasi; si, ero l’Uomo di tutti i dolori cui era sfuggita la gioia della donazione di Me stesso che avevo fatto con trasporto tutto Divino. E tutte queste cose, perché? Ve l’ho già detto: Io ero voi, perché voi dovete divenire Me. La Mia Passione…  Oh! che abisso di amarezze ha racchiuso! E come è lontano chi crede di conoscerla soltanto perché pensa alle sofferenze del Mio Corpo! Guardate al Gethsemani, guardatemi disfatto nell’Orto e unitevi a Me! Torno oggi a voi per ricordarvi di guardare bene il Mio viso triste, di considerare meglio il Mio sudore di Sangue. Non vi interessa molto questa Passione sconosciuta? Non vi pare che merito più considerazione, migliore attenzione? Anime Mie care! Tornate al Gethsemani, tornate con Me nel buio, nel dolore, nella compassione, nell’amore doloroso! E tu, come ti trovi ora? Intendi, dunque, che ti faccio simile a Me? Posa anche tu le tue ginocchia sulla terra del tuo sacrificio e dì con Me: Padre, se è possibile, allontana da me questo calice: però non si faccia la mia, ma la Tua volontà. E quando avrai detto con intima convinzione “fiat”, allora cesserà tutto e sarai rinnovato nel Mio Amore. Guardate al  Gethsemani,  guardatemi disfatto, nell’Orto e unitevi a Me! Quanto a Me il soffrire che fu, ora Mi sarà dolcissimo se vi metterete nella considerazione delle Mie pene. Non temete di entrare con Me nel Gethsemani: Entrate e vedete. Se, poi, vi parteciperò sensibili angosce e solitudini, ritenetele Miei veri doni e non vi smarrite, ma con Me dite: Padre, non la mia volontà, ma la Tua si faccia! Pregatemi, perché voglio sia conosciuto come ho amato tutti voi in quell’ora di abbandono e di tristezza senza nome.

(dal libro: Anonimo del XX secolo Parole di cielo in 3 volumi 7 ediz.)

PREGHIERA A GESU’ AGONIZZANTE NEL GETHSEMANI

O Gesù, che nell’eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei nostri cuori, doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione della tua SS. Passione del Gethsemani, ti prego di voler disporre il cuore e l’anima mia a pensare spesso alla tua amarissima Agonia nell’Orto, per compatirti e unirmi a te il più possibile. Gesù benedetto, che sopportasti in quella notte il peso di tutte le nostre colpe e che per esse hai pagato completamente, fammi il grandissimo dono di una perfetta contrizione per le mie numerose colpe che ti fecero sudare sangue. Gesù benedetto, per la tua fortissima lotta del Gethsemani, dammi di poter riportare completa e definitiva vittoria nelle tentazioni e specialmente in quella cui vado maggiormente soggetto. O Gesù appassionato, per le ansie, i timori e le sconosciute ma intensissime pene che hai sofferto nella notte in cui fosti tradito, dammi una grande luce per compiere la tua volontà e fammi pensare e ripensare all’enorme sforzo e alla impressionante lotta che vittoriosamente sostenesti per fare non la tua ma la volontà del Padre. Sii benedetto, o Gesù, per l’agonia e le lacrime che versasti in quella notte santissima. Sii benedetto, o Gesù, per il sudore di sangue che avesti e per le angoscie mortali che provasti nella più agghiacciante solitudine che mai uomo potrà concepire. Sii benedetto, o Gesù dolcissimo ma immensamente amareggiato, per la preghiera umanissima e divinissima che sgorgò dal tuo Cuore agonizzante nella notte dell’ingratitudine e del tradimento. Eterno Padre, ti offro tutte le Sante Messe passate, presenti e future unito a Gesù agonizzante nell’Orto degli ulivi. Santissima Trinità, fa che si diffonda nel mondo la conoscenza e l’amore per la SS. Passione del Gethsemani. Fà, o Gesù, che tutti coloro che ti amano, vedendoti crocifisso, ricordino anche le inaudite pene tue nell’Orto e, seguendo il tuo esempio, imparino a ben pregare, combattere e vincere per poterti poi glorificare eternamente in cielo. Cosi sia.

23.XI.1963

   Con approvazione ecclesiastica + Macario, Vescovo di Fabriano

14 Dicembre – San Giovanni della Croce

San Giovanni della Croce 14 Dicembre

Giovanni della Croce, al secolo Juan de Yepes Álvarez (in spagnolo: Juan de la Cruz; Fontiveros, 24 giugno 1542 – Úbeda, 14 dicembre 1591), è stato un presbitero e poeta spagnolo, cofondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Fu beatificato nel 1675, proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926. La sua memoria è celebrata il 14 dicembre.

La Chiesa cattolica lo ha definito Doctor Mysticus

Il poeta T. S. Eliot ha ripreso ed attentamente parafrasato il pensiero di Giovanni della Croce, in particolare il concetto di «Notte Oscura» dell’anima e la dottrina del Nada y Todo(“Nulla e Tutto”), da Giovanni esposta nello schizzo eseguito per illustrare l’ascesa al Monte della Perfezione, oltre che nella Salita del Monte Carmelo:

« Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei. »(San Giovanni della Croce)

Fonte: Wikipedia

Frasi di San Giovanni della Croce in “Avvisi e sentenze”

  • Colui che vuole restare solo senza il sostegno di un maestro e di una guida, è come un albero solo e senza padrone in un campo, i cui frutti, per quanto abbondanti, verranno colti dai passanti e non giungeranno quindi alla maturità. (n. 5)
  • Chi cade da solo, solo resta nella sua caduta e tiene in poco conto la propria anima, poiché l’affida a sé solo. (n. 8)
  • Dio desidera da te piuttosto il più piccolo grado di purezza di coscienza che tutte le opere che tu potrai compiere. (n. 12)
  • Dio stima di più in te l’inclinazione all’aridità e alla sofferenza per amor suo, che tutte le meditazioni, le visioni e le consolazioni spirituali che tu possa avere. (n. 14)
  • Rinnega i tuoi desideri e troverai quello che il tuo cuore desidera. Che sai tu se il tuo appetito è secondo Dio? (n. 15)
  • Non ti mostrare alle creature, se nella tua anima desideri conservare chiara e semplice la faccia di Dio. Piuttosto vuota e distacca del tutto il tuo spirito da quelle e camminerai sotto la divina luce, poiché Dio non è simile ad esse. (n. 25)
  • Chi perde l’occasione, è come chi lasciò volar via di mano l’uccello che non potrà piú essere ripreso. (n. 29)
  • Un solo pensiero dell’uomo vale più del mondo intero, perciò Dio solo è degno di esso. (n. 32)
  • Tu non troverai quello che desideri o maggiormente brami, né per questa tua strada né per quella dell’alta contemplazione, ma in una grande umiltà e sottomissione di cuore. (n. 37)
  • Convinciti che non entrerai nel sapore e nella soavità di spirito, se non ti darai alla mortificazione di tutto ciò che desideri. (n. 38)
  • Fai un patto con la tua ragione di compiere quanto ella ti dice nel cammino di Dio: ciò presso di Lui ti varrà piú di tutte le opere che fai senza tale riflessione e di tutti i gusti spirituali che tu desideri. (n. 41)
  • Chi agisce secondo la ragione è come colui che si nutre di cibi sostanziosi; chi invece si muove dietro al gusto della volontà è come chi si nutre di frutta fradicia. (n. 43)
  • Nella sera sarai esaminato sull’amore. Impara ad amare Dio come Egli vuole essere amato e lascia il tuo modo di fare e di vedere. (n. 57)
  • L’uomo non sa né godere né soffrire bene, non comprendendo la differenza fra il bene e il male. n. 60)
  • Prendi Dio per sposo e amico con cui stare sempre; non peccherai, saprai amare e le cose necessarie ti andranno prosperamente. (n. 65)
  • Ricordati che Dio regna solo nell’anima pacifica e disinteressata. (n. 68)

[San Giovanni della Croce, Avvisi e Sentenze, in Opere, a cura di Ferdinando di S. Maria, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma, 1991.]

Frasi di San Giovanni della Croce in Spunti d’amore

  • L’anima che cammina nell’amore non annoia gli altri né stanca sé stessa. (n. 18)
  • Ci sono delle anime che, come alcuni animali, si rivoltano nel fango, ed altre che volano come gli uccelli i quali nell’aria si purificano e si puliscono. (n. 20)
  • Il Padre pronunciò una parola, che fu suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio essa deve essere ascoltata dall’anima. (n. 21)
  • Dobbiamo misurare le sofferenze in rapporto a noi, non in rapporto ad esse. (n. 22)
  • Per innamorarsene, Dio non posa lo sguardo sulla grandezza dell’anima, ma sulla grandezza della sua umiltà. (n. 24)
  • L’amore non consiste nel provare grandi sentimenti, ma nell’avere grande nudità e nel patire per amore dell’Amato. (n. 36)
  • Semplificarsi per cercare Dio: la luce che nelle cose esteriori è utile per non cadere, nelle cose di Dio è il contrario, di modo che in esse è meglio che l’anima non veda e possederà in tal modo maggior sicurezza. (n. 54)

[San Giovanni della Croce, Spunti d’amore, in Opere, a cura di Ferdinando di S. Maria, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma, 1991.]

Fonte: Wikipedia

MEDITAZIONI DI SAN GIOVANNI DELLA CROCE
in Opere, Salita del Monte Carmelo

3 – In primo luogo l’anima abbia un costante desiderio di imitare Cristo in ogni sua azione, conformandosi ai suoi esempii, sui quali méditi per saperli imitare e per comportarsi in ogni sua azione come Egli si diporterebbe.

4 – In secondo luogo, per riuscire in questo è necessario che ella rinunzi a qualunque piacere sensibile che non sia puramente a onore e gloria di Dio e che rimanga vuota di ciò per amore di Gesú Cristo il quale, in questa vita, non ebbe e non volle altro piacere che quello di fare la volontà del Padre, la quale era per Lui suo cibo e nutrimento. Se, per esempio, le si offre il piacere di ascoltare cose che non hanno importanza per il servizio e la gloria di Dio, ella rinunzi al gusto di ascoltarle; se le si porge il diletto di vedere cose che non servono ad avvicinarla al Signore, reprima il desiderio di guardarle. Faccia lo stesso quando le si presenta l’occasione di conversare, di compiere qualche altra azione o di soddisfare qualche altro senso, purché lo possa fare facilmente; se ciò non le sarà possibile, basta che ella non assapori il gusto delle cose che non può evitare.

5 – Per mortificare e calmare le quattro passioni naturali: gioia, tristezza, timore e speranza, dalla cui concordia e pace procedono questi e tanti altri beni, come rimedio efficace, fonte di grandi meriti e causa di grandi virtú serve quanto segue:
6 – L’anima cerchi sempre di inclinarsi:

non al piú facile, ma al piú difficile;
non al piú saporoso, ma al piú insipido;
non a quello che piace di piú, ma a quello che piace di meno;
non al riposo, ma alla fatica;
non al conforto, ma a quello che non è conforto;
non al piú, ma al meno;
non al piú alto e pregiato, ma al piú vile e disprezzato;
non alla ricerca di qualche cosa, ma a non desiderare niente;
non alla ricerca del lato migliore delle cose create, ma del peggiore e a desiderare nudità, privazioni e povertà di quanto v’è al mondo per amore di Gesú Cristo.

8 – La pratica scrupolosa di questi avvisi da parte di un’anima, basta perché essa possa entrare nella notte del senso; tuttavia, per spiegarmi ancora meglio, aggiungerò altre norme che insegnano a mortificare la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, tre inclinazioni che, secondo San Giovanni, spadroneggiano nel mondo e sono causa di tutti gli altri appetiti (I Gv., 2, 16).
11

Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.

12

Quando ti fermi su qualche cosa,
tralasci di slanciarti verso il tutto.
E quando tu giunga ad avere il tutto,
devi possederlo senza voler niente,
poiché se tu vuoi possedere qualche cosa del tutto,
non hai il tuo solo tesoro in Dio.

13 – In questa nudità lo spirito trova il suo riposo poiché non desiderando niente, niente lo appesantisce nella sua ascesa verso l’alto e niente lo spinge verso il basso, perché si trova nel centro della sua umiltà. Quando invece desidera qualche cosa, proprio in essa si affatica.
[SAN GIOVANNI DELLA CROCE, Opere, Salita del Monte Carmelo, libro I, cap. 13, Postulazione Generale dei Carmelitani scalzi, Roma, 1991.]

Fonte: unavox.it.

 

13 Dicembre – Santa Lucia

13 Dicembre Santa Lucia preghiera di Angelo Roncalli

Preghiera composta da Angelo Roncalli, Patriarca di Venezia (poi divenuto Papa Giovanni XXIII)

Preghiera a Santa Lucia

O gloriosa Santa Lucia, che alla professione della fede, associasti la gloria del martirio, ottienici di professare apertamente le verità del Vangelo e di camminare con fedeltà secondo gli insegnamenti del Salvatore.
O Vergine Siracusana, sii luce alla nostra vita e modello di ogni nostra azione, cosicché, dopo averti imitato qui in terra, possiamo, assieme a Te godere della visione del Signore.
Amen.

Santa Lucia (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304)

Santa Lucia 13 Dicembre

Patrona della vista

È considerata dai devoti la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso invocata nelle malattie degli occhi.

È considerata per tradizione, la patrona della vista e di tutti coloro che ne soffrono, come i non vedenti, i miopi, gli astigmatici. Presso l’urna che accoglie le sacre spoglie della santa in San Geremia a Venezia, vengono quotidianamente portati ex voto e grazie ricevute che attestano la munificenza di santa Lucia nel dispensare grazie.

Santa Lucia è anche patrona del Gremio dei calzolai della città di Sassari.

Fante Wikipedia

Consacrazione alla Vergine Immacolata di Guadalupe

Consacrazione alla vergine Immacolata di Guadalupe

 

Recita questa preghiera di Consacrazione alla Santissima Vergine in onore della sua Apparizione a Guadalupe oggi 12 Dicembre, Festa di Nostra Signora di Guadalupe, per chiedere una Grazia Speciale.

 

Vergine Immacolata di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, vincitrice del peccato e nemica del Demonio, Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico all’umile e generoso contadino Giandiego. Sul suo mantello imprimesti la Tua dolce Immagine come segno della Tua presenza in mezzo al popolo e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere e addolcito le sue sofferenze. Maria, Madre amabilissima, noi oggi ci offriamo a te e consacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato tutto quanto ci resta di questa vita, il nostro corpo con le sue miserie, la nostra anima con le sue debolezze, il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, le preghiere, le sofferenze, l’agonia. O Madre dolcissima, ricordati sempre dei tuoi figli. Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, dal turbamento e dall’angoscia, dovessimo qualche volta dimenticarci di te, allora, Madre pietosa, per l’amore che porti a Gesù, ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi e di non abbandonarci fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, per gioire con Te, con tutti i Santi, nella visione beatifica del Padre. Amen.

Salve Regina
Madonna di Guadalupe, prega per noi